lunedì 15 febbraio 2010

A Buried Existence - "Ferocity" (2008)


Nota dell'ultim'ora:

faccio notare subito una cazzatella che ho scritto. Nella rece ho confuso "Reborn in the Sick" con "Perverted Church". Quando si dice essere intelligenti...

I Land of Hate, vecchi ricordi. Mi custodisco ancora gelosamente come una reliquia il 3° numero in cui loro hanno partecipato a quello che una volta era, usando le parole di Hagalaz dei sardi Streben, una “Underground E-mail ‘Zine”. Ed i Land of Hate, in merito al loro demo “Gener(H)ate”, si beccarono un sonoro e luminoso 76, ossia tra i migliori gruppi di quel numero. Ma, direte voi, che minkia c’entrano loro con gli A Buried Existence? C’entrano, eccome se c’entrano, dato che il cantante Marko è membro di entrambe le formazioni, ed in effetti sentendo “Ferocity” ho riconosciuto da subito i suoi vocalizzi lancinanti, ma quello che più mi sorprende è che anche gli A Buried Existence sono creatori a mio avviso di uno stile abbastanza personale, proprio come i Land of Hate, solo che stavolta una classificazione mi sembra tremendamente deleteria in quanto credo che nessuna sia capace di descrivere sinteticamente la musica del demo che vado adesso a recensire. Ah, e non scordiamoci di un’altra cosa: in questo nuovo gruppo calabrese ci suonano anche membri degli Zora, e ciò è già un tutto dire!
“Ferocity” è nient’altro che la primissima testimonianza (curiosamente pubblicata il 31 Agosto 2008) degli A Buried Existence, quartetto formatosi nello stesso anno del primo pargolo in quel di Catanzaro ed attualmente costituito, oltre al cantante già citato, da Gianluca Molè chitarra, Giuseppe “Tato” Tatangelo (anche negli Zora) ed Alessandro Vinci batteria, ma l’ep ha contato anche la partecipazione del chitarrista Francesco Merante (che suona negli Uranium 235, dove canta – aridanghete! – lo stesso Marko) e Peppe “Populi” Pasquali, batteria elettronica degli Zora (guardacaso…). L’opera si compone di 4 pezzi decisamente digeribili per quanto riguarda il minutaggio, ed infatti ci si aggira fra i circa 2 minuti e 40 di “Reborn in Sick” ai 3 e 40 (scusate la ripetizione) di “Perverted Church”, ed in tutto questo arco di tempo (circa 12 minuti complessivi) si trova una musica per me particolare, la quale non considero come “tecnica death metal/metalcore” come la definisce Metal-Archives, dato che qui ci si ciba, se non sbaglio, di diverse influenze, anche non esattamente facenti parte del calderone metallico estremo. Ci si snoda effettivamente a mio avviso tra richiami del death e del metalcore, ma penso che si raggiungano pure territori mathcore (“Revenge”), punk/hardcore (sempre la canzone appena citata), se non persino con i ritmi trascinanti ed ipnotici del trip-hop (“Perverted Church”) e non solo, ed una cosa che mi interessa molto è che uno stesso determinato pezzo può vivere di vari momenti musicali diversissimi fra loro ma che nonostante tutto mi paiono legare più che bene. Da queste parti si cerca insomma lo sperimentalismo, e fra l’altro per niente fine a sé stesso, dato che sento spesso e volentieri negli A Buried Existence un’atmosfera di natura apocalittica, come se la fine del mondo fosse di là da venire, un po’ come nei Lilyum seppur senza trasmettermi il trionfo delle macchine, e qua mi vengono in mente principalmente proprio i due gruppi-madre appena citati. Molto azzeccata secondo me è la scelta poco comune di concentrarsi maggiormente sui tempi medi, lasciando così da parte la ferocia di cui invece sembrava fare il verso il titolo dell’ep che altresì non avrebbe a mio parere trasmesso quell’aria stanca, quasi svogliata, di un’umanità che si regge solo grazie al denaro ed ad un lavoro “matto e disperatissimo” fatto così, soltanto perché ci si è costretti. Vi ricordo che la canzone più veloce è in pratica “Reborn in Sick”, ma di velocità angoscianti neanche a parlarne. La tecnica presentata mi pare notevole e strutturalmente parlando i vari pezzi sono piuttosto semplici e seguono spesso una sequenza di soluzioni fissa, e ciò avviene soprattutto, nel modo più classico possibile, nei momenti iniziali, offrendo comunque delle variazioni (a dir la verità, poche), che tengono desta l’attenzione dell’ascoltatore, almeno personalmente certo, puntando quindi su una diretta semplicità, un po’ come succede nei Land of Hate, seppur mi sembra che qui si segua uno schema molto vicino a quello strofa-ritornello. Se non erro, vengono proposte fra le 3 (“Reborn in Sick”) alle 5 soluzioni (“Revenge” e “New World Disaster”, e di queste gli A Buried Existence” ne riprendono solitamente 2, con un massimo di 3 per “Reborn in Sick”. Personalmente, una struttura del genere rimanda in mente la prigione dove l’umanità è costretta suo malgrado a vivere per vedersi fare delle determinate cose che non le interessano solo perché un ipocrita e freddo sistema ha scelto così per tutto questo tempo, come un dio scientificamente metodico quanto spesso poco razionale. Insomma, eliminando giuridicamente il termine “suddito” l’hanno sostituito con “cittadino”, che potrebbe essere inteso come prigioniero delle città del mondo cosiddetto “civilizzato”. Ora tocca alla produzione, che a dispetto di “Gener(H)ate” dei Land of Hate, mi sembra piuttosto pulita e moderna, con il basso in buona evidenza ma non troppo, e le chitarre non sotterrate dalla batteria come nel demo sopraccitato. Le frequenze sono state impostate sui toni medi regolarizzando così per bene il suono come faccio di solito io con il mio stereo.
Il demo parte, senza troppi orpelli e nemmeno un’introduzione strumentale, con “Revenge”, che sinceramente non saprei come definire, e che a mio parere spicca rispetto agli altri brani per un riffing molto semplice e granitico, mostrando fra l’altro secondo me influenze punk-hardcore e pure di tipo mathcore. Queste ultime, ben controllate e per niente rumoriste eppur sempre belle pesanti, mi sembrano un po’ isteriche nel loro spaventoso incedere, quasi rappresentando la follia della realtà che viviamo ogni giorno, e che precedono l’ultimo passaggio di chiara derivazione doom, con il batterista piuttosto lento, e delle voci che si sentono in lontananza, come se quel determinato momento simboleggiasse l’abisso che prima intrappola e poi inghiotte lentamente l’umanità, rendendola passiva ed apatica, e non a caso il volume viene abbassato in modo graduale. Il batterista qui propone una via di mezzo tra tempi medi possenti e più lenti, raggiungendo proprio il picco di angoscia doom nel finale, come già osservato. Ed intravvedo nel suo lavoro qualche similitudine con lo stile percussivo di Attila (ancora i Land of Hate? BASTA CHE PALLE!), il quale è basato fondamentalmente quasi ad emulare una macchina, anche se nel caso degli A Buried Existence mi ricorda altresì il carattere abitudinario, il circolo vizioso di cui ogni uomo è praticamente iniziato dalla società, il seguire pedissequamente e passivamente specifici orari, ma il sottoscritto si è reso conto che forse nel nostro batterista vige un po’ più di dinamismo che nel suo collega grazie a delle piccole e talvolta impercettibili variazioni al discorso musicale. Per quanto riguarda la voce, il timbro inconfondibile di Marko distrugge tutto ciò che gli capita a tiro con profondo piacere, annichilendo i timpani dell’ascoltatore con quella che considero una particolare commistione tra grugniti ed urla, materializzando alle volte quest’ultime in maniera maggiormente concreta e gracchiante, quasi black metal. La struttura del brano è fondata comunque, se non sbaglio, sul seguente schema: 1 – 2 (il momento punk-hardcore sopraccitato, e dove fra l’altro il basso s’inventa un semplice intervento indipendente dalle chitarre e per me molto efficace) – 1 – 3 – 1 – 3 – 4 (quello invece di matrice mathcore) – 5, e l’unico appunto che mi viene in mente di fare riguarda il pur suggestivo finale, che penso non sia stato completamente sfruttato a dovere, dato che non sento il giusto colpo di grazia e credo che un bell’assolo minaccioso poteva migliorare un po’ la situazione, e forse si poteva chiudere meglio il brano sì abbassando il volume della musica, ma per poi mettere in solitario quelle voci di cui sopra. Ma tant’è. La prossima canzone è “Reborn in Sick”, la quale parte a manetta come la precedente, senza troppe presentazioni, ma stavolta l’assalto è veloce seppur non troppo, avendo a mio avviso sia il groove che il riffing del thrash metal moderno, e quindi il tutto mi si dimostra terribilmente intensissimo. Dopo aver ripetuto per 4 volte il 1° passaggio si fa vivo il 2°, i tempi non rallentano ed il lavoro sulle chitarre prende ispirazione per la parte finale da quello fatto precedentemente, e per il resto viene usato un tapping (o almeno così a me sembra) a due note malate e schizofreniche e di una velocità pazzesca. Finalmente è in questi momenti che Marko impazza, usando ora toni un pochino più urlati e selvaggi, con linee vocali a mio parere molto violente e lontane dall’ipnosi (se così si può descrivere) di quelle di “Revenge”. Tale manfrina viene ripetuta per una seconda volta, dopodiché viene proposto un tempo medio dai contorni secondo me tremendamente apocalittici, visto e considerato che vengono utilizzati degli effetti simili che personalmente hanno molto ricordato gli Scarve del grandioso “Undercurrent”, un gruppo che spesso e volentieri mi mette una bella inquietudine addosso. Comunque proprio in quest’occasione ecco farsi presente una chitarra solista molto minimalista rispetto a quella ritmica, la quale è sottoposta, dopo 2 battute, ad una modificazione, ossia viene resa più, come dire, dinamica nella sua parte iniziale, insieme alla solista che però risulta sempre concentrata su 2 note benché suonate in maniera un pochino diversa, ed infatti nei primi momenti del riff questo non è continuo come in precedenza. Passata la sbornia ultra-apocalittica, i toni si fanno maggiormente disperati e lamentosi, con le chitarre melodiche ed a mio parere blackeggianti, mentre la batteria esegue rullate a due mani oltre che anche giochi sui tom-tom. Nella stessa occasione, la melodia delle asce viene modificata ma non troppo, e Marko aumenta secondo me la disperazione con dei sussurrii che mi sembrano rappresentare l’umanità strozzata ed in cerca di pietà. Quello che succede subito dopo potrebbe parere come la sua ribellione, dato che tutto il gruppo (tranne la voce) sembrano esplodere, proponendo un riff grezzo e minimale ed un gioco a due mani più continuo e distruttivo di prima. E’ l’ora! Si ritorna al 1° passaggio, dando in pasto un assolo che mi piace molto, sì melodico ma intenso e di notevole gusto. Tale momento viene però inghiottito dalla cinica sequenza della soluzione che ha preceduto tale solismo, un affresco di desolazione dilagante e senza speranza, che comunque viene sottoposto ad un’ultima modificazione, in cui il riffing riprende soltanto la parte finale della schitarrata precedente, per poi bloccare tutto così, in maniera altamente imprevedibile, la seconda battuta spezzata e tra l’altro con degli effetti apocalittici tremendamente suggestivi. Conclusione che a dir la verità non considero molto adatta per il pezzo, e probabilmente se tutte e 4 le battute venivano eseguite completamente il quadro di tormento e disperazione si materializzava in modo più concreto. La seguente “Perverted Church” è per quanto mi riguarda un capolavoro di assurde proporzioni, dato che ha un’atmosfera dai ritmi veramente angoscianti. Tale brano, prima di tutto, è quello più lungo di tutti, oltre che l’unico a raggiungere e pure superare di molto i 3 minuti, ed inoltre è il solo del lotto che si può dire parta con un’introduzione che non viene ripresa integralmente durante il prosieguo del discorso. L’inizio è a mio avviso sostanzialmente doom, dove si esprime una melodia di fondo tormentosa, che dopo 2 battute viene potenziata da un’altra chitarra, ovviamente su note alte. Successivamente, suonato il tutto ancora per altrettante volte, si affaccia la modificazione di quest’ultimo passaggio. Il tempo aumenta un pochino e la batteria rasenta secondo me la natura svogliata e rassegnata del trip-hop, e ciò personalmente aumenta la disperazione del brano, e fra l’altro si fa viva finalmente la voce, che rispetto agli altri episodi è piuttosto lontana e pervasa da un leggero effetto d’eco a mio parere molto evocativo, in quanto tende a contribuire maggiormente nella creazione di un’atmosfera dolorante ed asfittica, ma Marko qui fa forse un lavoro simile a quello fatto in “Revenge”, ossia non selvaggio e dai toni quasi ipnotici, “posati” insomma. Dopo 4 battute, lui si assenta per qualche secondo, il ritmo è in pratica lo stesso di prima però le chitarre suonano un riff d’impronta maledettamente death metal, che dire minaccioso mi sembra alquanto un eufemismo. Tutto poi si ferma, tranne un’ascia solitaria dannata e minimalista, che successivamente ridà subito il posto al passaggio che ha preceduto quello death, per poi riprendere anche quest’ultimo, con l’unica novità che esso nella seconda volta, in luogo delle 2 battute, viene ripetuto per 4, e per me questa è una scelta azzeccatissima, in grado di far preparare l’ascoltatore allo stacco di chitarra, che adesso suona secondo me black e fra l’altro è accompagnato da dei malati effetti apocalittici. Ed ecco affacciarsi un assalto, seppur non propriamente tale, che ha del marziale, data soprattutto la batteria, la quale erutta un uno-due statico ed inquietante dove viene utilizzato pure il ride. Le chitarre continuano la loro marcia black, mentre la voce qua diventa doppia, nel senso che sono stati sovraincisi degli scarnificanti grugniti che riescono secondo me a donare alla canzone un sentore catacombale come se il Male stesse uscendo dalle viscere della Terra, oltre che la classica voce di Marko. Il tormento si fa più acceso e pressante, e quindi si ritorna al tema del brano, con quei due passaggi principali (anche stavolta il momento death è sottoposto a 4 battute), ma il finale è concesso a quello che mi pare un metalcore bello cazzuto, con il batterista intento a distruggere i timpani con un tempo medio su doppia cassa, le chitarre sono invece intrise di deathcore, e la voce, dolorante, è pure qui doppia, dato che ai classici vocalizzi di Marko sono state sovraincise delle urla talvolta gracchianti e tormentate. Ma questo è il momento della ribellione o della fine del mondo, o più “semplicemente” la rappresentazione totale, resa in poco meno di 4 minuti, dell’ammasso delle brutture che la chiesa ha “elargito” verso tutto il globo terrestre? Sta di fatto comunque che la musica finisce di colpo, come una lama sottilissima che ha tagliato in mille pezzi un corpo inerme. I riflettori adesso finiscono su “New World Disaster”, anch’esso ricco di influenze e fantasia allo stato puro, nonostante la sua brevità e la sua struttura non proprio difficile, anzi. In tal caso, gli A Buried Existence riprendono un pochetto la linea dei primi 2 pezzi, dato che l’inizio è affidato subito ad uno dei due temi, il quale è rappresentato da un passaggio molto groovy, con il batterista che dipinge ritmi contagiosi attraverso i tom-tom, e ciò è interessato da 4 battute, e finita questa la soluzione viene un po’ modificata con le chitarre che divengono più sporche, solo che tale variazione al discorso musicale viene ripetuta soltanto per una volta, nonostante a primo acchito può sembrare costituita anch’essa da 4 botte (che minkia di linguaggio che uso comunque! Tutto questo per non ripetere “battute”!) ma ad un attento ascolto si può sentire che l’ultima parte di tale modificazione è quella finale del 2° passaggio. Ora la musica si fa a mio parere come un misto fra il groove del thrash e la cattiveria del death, e ritmicamente parlando il batterista stavolta si “regola”, eseguendo un tempo piuttosto semplice e non molto concentrato sulla cassa. Questa soluzione, se non erro, è l’unica di tutto l’ep che è sottoposta ad un numero di 8 battute, ma vista la sua non-complessità e lunghezza non mi annoia per niente. Successivamente, il brano si ripete così com’è partito, abbandonandosi poi in un death metal a doppia cassa (ma sempre di tempi medi si tratta, e fra l’altro nell’ultima battuta del riff il batterista varia il discorso ritmico con delle rullate molto groovy ed un poco a-lineari) che accompagnerà un assolo per me molto buono, tecnico e con una melodia di fondo. Ed ecco il ritorno dei due temi principali, solo che nei secondi finali dell’ultimo mi par di sentire degli effetti non ben identificati, uno fra i quali sembra al sottoscritto il battito di un orologio che va a velocità elevate che prima o poi esplode (una bomba ad orologeria insomma?). Ma tra poco capiterà l’impossibile: il 4° passaggio (in 2 battute, a meno che io non dica cazzate) con il metal (estremo e non) non penso c’entri qualcosa, e credo che ci si avvicini in territori persino pop, con Marko che usa una voce pulita ultra-melodica e perfettamente intonata. In tale momento ho come la sensazione che il nostro sia fiducioso in un mondo migliore, anche grazie alle chitarre decisamente melodiche, e se ci sento bene loro due non suonano contemporaneamente uno stesso riff arricchendo così a mio avviso il discorso musicale di una pienezza, di una gioia di vivere che in tutto l’ep non riesco a percepire. Ed infatti, poco dopo si fa vivo ciò che considero cupo fatalismo, ossia una soluzione (a 4 battute) di impronta death metal, con il batterista isterico che attenta ai timpani dell’ascoltatore con ritmi non proprio comuni da sentire. Passato qualche tempo, le chitarre si fanno meno continue e pressanti, e forse l’umanità si sta spegnendo, mentre la batteria impazza con un ritmo simile al precedente, variando il proprio dialogo negli ultimissimi secondi attraverso intense rullate, un po’ come fatto in precedenza. Dopo altre 4 battute, il brano finisce improvvisamente, in maniera simile a “Perverted Church”, come se l’umanità tutta fosse stata messa nell’inferno chiudendo per sempre i suoi cancelli rimanendo al buio…così Berluska avrebbe vinto di sicuro!
Un bel viaggio inquietante è “Ferocity”, un ep immerso negli abissi della paura nera che avvolge l’essere umano più sensibile preoccupato per il futuro del mondo intero ormai calpestato dal tossicume di ogni specie. E la cosa curiosa è che qui, sempre secondo il mio punto di vista ovviamente, gli A Buried Existence hanno cercato, mescolando vari tipi di musica, di rappresentare le più diverse emozioni, e che concretamente parlando possono essere associate a differenti personalità, come il depresso e rassegnato, il ribelle, l’ottimista ed ingenuo, il minaccioso (il quale, usando qualcosa di informale, può essere chiamato semplicemente…stronzo), il folle isterico, e così via. E proprio grazie a tali considerazioni, ma anche al fatto che il gruppo riesce così a rendere il discorso musicale sempre imprevedibile ed a mio avviso interessante, scelgo quale principale punto di forza del gruppo in quest’opera la varietà e fantasia , unitamente però ad un lavoro di batteria secondo me originale e veramente poco convenzionale per ciò che spesso essa crea, e fra l’altro mi piace molto il suo suono, molto potente e tonante, quasi a simboleggiare idealmente la caduta fragorosa di pezzi irrecuperabili della nostra cara Terra. Peccato però per la fase conclusiva dei primi due pezzi, ma le prerogative per un capolavoro credo ci siano tantissime, ergo l’aspetterò con ansia.

