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Photo by Onibaku |
Ciao ragazzi, prima di tutto grazie per l'entusiasmo e la voglia di raccontarvi sulle pagine di Timpani allo Spiedo. Io ci tenevo particolarmente a questa intervista, inizialmente per una vicinanza di valori, ideali e di reale affinità umana. Partiamo dall'inizio, dal nome Mind /Knot: a cosa fa riferimento? Ad un gioco di parole o ai nodi subconsci da sciogliere attraverso il rumore?
Eccoci qui, allora il nome deriva dal gioco di parole "nodo e mente", che sta a simboleggiare le varie matasse emotive e personali che ognuno di noi ha, a volte scioglibili a volte no. Un gioco di parole che vuole rappresentare la nostra musica come musica incastrata e piena di verità, passione e misticismo.
Come è stata la nascita del vostro progetto? Percorsi diversi, background diversi che si sono incontrati in un momento speciale della vostra esistenza?
Tutto inizia dall'incontro di Yari e di Simone che volevano mettere su un gruppo. Venendo da background metal e punk si voleva creare un ibrido, poi Marco successivamente alla voce ha portato la controparte noise che ci serviva come ingrediente finale.
Attivi dal 2018, nel 2019 pubblicate la vostra demo del tutto autoprodotta - sette tracce iperveloci per sette minuti di caos sonoro. Un'opera serrata e sporca, che esprime il nucleo iniziale della vostra storia discografica. Come è stato accolto da addetti ai lavori e non?
Non mi soffermerò più di tanto sulla demo, come per la vita stessa era una sperimentazione che ci è servita a capire ciò che veramente volevamo esprimere.
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Photo by Onibaku |
Eravamo tutti divisi e questo comprometteva la scrittura dei brani, ed essendo anche rimasti in 3 ci siamo trovati a comporre il tutto divisi in varie zone, come penso tutti. La pandemia in parte credo abbia ucciso la condivisione ma aumentato la creatività avendo molto tempo ognuno di noi per concentrarsi su se stesso.
A proposito di "Eat the Leaf", il quale ho avuto la bella opportunità di recensirlo su Punk4Free, uscito per una cordata di etichette indipendenti (Dinomite Records, Mastice Autoproduzioni, Freashout Break Records) e dove mostrate un imprinting determinato e deliberato, con un sound figlio del testimone dei Black Flag e dei nostri Indigesti. Come è stata l’incubazione di questo disco, in fase di scrittura e registrazione?
Come per la demo, "Eat the Leaf" era un disco che aveva necessità di essere tirato fuori. Eravamo tanto influenzati da quella musica semplice e ribelle dove ci interessava soltanto andare contro tutto e tutti e si cominciava però a dare una piccola parte di personalità che ancora doveva arrivare con "Esigenza".
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Photo by Mirko JJ Ostuni |
Cerchiamo di rappresentare la violenza che colpisce ingiustamente ognuno di noi in ogni forma nel corso della vita, a volte anche raccontando la realtà di ciò che abbiamo vissuto. Quando è in pericolo, quando si sente minacciato ma soprattutto quando dentro la sua testa ha appunto tanti di quei "nodi mentali" che non riesce a sbrogliare.
I cambi di formazione, l'entrata di Roberto in pianta stabile ha coinciso con un'apertura vostra verso sonorità vicine al noisecore e mathcore. Si può dire che è “colpa” di Roberto se i vostri brani trasudano di quell'aria un po’ “convergiana” o è stata una casualità?
Roberto ne sarebbe entusiasta! Però diciamo che l'entrata di Roberto è servita a definire ciò che eravamo destinati ad essere, ha portato sonorità cupe, oscure e mistiche che sicuramente ci hanno aiutato a sviluppare quello che poi è diventato "Esigenza" e che continuerà a mutare sempre di più perché appunto abbiamo trovato in Roberto il quarto elemento perfetto per esplorare appieno tutto ciò di cui abbiamo bisogno per esprimerci.
