Tuesday, July 5, 2011

Intervista ai Rotorvator!

Intervista pubblicata il 28 Aprile 2011 sulla mia pagina FaceBook.

Per leggere la recensione di "Nahum":http://timpaniallospiedo.blogspot.com/2011/02/rotorvator-nahum-2009.html
Solo una piccola avvertenza:
nella rece per la foga ho confuso "Bridal Chamber" con "Peace on Earth", ed ecco perchè nell'intervista troverete quale miglior canzone la prima e non la seconda.
1) Ciao ragazzi, come la va? Prima di tutto, complimentissimi per aver partorito uno dei dischi più malati che io abbia mai ascoltato, fra l’altro beccandovi il voto più alto come mai successo nei 2 anni e mezzo di storia di Timpani allo Spiedo!
Ciao, noi bene, è un periodo ottimo per Rotorvator. Ti ringraziamo per tutti i complimenti in fase di recensione e per averci dato l'opportunità di fare una intervista, che tra l'altro è la nostra prima (così per me diventa un onore doppio! Nda Claustrofobia).

2) Come primo quesito, vorrei sapere dove e soprattutto come avete registrato il disco, dato che “Nahum” è così sporco da essere praticamente cacofonico. C’è un motivo preciso per il quale adesso state lavorando per una produzione più… umana? Non nascondo che mi mancheranno quelle sonorità “incomprensibili”…
”Nahum” è stato registrato direttamente da noi in sala prove con un computer ed una scheda audio. Il risultato è una via di mezzo tra quello che volevamo fosse il suono generale del disco e i limiti tecnici che avevamo: per capirci, nessun microfono da studio o cose simili.
Per il futuro abbiamo scelto di produrre in maniera leggermente più professionale lavorando con una quarta persona che si occuperà del missaggio. Questo in parte perché volevamo un suono lievemente più nitido e di impatto e in secondo luogo perché il lavoro di mix è lungo e noioso, soprattutto per noi che non siamo esperti, e toglie tempo prezioso alla realizzazione di brani nuovi. Resta il fatto che una produzione dove tutti gli strumenti si confondono nell'impasto noise rimarrà un elemento cardine del progetto.

3) Però di certo è la musica che deve dettar legge. Un black metal cupissimo e minimalista infarcito di una batteria che vira tra dosi inquietanti d’industrial e la sonnolenza del trip – hop, di martiri harsh noise che farebbero impallidire perfino le peggio bestie black/death. Tutto ciò affiancato agli elementi effettivamente più black come le chitarre e la voce, che in ogni canzone sfodera urla sempre diverse. Mi sono dimenticato forse qualcosa? Solitamente come preferite definire la vostra musica e soprattutto potrebbe essere considerata come IL black metal nella sua essenza originaria?
Noi ci definiamo black metal perché Rotorvator è nato dal desiderio comune di suonare questo genere, senza però farci limitare troppo dalla definizione. Siamo tutti ascoltatori onnivori e le influenze più svariate escono molto naturalmente; non ci poniamo paletti su cosa è ortodosso oppure no, finché il risultato ci dà le sensazioni che ci aspettiamo da un nostro pezzo. Per noi il miglior black metal è quello che riesce ad essere nello stesso tempo evocativo e tremendamente grezzo e violento: in questo senso sì, potresti dire che tentiamo di catturare l'essenza del genere, anche se probabilmente un purista non sarebbe molto d'accordo!

4) A proposito di Merlo: come fai ad adattarti così facilmente con delle voci molto differenti l’una dall’altra? E qual è veramente il fine di questa folle varietà?
La voce viene considerata alla stregua di tutti gli altri strumenti ed è finalizzata a contribuire all'impatto sonoro ed emotivo: diversificarla serve semplicemente a rendere quest'aspetto più efficace anche se, come tutto in Rotorvator, avviene in modo molto poco studiato.

