Titolo: Answers to Human Hypocrisy
Genere: Black Metal ultra-sperimentale
Durata: 54.32 min
Data di uscita: 1° Dicembre 2018
Voto: 60/100
Comunicazione di servizio:
nel caso (gravissimo!) in cui ancora non lo sappiate, il 24 marzo 2019 è uscito il mio saggione sulla first wave of black metal "Nel Segno del Marchio Nero", dove leggerete qualcosa di più sul black metal senza leggere le solite cose trite e ritrite alla Lords of Chaos. Lo potete ordinare attraverso una valanga di store digitali, fra cui Feltrinelli, IBS, Amazon e Google Books. Ah, vi ricordo che è uscito solo come ebook ma spero che questo non sia un problema per voi divoratori di libri cartacei ihih!
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Ve lo dico fin da subito: "Answers to Human Hypocrisy", secondo album di Felis Catus, è senza ombra di dubbio una delle esperienze musicali più strane e inclassificabili, partorite da uno che è fondamentalmente un metallaro, che io abbia mai ascoltato. Il metallaro in questione non è altri che Francesco Cucinotta che, meglio conosciuto per far parte degli storici Sinoath (primo fra i gruppi black italiani presente, fra l'altro, nel mio libro "Nel Segno del Marchio Nero"), si firma qui come Felis Catus, nome con il quale lo abbiamo già conosciuto su queste pagine per il suo lavoro nei Malauriu, recensiti poche settimane fa. Ebbene, la Southern Hell Records, l'etichetta che ha rilasciato l'ultimo EP di questi ultimi, ha pubblicato l'anno scorso anche la versione in CD di "Answers to Human Hypocrisy", uscito originariamente nell'ormai lontano 2011 solo in formato digitale. Ma ora perché quest'album è così strano e inclassificabile?