Carissime e carissimi,
ecco di seguito la prima recensione scritta per Empire of Death, sito tutto dedicato al death metal e dintorni:
Doom CultDiocletian 2009 Invictus Productions
In Oceania hanno una mentalità metallica molto strana, un po’ come in Canada. Se non estremizzano al massimo la propria musica, lì non sono affatto contenti. E chissà cosa li spinge a fare queste scelte musicali. Ma preferisco evitare di fare la figura dello psicologo fallito, e fatto sta che, più precisamente in quello sputo della Nuova Zelanda, ogni uscita proveniente da quelle parti è praticamente un capolavoro, un modello per tutti gli adoratori del black/death metal più bestiale.
Ecco, “Doom Cult” dei Diocletian fa per loro/noi, visto che nell’arco di 40 minuti violentano i timpani dell’”ignaro” ascoltatore con un assalto che, nonostante tutto, è di un’inventiva pazzesca.
Lo è prima di tutto perché i differenti pezzi (tutti curiosamente collegati fra di loro in vario modo, anche attraverso passaggi ambientali) possiedono spesso una struttura imprevedibile e il più possibile libera da qualsiasi vincolo di sorta. E’ un approccio, se vogliamo, caotico e istintivo che si nutre di ripartenze intensissime anche nel loro andamento spezzettato e destinato a una sicura esplosione (“Oath to Ruin”).
Ma lo è anche per via di un massacro sì indiscriminato a base di blast – beats assatanati (per inciso, ricchi sempre di nuove trovate) che però non disdegna persino tempi doom talvolta abbastanza bizzarri e sghembi. I quali possono essere momenti belli lunghi, come nel finale paranoico di “Bullet Vomited”, canzone che fra l’altro conta dei tupa – tupa stradaioli pregni di un groove contagioso anche a causa di un riffing semplicissimo.
Guardacaso, pure le chitarre non sono da meno. E qui c’è una particolarità benvoluta, in quanto i Diocletian, rispetto a molti altri gruppi del genere, vomitano sul serio qualche riff di stampo black metal, riuscendo così a rendere più solenne e apocalittica un’atmosfera che già è terrificante di suo (“Heretics” è esemplare in tal senso). E ovviamente, non mancano, come da tradizione, dei folli assoli rumoristi, sempre puntuali nei loro interventi.
A dire il vero, neanche il comparto vocale scherza in fatto di inventiva, dato che, tra urla allucinate e grugniti bestiali, in “The Iron Fist” c’è addirittura un acuto da manicomio che poi verrà ripreso dai conterranei Heresiarch. Peccato quindi che si faccia vivo in una sola circostanza.
Praticamente, le uniche cose rivedibili di tutta l’opera sono delle vere e proprie inezie, visto che riguardano la produzione. Infatti, il riffing è a volte fin troppo seppellito, mentre il cantato è stato impostato su toni stranamente bassi, ragion per cui, per godere appieno un disco quasi inumano per freschezza e capacità di colpire, consiglio di utilizzare direttamente delle belle cuffie.
E pensare che mi devo ancora ascoltare “War of All Against All” (eh sì, i nostri amano fin troppo citare il filosofo inglese Thomas Hobbes!), secondo album del gruppo uscito l’anno dopo!
Voto : 92/100
Line up :VK: voce/chitarra/basso;
K. Stanley: voce aggiuntiva;
Atrociter: chitarra/voce;
CS: batteria.
Tracklist : 1.Doom Cult
2.The Iron Fist
3.Oath to Ruin
4.Deathstrike Overkill
5.Werewolf Directive
6.Antichrist Hammerfist
7.Bullet Vomited
8.Baphocletian
9.Heretics
Recensione di : Claustrofobia
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