Sunday, January 15, 2012

Detestor - "In the Circle of Time" (1995)

Album (1995, Dracma Records)

Formazione (1986):
Jaiko, voce/tastiere;
Paola, chitarra;
Niki, chitarra;
Ale, basso/voce aggiuntiva;
Rigel, batteria.

Provenienza: Genova, Liguria.

Canzone migliore dell’opera:
senz’ombra di dubbio “Neurocircuit”, ossia l’episodio più lungo del lotto essendo di circa 5 minuti e mezzo, il quale conta alcune delle più belle melodie dell’album, in tal caso epiche come poche.

Punto di forza del disco:
la drammaticità che i Detestor si ritrovano, aiutata da una costruzione dei pezzi nervosa e quasi istintiva, e da un bagaglio melodico decisamente sofferto.

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Questo disco, questa reliquia di metal italico – pensate un po’ – qualche giorno fa ha passato un viaggio da incubo purissimo. In parole povere, appena finito di ascoltarlo, ovviamente prendo il cd per riporlo nell’apposita custodia. Ma invece di farlo… mi sfugge di mano. Naturalmente mi chino per riprendermelo… per scivolarmi ancora di mano così da infilarsi proprio sotto il mobile su cui c’è un casino di cose, in primis il televisore, il lettore dvd e fuffa varia. Il panico mi ha preso, mi ha preso perché ho profanato senza volerlo un cd prezioso, un cd d’oro, un cd comprato in offerta al mio negozio di fiducia, Star Music, sporcandolo della maledetta polvere! Ho così cercato di riprendermelo, prima con le mani (quando ancora sbucava, anche se leggerissimamente, dal mobile), poi con un intero servizio di coltelli e…. dopo è arrivata mia madre che, meglio di Superman, l’ha scovato per rifargli vedere la luce! Che storia toccante, nevvero?

La storia è toccante anche perché i Detestor, dopo una decina d’anni, si sono da poco riformati così da pubblicare qualche mese fa l’album del ritorno, “Fulgor”. In pratica, colgo l’occasione per omaggiare un gruppo geniale che si meritava di più e che si è fatto coraggiosamente vivo in uno dei periodi più bui per il death metal, soppiantato com’era a quel tempo dal cugino malfatto del black metal.

Infatti, i Detestor di “In the Circle of Time” suonano un death metal piuttosto sui generis e difficile da digerire, anche perché i pezzi dell’album sono addirittura 13. Quindi, consiglio fin da subito di ascoltare il disco, per meglio comprenderlo, a mano a mano, non tutto intero in una sola botta. Pezzi anche molto vari per impostazione, dato che vi si trovano in maniera intelligente e perfettamente funzionale alla lunghezza dell’album, perfino delle strumentali, cioè “Death Inside” e “Silence”, vere e proprie finezze.

La prima caratteristica che balza all’occhio del gruppo è l’uso pressoché continuo della melodia, che spesso e volentieri fa assumere all’intera musica un taglio drammatico veramente notevole per intensità e costruzione e a cui prende parte, in non poche occasioni, anche il basso, strumento che solitamente nel death metal non possiede (ingiustamente) tutta questa importanza. E’ di importanza vitale nell’intero discorso anche la chitarra solista, in grado di dare spesso manforte alla ritmica. Fate conto però che, nonostante tutte queste belle parole, il gruppo quando vuole pestare, pesta veramente di brutto, blast – beats compresi.

Di conseguenza, la tecnica si rivela fondamentale per i Detestor, per esempio sia nell’uso di ritmiche che di certo non si sentono tutti i giorni, sia nell’utilizzo, comunque misurato, degli assoli, abbastanza lunghetti e solitamente opera di Paola, pur se di poco. L’unico strumento in cui non vi si presentano tutte queste doti tecniche è la tastiera (la quale si presenta solo in poche momenti, beninteso), minimalista ma non troppo quanto basta per offrire un’atmosfera che a tratti ha quasi del romantico.

Tecnica che però si riflette nella struttura – tipo adottata, che rifugge in ogni modo dal proporre soluzioni semplici e che amplifica ulteriormente la drammaticità propinata dai Detestor. Loro in pratica fanno uso di sequenze spesso lunghe e con un’infinità di cambi di tempo puntuali come un orologio svizzero. Anche se talvolta, in questa babele nella quale il concetto di invenzione pura viene rispettato appieno, i Detestor possono non concedere il giusto spazio di approfondimento a qualche passaggio, ma ciò è fisiologico per un gruppo del genere.

Caratteristica più standard è l’alternanza tra un grugnito grosso (la voce principale) ma ben portato ad efficaci variazioni tonali, ed un urlo scartavetrato. Alternanza che permette dei giochi vocali ben giostrati e che concede perfino qualcosina alla voce pulita, quasi sempre narrante (quindi non aspettatevi voci melodiche) e mai invasiva. Semmai, se questa fosse più espressiva non sarebbe affatto male…. In ogni caso, un plauso va ai testi, che trattano tematiche serie e concrete (tanto per fare un esempio, vengono mandati affanculo i politici), che arrivano a tributare esplicitamente il punk!

Decisamente meno comune è la produzione, più che altro perché i Detestor amano usare gli effetti, così da manipolare, ma con la giust misura, molti strumenti, tra cui la voce. Questa cosa di utilizzarli mi è sembrata sempre una cosa molto artificiosa e poco coerente con gli spettacoli dal vivo (dato che di fatto solo pochi gruppi li riproducono sul serio), ma pazienza. Per il resto, è una produzione sporchetta e con il basso bene in evidenza, ma con qualche problemino sulla batteria, più che altro sul rullante, dato che da un pezzo all’altro può capitare che il suo suono cambi.

Ma soprattutto, CHISSENEFREGA, perché “In the Circle of Time” è e rimarrà sempre un capolavoro con i controzebedei!

Voto: 90

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Intro – Clear the World/ 2 – Life Goes/ 3 – Alone/ 4 – E.S.P./ 5 – Death Inside/ 6 – I Have the Power/ 7 – Kill me/ 8 – Lord of Gold/ 9 – Silence/ 10 – Neurocircuit/ 11 – Well of Madness/ 12 – In the Circle of Time/ 13 – Outro

MySpace:
http://www.myspace.com/detestorofficial