Infatti, il sassofonista dei Diserta!, Peppo soprannominato non si capisce perché "telodamare" in una maniera che fa tanto Maccio Capatonda, compare come ospite con il suo strumento adorato nel terzo pezzo di "Sabazia's Tales", l'appropriatamente intitolato "Peppo o' peloso", di sicuro il più particolare del lotto anche per via di ritmi a tratti vagamente reggaeton. Gli altri 4 episodi del disco vedono invece all'opera il classico duetto basso/batteria strumentale a cui ci hanno abituato i nostri, piuttosto convulso e a volte ossessivo se non addirittura psichedelico in certo qual modo, con la batteria spesso sghemba mentre il basso si mantiene su coordinate più semplici. Il tutto suonando su tempi medio-lenti capaci di sconfinare in pesanti breakdown mentre rare volte in impennate veloci e isteriche da me naturalmente molto gradite, come nella grottescamente chiamata "Adolfitness", che funge sia da conclusione del disco che da culmine supremo e indicibile dei terribili giochi di parole usati dai Tartaro per dare un titolo ai loro pezzi.
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| I Tartaro a Valle Aurelia il 15 settembre 2024. Photo by Flavio Er Coppola |
E così, dopo 16 minuti di autentica follia, si capisce definitivamente quanto siano strampalati i Tartaro, che sono praticamente una via di mezzo difficile da definire fra i Sabot e i più fumosi Sleep. Ma, in qualunque maniera li vogliate classificare, i Tartaro sono così effettivamente strampalati da suonare live con chiunque, sia con i gruppi più sperimentali come i soliti Diserta!, sia con quelli più tradizionalisti come i Milizia HC. Insomma, come si fa a non voler bene a 'sti 2 pazzi cittadini della ridente Anguillara? (Flavio Er Coppola)


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