Voto: 75

Claustrofobia

Tracklist:

1 – Revenge/ 2 – Reborn in Sick/ 3 – Perverted Church/ 4 – New World Disaster

MySpace:

http://www.myspace.com/aburiedexistence

giovedì 11 febbraio 2010

Lilyum - "Fear Tension Cold" (2010)


Sinceramente, non mi aspettavo una così grande sorpresa mettendo per la prima volta nel lettore “Fear Tension Cold” dei Lilyum, dato che già a primo acchito mi sono terribilmente piaciuti, anche perché riescono a regalarmi delle sensazioni paurose ed inquietanti, cibandosi a mio avviso sia del vecchio che del nuovo. E credo che questi due pazzi possono convincere ampiamente i blackettoni tanto scettici verso i nuovi gruppi, che secondo loro sono incapaci di trasmettere neanche per poco delle atmosfere malate simili a quelle delle vecchie formazioni che tanto adorano a manetta. Ma intanto io mi prostro devoto verso il genio dei Lilyum, ammirando per l’ennesima volta la bontà (nera) della cara (e sottovalutata) scena black della nostra penisola. “Fear Tension Cold”, pubblicato proprio di recente in 66 copie il 1° Febbraio presso la Salute Records, è il terzo album dei Lilyum, formatisi a Torino nel 2002 come una realtà (parole di Metal-Archives) di post-thrash/groove metal, ed attualmente costituiti da Kosmos Reversum, chitarre, basso, drum-machine e tastiere, e Lord J.H. Psycho, nel ruolo di cantante. Ciò che questi ragazzi hanno qui creato è un’opera di 8 pezzi (compresa intro ed outro, seppur quest’ultima si chiami “Salvation”) per un totale di circa 32 minuti (brano più lungo: “Hail Failure – The End of a Sick Era” di quasi 7 minuti; canzone più breve: “…of Lead and Mercury”, di qualcosa come 3 e 5 secondi. Faccio notare che 4 brani veri e propri su 6 – l’altro è “Fear Tension Cold” – raggiungono e/o superano i 5 minuti di durata), e quindi penso che l’ascolto si riveli ostico già da tal punto di vista. Se poi si pensa alla musica quivi proposta allora sono dolori ulteriori, dato che essa è a mio parere in pratica un black metal decisamente scarno, sufficientemente vario e fantasioso nelle poche soluzioni date in pasto all’ascoltatore, e dai toni tremendamente e secondo me piacevolmente meccanici ed apocalittici, tra l’altro vissuti trasmettendomi una follia non di poco conto, ed a tal proposito credo che, per fare un paragone con un’altra entità la quale ha partecipato su “Timpani Allo Spiedo”, i Lilyum possano rivaleggiare con il solo-progetto di black metal sperimentale con tocchi grind Rhuith, anche questo semplicissimo sotto ogni punto di vista (formale…vabbè, tranne la voce dai!). Un paragone per me molto azzeccato, visto e considerato che i due hanno un modo minimalista di suonare black metal per me simile, ma a loro modo sempre originale. L’andamento ritmico in “Fear Tension Cold” è piuttosto equilibrato fra tempi veloci ed un po’ più lenti, seppur non si raggiungano mai tempi effettivamente angoscianti in stile doom, e la tecnica offerta è molto buona, ma ho notato qualche magagna qui e là che si esplica specialmente quando la corda sui cui si sta suonando viene bloccata, anche se soltanto per un millisecondo. Comunque non fa niente, per me è bello sentire questi errori che rendono più umana e vera la musica. Riguardo il lato prettamente strutturale della proposta, ogni pezzo è letteralmente un freddo ingranaggio che si ripete praticamente così com’è attraverso tutto l’arco del discorso. Infatti, quest’ultimo viene sottoposto ad una sequenza di soluzioni di una rigidità pazzesca, offrendola man mano entro diverse variazioni, seppur talvolta, com’è ovvio in esperimenti del genere, in maniera simile. Insomma, per farvela più dettagliata, eccovi una ad una la struttura di ogni brano, e spero di non scrivere cazzate:

“Dissolution Is Imminent” (1 – 2 – 1 – 2 – 3 – 3 mod. – 1 – 2 – 1 – 2 – 3 – 3 mod.);
“…of Lead and Mercury” (1 – 1 mod. – Stacco di chitarra – 2 – 1 – 1 mod. – Stacco di chitarra – 2 – 2 mod.);
“The Black Slumber” (1 – 1 mod. – 1 – 2 – 1 – 1 mod. – 1 – 2);
“Fear Tension Cold” (1 – 1 mod. – 1 – 1 mod. – Pausa - 1 anc. mod. – 1 – 1 mod. – 1 – 1 mod. – Pausa - 1 anc. mod.);
“Obssessed” (1 – 2 – Stacco di chitarra – 2 mod. – 3 – 1 – 2 – Stacco di chitarra – 2 mod. – 3);
“Hail Failure – The End of a Sick Era” (1 – 2 – 1 – 2 – 1 – 2 mod. con piccolo variazioni).