5) E’ quasi scontato individuare la migliore canzone del lotto in “Bridal Chamber”, scelta determinata non soltanto da quel terrificante finale ma anche dalle tastiere angeliche che quasi fanno a cazzotti con la generale e violentissima atmosfera da rovina apocalittica. Lo vedete anche voi tale contrasto? Che genesi ha avuto la canzone?
Il pezzo ha avuto una gestazione più complessa del solito ed è forse quello più costruito a tavolino perché faticavamo a trovare una struttura che ci soddisfacesse pienamente. Generalmente i nostri brani vengono composti in modo più spontaneo, suonando assieme in sala prove e discutendo sulla direzione che il pezzo deve seguire man mano che prende forma. Quindi il contrasto c'è, ma non è stato deciso a tavolino, è venuto fuori sperimentando suoni con il sintetizzatore e, trovandolo efficace, l'abbiamo tenuto.
Crediamo che il fatto di non programmare nulla, che ci viene assolutamente naturale, sia una delle peculiarità del progetto.

6) Considero invece il vostro punto di forza la struttura che regge i vari pezzi che è di una particolarità colossale. In pratica riuscite a creare lentamente dei climax anche togliendo gradualmente alcune parti di un brano, facendolo esplodere al contrario. Siete d’accordo? Più per la precisione, c’è un motivo per cui utilizzate una metodologia simile?
Ti abbiamo risposto in parte con la precedente domanda: non escludiamo in futuro di produrre pezzi più complessi , ma per ora tendiamo a suonare nel modo più essenziale e diretto possibile perché in questo modo possiamo concentrarci meglio sulla riuscita globale dei brani. Quando le strutture sono semplici è più facile rendere efficace l'equilibrio tra pieni e vuoti del suono e mantenere la tensione giusta, il senso di minaccia che vogliamo dare. Se c'è forse una cosa che abbiamo discusso per il futuro è quello di curare maggiormente i singoli suoni, eliminando via via quelli che reputiamo superflui, in modo di raggiungere il risultato ottimale con meno elementi.

7) Ho fatto caso che tutti i titoli delle canzoni hanno un riferimento religioso oppure qualcosa che ne a che fare. Eppure nella musica non vi è quasi niente di paradisiaco. Si può sapere quindi di cosa trattate veramente nei testi e questi emotivamente parlando che legami hanno con la musica?
I testi hanno un importanza secondaria rispetto al suono in Rotorvator, sono un veicolo per incanalare al meglio la voce. Sulla prima versione registrata di ogni pezzo le urla non hanno significato, i testi poi si adattano a questi suoni gutturali.
In ogni caso trattano principalmente dell'uomo, del rapporto che ha con ciò che non comprende o accetta e dei comportamenti irrazionali che nascono da questo. Viste le premesse è ovvio che la religione sia un argomento che affrontiamo spesso.

8) Sono rimasto pressoché affascinato dal booklet nel quale disegni inquietanti si stagliano su foto evocative, una delle quali sembra rappresentare Eva tentata dal serpente. Potete rivelarci il loro significato e chi è o chi ne sono gli autori?
Il serpente e la ragazza sono collegati al pezzo “Bridal Chamber”, che tratta di come il male ed il bene siano relativi e facce della stessa medaglia… quindi probabilmente l'immagine della tentazione è stata effettivamente un'ispirazione inconscia!

9) Mi sono reso conto che sono 5 le pagine soprammenzionate, come sono curiosamente 5 le tracce. Sbaglio o a questo punto a ogni determinata pagina sono associate delle specifiche figure? Avete voluto insomma sostituire alla classica trasposizione su carta dei testi delle, per così dire, “sintesi visive” delle varie tracce?
Ci sei andato vicino: 4 figure sono associate ad i pezzi veri e propri, mentre una rappresenta Nahum. Merlo ha realizzato la grafica, scegliendo le foto e facendo i disegni:
il concept di Rotorvator si basa sull'idea di creare un'esperienza rituale, ma evitando i cliché logori del Black Metal e cercando di essere volutamente più ambigui.
Per questo lasciamo, anche nella parte visiva, che sia l'istintualità a guidare la nostre realizzazioni, evitando di caricare la grafica di significati definiti… potremmo dire, con il dovuto rispetto, un po' alla maniera dei surrealisti.

