Monday, October 24, 2011

Slaughtergrave - "Antifa Psychedelic"

Demo (DeathForce Records, 2011)

Formazione (2002):
Pavel, voce;
Kostas, chitarre;
Spiros, basso;
Dimitris, batteria.

Provenienza: Thessaloniki, Grecia.

Canzone migliore del demo:
a dir la verità citarne una in particolare è praticamente impossibile visto che tra brano e brano le differenze sono spesso enormi, ma se proprio devo farlo preferirei per “Mo – Mo Producer”. Sì, ma perché? Perché è una canzone incredibilmente lenta e, nonostante questo non sia lo standard del gruppo, è stata costruita veramente molto bene e con uno sviluppo anche abbastanza imprevedibile.

Punto di forza del disco:
senz’ombra di dubbio la batteria, che regala a tutto l’insieme un’imprevedibilità pazzesca così da dimostrare un lavoro di rifinitura veramente raro in gruppi del genere.




Curiosità:
Spiros parla italiano! Quindi chi è interessato a comprare roba da ‘sti pazzi greci non avrà problemi di comunicazione anche non sapendo quindi una cippa di inglese.

Dal punto di vista mentale l’Università ti rinforza così tanto da riuscire a leggere e a scrivere anche per 8 ore di fila senza che gli occhi si stanchino veramente. Ecco perché, tra una pausa e l’altra, e dopo aver fatto viaggi da e verso la Sapienza completamente assurdi (sì perché, noi romani, oltre ad avere SOLO 2 linee metropolitane – e Parigi ne ha 14! – abbiamo anche una metro di merda che il 20, giorno in cui è stata scritta la recensione, è stata allagata, con conseguente aria di rivolta per la città….), ho trovato il tempo per recensire questo bel disco. Un “bel disco” che a dir la verità è come un fulmine a ciel sereno visto che gli Slaughtergrave mi hanno colto totalmente di sorpresa, considerando che con lo split recensito qualche settimana fa non hanno quasi niente a che fare. Miracoli dell’Arte!

Infatti, per chiarirvi le idee, preferirei un’analisi attenta dei vari pezzi. Per ora, vi basti sapere che i nostri hanno abbandonato quasi in toto le sonorità precedenti riassumibili in un grindcore punkeggiante e bello groovy. Quindi:

- “Work Slavery”, come indica il titolo, si rifà ad un punk – hardcore di marca classica che però risulta a tratti piuttosto raffinato e tecnico sotto il profilo ritmico, con una prestazione del batterista a dir poco ottima. L’unica anomalia piacevolmente contrastante con la militanza e l’intensità del pezzo deriva nientepopodimeno che dalla voce, ossia un grugnito gutturale che spiega finalmente perché il gruppo ha citato sul proprio MySpace il death metal per quanto riguarda le influenze. La struttura del brano è invece super – essenziali dato che non è altro che un 1 – 2 - 1 – 2 (l’1 è un tempo medio dal sapore più punk) e fine, visto che l’episodio dura un solo minuto. Tale schema si ripeterà più o meno in maniera simile nei successivi pezzi;

- “Mo – Mo Producer” invece dà un senso allo “Psychedelic” utilizzato nel titolo, ed infatti stavolta siamo su binari radicalmente differenti. La musica guardacaso è decisamente metallica e doomeggiante, e alla fine ci si rende conto che tutto il discorso è per la verità sorretto dalle variazioni di una batteria superlativa così da compensare l’aria un po’ psicotica e ripetitiva del riffing. Il quale riffing si risolve inaspettatamente in un assolo con i controcazzi e dalla chiusa in sostanza dal taglio persino blues, enfatizzata notevolmente dagli altri strumenti che si fermano del tutto. In questi stessi strumenti fa bella figura di sé la voce, ancor più cupa e gutturale oltreché urlata come nella più classica alternanza nel death e nel brutal. Da notare infine che “Mo – Mo Producer” dura la bellezza di quasi 4 minuti, contrariamente ai tipici standard dei nostri;

- Infine c’è “Metal Is their Business… and Business Isn't Good”. Il titolo, nonostante sembri cavalcare la vecchia diatribe “metal vs punk – hc” prendendo, come si sa, di petto il primo album dei Megadeth (da me affettuosamente chiamati Merdadeath), rimanda curiosamente ad un pezzo thrashcore con un po’ di epicismo e tupa – tupa con doppia cassa continuamente presente, elementi invece caratterizzanti dello speed metal. Non a caso, anche qui si fa vivo un assolo che come il precedente non conclude soltanto il pezzo m è pure bello lungo e dallo sviluppo sempre ben congegnato. E ancora non a caso la voce è un urlo declamatorio e molto vicino ai dettami thrashcore. Serve altro?

Sì, serve qualche osservazione non di poco conto, a prescindere dal valore qualitativo di tutti e 3 i pezzi, comunque intensi e interessanti come non mai.

Infatti, se nello split gli Slaughtergrave sembravano soffrire di un’omogeneità incredibile eppur efficace, in questo disco peccano esattamente del contrario tanto da indurre l’ascoltatore a pensare di ascoltare ogni volta un gruppo diverso, similmente a quanto accade nelle ultime produzioni di Impaled Bitch (che però sovrabbondano di musicisti sempre diversi). Insomma, nei ragazzi aleggia un po’ di confusione circa la strada musicale da prendere. E’ pur vero però che la formazione, rispetto allo split, è decisamente diversa dato che non solo Spiros e Pavel si sono scambiati i ruoli ma gli altri due membri sono persino nuovi, quindi è inevitabile che lo stile cambi.

Conseguenza di ciò, è anche il tipo di voce utilizzato in “Metal Is their Business… and Business Isn't Good”. E dico questo anche perché sarebbe stato molto interessante usare i grugniti in salsa thrashcore visto che negli altri due pezzi l’esperimento ha funzionato molto bene.

In ogni caso, oltre alla musica in sé stessa, pure la produzione è molto diversa rispetto a quanto sentito nello split. Infatti, pur essendo sporca, è molto più comprensibile e d’impatto. Mi è piaciuto molto il fatto che non sia stata incisa una seconda chitarra, cosa ravvisabile non soltanto dalle frequenze più basse del previsto della chitarra ma anche durante gli assoli, i quali mettono in buon risalto il basso. E’ quindi una produzione quasi da concerto, che rispetta cioè il fatto che il gruppo sia un semplice e classico quartetto.

Voto: 72

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Work Slavery/ 2 – Mo – Mo Producer/ 3 – Metal Is their Business…and Business Is Good

MySpace:
http://www.myspace.com/slaughtergrave