Se già quest’estrema meccanizzazione della musica mi dona qualcosa di parimenti estremamente poco umano, quasi per mettere in scena il dominio delle machine come si può vedere in “Io, Robot” con il grande Will Smith, il numero della battute contribuisce a mio avviso ad aumentare l’atmosfera inquietante e paranoica al limite della follia, nonchè la lunghezza delle varie soluzioni, che spesso e volentieri sono appunto piuttosto lunghette trovando il massimo nei circa 24 secondi del riff iniziale di “Dissolution Is Imminent”. Certi passaggi (se non sbaglio, nei primi due brani ed in “Fear Tension Cold”) vengono ripetuti ogni volta soltanto per una battuta, cosa non proprio classica ed imprevedibile, che fa immergere maggiormente secondo me l’ascoltatore in un mare di paura e nervosismo, ma degni di nota sono a mio avviso anche i finali di “Black Slumber”, in cui con voglia sadomaso la seconda soluzione è interessata da 16 e passa (il volume infatti si abbassa gradualmente) distruttive battute, e di “Hail Failure – The End of a Sick Era”, dove la modificazione del 2° passaggi viene ripetuta per ben 8 volte, seppur qui i Lilyum dimostrano un po’ più di elasticità tirando fuori piccole e brevi variazioni tra chitarre soliste/tastiere (almeno così a me sembra), e pure qui il volume della musica, con fare paranoico, si abbassa lentamente e stessa cosa tra l’altro succede a “Dissolution Is Imminent”. Insomma, non è una passeggiata ciò che offrono i ragazzi torinesi, e lo sputano con inusitata violenza sui timpani del “malcapitato” ascoltatore. Tocca ora alla produzione, che mi è piaciuta molto. Le frequenze sono state impostate secondo me giustamente su degli assordanti alti, così da ferire maggiormente quasi alla pazzia chi ascolta quest’album, concentrando le proprie forze principalmente sulle chitarre, a mio avviso i veri protagonisti di “Fear Tension Cold”, regalando in tal modo per il mio punto di vista con loro un “rumore” di una freddezza devastante e, per usare uno stereotipo, “a zanzara”. Nella più classica tradizione del black metal il basso è stato relegato in secondo piano, mossa che stranamente ritengo azzeccato in quanto, oltre al motivo di cui sopra, tale strumento non mi sembra così sferragliante rispetto alle chitarre, mentre l’unico appunto che posso muovere è rivolto alla drum-machine, che penso sia stata messa un po’ troppo in ombra, nonostante con i suoi ritmi marziali ed inumani, praticamente statici, avrebbe aumentato, se alzata di volume, l’apocalisse e la robotizzazione della musica. Ma tant’è. La produzione è comunque sporca, ma se la si confronta con quella di “Transilvanian Hunger” dei Darkthrone il suono proposto mi sembra un pochino più pulita.
L’album parte con un’intro che nei primi momenti mi ha subito impressionato, dato che mi riporta alla mente l’inizio di “Arancia Meccanica”. Evocative e monumentali note che a mio avviso tradiscono una via di mezzo tra l’orgoglio e la disperazione, le quali vengono inghiottite da un abisso di suoni “risucchianti che poi fanno nascere anche un assolo di chitarra melodico ma non troppo, e subito dopo si sente il volume del tutto abbassarsi lentamente. E così, dopo circa un minuto e 20, si danno inizio alle danze, permettendo finalmente di sentire il vomito ed il marciume musicale creati dai Lilyum.
La voce è a mio parere qualcosa di magnifico ed inquietante al tempo stesso (beh, come il resto in fin dei conti), dato che sa essere tremendamente versatile e talvolta pure piuttosto coraggiosa per un gruppo black metal. Prima di tutto, se non sbaglio, i vocalizzi usati principalmente fanno un po’ il verso a quelli di Nocturno Culto del vecchio e glorioso periodo black, solo un pochino meno urlati e frastornanti, ma Lord J.H. Psycho non ha comunque pietà per le proprie corde vocali, visto e considerato che di urla vere e proprie se ne possono sentire per esempio nei momenti finali di “The Black Slumber”, dove sfascia i timpani con un bell’acuto (ma niente che mi ricordi Dani Filth), ed in “Obsessed”, che contiene guardacaso una prova vocale secondo me tra le più isteriche di tutto l’album, proponendo delle parti urlate decisamente selvagge che negli altri brani proprio non ci sono. Ma il nostro cantante non si limita soltanto a ciò, dato che, seppur in misura minore, qui e là (specialmente in “Dissolution Is Imminent”) vengono offerti dei gutturalismi, per me non particolarmente profondi ma penso che siano molto azzeccati per la musica, in quanto così facendo forse donano più ridondanza e marciume al tutto. Maggiormente presenti sono delle voci basse (non troppo comunque) e belle aggressive, a mio parere molto minacciose ma quelle che mi interessano di più sono le parti pulite, interpretate in vario modo, come nel fare rituale ed anche in tal caso piuttosto bassa (“Hail Failure – The End of a Sick Era”), oppure melodiose e tremendamente intonate (“Dissolution Is Imminent” e sempre in “Hail Failure – The End of a Sick Era”) che in maniera dai toni più alti e grossi (“Obsessed”), od ancora quasi parlate (come in “Dissolution Is Imminent”). Di tutti questi però, secondo me il più terribile è quando Lord J.H. Psycho diventa melodico, e ciò non solo perché una voce simile su un tappeto sostanzialmente black metal è molto difficile da sentire, ma andando nel dettaglio in tali momenti sento maggiore follia, è come sentire l’ultimo frammento umano in totale disperazione in un mare orgiastico di macchine che gli danno continuamente e senza sosta la caccia. Devo inoltre fare i complimenti al gruppo per aver innestato alla voce l’effetto-lontananza, come se con questo la si volesse seppellire di fronte alla freddezza ed all’apocalisse generata dalle chitarre. Tra l’altro, il nostro è intriso pure di un riverbero pazzesco, come per dare l’impressione del definitivo trionfo della macchina che abbia infilato nell’uomo un bizzarro dispositivo che gli faccia ripetere, come uno stereo rotto, tutto ciò che egli dice, oltre ad aumentare in tal modo la follia, dilatandola nei secoli. Inoltre, in “Hail Failure – The End of a Sick Era”, all’improvviso la voce viene interessata da un assurdo effetto-risucchio, come il definitivo buco nero che compie il suo ultimo gesto per la fine di tutti i tempi. Una sorta di isteria continuamente trascinata mi viene trasmessa se penso alle linee vocali, che mi piacciono molto e fra l’altro a me risultano piuttosto fantasiose, oltre ad essere a mio parere l’aspetto più imprevedibile rispetto a tutti gli altri. Per quanto concerne invece le chitarre, qua il lavoro mi sembra decisamente vecchia scuola, di impronta norvegese precisamente, e credo che il già citato “Transilvanian Hunger” può essere preso come punto di riferimento, benché forse qui il tutto è ancora più minimale e dilatato. I riffs sono spesso tremendamente a-melodici, e soltanto in rare occasioni presentano dei motivi maggiormente fruibili del solito, come avviene in “…of Lead and Mercury”, ed ovviamente (visto il paragone) e come già osservato, il lavoro viene espresso in maniera piuttosto semplice, senza nessun tecnicismo di sorta. Un’altra importante influenza, od almeno somiglianza che riscontro mi pare data dagli Hellhammer, che potrebbero spaventarsi sentendo il marciume sonoro prodotto dai loro “figli” Lilyum, e ciò lo sento con una buona frequenza, ora in modo rockeggiante (come in “Dissolution Is Imminent”), ora trascinando le note, o almeno così a me sembra (“The Black Slumber”), oppure proponendo a mio avviso una via di mezzo tra i Motorhead e le melodie beffarde degli svizzeri anzidetti (“Fear Tension Cold”, che è una delle canzoni dell’album che considero tra le più mosse e speed metal di tutte), ed in quest’ultimo caso la corda su cui si sta suonando viene, come dire, un po’ bloccata, creando così un suono basso e non particolarmente amplificato. Una tecnica del genere è presente anche in “Dissolution Is Imminent”. In tutto il discorso musicale non viene offerto neanche un misero assolo, seppur io senta qualche volta una seconda chitarra, che suona note più alte come tradizione insegna, come in “The Black Slumber” (dove se non sbaglio la seconda è un po’ indipendente rispetto alla prima) ed in “Hail Failure – The End of a Sick Era” (o sono tastiere?). Discorso basso: vabbè qua niente da dire, dato che praticamente non riesco neanche a trovarlo, anche se forse nell’ultimo brano mi par di sentirlo, e forse proponendo dei motivi leggermente diversi rispetto alle chitarre (o è soltanto una mia impressione? Molto probabilmente sì sai?). L’unica nota stonata, non esattamente musicale ma vabbè, è questa: perché “perdere” tempo a registrare le parti di basso se poi esso non viene messo neppure in leggera evidenza, aspetto fra l’altro classico del black metal? Riguardo invece la drum-machine, questa è spaventosamente meccanica e marziale, secondo me andando perfettamente in linea con l’intero suono apocalittico e freddo dei Lilyum, che in tal modo aumentano a mio avviso la disumanità del tutto. Per la drum non c’è praticamente nessuna variazione, durante l’intero arco dei pezzi si ripete così com’è, magari offrendo pure frammenti speed metal (“Fear Tension Cold”), ma di solito il lavoro si concentra sui blast-beats oppure su tempi per me piacevolmente groovy, questi piuttosto frequenti, e per il mio punto di vista capaci di creare maggiore dinamismo ed intensità. La linearità qui è l’assoluto punto di riferimento, e tra l’altro i tom-tom vengono raramente usati, come si può sentire in “Dissolution Is Imminent” e Peccato però che non mi è piaciuta l’idea di subordinare ANCH’essa alle chitarre, ma comunque stranamente la drum mi pare sufficientemente potente. Ed ora tocca alle tastiere, abili a mio parere, con il loro suono lontano, continuo e quindi certamente più statico rispetto alle asce, maggiormente sporche, di immergere, almeno personalmente certo, l’ascoltatore nell’atmosfera ricreata dal gruppo, e la cosa per me incredibile è il fatto che esse suonano le stesse identiche note delle chitarre, e solo in un’occasione mi sembrano, seppur a sprazzi, un po’ più indipendenti, aggiungendo angosciante melodia al tutto (“Hail Failure – The End of a Sick Era”). Bisogna segnalare fra l’altro che le tastiere non sono state messe in particolare evidenza, ma stavolta personalmente tale espediente mi risulta veramente di buon senso, dato che così facendo esse possono sembrare come liquide, inafferrabili, è la distanza assurda e greve che separa l’uomo dalla macchina, ergo l’ostilità della seconda per il primo.
Ma adesso andiamo a scoprire quale sia per il mio personale punto di vista il miglior pezzo di tutto l’album, e quindi non posso far altro che puntare l’obiettivo su “Hail Failure – The End of a Sick Era”, brano spaventoso e folle se mai ce ne fosse stato uno nella storia del metal estremo. Il riff iniziale è di una lunghezza impressionante, dato che si esplica attraverso ben 21 secondi, ripetendosi ogni volta in 4 battute, e già per questo l’ascolto mi si rivela di un’angoscia che ha del’assurdo! Il 2° ed ultimo riff, a 2 note molto dilatate, assomiglia tremendamente ad uno di “…of Lead and Mercury”, ma in fin dei conti chissenefrega delle somiglianze, per una capita poi! Quest’ultimo motivo (ma è giusto chiamarlo proprio così?), dopo le 3 apparizioni del 1°, viene, dopo essersi fatto vivo per 2 volte da 4 e 4 battute anch’esse, modificato, seppur per quanto riguarda la batteria, ora in blast-beats (sì, perché il brano è sorretto principalmente da questi – con interessanti tocchi sui tom-tom dopo ogni fine battuta durante il riff iniziale -, a parte l’inquietante tempo medio della successiva soluzione) e per certe brevi variazioni melodiche di quelle che mi sembrano tastiere. A mio avviso è intorno all’ultima ripresa del 1° passaggio che parte il climax attraverso soprattutto una voce al limite dell’isteria, grazie all’effetto-risucchio già osservato, e poi ad un malvagio coretto (mi pare infatti che la voce sia più di una) basso e ritualistico, e, durante la modificazione della seconda soluzione, ecco farsi vivi dei vocalizzi melodiosi che credo siano sull’orlo della disperazione. Sta avvenendo per caso la fine del mondo? Oppure quelle melodie vocali salutano con gioia immensa ed estatica la paradisiaca venuta di una nuova era?
Aspettate però! Nonostante tutto nell’album c’è qualcosa che mi è veramente poco piaciuto. Sto parlando in questo caso, oltre alla drum-machine affossata, dell’intro di cui ho già parlato, che finisce senza darmi il classico colpo di grazia, anche perché credo che l’inizio di “Arancia Meccanica”, con la sua immarcescibile potenza, poteva finire degnamente il discorso, se dilungato un po’ di più. O se no penso che si potevano mettere certo quei rumori “risucchianti” seppellendo così i sintetizzatori, ma senza infilarci anche l’assolo di chitarra, che lo sento fuoriluogo non contenendo a mio avviso praticamente niente della musica dei Lilyum, oltre a non avere neanche una carica rumorista che invece forse avrebbe giovato all’intro. Semmai, tolti dopo un po’ i rumori di cui sopra, si faceva sentire all’ascoltatore un bel urlo, sulla scia di quello finale di “…of Lead and Mercury”, accompagnato da un lontano e suggestivo eco. Ma tant’è…Anche l’outro mi convince pochissimo, più che altro perché non riesco a spiegare la presenza dei violini nella parte finale, che durano fra l’altro per pochissimi secondi, non facendo in tal modo respirare secondo me per bene l’atmosfera dai 2 ragazzi creata, dopo aver fatto sentire dell’effettistica che sono quasi i suoni eterei dell’universo, sempre più insistenti col passare dei secondi, l’alba di un nuovo tempo di là da venire. Personalmente ho rintracciato inoltre altri difetti i quali sono rappresentati da “…of Lead and Mercury” ed, in maniera però più secondaria, “Fear Tension Cold”, ed in tal caso riguardanti “solo” la fase conclusiva del brano ed il perché è presto detto: non credo che essa sia stata sfruttata a dovere, ma comunque sono “bachi” quasi irrilevanti, a volte quasi un’inerzia, seppur mi sembra lo stesso importante e soprattutto corretto far sapere qualche mio altro dubbio. Per il primo brano sopraccitato, esso non finisce esattamente con l’urlo di cui ho sempre parlato ma con la modificazione del 2° passaggio, sia a livello di riffing (si cambia semplicemente di tono) che se non sbaglio a livello ritmico, dato che la drum è sì su tempi medi ma in doppia cassa, e tale variazione al tema si esplica attraverso 4 battute, mentre l’originale ne è interessato solo da una. Durante le 4 finali però, formalmente non c’è nulla da eccepire ma credo che per concludere degnamente il brano, dandogli più intensità ed anche per non farlo finire in maniera così brusca senza nessuna previsione che la rafforzi, si poteva variare, seppur per poco, il lavoro della drum attraverso per esempio dei tocchi sui tom-tom, e ciò praticamente nel finale. Invece, riguardo “Fear Tension Cold”, pure qui dal punto di vista prettamente formale non vedo nulla di male. In tale sede, i momenti finali del pezzo sono caratterizzati dalla (terza) modificazione del 1° passaggio (cioè ritmo semplicemente più veloce), solo che essa viene sottoposta ad una sola battuta, ed in questo modo il finale non lo sento completamente distruttivo, mentre la variazione precedente dura per 4. Ma tutte queste mi sembrano sinceramente delle inerzie, non dei difetti completamente tali, che non rovinano effettivamente l’album, seppur qualche importanza ce l’abbiano, essendo comunque dei dubbi.
Insomma, siamo alla fine, eccovi analizzato un album per me di tutto rispetto, e che trova personalmente il principale punto di forza indubbiamente nella freddezza e follia che permeano tutta l’opera, dato che esse mi feriscono veramente tanto, anche perché i Lilyum sono riusciti a rispettare in pieno il concetto stesso del black metal senza risultarmi fra l’altro vecchia scuola nel senso più completo della parola, e credo che lo hanno interpretato in maniera piuttosto personale riprendendone la carica omicida ed anarchica, un po’ come è successo al sottoscritto ascoltando l’esperienza di Rhuith. Tra l’altro, la follia dà a mio parere un senso di dinamismo veramente stellare, e che impedisce nonostante tutto alla musica tutta di imbrigliarsi in un’immobilità che poteva essere anche dannosa, ed esprimendosi comunque con una varietà e fantasia sufficienti ma per fortuna con delle soluzioni marce, molto espressive, e che sanno qualche volta reinventarsi. “Fear Tension Cold” è l’abisso dell’uomo che con la società ha creato un mostro, ossia sé stesso moltiplicato per miliardi di unità umane, è un viaggio negli incubi e nelle certezze dell’essere umano. Arte.

