Tuesday, June 5, 2012

Burning Nitrum - "Pyromania" (2012)

EP autoprodotto (30 Aprile 2012)
Formazione (2010): Davide Cillo, voce;
Alessandro De Rocco, chitarra;
Francesco Vivarelli, chitarra;
Nico Di Molfetta, basso;
Dario D’Ambrosio, batteria.

Provenienza: Bari, Puglia.

Canzone migliore del disco:
“Old School Anthem”.

Punto di forza dell’opera:
gli assoli.


Mah, certo che sono un pazzo suicida. Invece di studiare quella palla di Storia Moderna (in 3 mesi di corso abbiamo attraversato 300 anni di storia, tra intrighi di palazzo, massacri indiscriminati e sovrani perennemente idioti) mi metto a recensire il primissimo disco di questo giovine quintetto. Ma, ragazzi, questa è roba che scotta, visto che da queste parti non compariva un gruppo thrash metal da non so quanto tempo (allora, escludendo i romani Satanika e le loro urla black metal, l’ultima banda veramente di questo genere sono stati i palermitani Lamiera… e parliamo di un anno e mezzo fa circa!). Mi sono sempre chiesto il perché di tale situazione ma dal momento che il buco è stato temporaneamente colmato, lascio a voi il compito di filosofeggiare su questa inutile questione.

I Burning Nitrum, lo dico fin da subito, meritano molto, dato che propongono un thrash metal abbastanza dinamico e ben equilibrato fra le varie parti (oddio, tranne in un particolare parecchio importante e di cui parlerò fra poco), anche perché i tipici tempi veloci del genere, mai eccessivamente estremi, non hanno mai la meglio su quelli medio – lenti. Ciò significa che l’intensità viene dosata in maniera saggia e strategica, dando spazio talvolta a qualche – chiamiamola così – eccentricità ritmica, seppur non ci sia nulla di veramente cervellotico.

La cosiddetta eccentricità riguarda più che altro la dimensione solista del gruppo, ben curata e soprattutto potente senza risultare fine a sé stessa. Infatti, la parte strumentale ha un ruolo di primo piano, dato che gli assoli sono spesso belli lunghi e vari, ed equamente alternati fra i due chitarristi. La cosa incredibile è che il riffing è piuttosto standard.

A dir la verità, i nostri non scherzano neanche dal punto di vista strutturale, visto che alcuni pezzi offrono una complessità tale da definire quasi la musica propinata come thrash tecnico. A tal proposito, “Old School Anthem” raggiunge vette notevoli, presentando inoltre un’introduzione da capogiro piena di cambi di tempo e una chiusa praticamente istintiva e selvaggia per come irrompono nel discorso delle accelerazioni brucianti. Lo schema - base delle canzoni è fra l’altro sufficientemente dinamico, pur reggendosi sostanzialmente su delle sequenze più o meno complesse che però talvolta accettano qualche variazione, utile per non meccanizzare il tutto.

Altra caratteristica in sé equilibrante deriva dalla voce, parecchio versatile, incazzata e isterica, la quale passa da parti per dire pulite (attenzione, per “pulito” non intendo melodico) a vari ruggiti, urla e risate assortite. L’intensità trasmessa è spesso mostruosa, e inoltre le linee vocali si rivelano fantasiose e anche un po’ bizzarre (in tal senso, le linee spezzettate di “Thrash Time” sono esemplari). Solo che, paradossalmente, i problemi maggiori vengono proprio dalla voce, vuoi in maniera diretta, vuoi indirettamente. I motivi, che disequilibrano tutto l’insieme, sono i seguenti:

1) i cori risultano troppo impostati e quindi debolucci. Bisognerebbe renderli più selvaggi;

2) le lunghe parti strumentali sottomettono un po’ troppo il cantato, imponendogli un silenzio oltre tombale nonostante la sua grandiosa carica ed espressività;

3) la voce quasi non esiste dopo la parte centrale colma di assoli, e così il tutto diventa abbastanza prevedibile nonché meccanico. Insomma, non sarebbe affatto male per Davide cantare di più.

Ritornando a bomba ai pregi del demo, si aggiunga il merito di aver messo in apertura un brano strumentale (cioè “Enter the Fire”) che mette subito chiaro e tondo le doti tecniche del gruppo senza inventarsi un’intro ambientale perfettamente inutile; una canzone finale ("Pyromania") molto ben congegnata che ha una parte centrale metà ballata con tanto di chitarre acustiche belle atmosferiche e assolo tra il romantico e il minaccioso; e una produzione molto buona e pulita nonostante il demo sia la primissima opera di questa banda.
In conclusione, i nostri sono già pronti per un album, anche perché l'ep è sostanzioso dato che dura circa 20 minuti. E poi hanno sufficiente personalità per farsi rispettare, specie nel proprio lato più tecnico, quindi consiglio di prendere come punto di riferimento per il futuro “Old School Anthem”… sempre, beninteso, nella speranza che il cantato assuma più importanza.

Voto: 76

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Enter the Fire/ 2 – Thrash Time/ 3 – Death is Upon You/ 4 – Old School Anthem/ 5 – Pyromania

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