Thursday, April 11, 2013

Terrorage - "Lobotomy" (2013)

EP autoprodotto (Gennaio 2013)

Formazione (2004):       Adriano – voce;
                                       Vincenzo Frisella – chitarra;
                                       Peppe Musso – chitarra;
                                       Andrea Scalia – basso;
                                       Marco Punzo – batteria.

Località:                          Palermo, Sicilia.

Pezzo migliore del disco:

“Purification Through Violence”, che, oltre a sintetizzare abbastanza le caratteristiche del gruppo, ha un finale aperto da brividi.

Punto di forza dell’opera:

l’attitudine Punk/HC, che dona alla musica un sacco di carica in più.

Terrorage - Lobotomy
Copertina: Sandro di Girolamo

Oggi parliamo di un altro gruppo politicamente impegnato, solo che i Terrorage sono così incazzati che il loro primissimo demo, uscito nel 2006, si intitola(va) allegramente “All Cops Must Die!”, non so se rendo l’idea. Ed effettivamente il gruppo ha un’attitudine punk/HC mica da ridere, condizionando così pesantemente la musica ma anche il minutaggio dei pezzi, che badano al sodo visto che spesso ci si attesta sui 2 minuti. Però, dato che ci siamo, mi chiedo perché Metal – Archives li definisca “thrash/groove metal” perché siamo decisamente lontani da questi territori. Allo stesso tempo, la musica quivi proposta è incredibilmente ricca di differenti sfaccettature e influenze.

“Ma, Flavio, dato che fai tanto il saputello, che musica farebbero ‘sti qua, tanto per essere ancora più precisi?”. Di base un death metal moderno. “Ah, di base… e in cima?”. Un po’ di pazienza, comici da strapazzo, e lo saprete, e che cazzo! Quello che dovete sapere in questo momento è che ‘sti palermitani sono cupissimi tanto che l’onnipresente cantante spara un classico grugnito “modernista”, solo che in questo caso è incredibilmente monocorde e gorgogliante, e in più è aiutato raramente da un grugnito più gutturale. Perlomeno, la struttura delle canzoni è dinamica senza essere arzigogolata (e grazie al casio, considerate le ascendenze HC), quindi vi è un equilibrio abbastanza buono fra i tempi veloci (inclusi i blast – beats) e quelli più lenti (da menzionare assolutamente il lungo finale doom di “Conflict”), mentre hanno un’importanza non da poco i passaggi groovy, ma niente a che fare con i Pantera, sia chiaro.

Una caratteristica bella pesante dei Terrorage viene dal loro approccio collettivo. Cioè, ci saranno pure due chitarristi in formazione ma non vi è un misero assolo che sia uno in tutto il disco. Di conseguenza, molto raramente c’è un secondo riff a rinforzare quello di base, e così è obbligatorio citare “Mercenary”, dove la seconda ascia se ne esce con una minimalista notazione apocalittica da far spavento.

A questo punto, stiamo scalando sempre di più la cima del monte Lobotomia, quindi è ora di parlare delle diverse influenze, o come preferite chiamarle. Quella più importante è ovviamente quella HC, o meglio, crust, come si può sentire tranquillamente in “Mercenary”, “Facebreaker” o “Purification Through Violence”, dando così sfogo a battaglieri e intensissimi momenti in un tupa – tupa da headbanging. Poi c’è il brutal, esplicitato anche sui tempi lenti, che però lo si avverte specialmente nelle ultimissime canzoni, spaventosamente gracchiante o chirurgico a seconda dei casi. Adesso, sarà strano ma qui e là ho ravvisato passaggi molto meshugghiani (“Facebreaker” su tutti), così da dare un tocco robotico veramente terrificante al tutto. Infine, certo riffing, più che altro durante la fine del disco, ha un leggero substrato thrasheggiante e bello groovy. Vabbè, ci siamo capiti, i Terrorage hanno una buona fantasia che impedisce all’ascoltatore di annoiarsi, però mantengono sempre un’ottima compattezza stilistica, per esempio suonando in ogni caso in maniera a- melodica, vomitando così cattiveria a palate.

Tirando le somme, il gruppo ormai dovrebbe, anzi, dev’essere pronto per il grande salto dell’album, anche perché “Lobotomy” dura la bellezza di 25 minuti, quindi è in pratica un mini – album. In tutto questo arco di tempo non ho trovato difetti veri e propri, anche se ovviamente il gruppo ha molti margini di miglioramento. Per esempio, magari ci vorrebbe un po’ più di istintività nella voce, che alla lunga appare troppo impostata e fredda, e sarebbe interessante sviluppare ancora di più i momenti crust, che intensificano alla grande tutto l’assalto, come gli interventi della seconda chitarra, in grado di aggiungere quel tocco di atmosfera in più. Ma sinceramente per ora ‘sto gran cazzo di tutto ciò, e gustiamoci i Terrorage come sono adesso. Adesso però mi chiedo soltanto questa cosa: perché il cantante del gruppo è l’unico… senza un cognome? Le questioni fondamentali dell’esistenza…

Voto: 75

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Anatomy of Self – Destruction/ 2 – Mercenary/ 3 – Facebreaker/ 4 – Abusers/ 5 – Dead Man Working/ 6 – Chain Reaction/ 7 – Conflict/ 8 – Purification Through Violence

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http://www.myspace.com/terrorage