Voto: 80

Claustrofobia

Tracklist:

1 – Intro/ 2 – Dissolution Is Imminent/ 3 – Of Lead and Mercury/ 4 – The Black Slumber/ 5 – Fear Tension Cold/ 6 – Obsessed/ 7 – Hail Failure – The End of a Sick Era/ 8 – Salvation

MySpace:

http://www.myspace.com/lilyum
Nota dell'ultim'ora:
su commento di Kosmos Reversum, le tastiere non sono altro che la stessa chitarra solista...

mercoledì 3 febbraio 2010

Intervista ai Sacradis

I Sacradis quand'erano ancora un quintetto. Da sinistra verso destra: Lord of Fog, Ülfe, Winternius (uno dei due defezionari), ed Eligor. In basso c'è Kadath, il quale anche lui se n'è andato dal gruppo.

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1) Ehilà ragazzuoli come la va? Prima di cominciare, mi devo complimentare con voi per aver dato i natali ad un album tempestoso e di una potenza devastante.

Ülfe, chitarra, ora anche voce: Beh ti ringrazio, andiamo a cominciare questa intervista! A tal proposito, complimenti per domande e commenti per nulla scontati.

2) Di cosa trattate esattamente nei testi e chi li scrive? Potete descriverli uno ad uno? Da cosa traete ispirazione per farli e, dal punto di vista formale, da quale gruppo siete maggiormente influenzati?

I testi di "Damnatio Memoriae" sono stati scritti da Kadath con il mio ausilio (Ulfe). Per l'album in questione definirli ad uno ad uno è un po riduttivo poiché vorrebbero far parte di una unica storia, per quanto frammentaria ed incompleta. Diciamo che in generale "Damnatio Memoriae" rappresenta la diffidenza, la quale causa un ingiustificato ostracismo nei confronti di ciò che non si conosce. E' un album di condanna nei confronti dell'ignoranza in senso lato. Ignoranza intesa non come il non conoscere, il quale può essere stimolo di ricerca, ma come accettazione acritica di ideologie, di dogmi, di verità preconfezionate rifiutando il confronto e l'analisi.
L'ispirazione non è descrivibile in quanto tale. Essa nasce come fuori dal “se”. Cerchiamo semplicemente di esprimere ciò che riceviamo in dono. I gruppi che ci hanno maggiormente formato sono sicuramente stati i Marduk, i Dark Funeral e gli Immortal. Non mancano influenze di Ulver, primi Samael, Bathory, Aeternus, Emperor, per citare i primi che mi vengono in mente. Comunque non c'è un gruppo di riferimento ad ora. Cerchiamo di assomigliare il più possibile ai Sacradis.

3) Ma i vostri testi in che modo dovrebbero venire interpretati? Nel senso se voi siate veramente satanisti, e quello di “Supremacy of Conscience” può essere considerato libertario (NON in senso politico)?

No. Non siamo satanisti. Ovvero, abbiamo interpretato poeticamente la figura di Satana in vari testi come figura retorica in cui rappresenta qualcosa di diverso in ognuno di essi , vuoi la condizione umana, vuoi la libertà di pensiero. La politica è assolutamente estranea alle tematiche che trattiamo. Non possiamo dare una chiave di lettura universale, il bello di un testo è proprio la personalizzazione dell' interpretazione.

4) Come avviene la composizione dei vostri pezzi e quanto è durata la loro stesura? Chi li compone? Quale è stato il pezzo che vi ha dato più, come dire, “rogne”, e ci sono state per caso anche delle litigate durante questa fase?

La composizione non potrebbe essere più varia. Nasce come grezzo dall'idea di uno qualunque di noi, poi .... si comincia a litigare fino a quando il pezzo non è finito, ah ah. Non saprei dirti il pezzo più “rognoso”, a loro modo lo sono stati tutti.

5) Dove avete registrato invece i pezzi ed in quanto tempo? Da questo punto di vista, c’è stato un pezzo più difficile rispetto agli altri? Com’è stata l’esperienza in studio?

L'esperienza in studio non è avvenuta in studio. Abbiamo registrato in sala prove. La registrazione è stata effettuata da Winternius. Come è andata? Un suicidio di massa! Siamo molto esigenti ed ognuno ha la sua testa (bella dura). Come puoi immaginare trovare un accordo non è sempre facile. Adesso che siamo in tre, fosse solo che per legge statistica, si litiga molto meno devo dire.

6) A mio avviso, la vostra musica si può considerare come un black metal di impronta svedese, e quindi molto tecnico, orientato specialmente entro potentissimi e scarnificanti blast-beats, e devo dire inoltre che è anche piuttosto vario e fantasiosi nelle varie soluzioni proposte (come i richiami al black depressivo in “Epitaph of the Martyr” e “Damnatio Memoriae”). Strutturalmente parlando i pezzi non mi sembrano rispettare sequenze classiche strofa-ritornello, e quindi si dimostrano liberi (in modo particolare il già citato “Damnatio Memoriae”), ma spesso uno dei primi passaggi viene poi ripreso anche nei momenti finali del brano. Siete d’accordo con quanto affermo? Ma quali sono le vostre principali influenze? Io sinceramente vedo molto i Dawn ed i Funeral Mist, seppur io veda addirittura qualche richiamo ai vecchi Gorgoroth.

Sui Gorgoroth mi trovi d'accordo. Per quello che riguarda le strutture... esse vengono consequenzialmente a quello che vogliamo dire con il pezzo in questione. Non c'è una regola canonica che rispettiamo, almeno consapevolmente. Un riff lo senti che “lega” con l'altro. Se non lega, non ce lo metti, punto. Sai quanti bei riffs che abbiamo messo in cantina perchè non andavano bene con il resto?

7) Mi incuriosisce molto la struttura dei brani, anche perché, in alcuni di essi, sento delle improvvisazioni, delle variazioni brevissime ed imprevedibili che interessano in pratica tutti gli strumenti (basso compreso) e quindi qua credo che voi foste stati influenzati dal jazz. E’ così per caso? Perché avete voluto metterle, magari per risultare maggiormente personali rispetto agli altri gruppo?

Personalmente ascolto e gradisco il Jazz, ma non abbiamo volontariamente attinto ad esso. Suoniamo come siamo capaci, senza troppe seghe mentali ad essere sinceri.

8) Un aspetto che mi interessa decisamente della vostra musica è che la maggior parte dei brani dell’album sono introdotti da dei suoni più o meno d’atmosfera non propriamente metal. Ecco, perché date così tanta importanza alle intro e quindi per voi cosa rappresentano? Tra l’altro, come siete riusciti a farle?

Le intro di "Damnatio Memoriae" sono nate tutte una sera in saletta, io e Winternius ci siamo impallati a registrare le cose più assurde ed a effettarle all'infinito. C'è un suono, per fare un esempio, che altro non è che una bacchetta di batteria passata su una antenna da televisione col sottofondo di un phon intubato in un aspirapolvere.....Che dire.... funziona! Gli effetti è bello farseli da sé. Ad alcuni altri effetti ha poi partecipato anche Eligor.
Ovvio che non siano stati fatti a caso. Tanta sperimentazione sì, ma con il pezzo sul quale dovevano andare nelle orecchie (abbiamo finito alle sei di mattina circa!).
9) La canzone che apprezzo di più è decisamente “Perversions and Treacheries”, in quanto è quello che mi trascina di più dal punto di vista emozionale, e tra l’altro in tale brano sento un alone epicheggiante che negli altri non c’è (tranne, seppur in maniera minore, in “Olocaustum”). Siete d’accordo con le mie affermazioni? Se no, quale ritenete sia il miglior pezzo dell’album e per quale motivo? Come è nata comunque la traccia da me considerata?

"Perversion and Treacheries" era uno di quei pezzi da”magazzino”, ripreso e reinterpretato. Era nel cassetto da anni. Sicuramente se gradisci l'Epic Metal è quello in cui ti troverai più a tuo agio. "Olocaustum" più che un pezzo è un'opera; una specie di ”summa” di tutto ciò che amiamo nel metal.

10) Per voi cosa rappresenta “Olocaustum”, data soprattutto la sua lunghezza ed il suo particolare finale feedback e silenzio di 2 minuti? Qual è stata la genesi di questo brano?

Ho parzialmente risposto nella precedente. "Olocaustum" non è un brano vero e proprio. E' più come un quadro. Ascoltandolo si capisce di noi molto di più di quanto possa esprimere a parole in una intervista, seppure lunga e completa quale quella che ci hai proposto.

11) A mio parere, il vostro principale punto di forza in “Damnatio Memoriae” è il basso, in quanto riesce a riempire spesso il discorso musicale con nuove melodie, e tra l’altro voi lo usate in maniera molto fantasiosa, diversamente da molti gruppi black metal, in cui tale strumento non solo è messo in secondo piano riguardo la produzione (al contrario di voi) ma anche praticamente vincolato dalle chitarre, non esprimendosi quindi in maniera un pochino più indipendente del solito. Tra l’altro, credo che usando il basso come fate voi riuscite ad aumentare secondo me ulteriormente l’atmosfera oppressiva e tempestosa che respiro in continuazione. Che ne dite di tali considerazioni? Winternius da chi era influenzato principalmente?

Conoscendo bene Winternius posso dire prima di tutto due parole: Immortal, Bathory. Per quanto la sua formazione e passione per il metal abbracci una miriade di gruppi, conosciuti e non, in prima linea metto questi due. Sicuramente dare risalto al basso è una prerogativa del nostro sound. Se ti stai chiedendo come faremo adesso senza basso e con una nuova voce ti posso tranquillizzare, stiamo avendo ottimi risultati anche con due elementi in meno, forse (ma non stà a me dirlo) va anche meglio di prima.

12) Trovo interessante la voce, che, oltre che piuttosto versatile, dato che si sentono pure vocalizzi puliti (“Epitaph of the Martyr”, prima in maniera più aggressiva, mentre nei momenti finali in modo più evocativo e narrativo), mi sembra fare spesso e volentieri il verso ad Arioch/Mortuus dei Funeral Mist/Marduk, trasmettendo a mio avviso talvolta uno sforzo che ha quasi del doloroso e del ritualistico. Ci ho visto giusto secondo voi? Ma Kadath da chi era influenzato dal punto di vista vocale?