10) Come vi rapportate con la religione e perché avete scelto di prendere in esame proprio il libro di Naum? C’è una ragione dietro alla scelta di rendere “gloria” ad un profeta minore e non ad uno sicuramente più conosciuto?
Nessuno di noi crede ad alcun culto "organizzato": ognuno ha le sue idee sulla spiritualità, ma non hanno posto in Rotorvator… d'altro canto la religione giudeo-cristiana fa parte della nostra cultura e, volenti o nolenti, ne siamo permeati ed influenzati.
Il nome del disco è uscito fuori solo a registrazioni terminate, ci siamo imbattuti in Naum quasi per caso e, come spesso accade nella Bibbia che è un opera letteraria spesso molto potente e evocativa, siamo rimasti affascinati dalle immagini che descriveva, ci ha colpito come dal testo esca questo desiderio fortissimo di vedere annientati i propri nemici. Al di là della potenza delle visioni, ne esce l'immagine di un vecchio fondamentalista che ha come motore principale l'odio religioso. E questo si adattava molto alle tematiche dell'opera.

11) Un altro carattere abbastanza forte della vostra proposta proviene dalla vostra attività concertistica, più che altro perché sembra che poniate un gran bell’accento sull’aspetto teatrale della faccenda, preferendo così mascherarvi. Da cosa proviene quest’intuizione e come vedete sia possibile legare una musica così violenta al teatro? Non è che siete stati influenzati da certi gruppo post – punk?
Tutte le immagini che vedi in Rete che ci ritraggono mascherati provengono dalla stessa, singola, performance che si è tenuta all'inaugurazione di una personale del nostro amico Ericailcane (per saperne di più, basta cliccare sul seguente link: http://www.ericailcane.org. Nda Claustrofobia).L'idea e la realizzazione del travestimento è stata sua, noi abbiamo semplicemente accettato perché ci piaceva l'idea… in realtà di solito suoniamo vestiti normalmente. Siamo interessati ad una parte visiva della performance, ma abbiamo deciso di farla solo se rimane una cosa unica, pensata per una particolare occasione o progetto. Non vogliamo rimanere ingabbiati in un immagine, altrimenti il rischio è quello di diventare caricaturali. Se per influenza post-punk intendi l'idea di creare qualcosa che lambisca altri ambiti rispetto alla musica, sicuramente è qualcosa che vogliamo sviluppare in futuro, anche se Rotorvator rimane prima di tutto un gruppo musicale

12) Potete raccontarci dell’esperienza che avete avuto con la compagnia teatrale Cosmesi? Come ha reagito il pubblico di fronte ad un’alleanza così bizzarra? Riproverete a fare un esperimento del genere?
Come nel caso di Ericailcane, tutto è nato per amicizia e stima reciproca: Kabu, che si occupa dell'elettronica in Rotorvator, ha realizzato alcune delle animazioni di scenografia dello spettacolo precedente di Cosmesi, “Periodo Nero”. Per le esigenze di una scena serviva come colonna sonora qualcosa di estremamente violento, e lui ha proposto “Abiura”, un pezzo del nostro primo EP. Da lì il passo è stato breve: i ragazzi di Cosmesi ci hanno proposto di partecipare attivamente alla realizzazione dello spettacolo successivo e da lì è nato “NeroEP”.
Sin dal principio sia noi che Cosmesi ci siamo resi conto che la cosa avrebbe funzionato solo se non ci fossimo improvvisati attori, ma avessimo fatto l'unica cosa che sappiamo fare, suonare dal vivo: i ragazzi sono stati fantastici a costruire la performance attorno alla nostra musica… non è molto facile creare della azioni teatrali quando nel frattempo sta suonando una musica così assordante e violenta!
Lo spettacolo è stato fatto dal vivo per 3 giorni consecutivi durante il festival di Santarcangelo; tieni conto che è una manifestazione molto popolare in una zona turistica, quindi abbiamo suonato davanti a moltissime famiglie, non proprio il nostro pubblico ideale! Nonostante tutto è andato molto bene e svariate persone, che per loro stessa ammissione mai e poi mai avrebbero ascoltato la nostra musica, ci hanno detto di essere rimaste colpite dall'impatto emotivo della performance.
Per noi l'esperienza è stata fantastica: poter lavorare nel mondo del teatro sperimentale, che noi conoscevamo solo superficialmente, ci ha permesso di vedere la nostra musica da un punto di vista completamente nuovo e ci ha dato un sacco di spunti per il futuro… poi, finito l'ultimo degli spettacoli, vedere Mauro (il chitarrista) completamente ubriaco ed euforico vagare per il centro di Santarcangelo è stata una gioia per gli occhi!
Quasi sicuramente ci saranno delle repliche durante l'estate 2011, anche se dimensioni e costi dello spettacolo non lo rendono certo facile da proporre, sopratutto in questo periodo di tagli estremi alla cultura.
Ci interessano le altre forme di espressione e quindi troviamo molto stimolante confrontarci con realtà che apparentemente hanno poco a che fare con Rotorvator: siamo sempre ben disposti a lavorare in altri contesti e quindi se riceveremo nuove proposte di questo tipo le valuteremo sicuramente. L'unica cosa importante è non tradire il concept del gruppo o la nostra musica.

