Split autoprodotto (2013)
Ragazzi, stanotte sono stato martoriato da una cicala (o era un grillo?) fino alle 4 di mattina. Dopodichè, per chiudere in bellezza, al mio raffreddore con tosse si è aggiunto un mal di testa palloso che ora, fortunatamente, è abbastanza leggero e sopportabile. Perlomeno ieri sera, sacrificandomi sull’altare della musica, ho dato un’ultima ripassata a quest’interessantissimo split di 2 pezzi per banda prima di scrivere questa recensione che vi state apprestando a leggere. Però, vi devo avvisare che non solo lo split non c’entra un fico secco con il metal (estremo), seppur sia per metà bello estremo secondo i canoni variegati di Timpani allo Spiedo, ma è pure composto da 2 g ruppi molto diversi l’uno dall’altro, cosa che in uno split più tradizionale accade raramente.
Formazione (2012): Alfonso Errico – voce;
Leonardo Albanese – chitarra;
Mauz Cavaliere – basso;
Wadir Marchesiello – sintetizzatori.
Località: Foggia, Puglia.
Miglior brano: “Patto con la Bimba Bianca”.
Punto di forza del gruppo: la voce che trascina e trascina risucchiandoti nelle sue immagini.
La prima banda risponde al curioso nome di Nastenka Aspetta un Altro, che ha debuttato discograficamente l’anno scorso con un ep. La sua musica è a dir poco rilassante e tetra allo stesso tempo. Non c’è una vera e propria batteria, più che altro si tratta di beats minimalisti e lenti, mentre la chitarra è un po’ noisy e un po’ melodica, intessendo spesso trame malinconiche. In certi casi, il lavoro di chitarra può ricordare quello dei fiorentini Maelstrom, i cui due dischi sono stati recensiti tempo addietro proprio su queste pagine. Tale similitudine trova conferma anche nella voce, che più che cantare parla, in modo cupo e pensieroso in “Impero”, e in maniera più confidenziale e a tratti grintosa in “Patto con la Bimba Bianca” (qui il cantante introduce addirittura la canzone dicendo esplicitamente il suo titolo). Ragion per cui, l’ascoltatore viene trascinato dalle immagini evocative della voce, anche perché i testi sono molto belli e pure positivi (come quello di “Patto con la Bimba Bianca”). Ma non dimentichiamoci dei sintetizzatori, i cui astrattismi ora scuri ora più rassicuranti e ambient interpretano ogni volta benissimo il mood delle canzoni. Non saprei definire la loro musica, che forse è una specie di trip – hop molto atmosferico.
Formazione (2011): Andrea Strippoli – voce/chitarre;
Enrico Romano – chitarra baritona/basso;
Francesco Strippoli – batteria.
Località: Foggia, Puglia.
Miglior brano: “Cancro”.
Punto di forza del gruppo: anche in questo caso la voce, stavolta per la sua subdola violenza.
I Preti Pedofili, che hanno già pubblicato due EP, sono di tutt’altra pasta, anche perché li trovo molto più facili da etichettare. Suonano una via di mezzo fra il jazz, il noise e il punk sperimentale (o post – punk per farla breve). Ma soprattutto la loro è una musica isterica, nevrotica, risultando fondata su una batteria (vera) che spara ritmi complessissimi e senza groove; su chitarre che praticamente devastano le orecchie dell’ascoltatore con un bel po’ di rumore e “riffs” ipnotici; su un basso più preciso e ordinato che rende meno caotico il tutto; e su un cantato terrificante caratterizzato principalmente da un sussurrio rantolante e minaccioso, che poi in “Cancro” viene sostituito a tratti da un urlo fastidiosamente piacevole. Come i Nastenka Aspetta un Altro, anche i Preti Pedofili sanno come differenziare i propri pezzi, seppur in modo un poco più subdolo, e in questo sono da menzionare alcune pause molto atmosferiche e cattive di “Cancro”. Le liriche, anche queste in italiano, sono meno comprensibili di quelle dell’altro gruppo, e per questo consiglio di gustare i Preti Pedofili con un bel paio di cuffie, così da rendere giustizia al loro folle immaginario.
Tirando le somme, di questo split mi sono piaciuti soprattutto gli introspettivi Nastenka Aspetta un Altro, che mi hanno emozionato decisamente di più, nonostante la maggior esperienza accumulata dai Preti Pedofili, che adesso se ne sono usciti addirittura con il loro primo album intitolato “L’Age D’or”. Comunque sia, fatevi un favore comprando questo split di circa 16 minuti che non ve ne pentirete… a meno che non vogliate farvi aumentare il mal di testa senza prevedere quello che vi spetta ascoltando i Preti Pedofili!
Voto Nastenka Aspetta un Altro: 80
Voto Preti Pedofili: 77
Flavio “Claustrofobia” Adducci
Scaletta:
1 – Impero/ 2 – Patto con la Bimba Bianca/ 3 – C’est femme l’autre nom de dieu/ 4 – Cancro
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