Dovrei chiederlo a lui. Sicuramente Marduk e MayheM hanno contribuito molto, ed in questo senso ci hai preso, anche se Kadath ascolta anche molto Death e non escluderei che abbia preso qualcosa anche da Deicide ed affini.
13) La seguente è una domanda per Lord of Fog: il tuo stile coniuga secondo me ottimamente la potenza con la tecnica e la fantasia, e praticamente proponi spesso e volentieri delle variazioni al discorso musicale. E’ un modo di suonare la batteria che mi sembra completamente in linea con tutta la musica, non solo perché così si aumenta il suo carattere tempestoso, ma in tal modo si contribuisce a mio avviso a rendere più isterico l’insieme intero, avvolgendo l’ascoltatore in una gamma senza fine di note violente ed imprevedibili. Sei d’accordo? Ma il tuo stile, che mi ricorda molto quello di Karsten Larsson dei primi Dawn e Markus Hellkunt quando suonava nei Bestial Warlust, da quali batteristi è stato ispirato, e quanto ti hanno pesato?

(Parla Lord of Fog): Concordo con le tue affermazioni e grazie per i tuoi complimenti. Per quanto riguarda chi mi ha ispirato potrei dire, ad inizio carriera Frederick dei Marduk, che tentavo di emulare. Successivamente ho cercato di forgiare un modo di suonare la batteria che fosse solamente mio.Non mi hanno influenzato invece i batteristi citati da te. Li ascolterò con maggior cura.

14) Parliamo adesso del titolo della vostra opera. Perché proprio “Damnatio Memoriae” e che significato (non soltanto letterale ovviamente) possiede? Ci sono state altre proposte prima e casomai perché sono state scartate?

Ülfe: La condanna della memoria che permea tutto l'album è rivolta a tutto ciò che troviamo vergognoso per l'umanità. Preti pedofili, guerre sante, abuso di potere, tutte situazioni espresse nei vari testi in maniera più o meno ermetica.
Non ci sono state altre proposte. Abbiamo deciso, ci siamo riuniti e con Kadath abbiamo fatto quattro mesi di ricerca prima di avere abbastanza materiale sul quale lavorare.

15) Che significato ha invece la copertina dell’album e perché avete scelto proprio questa? C’è un motivo per il quale nella figura c’è soltanto un blackettone? Chi l’ha fatta, e ci sono state altre proposte prima dell’attuale e perché non sono state accettate?

La copertina, ed in generale l'artwork è stato curato da Winternius (ad eccezione delle foto, scattate da me). Onestamente sulla copertina si poteva fare meglio, però... va bene anche così.

16) Adesso dovrei farvi presente qualche mia critica, e la prima riguarda la batteria, più che altro perché non mi sembra essere stata messa molto in risalto rispetto agli altri strumenti, anche per via di una cassa che spesso e volentieri non sento a meraviglia. Come controribattete (se mai sia possibile certo)?

Anche la registrazione è stata fatta da Winternius, che come prima esperienza in merito ha fatto, a mio avviso, fin troppo. Volevamo un album in cui non dover ringraziare nessuno, fatto tutto in casa. Abbiamo fatto del nostro meglio. Un solo appunto: l'unica cosa che non abbiamo seguito di persona è il mastering, non avendo le specifiche competenze. In fase di pre-mix, in effetti, la batteria usciva molto meglio. Beh, esperienza messa nel cassetto.

17) La seconda, questa molto secondaria, è rivolta verso l’intro della lunghissima “Olocaustum”, in quanto mi trasmette una follia, una malattia che a dir la verità non mi sembra adatta per tale brano, bensì per il seguente “Redemption”. Qual è in questo caso la vostra risposta?

Non posso dirti di essere d'accordo. A noi sembra perfetta come intro per il pezzo per il quale è stata concepita, però ovviamente ognuno interpreta come meglio crede, ed è una questione meramente di gusti personali.

18) E l’ultima riguarda purtroppo l’ultima canzone citata. Prima di tutto, dal punto di vista della produzione, essa mi sembra abbastanza diversa dalle altre, in quanto il basso è stato messo curiosamente in secondo piano, mentre le frequenze, se non sbaglio, sono state impostate su toni più bassi rispetto a tutto l’album. Per quanto concerne invece il lato strettamente musicale, “Redemption” la considero come il brano più malato e disturbante, e magari anche piuttosto particolare, del disco, ma nonostante ciò non mi trasmette poi molto, anche perché ha un finale secondo me non molto adatto, in cui il volume viene continuamente manipolato, ricordandomi un pochino la strumentale “Within the Storm” dei Bestial Warlust. Ma non credete che l’album poteva finire con i 2 minuti di feedback e silenzio della lunghissima ed angosciante “Olocaustum”?
"Redemption" è una bonus track aggiunta su insistenza del bassista e va intesa come tale. L'album termina con "Olocaustum". Da notare che io e Winternius ci siamo scambiati gli strumenti, ovvero in "Redemption" : Ulfe al basso e Winternius alla chitarra. Anche per questo il basso resta meno in risalto (io lo suono a dita anziché a plettro, il suono resta più morbido).

19) Questa è una domanda un po’ provocatoria (ma mica tanto ormai), però perché utilizzate l’inglese, lingua forse un po’ troppo stra-abusata ed anche innaturale per gruppi non-anglofoni? Siete forse contrari alla corrente italiana del black metal che usa la propria lingua, alle volte perché spinta da idee nazionaliste?

Non siamo contrari a nulla. Ci piace come suonano i pezzi in Inglese, tutto qui.
20) A distanza di ormai un anno, siete soddisfatti del risultato raggiunto o volete cambiare qualcosa? Come stanno andando la critica ed il pubblico?

Siamo in continua evoluzione. Un gruppo che trova un clichè e lo porta avanti in eterno è finito. Per quello che riguarda la critica è sempre stata tiepida nei nostri confronti. Non che ce ne freghi più di tanto. Non suoniamo per loro. Per quello che riguarda il pubblico il discorso è diverso. C'è chi ci apprezza e ci sono quelli che ci schifano. Che dire... a chi ci apprezza un grazie. A chi ci schifa un bel vaffanculo e via, ascoltate pure "Candy Candy".

21) Chi ha scelto il nome del gruppo e quale è il suo significato?

Il nome del gruppo è nato su suggerimento di un amico, anche egli musicista (mi sembra fosse il bassista dei Sin, se la memoria non mi inganna). Come già detto altrove Sacradis è acronimo di sacro agli dei infernali, ovvero anagramma di “dissacra”!

22) Chi ha fatto il logo, molto contorto, e cosa volete che esso trasmetta?

Il logo è stato elaborato da Claudio (ex tastierista degli Hastur [gruppo black genovese ormai sciolto e nato nell'anno di grazia 1993. Nda Claustrofobia]), Kadath ed Hel (nostra tastierista in "Sacradis Infernalis" [ovvero il primissimo demo dei Sacradis. Nda Claustrofobia]). E' semplicemente un logo, a trasmettere vogliamo sia la nostra musica... però ci piace così.

23) Volete raccontarmi di un vostro concerto-tipo?

Si caricano gli strumenti, si parte, si arriva e si scarica tutto, ci si fa un culo così spesso gratis, non si riesce quasi mai a fare il sound check, riservato al grosso nome di turno e poi la gente ti dice bravi si, però avete dei suoni di merda, come se fosse colpa tua e non del service scoppiato, dopo aver suonato senza capire un beato cazzo di quello che stavi facendo aspetti che finisca la serata, smonti tutto e torni a casa più morto che vivo ripromettendoti di non farlo più. Poi immancabilmente ti manca l'atmosfera del live e lo rifai. Ah ah, però, a posteriori, è divertente (siamo forse masochisti?).
24) Spero di non darvi fastidio, ma per quale motivo 2/5 di voi se ne sono andati dal gruppo? Allora perché, nonostante tutto, nel vostro space figurate in 4? Come sta andando l’esperimento con Ülfe alla voce? Per il basso come stanno andando le ricerche o già è stato rimpiazzato?
Winternius è stato cancellato da poco. Ha registrato con noi Damnatio e quindi, non avendo ancora pubblicato un nuovo lavoro, ed essendosene andato da poco non lo abbiamo tolto subito per rispetto. Kadath è uscito da parecchio. Niente da dire, decisioni loro. Per sapere come vado alla voce puoi fare una ricerca (Sacradis live con Ulfe alla voce) (se siete interessati eccovi il link: http://www.youtube.com/watch?v=eWUpfhXEYBs . Nda Claustrofobia) o meglio aspettare il nuovo disco che èin fase di registrazione. Il bassista è in prova, anche se per il momento i Sacradis ufficiali restiamo noi tre. Il basso nel nuovo lavoro sarà suonato da Eligor.

25) Prima di militare nei Sacradis, qualcuno di voi ha suonato in qualche altro (oscuro) gruppo, magari registrando e/o pubblicando qualcosa? E come andò l’esperienza?

Prima non saprei, è passato molto tempo. Durante abbiamo avuto tutti progetti paralleli nel tempo. I Sacradis sono comunque la priorità assoluta da sempre.

26) Da quanto tempo suonate più o meno i vostri rispettivi strumenti e quanto vi esercitate al giorno? Potete dirci la vostra strumentazione?

Suoniamo da quando eravamo ragazzini più o meno tutti. Chi da dodici anni chi più. Personalmente suono da sedici anni. Il lavoro non ci da tempodi esercitarci come vorremmo. Chitarre Ibanez, finali Mesa 50/50 casse Marshall /Behringer multieffetti GX700, batteria Pearl.

27) Una domanda cojona: quale è stato l’evento più esilarante che avete vissuto come gruppo?

A ripensarci quando, da ragazzini, suonavamo in saletta di domenica ( anche per sette o otto ore) con la luce spenta ed il face painting in faccia come fossimo in concerto per “fare atmosfera”, borchiati all'impossibile. Visto adesso è sicuramente esilarante, però è un bel ricordo. Non dimenticate che suonavamo black già a dodici-tredici anni, se non è passione questa! E' anche per questi ricordi che continuiamo a “pittarci” in sede live.

28) Cos’è secondo voi il black metal (ovviamente soprattutto a livello filosofico)?

Tanti dicono sia uno stile di vita, per me è un bel genere musicale. Poi il fatto di affrontare tematiche “scomode”, sebbene sia prerogativa del genere, non lo rende così diverso da altri tipi di proposta. Semmai, come ho già fatto notare altrove, trovo che il Black sia intriso di tradizione tanto quanto il rock sia progressista. Questo fatto ha accostato spesso il genere a movimenti di “destra”. Personalmente non mi piace mescolare una cosa tanto bella come la musica con una così sporca come la politica. Ma è il nostro personale punto divista, non lo ritengo come universalmente valido. Di fatto non faccio del Black Metal un genere a parte. Mi piace pensare di poter parlare di quello che mi va. E' conseguenza della musica che suoniamo il trattare determinati argomenti per noi, e non il contrario. Tuttavia il fatto di poter dare addosso al cristianesimo è una gran bella soddisfazione.

29) Quali sono state, a vostro avviso, le ragioni (sociali, musicali e filosofiche) che hanno fatto nascere il black, e quale ritenete sia stata la prima vera testimonianza di impronta black metal, anche quando il genere doveva ancora esistere ufficialmente e perché? Forse “Witching Metal” dei Sodom datato 1982?

Ci sono state diverse ondate di Black, poco accomunabili per sonorità ed intenti. I Sodom in effetti hanno senz'altro contribuito alla prima con l'album in questione. Poi abbiamo avuto Celtic Frost e Bathory, poi il black anni novanta fino alle estremizzazioni ed alle più svariate commistioni fino ad arrivare all'avantgarde.
E' difficile accomunare tutte queste correnti che si sono sviluppate in una comune famiglia ma che hanno poi preso, anche a seconda della diversa epoca, strade molto differenti. Noi siamo cresciuti a pane ed Immortal, e si sente nel nostro sound. Gli Immortal stessi sono sicuramente venuti su con i Bathory nelle orecchie ( e si sente nel loro). Tutti dobbiamo qualcosa a qualcuno, ma abbiamo in seguito sviluppato le nostre sonorità, chi prima chi dopo, gruppi clone a parte.
30) Tra i vari aspetti a mio avviso degni di menzione di tale genere figurano l’uso dei cosiddetti “nomi di battaglia” e del face-painting. Perché sono stati usati per tutto questo tempo dai gruppi black? Forse per esternare una malvagità più o meno seria (visti gli ultimi avvenimenti non credo che si possa rivaleggiare con l’Inner Circle norvegese ma tant’è…)?

Il Painting fa parte, per noi, della tradizione (nomi compresi). Siamo nati così e così siamo rimasti per ragionata scelta, come ad intendere che non ci pieghiamo all'incedere del tempo ed alla leggerezza delle mode. Per quanto riguarda la cattiveria, se fai attenzione ai nostri testi, la condanniamo più che esaltarla. Sorpreso?

31) Per quanto riguarda il già citato Inner Circle, pensate che esso era un vero movimento satanista o forse era “soltanto” un gruppetto di satanisti acidi che usavano come pretesto satana per esprimere le proprie frustrazioni adolescenziali?

Penso fosse un movimento di protesta che poi è scappato di mano. Non dimentichiamo comunque che il cristianesimo, in quei paesi, è stato imposto con la spada. Non stupisce che qualcuno sia un po' avverso a mettersi in ginocchio contro la propria volontà.
32) Quale variante black metal maggiormente apprezzate (svedese, norvegese, finlandese e bla bla bla?)?