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Photo by Mirko JJ Ostuni |
Il live è tutto per noi, troviamo l'unica dimensione in cui diventiamo noi stessi e riusciamo a mettere sul palcoscenico ciò che sono i Mind/Knot al 100%. Siamo sempre alla ricerca di live e nel 2024 ne abbiamo fatti di parecchio interessanti. Ma come un lupo affamato abbiamo sempre bisogno di cibarci della realtà, di quei 30/40 minuti di pura violenza e passione che ci fa sentire vivi.
E come siamo messi, secondo voi, in Italia sul supportare le piccole realtà, che nascono dal basso? È realmente vissuta l’attitudine “una mano lava l'altra e tutte due lavano il viso o son solo parole?
Purtroppo diventa sempre più difficile portare avanti il supporto per le piccole realtà. Bisogna fare una distinzione tra pre e post COVID. Sicuramente ancora oggi ne soffriamo le spore nocive che hanno contagiato tutto il Paese sotto molti punti di vista, impedendo per l'appunto per colpa dei costi elevati tutto ciò che mette in moto la macchina dei live. Diciamo che dall'anno scorso invece è cominciata a risorgere come una fenice, abbiamo girato un po' in Italia e la mentalità e l'attitudine cominciano a mescolarsi tra organizzazioni di piccole e grandi realtà in modo da congiungere in un unico essere capace di dare alle piccole realtà la mano che lava il viso per continuare a diffondere tutto il nostro mondo.
Ma arriviamo al disco della vostra maturità sonora, "Esigenza", pubblicato nel 2023 per la Time To Kill Records, e registrato da Valerio Fisik agli Hombrelobo Studios. Da dove parte la miccia per questa “esigenza “? Un'esigenza di rabbia, di liberarsi da qualsiasi cliché di struttura compositiva, mettere nero su bianco quattro battiti uniti nel medesimo percorso?Con "Esigenza" abbiamo gettato le basi per definire ciò che siamo realmente ed esprimerci senza limiti di genere. Non abbiamo mai badato al genere musicale mentre veniva composto e nemmeno in fase di mix e mastering, avendo piena libertà di esprimere tutte le nostre influenze per avere il prodotto finale che parla di "Esigenza", per l'appunto, un'esigenza di esprimere se stessi. Abbiamo cercato di esprimere tutto in 22 minuti di musica suddivisa in 16 brani ma con un unico filone.
A proposito di aperture ed evoluzioni sonore, avete pubblicato un brano, "An Hour Before Dawn", dove ad accompagnarvi ci sono gli archi di Nicola Manzan dei Bologna Violenta. Come è nata questa collaborazione?Ci siamo ritrovati a suonare al Venezia Hardcore del 2024 con Bologna Violenta, e ovviamente l'amore per il chaos ci ha fatto innamorare subito. Successivamente abbiamo chiesto di collaborare alla scrittura del nostro primo brano post "Esigenza" e così è nata "An Hour Before Dawn": una canzone che racconta una storia che non ha bisogno di proseguire e che con la collaborazione di Manzan ha trovato la giusta espressione che meritava diventando quasi una colonna sonora per il testo. Non è detto che questo non possa aprire poi a nuovi brani insieme visto che ci siamo trovati benissimo a collaborare.
Di concerti ne avete masticati molti, cosa bolle in pentola?
Per ora siamo concentrati a lavorare in studio al nostro prossimo EP di cui sveleremo i dettagli poco a poco mentre continuiamo con i live e quest' anno avremo varie date in Italia e ad aprile abbiamo 3 date in UK più altre date che presto annunceremo.
È in arrivo del materiale nuovo?
Come dicevo prima, siamo concentrati alla scrittura del nostro nuovo Ep. Sarà un lavoro da 7/8 brani ma con durata maggiore (3 minuti e mezzo di media) con aggiunta di tante nuove evoluzioni che abbiamo voluto sperimentare. Presto rilasceremo novità su tutto.
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Photo by Onibaku |
Grazie per il vostro tempo, sostegno e disponibilità.
Un abbraccio.
Marina.
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