13) Oltre ad essere ossessionati letteralmente dal teatro, alcuni di voi (se non erro specialmente Merlo) si dilettano nella pittura. E pure qui la mente mi rimanda al post – punk!
In realtà non siamo ossessionati dal teatro, come avrai capito le nostre collaborazioni nascono con amici, persone con cui condividiamo delle idee. Ognuno di noi per hobby o lavoro si dedica alle arti visive, ma l'unico che lo fa assiduamente è Emanuele Kabu. Se vai a vedere il suo sito, potrai capire da dove vengono certi aspetti psichedelici di Rotorvator (http://www.emanuelekabu.org. Nda Claustrofobia)!
14) Una mera curiosità: siete per caso degli squatter? Magari anche di matrice anarchica?
Questa ci ha fatto sorridere! Siamo tre persone che fanno una vita normalissima, anche se un po’ di sano spirito anarchico ci accomuna sicuramente…

15) Cosa bolle nella pentola dei Rotorvator? Come sta andando lo split con Rhuith?
Quest'anno aspettati un bel po' di novità da Rotorvator!

Ci teniamo a precisare che il progetto con Rhuith non è uno split, ma una vera e propria collaborazione. XV è venuto a trovarci a Belluno, ci siamo chiusi due giorni in sala prove con svariate casse di birra e il risultato è un mix di improvvisazione ed editing, magari frammentario per sua stessa natura, ma di cui siamo molto orgogliosi. La cassetta è appena uscita su Dokuro (la Dokuro Records è un’etichetta che si occupa della musica elettronica più folle in circolazione. Per saperne di più: http://www.dokuro.it. Nda Claustrofobia). Ci sarà sicuramente un seguito, non abbiamo ancora nulla di definito, ma ci frullano in testa diverse idee.
A proposito di Dokuro, un'altra collaborazione che faremo prossimamente è con Nodolby, la persona che sta dietro all’etichetta: è un amico e ci piace molto quello che fa, inoltre Kabu ha suonato con lui per quasi 10 anni in un progetto di musica elettronica quindi una cosa assieme è d'obbligo!
Se tutto va bene a Settembre dovrebbero esserci due uscite come Rotorvator. Per primo uno split 10" con i Carlomargot, un duo di musica elettronica, per la Frohike Records e poi il nostro nuovo disco per Crucial Blaze, una serie della Crucial Blast che si occupa di sonorità affini al black metal.

16) L’intervista è finita. Adesso potete sputare liberamente ogni vostro grillo da tempo residente dentro la testa!

Spesso veniamo percepiti come un progetto più legato al mondo dell'arte che alla musica: tutto questo è fuorviante perché il nostro scopo principale è suonare nel modo più devastante possibile!
Quindi chiunque sia interessato a organizzare un nostro concerto, si metta in contatto… non vediamo l'ora di rovinarvi i timpani!

http://www.youtube.com/watch?v=GJDeJXA64Ks
http://soundcloud.com/rotorvator/abiura
http://www.youtube.com/watch?v=MdDqvJmXUSM