Se è ben suonato qualunque tipo. Poi alcuni gruppi possono piacere ed altri no. Non ne facciamo una questione di provenienza (più che altro mi riferivo al tipo di black, non alla nazione che lo esprime. Nda Claustrofobia). C'è del bel movimento in Francia comunque.

33) Perché ce l’avete così a morte con il cristianesimo e, di conseguenza, contro il vaticano? Il vostro odio si allarga a tutti gli altri sistemi religiosi? Quindi disprezzate anche la figura di Gesù? Per voi il satanismo non può essere definito esso stesso una religione e perché? Secondo voi, la distruzione delle religioni per dove dovrebbe passare (sterminio come volevano fare i norvegesi, oppure la propaganda…)?

Non credo che ci sia bisogno di dilungarmi tanto sulla questione Vaticano ed affini. Basta non essere un totale deficiente per detestarli. Non parlerei però di sistemi religiosi, anche se premetto, pur essendo in linea con il gruppo, che ognuno di noi la pensa un po' diversamente dall'altro( e ci mancherebbe, mica siamo robot) ed il seguente pensiero è la mia personale interpretazione. Il cristianesimo evangelico, per quanto lo trovi insensato, non lo disprezzo. E' un messaggio positivo per l'uomo (sì ho deciso proprio di sorprenderti). Non sopporto come si è evoluta la chiesa dalla patristica in poi. Il satanismo può benissimo essere una religione, ma non è riconosciuto come tale, almeno in Italia. La distruzione delle religioni come la appelli dovrebbe passare attraverso il buon senso del singolo. Inutile fare propagande. Ancora peggio parlare di sterminio ( non vorrei certo mettermi sullo stesso livello del nemico che disprezzo).

34) Considerando che certi satanisti l’hanno usato e lo usano ancora oggi, siete d’accordo con il suicidio o, se no, siete anche critici verso le realtà di black depressivo che magari fanno l’elogio del suicidio senza mai concretizzare le loro parole?

In linea di massima tendo ad accettare qualunque testo scritto in maniera intelligente. Ciò che tollero veramente poco è sentire parlare di depressione da chi non la conosce sul serio.

35) Spero di non essere indiscreto, ma dal punto di vista prettamente politico, da quale parte siete schierati? Vi faccio una domanda simile perché in Italia mi sembra che la scena black sia molto nazionalista (attenzione, non sono mosso da nessuna ideologia).

Neanche noi.

36) Dato che la vostra musica ha radici antichissime, che pensate delle forme metalliche più moderne, specialmente quelle estreme? Hanno aggiunto e/o perso qualcosa rispetto alle sonorità più datate?

Entrambe le cose, ovvero aggiunto e perso. Sebbene adori le sonorità old style accetto come necessaria la modernità con tutto quello che ne consegue.

37) Quale è il vostro senso dell’evoluzione? Secondo voi un gruppo deve cambiare almeno un pochetto la propria musica per rendersi ancora interessante negli anni?

A nostro avviso bisogna dire quello che si ha da dire. Punto. Poi il come farlo è secondario. E bada, parlo di musica, non solo di testi. Ovvero, se un pezzo te lo senti dentro può suonare 1980 o 2010 non vuol dire, lo devi fare come è nato. Poi lo limi e lo metti a punto come ti pare, ma lo scheletro della song è quello.

38) Cos’è cambiato per voi a livello sociale nella scena metallica rispetto ad anni or sono? C’è più rispetto e passione per la musica, o quasi tutto si riduce a “mi scarico questo cd e poi bon…”?
Non c'è quasi più una scena a dire il vero. Non parliamo poi di rispetto....

39) Come deve essere il metallaro-tipo di oggi, a vostro parere?

Mi basta che non sia un deficiente, poi va bene tutto.

40) Come siete riusciti ad accasarvi presso la giovanissima etichetta statunitense Behemoth Productions? Come sta andando il rapporto con lei?

Attraverso Masterpiece Productions. Che dire? Non posso certo sputare dove mangio, comunque per il futuro proveremo anche nuove strade per quello che riguarda la distribuzione. Per ora ben vengano Masterpiece/Behemoth.

41) Qualche gruppo della vostra etichetta da consigliare?

Il livello è piuttosto alto. Dove cadi cadi bene.

42) Come vi rapportate con il fenomeno sempre più diffuso del peer 2 peer e quindi con il formato MP3? Esso può essere considerato pericoloso anche per l’Underground e perché?
Il P2P uccide letteralmente l'underground. Capiamoci, non sono contro la pirateria ( ne la incoraggio), ma se scarichi 1000 copie ai cradle of filth li danneggi poco, se scarichi 1000 damnatio memoriae senza comprare il cd ci hai tolto tutto il guadagno e ci troviamo con i conti in rosso come al solito, dovendo fare due lavori per pagarci la passione di suonare.

43) Che ne pensate della vostra scena Metal estrema, ossia quella ligure( anche dal punto di vista extra-musicale – nel senso dei locali, del pubblico e così via)?

Ultimamente non frequentiamo molto la scena. Ci siamo chiusi in saletta a comporre. In generale non si crede nel metal. I proprietari dei locali non investono sul genere, soprattutto se nostrano, mettendosi invece a pecora se viene qualche nome( anche non tanto famoso) dall'estero. Considera che in Liguria, per quanto riguarda il black, la scena siamo noi.

44) Che ne pensate invece della scena Metal estrema italiana più in generale( idem)?

Vedi sopra, esclusa l'ultima affermazione.

45) Ascoltate altri tipi di musica oltre al Metal? Se sì, quale maggiormente preferite? Nuove leve da consigliare? Ritornando al Metal, quali gruppi preferite? C'è qualche sorpresa che volete segnalare, magari con quelle con cui avete diviso il palco?
Ascoltiamo molto metal ma non solo. I generi sono i più vari e disparati. Nuove leve valide possiamo consigliare gli ottimi Stormcrow. I gruppi che preferiamo ormai li sai. Da segnalare sul palco gli Enthroned che si sono comportati meravigliosamente quando abbiamo suonato assieme.(sotto il palco si sono ammazzati dal pogo durante la nostra esibizione!!!! Mitici!). Sabathan ci è pure venuto a trovare in sala prove tempo dopo rinnovandoci i complimenti. Al contrario i MayheM, fatta eccezione per Hellhammer che è stato gentilissimo e professionale, sono stati molto più “divi” (e poser). Comunque onore al merito anche per loro.

46) Cosa bolle attualmente in pentola per voi? Altri progetti in cantiere forse?

In cantiere c'è il nuovo disco, del quale abbiamo iniziato i lavori in questi giorni. Aspettatevi sorpresone.

47) Ragazzuoli, l’intervista è finita, sperando che io non vi abbia rotto i cosiddetti. Volete mandare un messaggio finale agli avidi lettori di “Timpani Allo Spiedo”?

Grazie a tutti, aspettatevi un altro nostro lavoro a breve! Venite a trovarci e ad arrostirvi i timpani su myspace.com/sacradis.

Intervista ai Dark Paranoia

I Dark Paranoia in tutta la loro oscurità. Da sinistra verso destra: Der Antikrist Seelen Mord, voce, chitarra, basso, drum-machine e tastiere, e Marco, batteria. Faccio ricordare che in occasione del primissimo demo Dark Paranoia era un solo-progetto.

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1) Ciao ragazzuolo, come la va? Presenta i Dark Paranoia agli avidi lettori di “Timpani Allo Spiedo”.

Der Antikrist Seelen Mord, voce, chitarre, basso, drum-machine e tastiere:
Ave!Dark Paranoia è un progetto one-man band nato nell'estate 2008, un progetto nato per puro caso e senza pensare di crearne uno musicale vero e proprio, un side project parallelo a un altro one-man band Occult Black Metal che avevo... che poi in meno di un anno Dark Paranoia ha sostituito quest’ultimo che poi ho abbandonato.
Nel gennaio 2009 ho pubblicato il mio primo demotape presso la Terror Cult Productions con 300 copie limitate.
Nel Settembre 2009 si è aggiunto al progetto Marco, batterista dei Riminesi Deadly Carnage.
E tra Gennaio/Febbraio 2010 arriveranno parecchie releases, split, full lenght, vinili e varie ristampe.

2) Cosa tratti nei testi e puoi descriverli uno ad uno? Da cosa sei ispirato per farli, e dal punto di vista più strettamente formale, da quale gruppo od artista sei maggiormente influenzato?

I testi sono tutti quanti in Italiano, certi hanno titoli in inglese ma comunque le lyrics sono nella nostra lingua.
Il gruppo da cui prendo ispirazione maggiormente per quanto riguarda i testi sono i Locus Mortis, gruppo black metal dalla Sardegna, che secondo me è molto sottovalutato nella scena (ma mica tanto….Nda Claustrofobia) ed importanti sono anche i seguenti gruppi: Melencolia Estatica, Spite Extreme Wing, Absentia Lunae, e appunto i Deadly Carnage.
Nei miei testi tratto le tematiche classiche del depressive black metal quali Negatività, Morte , Suicidio, diciamo che però in ogni testo c’è qualcosa di diverso, dipende dal momento in cui ho scritto il testo e da quello in cui ho registrato la parte cantata.

3) ) Riguardo a “Living for Die”, non ritenete che la morte faccia parte dello stesso ciclo vitale, e che abbia obiettivi come, tra gli altri, porre in definitiva realizzazione la vita di un individuo, e far vivere le altre creature, evitando la sovrappopolazione?

La morte è cio che nessuno sa spiegare però ci affascina dato che a volte ci tenta e ci chiama. Non c'entra assolutamente nulla il problema della sovrappopolazione (beh, questo l’avevo capito da un pezzo. Volevo fare soltanto fare una riflessione sull’utilità della morte. Nda Claustrofobia) col senso della canzone....”vivere per morire”... nel senso che tanto cosa viviamo a fare? appunto prima o poi tutti muoiono di qualcosa, chi prematuramente, chi di vecchiaia oppure di omicidio. Nessuno rimane immortale (se era così sai che palle…Nda Claustrofobia).
In ogni caso la morte spaventa noi esseri umani ma da un lato ne veniamo affascinati e dall'altro ne siamo spaventati, e così proviamo paura per essa.

4) Come avviene la composizione dei pezzi e quanto è durata la loro stesura? Quale è stato il brano che più vi ha dato, come dire, “noie”?

Tutti i vari riff, di tastiere, pianoforte, li compongo con la chitarra. Poi quando ho qualche idea più completa scrivo su un programma tutti gli strumenti, e da lì modifico il tutto e le varie battute, stacchi, mid-tempo ecc… e poi quando ho scritto tutto e la canzone è completa e anche il testo registro.
Parecchie parti quali pioggia, vento, parti aggiuntive diciamo " ambient " o parti di voce sussurrata sono tutte cose aggiunte dopo.
Beh il brano che è stato più duro da registrare è stato " In Embrace Of Sorrow " che sarà presente nel mio primo Full lenght, in quanto con i suoi 11 minuti è stato lungo da farlo uscire bene come volevo venisse! Sopratutto da registrare è stata tosta... ed è stata la canzone con cui ci ho speso più tempo, ma ora sono molto soddisfatto di come è venuta, quindi di sicuro tempo non buttato via!

5) Dove avete registrato i pezzi ed in quanto tempo? Da questo punto di vista invece, c’è stata una canzone maggiormente difficile rispetto alle altre?

Registro tutto quanto in casa col pc, in presa diretta con una scheda audio esterna e un programma di registrazione. Registro chitarra, basso, voce, e per quando riguarda i synth, tastiere, piano, uso dei programmi e per la batteria una drum-machine.
Non so quanto ci ho messo a registrare i 28 minuti del demo ma non è stata una impresa così difficile. Si tenga almeno conto che sono pezzi registrati tutti in momenti differenti.
Come dicevo nella domanda 4, la canzone più impegnativa è stata " In Embrace Of Sorrow " che deve ancora essere pubblicata, invece nel demo non ho riscontrato molte difficoltà nel registrare i brani.

6) Personalmente, considero la tua musica quale un black metal a tinte depressive decisamente orientato sui tempi lenti, spesso decisamente frustranti, e quindi c’è molta melodia ma anche varie e disturbanti dissonanze, e bisogna considerare inoltre che cercate sempre di arricchire il suono attraverso chitarre soliste( che, come in “Alone”, possono ricordare i Forgotten Tomb), veri e propri assoli( “In Morbum Cado” e “Penombra”), oppure delle tastiere, che spesso conferiscono connotati ambient al tutto, come cercando di appesantire ancora di più la monumentalità del dolore che volete trasmettere. La tecnica mi sembra piuttosto buona, anche se, qui e là, sento, se non sbaglio, come degli errori, che comunque non inficiano così tanto, almeno personalmente, la musica proposta, anzi. E dal punto di vista prettamente strutturale le canzoni risultano varie e fantasiose, avvicinandosi forse di più alle strutture dei Forgotten Tomb che a quelle di Abyssic Hate, Krohm, et similia. La produzione, vabbè, è sporca come il caro vecchio black metal insegna. Ora, più da vicino, quali sono le vostre principali influenze e quanto hanno pesato su di voi? Inoltre, mi sono dimenticato qualcosa di importante? Come definisci la vostra musica?

