Troppo piccola per ricordare, troppo tempo ne è passato, con solo due anni sopra le spalle, posso rammentare ben poco.
Ma negli anni di quel 1985 ne sentii parlare a lungo.
Attraverso gli occhi e le parole degli altri, nell'album delle foto, emergono fotogrammi della neve su Roma, nei filmati dell'epoca: il sangue di Giancarlo Siani ammazzato come un cane, sangue che scorre ancora.
Un anno frustrante e florido: la controcultura
italiana veniva messa a tappeto da una serie di pubblicazioni del caro vecchio
punk hardcore che in quel 1985 ebbe la fortuna - di veder pubblicati determinati dischi diventati seminali.
Ed hanno
trascinato con sé un pozzo essenziale per le generazioni future.
"Osservati dall’inganno" degli Indigesti, "Furious Party" dei Cheetah Chrome Motherfuckers, "Screams From the Gutter" dei Raw Power, "Condannati a morte nel vostro quieto vivere" dei Negazione: sono tra
quei dischi pubblicati nel 1985 che hanno segnato la controcultura, sopratutto nella sua vena anti-nazionalista.
Ma c'è un disco, o meglio un ep, che in
adolescenza, ossia a dieci anni di distanza dalla sua pubblicazione, mi infiammò
il cuore, stimolò i miei ascolti.
Il sette pollici s/t dei Nerorgasmo -
pubblicato dalla Babby Records - mi prese per mano, la voce e la penna di Luca
Abort per me è stata spinta di fermento e di sostegno.
Quattro tracce per 20 minuti: un concentrato
tra mattanza letale e psicotica riversato dentro quei testi e brani, che
divennero degli anthem generazionali.
Riffing serrato e batteria monolitica dove
Abort ci vomita tutto il suo sacrosanto odio verso il genere umano e il sistema
attorno e lontano da lui.
Un atto estremo di nera bellezza, una
ghigliottina oscura ma libera.
È la fusione della mente geniale di Luca e di una sezione strumentale imponente, incazzata, ferale, spettrale. (Marina)
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