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giovedì 23 gennaio 2014

Preti Pedofili "L'Age d'Or" (2013)

Finalmente, dopo quasi un mese di (apparente) inattività torno da queste parti per parlare dell’album di debutto dei Preti Pedofili. Qualcuno di voi li dovrebbe già conoscere perché poco tempo fa recensii sempre su queste “patinate” pagine il loro split con i Nastenka Aspetta un Altro. Entrambi i gruppi mi sorpresero alla grande, e adesso, per confermare almeno i Preti Pedofili, abbiamo un intero disco di 10 canzoni per circa 48 minuti di una musica sciroccata e piena di riferimenti letterari.

Allora, come potrebbero essere incasellati i Preti Pedofili? Booh, so solo che non sono nè metal nè punk. Diciamo che sono una via di mezzo fra il noise, il free jazz e il post-punk. Il risultato è un suono veramente alieno e ostile, fatto di una batteria tentacolare e metronomica che non ne vuole sapere di essere groovy, di una chitarra rumorista e isterica completamente dedita a una funzione ritmica, di un basso che talvolta guida (ma anche no) la melodia del pezzo (e ovviamente il termine “melodia” va qui preso con delle pinze belle corazzate) e di un comparto vocale camaleontico.

Quest’ultimo si muove infatti da un cantato parlato (che può sconfinare in toni da professore universitario) a un sussurro malato e agonizzante, da urla stridule e sgraziate a un cantato pulito quasi mistico. In parole povere, in ogni canzone c’è sempre qualche sorpresa da questo punto di vista (e non solo). Fra l’altro, sono molto interessanti e intelligenti i testi, come quello di “Iride” (nel quale alla fine si afferma “se la libertà non è in me non la troverò da nessuna parte”) e quello di “Primo Sangue” (nella cui seconda metà si racconta praticamente la trama di “Aguirre, Furore di Dio” del grande regista tedesco Werner Herzog; un film con Klaus Kinski incentrato sul conquistador, realmente esistito, Lope de Aguirre, che si ribellò alla corona spagnola alla ricerca della leggendaria Eldorado lungo il Rio delle Amazzoni… facendo poi ovviamente una brutta fine). Altri testi invece fanno rabbrividire per come vengono pronunciati, e a tal proposito sono più che esemplificativi i versi “Il polso è molle/Lo sguardo è nevrotico/La testa è incancrenita dal sangue alieno” di “Cancro” (contenuta, come “C’Est Femme l’Autre Nom de Dieu”, nello split sopraccitato, e curiosamente in entrambe le canzoni è stato aggiunto un finale ambientale, chissà perché?).

Ma non si finisce di certo qui: dovete tenere anche in conto che la musica dei Preti Pedofili sa essere un sacco ossessiva, quasi ipnotizzante. Fortuna però che i nostri riescono a differenziare per bene le varie canzoni fra loro, magari sputando un assolo deviato di chitarra (“Begotten”) o addirittura delle tastiere (come nella disperata “Vio-lento”, che fra l’altro a un certo punto ha pure un riffing semi-black metal – e sottolineo “semi”, beninteso). La cosa particolare è che si riesce a mantenere in ogni caso una pesantezza veramente estrema e difficile da dimenticare.

In sintesi, “L’Age d’Or” è un album che, oltre a far riflettere, fa anche parecchio paura. Perché è così metodico e annichilente da essere certe volte forse bello freddino. Ecco, consiglierei a questi 3 ragazzi foggiani di offrire talvolta un po’ di groove tanto per mitigare almeno un minimo la natura estremamente ostile della loro musica. Dico questo anche perché sorbirsi 10 pezzi praticamente tutti così è un’impresa non indifferente (sarà che non sono abituato ad ascoltare qualcosa del genere?). Ma intanto ‘sto disco coraggiosissimo (e che si può ascoltare totalmente “a gratise” dal BandCamp del gruppo) si becca un bel voto, quindi compratelo e fatevi stuprare per bene i vostri timpani!

Voto: 78

Flavio "Claustrofobia" Adducci

venerdì 27 settembre 2013

Nastenka Aspetta un Altro/Preti Pedofili Split (2013)

Split autoprodotto (2013)

Ragazzi, stanotte sono stato martoriato da una cicala (o era un grillo?) fino alle 4 di mattina. Dopodichè, per chiudere in bellezza, al mio raffreddore con tosse si è aggiunto un mal di testa palloso che ora, fortunatamente, è abbastanza leggero e sopportabile. Perlomeno ieri sera, sacrificandomi sull’altare della musica, ho dato un’ultima ripassata a quest’interessantissimo split di 2 pezzi per banda prima di scrivere questa recensione che vi state apprestando a leggere. Però, vi devo avvisare che non solo lo split non c’entra un fico secco con il metal (estremo), seppur sia per metà bello estremo secondo i canoni variegati di Timpani allo Spiedo, ma è pure composto da 2 gruppi molto diversi l’uno dall’altro, cosa che in uno split più tradizionale accade raramente.
 Un consiglio: girate l'immagine, e poi
ditemi che cosa vedete.