Allora la mia principale influenza del mio progetto Dark Paranoia è un artista che io adoro....ovvero Xasthur, ed infatti non a caso ho preso il nome del progetto da un suo brano, "Consumed By A Dark Paranoia " e ciò è scritto anche sulla biografia del mio space. Il progetto praticamente è nato in onore suo al 100 %. Ora sto prendendo delle pieghe stilistiche più personali. Ad ogni modo il mitico Malefic è stato l'artista che ha influenzato di più il progetto ma non solo!! Gli altri artisti sono: Nyktalgia, Sterbend, Abyssic Hate, Make A Change Kill Your Self, Burzum, Shining (primi lavori), Silencer, Gris, Hypotermia, Leviathan, Lurker Of Chalice, Nachtmystium, Ancestral, Ars Diavoli, Dolorian, Nortt, Coldworld, Forgotten Tomb, Mournful Congregation, Thy Light, Sortsind, Sunn O))), Velvet Cacoon etc … (per ora mi vengono in mente solo questi).
Ecco alcuni gruppi da cui prendo spunto e che hanno influenzato maggiormente il progetto. Beh la mia musica la definisco particolare.... ho cercato di inserire più varianti possibili per non essere monotono, banale o scontato e risultare pacchiano all'ascolto. Ho cercato e spero di averlo fatto di creare una musica unica e distinguibile subito dal primo ascolto, variando da chitarre ultra-distorte e marcie a chitarre pulite, da parti lentissime quasi funeral doom a parti veloci con addirittura il blast-beat,arpeggi, assoli, tapping, giri di basso particolari a volte semplici a volte complessi, scream con lyrics in italiano e parti ambient con synth, tastiere, pianoforte pulito e così via.Il mio obbiettivo è quello di dare un messaggio, cercare di trasmettere emozioni attraverso la musica ma non facendo solo urla a casaccio e tamburellando il tappetino del mouse!!

7) Per quanto mi riguarda, il pezzo che più mi è piaciuto è il già citato “In Morbum Cado”, in quanto, con i suoi 8 minuti e la sua lentezza, risulta piuttosto distruttivo, ma anche perché di esso è stato curato praticamente ogni particolare arricchendo il brano con arrangiamenti di vari strumenti( forse, anche da questo punto di vista, è il migliore di tutto il demo). Apprezzo, inoltre, il lavoro sui sentimenti proposti, dato che in certi passaggi di pianoforte (come quello che chiude la canzone) sembra scorgersi una melodia più solare del solito, come se ci fosse uno spiraglio di luce, ed, infatti, secondo me, è stata geniale la scelta di mettere questo tipo di melodia come momento conclusivo di “In Morbum Cado”, come un’illusione che poco dopo viene distrutta completamente. Adesso, sei d’accordo con le mie affermazioni? Se no, perché e quale è il pezzo del lotto che più vi piace, e per quali motivi?

Sì anche secondo me è il pezzo migliore del demo che ho composto. Come dicevo nella domanda precedente, ho cercato di variare da soli, arpeggi, tempi lenti, pianoforte, synth per essere più vario e secondo me con più suoni diversi si percepiscono più emozioni, e si possono trasmettere più sentimenti attraverso anche sonorità complesse.
"Sembra scorgersi una melodia più solare del solito, come se ci fosse uno spiraglio di luce, ed, infatti, secondo me, ....... . " Sì hai proprio colto nel segno, era proprio quello che volevo trasmettere. Anche se secondo me ognuno percepisce qualcosa di diverso da ogni singola nota quali emozioni, ricordi, tristezza, malinconia ecc…Non esiste un messaggio unico per tutti.
Per quanto riguarda la " lentezza " del brano, più che altro la monotonia della batteria , l'ho inserita cosi per dare un senso di rassegnazione e desolazione al tutto. Se il pattern fosse stato diverso avrebbe cambiato tutto il brano, secondo me.

8) Ho ravvisato il vostro principale punto di forza proprio nella ricchezza di arrangiamenti, dato che, come già osservato, avete voluto fare le cose in grande arricchendo la musica con vari strumenti, risultando quindi, in un certo senso, anche per questo un po’ ostici. Siete d’accordo con quanto affermo? Se no, perché e quale ritenete che sia il principale punto di forza della vostra creatura, e per quali ragioni?

Sì sono d'accordo con quello che affermi, ma anche secondo me per un discorso di Sound. Sono comunque dei suoni molto ricercati, pur rimanendo marci ma non troppo, ed ora il discorso è un po’ diverso perchè nelle nuove Releases vi sono brani molto differenti, diciamo un cambio stilistico particolare.
In più essendoci una batteria vera già questo cambia tutto . Ad ogni modo i principali punti forza di Dark Paranoia sono le chitarre, le lyrics in italiano, il basso ed i synth.

9) Come siete riusciti a fare l’”Intro”? E cosa dice quella voce sussurrata, oltre a “Per sempre”?

L'intro non è altro che dei suoni di pioggia, vento, e io che suono la vecchia chitarra classica di mio nonno. La frase che dico alla fine dell'intro è : "Questo oblio di solitudine ci travolgerà per sempre ....per sempre...... addio..... "

10) C’è un motivo per il quale “Alone” è l’unica canzone che non ha neanche l’ombra più misera delle tastiere?

No nessun motivo. L'ho composta così, non vi è spiegazione. Secondo me le tastiere non ci sarebbero state bene. Però l'ho messa come prima traccia (a dir la verità sarebbe la seconda ma vabbè. Nda Claustrofobia) appunto per questo.

11) Vorrei trattare adesso l’ultimo brano, ossia “Penombra”, dato che è praticamente la strumentale di tutto il disco. E’ forse la più ossessiva e la più funeral doom dell’intero lotto, e personalmente considero piuttosto azzeccata la scelta di metterla come ultima traccia, come per rappresentare in maniera decisamente maggiore e senza più dubbi la sofferenza della vita, dato che sembra che ogni baluardo umano, disegnato, dalle altre canzoni, dalla voce, non esiste più. Vi piacciono le mie osservazioni? Ed, inoltre, per voi, siccome si allontana di molto dalle altre, rappresenta qualcosa di particolare rispetto agli altri brani?

Sì sono affermazioni molto azzeccate, in quanto sì quella canzone era nata con un testo e doveva essere con la voce, ma decisi che era meglio senza e per chiudere in bellezza il demo non ho messo neanche un sussurro di voce.
Poi essendo un pezzo molto particolare strumentalmente con parti molto lente, parti quasi che non c'entrano col metal.... un pezzo veramente particolare e sopratutto con un sound strano.Più che essere un pezzo depressive black metal è più ambient / funeral doom con influenze molto strane. E comunque sì significa molto per me quel brano e ha un significato e ricordi molto personali.

12) Parliamo un po’ del titolo del demo. Perché ne avete scelto uno così semplice, e quindi cosa ha portato alla sua scelta? Avete pensato, per caso, ad altri titoli?

Ho scelto quello attuale in quanto rappresenta nient’altro che il mio primo demo. L'omonimo è il giusto titolo per iniziare come fanno del resto molti altri artisti.
No, non ho pensato a nient'altro, avevo già deciso così in passato.

13) Adesso tocca alla copertina. Come è nata e chi l’ha fatta? Prima di farla, avevate qualche altra idea nel cassetto?

Niente di che...una mia foto, la tracklist e il mio logo e per il resto ha pensato il proprietario della Label.
Per quanto riguarda gli artwork dei prossimi lavori saranno tutte foto scattate da me personalmente.

14) Scusatemi ma ora vorrei farvi qualche critica, anche perché mi sembra giusto farvele sapere: prima di tutto, non mi piace molto la struttura della stessa ”Intro”, in quanto ci sono troppe pause che, per me, danno a tutto l’insieme un andamento un po’ discontinuo, facendo calare quindi l’attenzione, ma anche perché certe volte, tra un passaggio e l’altro, non mi sembra esserci un legame vero e proprio, alcuni di essi mi paiono insomma slegati. E le stesse critiche vanno, secondo me, decisamente anche ad “Alone”, aggiungendo il fatto che, negli ultimi minuti, ci sono dei passaggi un po’ inutili che non mi regalano veramente nulla di nuovo, e per non parlare del finale di questo brano, in cui forse, poco dopo la ripresa del tema iniziale, si poteva accelerare in blast-beats aggiungendo una chitarra solista a là Forgotten Tomb per intenderci. Ora, come rispondete a queste critiche?

Beh questi sono giudizi personali, se tu avresti scritto la canzone cosi, secondo te sarebbe stata meglio cosi, ma secondo me no.
Non è uno dei miei migliori pezzi ma non è nemmeno cosi pessimo alla fine...
Comunque per quanto riguarda l'intro le pause sono volute di proposito per dare un po’ di ambient al tutto col sottofondo di pioggia.

15) Se non erro, le tematiche sono in italiano, ma allora perché certe canzoni sono intitolate in inglese( come “Living for Die”)? Cosa vi affascina della lingua italiana tanto da usarla nelle vostre canzoni? Non ditemi che è soltanto orgoglio nazionale? Perchè non utilizzate l’inglese( nessuna critica in proposito beninteso)?

Allora l'italiano e il black metal sono due mix fantastici messi assieme!!! Amo sentire le lyrics in Italiano, e secondo me questo dà un tocco in più di particolarità al tutto, non essendo molti purtroppo i gruppi black metal italiani che cantano nella nostra lingua!!!!
Per quanto riguarda i titoli (che non tutti sono in inglese, certi in latino certi in italiano) sono più secondo me come dire affascinanti in inglese e più monumentali. E si addicono perfettamente alla musica le lyrics in italiano.
Un tocco in più che arricchisce il progetto.

16) Siete soddisfatti del lavoro raggiunto? Come sta andando la critica ed il pubblico nei vostri confronti?

Sì sono abbastanza soddisfatto, le tracce più acclamate finora sono state “In Morbum Cado” e “Living for Die”. Tramite LastFm ho scoperto di avere ascoltatori in Germania, Svezia, Ungheria, USA, Finlandia, Polonia, Russia, ed altri stati.
Sono molto fiducioso per i lavori che verranno pubblicati a breve ed al pubblico sembra non dispiacere la mia musica.

17) Come siete arrivati a firmare presso la Terror Cult Productions?

Tramite un amico che mi diede l'indirizzo e mi disse di contattarla, che avrebbe accettato. Cosi è stato.

18) Qualche gruppo della vostra etichetta da consigliare?

Obscura Monotonia Animae, grande progetto di un mio caro amico con cui pubblicherò uno split CD a breve.

19) Una curiosità: condividete il programma, basato su – almeno così è scritto sul loro sito – “intolleranza ed anti-umanità”? Se sì, per quali ragioni?

Sì, ripudio il 99 % delle persone che mi circondano e sono schifato dai ragazzi della mia età che seguono solo mode del cazzo e che pensano solo a cose superficiali o "a ballare per rimorchiare" e stronzate simili.
Intolleranza verso le altre persone, verso le altre credenze e tipi differenti di musica (se così si possono chiamare!);
intolleranza verso le religioni e le stupide persone che ci credono;
intolleranza verso la musica fatta per vendere, per commercio e soldi.

20) Der Antikrist Seelen Mord, perché, per il nome del gruppo, hai scelto proprio per Dark Paranoia? Non ti pare che una qualsiasi paranoia sia già oscura, nera come la pece? Prima di scegliere quello attuale, hai pensato ad altri nomi?

No, come ho scritto in qualche risposta di poco prima, il progetto Dark Paranoia è nato in onore di Xasthur e il nome del progetto è stato preso appunto da un suo brano "Consumed By A Dark Paranoia".
Sì avevo pensato ad altri nomi ma ormai mi va bene questo.

21) Ancora una domanda per te: come hai fatto a reclutare Marco dai Deadly Carnage, e lui è da considerarsi quale membro stabile di Dark Paranoia?

Fu lui a contattare me.
Sì è membro stabile del progetto anche se non in tutte le Releases ci sarà in quanto per esempio nello split con Obscura Monotonia Aniame vi sarà una drum machine. Idem per una compilation.

22) A quali cantanti principalmente ti ispiri, e quali ne sono quelli tuoi preferiti? Personalmente, considero piuttosto buona la tua prova, delle urla belle classiche, che, talvolta, possono diventare più alte ed isteriche, ma anche più disperate( sembra che tu soffra sul serio!), come in “In Morbum Cado”.
Come avevo risposto nella domanda 5 ecco i gruppi (cantanti, non gruppi, che è ben diverso. Nda Claustrofobia) che hanno influenzato maggiormente il progetto: Xasthur, Nyktalgia , Sterbend , Abyssic Hate , Make A Change Kill Your Self , Burzum , Shining ( primi lavori )Silencer , Gris , Hypotermia , Leviathan , Lurker Of Chalice , Nachtmystium , Ancestral , Ars Diavoli , Dolorian , Nortt , Coldworld , Forgotten Tomb , Mournful Congregation , Thy Light , Sortsind , Sunn O))) etc .
"Sembra che tu soffra sul serio!". In realtà soffro davvero...Come nel brano che sarà presente nel full "Hiatus Doloris" con voce e chitarra totalmente improvvisate e per quanto riguarda la voce piangevo veramente quando registravo facendo screaming acutissimi e urla disumane.

