Monday, September 9, 2013

Sonnenrad - "Demo" (2013)

Demo (Xenoglossy Records, 2013)

Formazione (2012):   Morderin – voce;
                                    Krieger – chitarra/drum – machine;
                                    Die Reine – basso chitarra/voce.

Località:                    Brescia/Viareggio/Firenze, Lombardia/Toscana.

Pezzo migliore del demo:

“A Ferro e Fuoco”.

Punto di forza del gruppo:

i suoi momenti più black/thrash.
Certo che Sonnenrad è veramente un bel nome per un gruppo black metal. Già, e perché? Semplice, perché Sonnenrad (meglio conosciuto da noi come “Sole Nero” – Schwarze Sonne in tedesco – o “ruota dell’anno”) è una specie di variante della svastica, e guardacaso fu adottata da una delle società segrete che ispirarono la mistica nazista, cioè la Vrill Geselschaft, oltre che anni dopo dalle SS Schwarze Sonne, nonostante il simbolo sia nato durante il periodo medioevale tedesco. Inoltre, si pensa che esso “rappresenti il sole in relazione con il passare dei mesi successivi” secondo le “4 principali festività” (Wikipedia dixit). Ma poi, il capoccia della neonata Xenoglossy Records (di cui il demo che mi sto apprestando a recensire costituisce la sua prima uscita) mi rassicura che i Sonnenrad non hanno nessunissimo legame con il nazismo. Anzi, ‘sti 3 pazzi si ritengono dei nichilisti, mentre alcuni di loro addirittura stalinisti. Insomma, in parole povere questo giovane gruppo appartiene alla categoria delle formazioni provocatorie, un po’ sulla scia dei ferraresi Pork Delikateszen, altri simpatici tipi che amano scherzare in modo “leggermente” equivoco.

A ogni modo, dopo avervi snocciolato un po’ di cultura di bassa lega, questo demo rappresenta il primissimo assalto dei Sonnenrad, risulta composto da 4 pezzi (compresa intro e cover) per un totale di soli 8 – 9 minuti circa di delirio sonico. I nostri vomitano con amore infernale un black metal grezzissimo ma tecnicamente abbastanza buono (però non aspettatevi assoli di nessun tipo o chissà quali virtuosismi) eppure stranamente camaleontico, facendo così apparire in modo veramente poco omogeneo l’intero disco. Infatti:

-          l’intro è semplicemente un pezzo semi – acustico di circa un minuto e 40 con tanto di pioggia torrenziale e sussurrii minacciosi;

-          la successiva “A Ferro e Fuoco” (l’episodio più lungo di tutti dati i suoi 3 minuti e mezzo di durata) è un brano di semplice black/thrash metal fondato quasi esclusivamente sui tupa – tupa e strutturalmente sul più classico 1 – 2 – 1 – 2 con pausa e rallentamento nella parte centrale, per poi riprendere nel finale la distruzione iniziale;

-          ma incredibilmente diversa è “Hail Sonnenrad” che, cantata chissà perché in tedesco, spara di base un black melodico blasteggiante un po’ più strutturato, pur offrendo cambi di tempo a tratti troppo forzati e passaggi poco sviluppati, magari perché la voce scompare per lunghi periodi;

-          infine, la cover di “People to Erase” dei Noia è di sicuro il brano più figo di tutto il lotto, ma qui i Sonnenrad, completamente fedeli al pezzo originale, cambiano totalmente genere spiattellando un bel crust intenso con qualche punta thrash, tupa – tupa a oltranza e schema classico 1 – 2 – 1 – 2, il tutto in un solo minuto e mezzo di follia.

Il comparto vocale è abbastanza interessante, risultando caratterizzato principalmente da urla talvolta belle folli e “schifose” (soprattutto nel pezzo auto celebrativo) con tanto di qualche sussurrìo e grugniti elargiti con il contagocce. Ma c’è un problema: le voci sono state così effettate e impostate su toni bassi da essere veramente poco intense, anche perché può capitare che gli altri strumenti le seppelliscano indecorosamente, e questo è un vero peccato.

Ricapitolando, questo primo demo dei Sonnenrad soffre di disomogeneità, di un terzo pezzo poco incisivo e di una produzione a tratti discutibile, oltre ad avere un minutaggio troppo risicato per offrire un giudizio più obiettivo… e la drum – machine, croce e delizia del black metal dalla fine degli anni ’90 in poi. Quindi, io consiglierei ai nostri di seguire le direttive black/thrash/crust, nelle quali i Sonnenrad sembrano essere più a proprio agio; di essere il più diretti e semplici possibile per quanto concerne la struttura dei pezzi (“A Ferro e Fuoco” è in fin dei conti l’unico pezzo originale convincente)… e di trovare assolutamente un batterista in carne e ossa, in modo da dare la giusta spinta al “macello totale” (Carlo Verdone docet) che il gruppo ha in mente.

Voto: 59

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Intro/ 2 – A Ferro e Fuoco/ 3 – Hail Sonnenrad/ 4 – People to Erase

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