Album autoprodotto (31 Ottobre 2011, ma è distribuito dall'Agosto 2012 in Europa dall'italiana Abyssal Warfare Promotion)
Formazione (2010): Lucas Pacheco – voce;
Gaston Praddaude – chitarre;
Gonzalo Tello – basso;
Andres Gualco – batteria.
Provenienza: Còrdoba (Argentina)
Canzone migliore del disco:
“Emissary of the Horror”.
Punto di forza dell’opera:
l’impianto vocale.
Il djent… ma che cazzo è? Ultimamente sento sempre nominare ‘sto djent, e quindi un giorno mi sono finalmente deciso di capirci un po’. In poche parole, ho indagato su Wikipedia, m’aspettavo che ‘sto genere musicale fosse l’ennesima combinazione assurda fra il metal estremo e chissà quale musica esotica, e invece… e invece avete presente i Meshuggah? Ecco, questi qua si sono inventati da soli un’intera corrente di nuovi gruppi che recentemente sta facendo un successo enorme, e pure in Italia abbiamo dei validi esponenti, tipo gli A Total Wall, comparsi tempo fa proprio su queste pagine.
Ma i Sublevels appartengono a un altro pianeta, visto che sono diversissimi. Sono infatti decisamente meno claustrofobici e più istintivi dei colleghi nostrani, anche perché si cibano di varie influenze, andando così dal brutal al mathcore (il riffing è così non poche volte folle e rumorista), e dal death metal al metalcore, dati anche certi momenti quasi battaglieri che qui e là fanno capolino.
I Sublevels però presentano una curiosa caratteristica. Di solito, gruppi simili, così sfacciatamente tecnici, danno molta importanza agli assoli, ma al contrario ‘sti argentini ne propongono soltanto uno, fra l’altro efficace e ben costruito, nella strumentale "The Censored Side of Sanity" (ah, una puntualizzazione: a dir la verità i testi sono cantati in spagnolo). Ma in genere la chitarra solista viene usata in sottofondo, in maniera minimalista, anche se talvolta viene sostituita con dei veri e propri effetti, creando così una buona atmosfera minacciosa, un po’ come negli A Total Wall. D’altro canto, se ci fossero più assoli, forse la musica di questi argentini scorrerebbe meglio…
E qui vien da parlare della struttura dei pezzi, che scorrono solitamente molto liberi e quindi senza uno schema preciso. Ma alla fine il tutto non viene bene, perché spesso i nostri se ne vanno dove meglio pare a loro, magari con passaggi troppo diversi fra loro, cioè non molto collegati né dal punto di vista dell’intensità né da quello dell’atmosfera. Senza contare i finali dei pezzi, nei quali curiosamente i tempi medio – lenti prevalgono in modo un po’ prevedibile e invasivo, considerando che ci si inchioda in una staticità e prolissità che mal sviluppa l’intero discorso.
Inoltre, la musica dei Sublevels non è molto compatta e decisa, nel senso che per esempio il death e il brutal non sono presenti in tutti i pezzi, e questo è un peccato perché è proprio in tali momenti che ci si scatena alla grande sputando inoltre una cattiveria non da poco. E di certo, per far ciò, non basta solo ruggire e/o urlare allo stremo per tutto il disco, ma perlomeno le urla fanno una buona figura, mentre le voci pulite, tipiche di questo giovane genere, sono rarissime.
Altro aspetto positivo viene dal basso, piuttosto partecipativo, e messo in buona evidenza da una produzione pulita e moderna.
Insomma, spiace bocciare un gruppo del genere ma la carne messa sul piatto è tanta e mal distribuita, e quindi la prossima volta è meglio razionalizzare (cioè, rendere più semplice e intuitiva) la struttura dei pezzi, e possibilmente brutalizzare la proposta musicale che le premesse comunque ci sono.
Voto: 57
Flavio "Claustrofobia" Adducci
1 – Emissary of the Horror/ 2 – Neurofagos/ 3 – The Dynamics of the Obsolescence/ 4 – Reacting Against Armaggedon/ 5 – Abstraction for Another Being/ 6 – Hanged from the Medulla/ 7 – From the Twilight of Discernment/ 8 – The Censored Side of Sanity/ 9 – Devastating Genesis/ 10 – Destructive Descent/ 11 – Eo Abyssvs Occvltvs/ 12 – (canzone nascosta)
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