Thursday, April 5, 2012

Arcanum Inferi - "Ars Hermetica" (2012)

Album (Black Orgon Productions, 23 Marzo 2012)
Formazione (2009): Baram, voce;
Fearbringer, voce in “Tabula Smaragdina”;
Maagher Kxeratum, chitarre/tastiere;
Sethyel, basso;
Frozen, batteria.

Provenienza: Catania/Francofonte, Sicilia.

Canzone migliore del disco:
“V.I.T.R.I.O.L.”.

Punto di forza dell’opera:
la solennità del riffing.








Artwork: Riccardo Costantino (dei Krigere Wolf)



Nota:faccio presente che questa è la primissima produzione della Black Orgon Productions.



Ragazzi, vi posso fare una semplice domanda: ma ultimamente che minkia vi sta succedendo? No, perché mi stanno arrivando finalmente dei dischi curati non solo dal punto di vista musicale ma anche da quello lirico, aspetto quest’ultimo spesso trascurato dalla maggiorparte dei gruppi. Il bello è che gli Arcanum Inferi, rispetto ai Veratrum, si sono spinti pure oltre: come allegato, mi hanno infatti mandato un foglio di presentazione sul quale spiegano per filo e per segno i temi trattati in tutte le canzoni, denotando così un interesse molto approfondito per l’occultismo in modo da evitare, nella maniera più assoluta, le trappole che offrono gli stereotipi. Ciò è dimostrato anche dal fatto che i nostri non citino mai e poi mai Satana, ma più che altro Lucifero, l’angelo portatore della Luce, andando così di pari passo con l’obiettivo di tramandare i segreti più oscuri dell’esoterismo occidentale.

“A’ Claustrofobi’! Ma la musica?”.

Giusto, me ne stavo dimenticando! Stavolta viaggiamo nei meandri del black metal più puro, di quello però dalle melodie evocative e solenni, atte a costruire un’atmosfera dannata attraverso un riffing che si prodiga spesso in soluzioni abbastanza dinamiche e particolarmente lunghe. Nonostante quest’eleganza, i nostri provano un ribrezzo pressoché totale per la chitarra solista (presente soltanto, in una maniera molto efficace e strategicamente puntuale, in “V.I.T.R.I.O.L.” – vecchio pezzo del gruppo insieme a “Obscura Nox Ad Inferos”), scelta più che giusta dato che rispetta la natura da quartetto con una sola ascia di ‘sti sicilaini.

A far crescere ancor di più la tensione drammatica ci pensa inoltre Sethyel, capace a costruire ottime linee di basso, specialmente in “Tabula Smaragdina”, così da completare la melodia della chitarra. Per questo consiglio a lei di raffinare ulteriormente tale brillante caratteristica perché non sempre si fa sentire.

Ma attenzione che, a dispetto di tutta questa melodia, qui si pesta molto volentieri a base di blast – beats incarogniti, pur denotando da parte di Frozen (sì, ancora lui! Ormai è diventato una presenza fissa su Timpani allo Spiedo) un’ottima tendenza a rendere più fantasioso il discorso, anche tramite partiture meno tipiche per il genere. Oddio, alcune variazioni, fra l’altro già espresse in abbondanza nei Krigere Wolf, si ripetono un po’ troppo, però è ben marcata l’abilità di adattarsi a differenti momenti, non ultimo quello dal taglio più doom di “Silvae Veridies”.

E’ anche vero tuttavia notare una certa carenza degli Arcanum Inferi circa l’impianto strutturale dei pezzi. Il quale è costruito non sempre efficacemente, e ciò per i seguenti motivi:

1) si preferisce un approccio sostanzialmente sequenziale, pur non essendo veramente rigido. Infatti, per dirne una, spesso si aggiunge una soluzione nuova che si intromette nello schema base, variazione che però impedisce alle volte di rendere naturali i cambi di tempi, forzandoli un po’ troppo;

2) di conseguenza, alcuni passaggi appaiono poco sviluppati. A tal proposito, “aiuta” “Obscura Nox Ad Inferos”, pezzo che da una parte ha un’introduzione arpeggiata praticamente agghiacciante (e che poteva benissimo essere ripresa lungo il discorso, anche per dare un po’ di “respiro”), mentre dall’altra ha una parte centrale poco incisiva nella quale la voce è muta per parecchio tempo senza però che gli altri facciano qualcosa per sorreggere meglio questo silenzio.

D’altra parte, queste mancanze non hanno impedito ai nostri di partorire il capolavoro a titolo “Tabula Smaragdina”, episodio a dir la verità piuttosto sui generis. Infatti:

1) Baram ha voce in capitolo soltanto nell’introduzione, mentre per il resto tortura i timpani Fearbringer, il quale ha un cantato a tratti più teatrale e gutturale, al contrario del suo compagno, dalle urla gracchianti e acute, e particolarmente uso alle sovraincisioni;

2) Il testo finalmente tiene fede al titolo, visto che stavolta si canta completamente in latino, cosa che permette di donare un’aura più misteriosa al tutto. Il testo effettivamente proviene dalla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto (figura leggendaria dell'Antichità; portatore della Sapienza e fondatore della corrente filosofica dell'ermetismo), che si dice essere stato ritrovato in Egitto prima dell'era cristiana. I versi del pezzo sono gli stessi che si ritrovano nella pagina di Wikipedia inerente tale misterioso documento;

3) Strutturalmente parlando è un saliscendi di alti e bassi molto essenziale, nel quale hanno una buona rilevanza le doti tastieristiche di Maagher Kxeratum, abile nel tessere trame melodiche molto potenti (si pensi all’introduzione di “Furor Melancholicus”).






Foto: Federica Palermo



Però, nei confronti del gruppo, è ingiusto segnalare come pezzo migliore dell’album proprio “Tabula Smaragdina” vista la presenza dell’ospite (che neanche è nuovo a simili partecipazioni), e quindi preferirei la già citata “V.I.T.R.I.O.L.”, da menzionare fra le altre cose per delle linee vocali belle ritmate.

Voto: 70

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Praeludium/ 2 – Aeterna Damnatio/ 3 – Furor Melancholicus/ 4 – Obscura Nox Ad Inferos/ 5 – V.I.T.R.I.O.L./ 6 – Fructus Interdictus/ 7 – Tabula Smaragdina/ 8 – I.N.R.I./ 9 – Silvae Viridies

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