Saturday, July 7, 2012

Nox Illunis - "In Sideris Penumbra" (2010)

Album (War Productions, Settembre 2010)
Formazione (2006): Noxfero, voce/chitarra;
Kaos, chitarra;
Tomhet, basso;
Master, batteria.

Provenienza: Treviso/Trieste, Veneto.

Canzone migliore dell’opera:
“Asylum of Dead Memories”.

Punto di forza del disco:
l’inventività.
Dopo un po’ di tempo, si ritorna finalmente a recensire un disco tutto italiano, e quindi si ritorna con il black metal puro, genere che fra l’altro sta tornando in voga su queste stesse pagine. Ma con i Nox Illunis non si ha soltanto un bell’album, ma anche un tipo di black metal che non va per niente per la maggiore, e questo non può che essere un pregio.

Infatti, la musica di questi veneti la si può definire come melodica/malinconica. Di conseguenza, i tempi più veloci e incazzati danno spesso spazio a partiture medio – lente, quasi rilassanti, che però non annoiano mai anche perché il lavoro di rifinitura che c’è dietro è di indubbia qualità visto che il dinamismo – fattore secondo me fondamentale per il black melodico – della batteria è sempre presente. E tale strumento è anche capace di enfatizzare tramite interventi puntuali il lavoro dei propri compagni.

A dir la verità, più o meno tutti i Nox Illunis (in latino “notte senza luna”) sono dinamici. Questo anche nel senso della metodologia strutturale adottata per i vari pezzi, i quali si muovono e si sviluppano secondo un forte andamento passionale e quindi imprevedibile che rifiuta profondamente qualunque tipo di sequenza più o meno fissa. Praticamente, solo in “Ira Sommersa” si rispetta uno schema preciso, anche se dopo, nella stessa canzone, si riprende il solito modus operandi. Ma la cosa incredibile è che questo “solito modus operandi” (che fa uso talvolta di stacchi e/o pause con annesse potenti ripartenze) funziona splendidamente, seppur sia “costretto” ad affrontare brani dalla durata enorme, dato che essi durano in media 7 – 8 minuti (il già citato “Ira Sommersa” dura invece stranamente sui poco meno di 5 minuti).

Un esempio classico (ma non troppo come spiegherò fra pochissimo) è “Asylum of Dead Memories”, che poi sarebbe il pezzo oserei dire più totalizzante e che rappresenta nel migliore dei modi la passionalità e l’istintività del gruppo. Infatti, si ha qui un perfetto equilibrio fra le parti melodiche e tristi, e quelle invece più lugubri e minacciose, cosa che invece non viene seguita negli altri episodi, se non nella seguente “The Last Rising Sun”, che però soffre curiosamente di una staticità e di una ripetitività marcate più che altro nei passaggi blasteggiati (per non parlare di un finale veramente poco efficace, anche a causa di una voce che in modo poco strategico si assenta proprio qui).

Ciò, nonostante il grande lavoro delle due chitarre, che spesso si abbandonano a veri e propri intrecci raffinati. Così facendo, l’ascoltatore viene avvolto in un vortice di melodie che però non sfociano mai negli assoli, totalmente rifiutati, concedendo comunque al basso di partecipare, occasionalmente e attivamente, nella costruzione delle linee melodiche.

In tutto questo discorso, la voce sembrerebbe l’unico punto disgiunto dal dinamismo tipico dei Nox Illunis essendo praticamente un perenne urlo, eppure, pur non facendo chissà che, risulta coerente con il tutto. Specialmente perché l’urlo assume spesso toni abbastanza sofferenti e gracchianti, però è anche vero che in “Darkness of the Soul” si fa viva una voce pulita ottimamente impostata che duetta con il cantato principale. Peccato comunque che faccia una piccola comparsata perché aggiunge quel pizzico di disperazione in più che non guasta mai. Inoltre, bisogna menzionare anche quella voce femminile narrante nel finale della strumentale “Evoking the Stars”, la quale, oltre a mettere i brividi, parla in italiano.
Giusto, l’italiano, la nostra bella lingua. Ragazzi, cominciamo a usarla per tutto un album, non soltanto per un pezzo intero (“Ira Sommersa”) o per qualche strofa (“The Last Rising Sun”)! La cosa curiosa è che hanno fatto una cosa simile anche gli spietatissimi Acheronte, recensiti qualche giorno fa. Ma sta diventando un contagio?

Voto: 77

Claustrofobia

Scaletta:

1 – Echoes in the Abyss/ 2 – Ira Sommersa/ 3 – Asylum of Dead Memories/ 4 – The Last Rising Sun/ 5 – Darkness of the Soul/ 6 – The Death – Fires Danced at Night/ 7 – Evoking the Stars

MySpace:
http://www.myspace.com/noxillunisband

FaceBook:
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