Formazione (2012):     Alfonso Errico – voce;
                                      Leonardo Albanese – chitarra;
                                      Mauz Cavaliere – basso;
                                      Wadir Marchesiello – sintetizzatori.

Località:                       Foggia, Puglia.

Miglior brano:            “Patto con la Bimba Bianca”.

Punto di forza del gruppo:   la voce che trascina e trascina risucchiandoti nelle sue immagini.

La prima banda risponde al curioso nome di Nastenka Aspetta un Altro, che ha debuttato discograficamente l’anno scorso con un ep. La sua musica è a dir poco rilassante e tetra allo stesso tempo. Non c’è una vera e propria batteria, più che altro si tratta di beats minimalisti e lenti, mentre la chitarra è un po’ noisy e un po’ melodica, intessendo spesso trame malinconiche. In certi casi, il lavoro di chitarra può ricordare quello dei fiorentini Maelstrom, i cui due dischi sono stati recensiti tempo addietro proprio su queste pagine. Tale similitudine trova conferma anche nella voce, che più che cantare parla, in modo cupo e pensieroso in “Impero”, e in maniera più confidenziale e a tratti grintosa in “Patto con la Bimba Bianca” (qui il cantante introduce addirittura la canzone dicendo esplicitamente il suo titolo). Ragion per cui, l’ascoltatore viene trascinato dalle immagini evocative della voce, anche perché i testi sono molto belli e pure positivi (come quello di “Patto con la Bimba Bianca”). Ma non dimentichiamoci dei sintetizzatori, i cui astrattismi ora scuri ora più rassicuranti e ambient interpretano ogni volta benissimo il mood delle canzoni. Non saprei definire la loro musica, che forse è una specie di trip – hop molto atmosferico.

Formazione (2011):      Andrea Strippoli – voce/chitarre;
                                       Enrico Romano – chitarra baritona/basso;
                                       Francesco Strippoli – batteria.

Località:                        Foggia, Puglia.

Miglior brano:             “Cancro”.

Punto di forza del gruppo:    anche in questo caso la voce, stavolta per la sua subdola violenza.

I Preti Pedofili, che hanno già pubblicato due EP, sono di tutt’altra pasta, anche perché li trovo molto più facili da etichettare. Suonano una via di mezzo fra il jazz, il noise e il punk sperimentale (o post – punk per farla breve). Ma soprattutto la loro è una musica isterica, nevrotica, risultando fondata su una batteria (vera) che spara ritmi complessissimi e senza groove; su chitarre che praticamente devastano le orecchie dell’ascoltatore con un bel po’ di rumore e “riffs” ipnotici; su un basso più preciso e ordinato che rende meno caotico il tutto; e su un cantato terrificante caratterizzato principalmente da un sussurrio rantolante e minaccioso, che poi in “Cancro” viene sostituito a tratti da un urlo fastidiosamente piacevole. Come i Nastenka Aspetta un Altro, anche i Preti Pedofili sanno come differenziare i propri pezzi, seppur in modo un poco più subdolo, e in questo sono da menzionare alcune pause molto atmosferiche e cattive di “Cancro”. Le liriche, anche queste in italiano, sono meno comprensibili di quelle dell’altro gruppo, e per questo consiglio di gustare i Preti Pedofili con un bel paio di cuffie, così da rendere giustizia al loro folle immaginario.

Tirando le somme, di questo split mi sono piaciuti soprattutto gli introspettivi Nastenka Aspetta un Altro, che mi hanno emozionato decisamente di più, nonostante la maggior esperienza accumulata dai Preti Pedofili, che adesso se ne sono usciti addirittura con il loro primo album intitolato “L’Age D’or”. Comunque sia, fatevi un favore comprando questo split di circa 16 minuti che non ve ne pentirete… a meno che non vogliate farvi aumentare il mal di testa senza prevedere quello che vi spetta ascoltando i Preti Pedofili!

Voto Nastenka Aspetta un Altro: 80
Voto Preti Pedofili: 77

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Impero/ 2 – Patto con la Bimba Bianca/ 3 – C’est femme l’autre nom de dieu/ 4 – Cancro

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