Friday, September 28, 2012

Masachist - "Scorned" (2012)

Album (Selfmadegod Records, 3 Settembre 2012)

Formazione (2006): Sauron – voce;
                                 Thrufel – chitarra/voce;
                                 Aro – chitarra;
                                 Heinrich – basso;
                                 Daray – batteria.

Provenienza:             Polonia.

Canzone migliore dell’album:

“Manifesto (100% D.M.K.M.)”.

Punto di forza del disco:

la follia, anche se comunque dev’essere ancora perfezionata per bene.
Che strano album questo “Scorned”... è un disco decisamente variegato e coraggioso, alcune volte forse fin troppo ma comunque è veramente da apprezzare questa capacità di sperimentare nuove soluzioni dopo un primo album sì spaccaossa ma ancora abbastanza tradizionale. E fra l’altro i Masachist non sono neanche dei novellini dato che li si possono considerare come un vero e proprio “supergruppo” (termine idiota come pochi ma pazienza) costituito nientepopodimeno che da membri passati o presenti dei Vesania, dei Vader, degli sperimentaloidi Shadows Land, dei Decapitated e bla bla bla. Ma bando alle ciance e a questa inutile pubblicità, e scopriamo più da vicino che cosa hanno da offrirci ‘sti ragazzotti con la loro ultima fatica.

Prima di tutto, il disco parte e finisce curiosamente con dei pezzi dai tempi medi, cosa praticamente rarissima in campo estremo, e dal minutaggio anche bello esorbitante, come i 7 minuti e mezzo dell’intensissima “Inner Void”. In questi casi il gruppo preferisce sparare delle sonorità rocciose, meccaniche, spesso meshugghiane, quindi non propriamente di stampo death metal. Mentre nelle altre canzoni, specialmente da “Manifesto (100% D.M.K.M.)” a “Liberation”, la musica si fa più death metal, tecnica, imprevedibile e dal minutaggio più contenuto, e di sicuro è proprio qui che i nostri danno il meglio di sé, facendo così esplodere tutte le proprie potenzialità.

Comune a entrambe le tipologie di brani è la tendenza alla sperimentazione  e quindi alle intuizioni bizzarre, che siano delle tastiere minimaliste (presenti soprattutto all’inizio), inquietanti digressioni industrial, soluzioni quasi orientaleggianti con tanto di voce lirica (sì, sembrerà strano ma è così, sentitevi l’assurda “Inner Void”!). Anche il grugnito fiero e tipicamente death di Sauron viene a tratti manipolato per rendere il tutto, per così dire, più futuristico.  Inoltre, qui e là il discorso si fa ossessivo, ed esemplare a tal proposito è “Liberation”, pezzo squadrato tutto fondato su piccole variazioni apportate all’incirca agli stessi 3 passaggi, ma che purtroppo non risulta efficace anche per delle tastiere in sottofondo non sfruttare per bene. Non dimentichiamoci però la chitarra solista, abbastanza importante per i ‘sti polacchi, perché, oltre a proporre assoli molto fantasiosi così da passare da quelli più rockeggianti a quelli ultra – veloci (memorabile il solo, con tanto di pausa d’effetto, di “Opposing Normality”), riesce a completare il riffing della ritmica in maniera inaspettata (“The Process of Elimination”).

Ma la parte centrale, come già detto, è generalmente quella più convincente. Ciò grazie a un riffing spesso e volentieri folle e talvolta addirittura rumorista ai limiti del mathcore, a un discorso ritmico più intenso e bilanciato fra blast – beats e tempi più lenti, e alla tendenza a strutturare i pezzi in modo quasi istintivo, cioè senza rispettare, alcune volte nemmeno alla lontana, il classico schema a strofa – ritornello, aspetto tipico del cosiddetto death metal tecnico.
Quindi, date le premesse, il problema principe di “Scorned” è la dispersione, visto che i pezzi medi sono spesso e comunque diversissimi da quelli in un certo senso più canonici, a prescindere dalla qualità, comunque quasi sempre notevole, di essi. Ma anche perché alcune soluzioni o sono fuori posto o, il che fa più o meno lo stesso, vengono sviluppati male (come appunto la voce lirica di “Inner Void”), e di conseguenza sarebbe interessante maturarle in futuro in maniera più precisa e compatta tanto per vedere il risultato. Non scordiamoci però che questo è pur sempre un esperimento, e ciò significa che al primo colpo è solitamente difficile fare un vero e proprio capolavoro, ma comunque ci stiamo vicini. Dai che il terzo album sarà quello della consacrazione.

Voto: 76

Claustrofobia

Scaletta:

1 – Drilling the Nerves/ 2 – The Process of Elimination/ 3 – Straight and Narrow Path/ 4 – Manifesto (100% D.M.K.M.)/ 5 – Higher Authority/ 6 – Opposing Normality/ 7 – Liberation/ 8 – Liberation Part II/ 9 – Inner Void

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