Promo autoprodotto (25 Giugno 2012)
Formazione (2011): Luigi Valenti – voce;
Stefano Rossi Ciucci – chitarra;
Giulio Moschini – assolo di chitarra (in “Coerced to Serve”);
Riccardo Rogari – basso;
Giacomo Torti – batteria.
Provenienza: Perugia, Umbria
Canzone migliore del promo:
“Suppurating of Deception”.
Punto di forza dell’opera:
l’atmosfera a tratti malata, assolutamente da sviluppare in futuro.
Come promesso, eccovi i Bloodtruth, gruppo di belle speranze che ha tirato fuori questa sua primissima opera da sole 2 canzoni, così poche quasi per creare maggiore suspence per le produzioni future (e infatti già da un mese è uscito il singolo "Summoning of the Heretics"...). E, fra l’altro, un po’ come i Kataplexy, i nostri non dimostrano soltanto di saper cavare ottimi brani (con un problemino fastidioso comunque…) ma anche di saper sufficientemente sperimentare al di fuori del brutal, seppur in maniera sicuramente più, come dire?, pura.
Come prima cosa, bisogna dire che i Blootruth amano veramente alla grande i tempi veloci, e in non poche occasioni il batterista è così inumano da proporne addirittura di ultra – sparati, e quindi lo sfoggio di tecnica è qui più presente rispetto ai Kataplexy. Ma è anche vero che non ci troviamo al cospetto di una formazione brutal/grind, visto che si ha la saggia accortezza di decelerare anche quasi ai limiti del doom (“Suppurating of Deception”).
Ma dato che ho parlato di tecnica, sarebbe un delitto non citare il devastante assolo di “Coerced to Serve”, cosa rara nel genere. Ed è un solo abbastanza particolare, è allucinato, e pure non poi così breve, lontano dai tipici rumorismi che si sentono in circolazione. Però bisogna menzionare il fatto che il solo sia opera di Giulio Moschini degli Hour of Penance, quindi spero vivamente che non sarà un episodio isolato nelle prossime canzoni del gruppo, in quanto dà quel quid in più che fa sempre bene.
Quest’atmosfera gonfia di allucinazioni come nemmanco i Blue Cheer, è in effetti cara a ‘sti ragazzacci. A tal proposito, “Suppurating of Deception” esprime un potenziale assassino sin dalla sua struttura “caotica” (anche se tendenzialmente più ordinata rispetto a quella dei colleghi statunitensi soprammenzionati) al lungo e paranoico passaggio simil – doom con il quale la canzone si conclude minacciosamente. E’ proprio qui che il tutto diventa malato, mischiandosi magari fra surreali canti gregoriani (che fanno anche da blasfema intro all’opera) e spaventose ed effettate voci pulite (ma per il resto si prediligono cupi grugniti cagneschi, talvolta doppiati, con un minimo di urla sferzanti). I Bloodtruth mi hanno così ricordato un po’ i friulani Sedition, con cui condividono queste oscure suggestioni, seppur i primi le esprimano forse con più sicurezza e soprattutto con una metodologia strutturale più agile e che quindi consente in maniera più facilitata il raggiungimento di climax emotivi.
“Ma allora perché, visto che anche qui c’è qualche sperimentalismo, prima hai scritto che i Bloodtruth, al confronto con i Kataplexy, sono più puri?” Semplice, signore e signori: in questo caso il discorso non si avvale di digressioni funk o di altre bizzarre contaminazioni con altri generi, quindi più o meno tutto rientra nel brutal, anche in quanto a cupezza. La quale viene ovviamente accentuata dalla produzione, bella sporca e con gli strumenti ben bilanciati fra di loro, però peccato che io odi (scusate il parolone…) il suono del rullante, che tende ad appiattire tutto il discorso. Il “problema” semmai è capire perché molti gruppi brutal fanno uso di un rullante così piatto…
E’ forse l’ora di fare un mega – sondaggio?
(Come se queste fossero le cose importanti della vita…)
Voto: 74
Claustrofobia
Scaletta:
1 – Coerced to Serve/ 2 – Suppurating of Deception
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