23) Chi ha fatto il logo e cosa volete che esso trasmetta? Altre idee di logo proposte ce ne sono state?

Il logo una volta era per il vecchio progetto poi fu tramutato per Dark Paranoia con qualche modifica.

24) Da quanto suonate i vostri rispettivi strumenti e per quante ore vi esercitate con essi?

Io sono bassista, suono da 4 anni e mezzo e vado anche ad una scuola di musica privata da anni.Chitarra elettrica da meno ma ultimamente sono migliorato parecchio, non so esattamente da quanto la suono....abbastanza.
Suono il basso/seconda voce in una band locale Death Metal, con cui ho fatto qualche concerto.
Ed oltre a suonare la chitarra per Dark Paranoia suono anche cose totalmente diverse, come il brutal, thrash, e death metal senza militare in nessun gruppo però. Purtroppo non c’è molta gente per suonare qui.....
Voce saranno 2 anni e qualcosa...forse più e i synth 2 anni circa che ci lavoricchio col pc.
Per quanto riguarda Marco non so penso siano 6-7 che sta dietro alle pelli.

25) Der Antikrist Seelen Mord, perché ti sei scelto proprio un soprannome( o nome di battaglia, od in mille altri modi diversi che dir si voglia) simile, e cosa pensi che voglia trasmettere? Per Marco: perché te invece non usi un soprannome? Per entrambi: quale è, secondo voi, la funzione stessa del nome di battaglia?

Come ogni personaggio, one-man band, progetto, gruppo, ogni componente ha un suo nick, un suo " nome di battaglia ". Io ho preso spunto dal mio odio contro le religioni credenti e contro Dio: "Der Antikrist" (L'anticristo). E da un fattore un po’ più teorico ed evocativo "Seelen Mord"(Assassino di anime) anche se la corretta traduzione sarebbe Seelen Mords. Diciamo stilizzato "L'anticristo Assassino di Anime".
Marco aveva un sopranome anni fa ora non ne usa più, non so la motivazione.

26) Cos’è, secondo voi, il black metal?

Molto bella questa domanda....
Il Black Metal può essere di varie forme, di vari stampi e stili ma il succo che lo fa esplodere è l'odio e la rabbia.
Il Black Metal è la musica che io prediligo, è un genere particolare che va capito, captato e percepito intensamente. Ogni gruppo trasmette qualcosa di diverso....
Poi dipende di che tipo, a me piacciono tutti i tipi di black metal ma ovviamente prediligo il black depressivo, l’ambient/doom i quali secondo me sono la massima espressione ed estensione dei propri sentimenti neanche paragonabili al black metal classico in stile norvegese.
Comunque il mio rammarico è secondo me lo dico e lo ripeto: il black metal vecchia scuola conosciuto quali i vecchi gruppi pilastro: Dark Funeral, Mayhem, Immortal, Gorgoroth, Darkthrone, Satyricon è MORTO (ed il cosidetto “religious black metal” te lo scordi? Nda Claustrofobia)! Basta vedere il nuovo brano dei Dark Funeral " My Funeral " di cui hanno fatto un video del cazzo... che non c'entra nulla col black metal ... in hd super alta definizione che a momenti si vedono pure i peli del naso di Caligula! Non parliamo poi della musica...e del video....o gli Immortal ? “All Shall Fall” è lo schifo degli schifi! Per non parlare del loro primo split con gli Hypocrisy!!! Squallido...!!! Per questo per me il vero black era e rimarrà sempre L'Underground. I soldi rovinano la musica!!! Pure il genere che era il più violento, blasfemo e di nicchia di tutti è stato commercializzato! Questo è il black metal oggi conosciuto. Ai tempi dell’Iinner Circle in Norvegia sì erano conosciuti ma non erano merda come adesso oppure si prendano ad esempio per il vero black le Les Legions Noires in Francia negli stessi anni!
Ho un po’ divulgato, ma questo era per dire che secondo me il black metal quello vero rimarrà sempre se la gente ci crederà fino in fondo e non si farà comprare dalla grosse label per soldi, fama e notorietà. Quindi voglio dare questo messaggio:
SE VOLETE SFONDARE NELLA MUSICA E FARE SOLDI DI CERTO NON E’ IL BLACK METAL IL GENERE GIUSTO (beh, se ci sono riusciti i Dimmu Borgir, i Satyricon, gli Immortal e cazzi e mazzi allora non penso che sia esattamente precisa la tua affermazione ma tant’è…Nda Claustrofobia) !!!!

27) Quali sono, secondo voi, le ragioni che hanno portato alla nascita del black metal e perché? Inoltre, perché, domanda forse un po’ banalotta, i temi trattati si sono subito rivolti verso il satanismo e l’anticristianesimo più truce? E qual è, o quali sono, i reali fini, magari astraendo dai temi tipicamente malvagi del black metal? Forse la nascita di una società migliore?

Forse semplicemente l'andare contro i classici canoni di musica metal, aver costruito qualcosa di oscuro, tetro e malvagio quanto satanico, blasfemo, marcio, minimale e dall'ascolto non adatto a chiunque.
Secondo me il black metal è un genere malato ed ogni persona, gruppo, musicista che ne fa parte ha una vena di follia, pazzia, malattia, come il sottoscritto, così da trasmettere tanto odio e tanta rabbia. Non credo che menti che riescono a fare ciò possano essere definite esattamente sane!

28) Perché usate il face-painting? Forse per rappresentare visivamente il proprio io? Ma non basta, per questo, già la musica che proponete? Comunque, che significato date a questa usanza e perché è stata da subito concepita come una parte fondante dell’immaginario black metal?

Non sempre nelle foto uso il face-painting, ad ogni modo lo uso perchè rispetta i veri canoni come il black metal vuole.
La musica fa da tramite, ovvero: me - - > chitarra - - -- > musica - - - -> ascoltatore questo è il collegamento.
Il face-painting è un usanza che vuole il genere. E che voglio rispettare.

29) Che ne pensate riguardo i gruppi di black moderno (Glorior Belli, Obscurus Advocam…)? Hanno aggiunto e/o perso qualcosa di meglio? Si può parlare, inoltre, di black moderno come di black propriamente detto? Sentite con piacere qualche gruppo di questa giovane corrente?

Riguardo a questo ho già risposto nella domanda 26.

30) Quali sono, secondo il vostro parere, i primi 5 più bei dischi black metal e perché?

Xasthur - A Gate Through Bloodstained Mirrors;
Locus Mortis - Voust ;
Spell Forest - Lucifer Rex ;
Behexen - By The Blessing Of Satan ;
Burzum - Hvis Lyset Tar Oss.
Ho scelto i 5 dischi che più mi piacciono non basandomi precisamente su cose classiche o che cosa...Il perchè li ho scelti non esiste . Sono dei capolavori come grandi artisti! Ogni nota, canzone, di questi dischi mi danno dei ricordi particolari anche se 5 sono troppo pochi, dovrei elencarne minimo una ventina!

31) Ascoltate altra musica oltre al Metal? Se sì, quali sono i generi musicali che meglio preferite? E quali artisti ascoltate di tali generi? Ed invece i vostri artisti preferiti in ambito Metal?

No ascolto solo Metal estremo, ma non disprezzo la musica classica e il jazz (aaaah, finalmente! Nda Claustrofobia). Ascolto Black Metal e tutti i vari ranghi di generi e sottogeneri dell’estremo: Depressive Black Metal, Doom Black Metal, Ambient Black Metal, ecc…Death Metal, Brutal, Prog Death, Technical Death, Funeral Doom, Ambient e Dark Ambient.
Ascolto tantissimi gruppi e nessuno è migliore rispetto ad un altro, dipende da quello che ti vuole dare il momento stesso che lo ascolti.

32) Considerando i vostri testi, siete influenzati da qualche filosofo, come Leopardi( che, comunque, amava la vita, in fin dei conti) o Schopenhauer? Se sì, quale tipo di filosofia maggiormente apprezzate?

Emil Cioran (costui era un filosofo rumeno morto nel 1995 in Francia come apolide alla veneranda età di 84 anni. Credo che si possa riallacciare effettivamente al pensiero del black depressivo in genere, pur ricordando che il filosofo pensava che già avendo L’idea del suicidio l’uomo può rendere più sopportabile e dignitosa l’esistenza, in quanto frutto del libero arbitrio. Sottolineava tra l’altro anche l’importanza dell’ironia che secondo Cioran rende maggiormente tollerabile la propria vita. Si clicchi comunque sul seguente link: http://it.wikipedia.org/wiki/Emil_Cioran#) e Friedrich Nietzsche.

33) Come vi rapportate con il fenomeno sempre più diffuso del peer 2 peer e quindi con il formato MP3?

Ovviamente si supportano i gruppi comprando i dischi ma purtroppo per comprare i dischi ci vogliono soldi. Quindi è comodo scaricare album anche quando si tratta di dischi introvabili, però appena si ha la possibilità ovviamente è meglio acquistarli.

34) Cosa ne pensate della scena Metal estrema della vostra regione, ossia il Trentino Alto-Adige( anche dal punto di vista extra-musicale – concerti, iniziative, locali….)?

Per quanto riguarda la città in cui vivo è veramente uno schifo: ci sono due locali che non c'entrano assolutamente nulla col metal.
Non sto scherzando, DUE LOCALI dove poter suonare live, ci sono ogni tanto dei " contest ", ossia delle sfide fra gruppi...ma la maggior parte dei gruppi che vi partecipano fanno pietà e vi è proprio qui vicino a dove abito io una sala prove a disposizione ed a pagamento (discutibile qualità di prezzi e sound) e un altra gratis che sembra cadere a pezzi da un momento all'altro.Insomma non è proprio un granchè. Di sicuro se voglio vedere un concerto Black Metal devo ovviamente uscire di qui.
Per quanto riguarda la "scena metal estrema" di qua ci siamo noi Deformed Agony (il mio gruppo Death Metal) e un altro paio di gruppi death/thrash. Un’interessante band invece di Rovereto (qui vicino) sono i Sytry, Black Metal classico stile, e i Beatrik di Imèr di Primiero, Black/Doom metal o Depressive Black metal, ed i Tenebrae in Perpetuum che fecero uno split con gli Horna nel 2005.

35) Considerando che voi attualmente siete in due, non credo che abbiate mai fatto dei concerti, e comunque vi piacerebbe farli, od è meglio essere coerenti con la propria verve misantropica( come è giusto che sia, secondo me almeno)?

Non saprei, come dice il buon vecchio Malefic " non è un genere da suonare live " anche se non mi dispiacerebbe fare qualche rara data con turnisti. Eventualmente più avanti ci si potrà pensare ed ovviamente col buon vecchio Marco alle pelli.

36) Progetti in cantiere?

Sì allora....Uno è un altro progetto mio one-man band che si chiama Catacombs Torn From Infinity, progetto funeral doom che dispone già di un paio di pezzi. E un altro con Lord Svart che è niente popodimeno che il proprietario di Obscura Monotonia Animae. Con lui c’è l'idea di fare un progetto drone stile primi sun 0))). Come ultimo, sto portando avanti anche un’altra mia creazione dal nome Howling in the Fog, e stavolta suono black di impronta depressiva.

37) Cosa dobbiamo aspettarci dalle vostre prossime testimonianze discografiche?

Ecco qui:

Dark Paranoia - Obscura Monotonia Animae Split CD 2010:

Dark Paranoia:

1 - Intro/2 - Lateo in Tenebrae Infinite/3 - Oblivious/4 - Mihi Mortem Conscisco/5 - Dod Og Borte (Nortt Cover)

Obscura Monotonia Animae:

6 - De Requisitione Relictae Memoriae/7 - Inter Mortis Metum Et Vitae Tormenta/8 – Outro

Dark Paranoia - Fornicatus Split 7 :

Dark Paranoia:

1 - The Path (Il Sentiero della Vita)

Fornicatus:

2 - Winter Depression

Dark Paranoia – “Emptied By Necessary Apathy” Full Length 2010:

1 - Introduction/2 - Vitae Taedet/3 - Doomed to Endless Desolation/4 - The Brink of the Oblivion (Like Sand in the Wind)/5 - Emptied by Necessary Apathy/6 - In Embrace of Sorrow/7 - The Throb of the Blackwaters/8 - Hiatus Doloris (bonus track)
Tra qualche tempo ci sarà una Compilation in CD dove Dark Paranoia parteciperà con il brano “Funeral Depression”, ed inoltre il mio progetto farà parte di un disco tributo alle glorie dark ambient delle LLN Moëvöt, "Hommage a Moëvöt, In Einen Friedhoe" (alla domanda mi riferivo comunque alla musica dei prossimi lavori. Nda Claustrofobia)

38) L’intervista è finita ragazzi! Spero che io non vi abbia rotto i cosiddetti! Volete mandare un ultimo messaggio, che sia magari depresso fino al massimo, ai lettori?

Supportate sempre la scena Undeground Black Metal. E credete sempre nella vera musica.

Stay Rotten!
- Der Antikrist