Formazione (2010): Davide Cillo, voce;
Alessandro De Rocco, chitarra;
Francesco Vivarelli, chitarra;
Nico Di Molfetta, basso;
Dario D’Ambrosio, batteria.
Provenienza: Bari, Puglia.
Canzone migliore del disco:
“Old School Anthem”.
Punto di forza dell’opera:
gli assoli.
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I Burning Nitrum, lo dico fin da subito, meritano molto, dato che propongono un thrash metal abbastanza dinamico e ben equilibrato fra le varie parti (oddio, tranne in un particolare parecchio importante e di cui parlerò fra poco), anche perché i tipici tempi veloci del genere, mai eccessivamente estremi, non hanno mai la meglio su quelli medio – lenti. Ciò significa che l’intensità viene dosata in maniera saggia e strategica, dando spazio talvolta a qualche – chiamiamola così – eccentricità ritmica, seppur non ci sia nulla di veramente cervellotico.
La cosiddetta eccentricità riguarda più che altro la dimensione solista del gruppo, ben curata e soprattutto potente senza risultare fine a sé stessa. Infatti, la parte strumentale ha un ruolo di primo piano, dato che gli assoli sono spesso belli lunghi e vari, ed equamente alternati fra i due chitarristi. La cosa incredibile è che il riffing è piuttosto standard.
A dir la verità, i nostri non scherzano neanche dal punto di vista strutturale, visto che alcuni pezzi offrono una complessità tale da definire quasi la musica propinata come thrash tecnico. A tal proposito, “Old School Anthem” raggiunge vette notevoli, presentando inoltre un’introduzione da capogiro piena di cambi di tempo e una chiusa praticamente istintiva e selvaggia per come irrompono nel discorso delle accelerazioni brucianti. Lo schema - base delle canzoni è fra l’altro sufficientemente dinamico, pur reggendosi sostanzialmente su delle sequenze più o meno complesse che però talvolta accettano qualche variazione, utile per non meccanizzare il tutto.
Altra caratteristica in sé equilibrante deriva dalla voce, parecchio versatile, incazzata e isterica, la quale passa da parti per dire pulite (attenzione, per “pulito” non intendo melodico) a vari ruggiti, urla e risate assortite. L’intensità trasmessa è spesso mostruosa, e inoltre le linee vocali si rivelano fantasiose e anche un po’ bizzarre (in tal senso, le linee spezzettate di “Thrash Time” sono esemplari). Solo che, paradossalmente, i problemi maggiori vengono proprio dalla voce, vuoi in maniera diretta, vuoi indirettamente. I motivi, che disequilibrano tutto l’insieme, sono i seguenti:
1) i cori risultano troppo impostati e quindi debolucci. Bisognerebbe renderli più selvaggi;
2) le lunghe parti strumentali sottomettono un po’ troppo il cantato, imponendogli un silenzio oltre tombale nonostante la sua grandiosa carica ed espressività;
3) la voce quasi non esiste dopo la parte centrale colma di assoli, e così il tutto diventa abbastanza prevedibile nonché meccanico. Insomma, non sarebbe affatto male per Davide cantare di più.
Ritornando a bomba ai pregi del demo, si aggiunga il merito di aver messo in apertura un brano strumentale (cioè “Enter the Fire”) che mette subito chiaro e tondo le doti tecniche del gruppo senza inventarsi un’intro ambientale perfettamente inutile; una canzone finale ("Pyromania") molto ben congegnata che ha una parte centrale metà ballata con tanto di chitarre acustiche belle atmosferiche e assolo tra il romantico e il minaccioso; e una produzione molto buona e pulita nonostante il demo sia la primissima opera di questa banda.
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Voto: 76
Claustrofobia
Scaletta:
1 – Enter the Fire/ 2 – Thrash Time/ 3 – Death is Upon You/ 4 – Old School Anthem/ 5 – Pyromania
FaceBook:
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ReverbNation:
http://www.reverbnation.com/burningnitrum
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