sabato 9 gennaio 2010

Bloodshed - "After Midnight" (2008)


Una volta, durante le mie scampagnate su quel colosso di Metal-Archives ed esattamente nella lista giorno per giorno, trovai questo gruppo chiamato Bloodshed (se ci fate caso, sono tantissime le formazioni con un nome simile). Ma il bello doveva ancora arrivare, dato che in effetti, da un nomignolo di tal fatta mi aspettavo dei ragazzi tutti chiodati esponenti di un black/death quantomai violento e senza compromessi. Ed invece…appena si è nella loro scheda si vedono 6 sardi perfettamente “normali”, tra cui addirittura un tastierista, ed il problema è che c’è scritto che realmente loro suonano la musica sopraccitata, benché per me siamo da tutt’altra parte anche se comunque sempre di estremo si tratta. Quindi, passata la sorpresa, secondo me l’estetica dei Bloodshed si può spiegare contando le più differenti influenze che io personalmente ho ravvisato cammin facendo. Ma andiamo con calma.
“After Midnight”, autoprodotto nell’anno di grazia 2008, è la primissima creatura del sestetto, formatosi, tra Ozieri e Sassari, nel lontano 2005 ed attualmente costituito da Seb voce, Gabriele e Davide chitarre, Fede basso, Alberto batteria, ed Andrea nel ruolo di tastierista, ed esso, per quanto debutto ufficiale, è addirittura un album, cosa a mio avviso rischiosa per un gruppo alle prime armi dato che così si impiegano parecchi soldi più del dovuto lasciando la gavetta a suon di demo che permettono non solo di fare le cose pian piano e con ragionata gradualità ma anche di personalizzare almeno un minimo la propria proposta musicale, ma comunque secondo me i nostri sono riusciti a partorire un lavoro apprezzabile, seppur io rintracci qualche ingenuità di troppo piuttosto fastidiosa. L’album è composto da 7 pezzi (compresa l’intro) dove trova posto a mio parere una specie di black metal sinfonico spesso melodico ed intriso di un romanticismo tra l’altro classico di questo genere, e mi sembra che per la maggiore sia orientato verso i tempi medi. Ma la definizione di cui sopra forse risulta un po’ stretta, visto e considerato che, come già osservato, sento le più disparate influenze, che possono andare dal death metal (“Eternal Night”) alla musica elettronica (principalmente in “Darkness of the Soul” ed "Immortal Dreams”), oppure al metalcore (“Anonymous” ed “Immortal Dreams”) e non solo. Ciò significa che questi giovini si esprimono dimostrando una buona gamma di differenti situazioni, sperimentando in tal modo spesso e volentieri e secondo me un coraggio simile è già encomiabile di suo, trovando così di solito una maniera per differenziare, almeno dal punto di vista delle sonorità proposte, un brano dall’altro. Bisogna segnalare che questi ragazzi sardi tecnicamente parlando se la cavano veramente molto bene. Strutturalmente i vari pezzi che costituiscono l’opera si presentano decisamente dinamici, con le soluzioni che solitamente vengono ripetute per un numero di 2/4 battute (ed ovviamente qui conto pure le loro modificazioni, sia a livello ritmico che di riffing), anche se non ne mancano di una sola (opzione piuttosto frequente, e credo che sia assente nella sola “Eternal Night”) o di 3 (come in “Alive in Destruction”). L’andamento si rivela piuttosto libero e spesso poco avvezzo a seguire una sequenza rigida di soluzioni che si susseguono durante il prosieguo del discorso, ma altresì faccio notare che l’unico episodio che segue uno schema strofa-ritornello, veramente rigido seppur non esattamente classico, è proprio il già sopraccitato “Alive in Destruction”), che rimane fedele ai seguenti passaggi consequenziali: 1 – 1 mod. – 1 – 1 mod. – 2 – 3 – 4 – 4 mod. – 4 ancora mod.. In tale solo esempio vengono riprese quindi tutte le soluzioni, separate, dopo la prima botta, dall’iniziale passaggio opportunamente modificato come una specie di pausa-ponte con la successiva variazione. Ma dopo 4 minuti e dieci secondi, si fa vivo un 5° passaggio, più e più volte variato ma mai su tempi veloci, e tutto questo si perpetua per qualcosa tipo ben 2 minuti. Un altro brano in un certo senso lineare è “Immortal Dreams”, il quale, se non sbaglio, è costituito da 3 differenti soluzioni e poggia, anche se debolmente rispetto ad “Alive in Destruction”, la sua esistenza sul dittico 1 anc. mod. – 2, solo che nella seconda volta in cui esso si riaffaccia il 2 viene modificato, se non erro, persino per 5 volte e tutte queste variazioni vengono sottoposte ad un'unica battuta. Tra l’altro, mi sono reso conto che “Immortal Dreams” è anche la canzone che presenta meno passaggi se si confrontano con gli altri, sempre oscillanti più o meno fra i 5 ed i 7 (“Infernal Melody”, a meno che io non dica una cazzata). A mio avviso, è interessante segnalare che pochissimi di essi vengono ripresi durante un brano, magari presentando una sequenza come il 3 – 3 mod. – 3 – 3 mod., seppur un po’ libera dato che nella seconda apparizione il 3 mod. è sottoposto, essendo variato, da 2 battute in luogo delle 4 di prima. Solo in “Alive in Destruction”, “Anonymous” e sempre “Immortal Dreams” i momenti finali sono contrassegnati da una soluzione suonata precedentemente, e negli ultimi due casi finiscono proprio il pezzo. Parliamo adesso della produzione, che mi è piaciuta molto, offrendo a noi comuni mortali un suono pulito e spesso e volentieri con un buon equilibrio fra i vari strumenti, anche se il tutto mi sembra si concentri maggiormente sul trio voce/chitarre/batteria, e tra l’altro le tastiere, fulcro principe del black sinfonico (grazie alla minkia!) sono non poche volte seppellite dagli altri compagni. La produzione è comunque orientata su frequenze piuttosto alte, quindi consiglio agli interessati di sentire l’album a volumi che non possano distruggere più del dovuto i poveri timpani, un po’ come avviene con “Lucifer Rising” dei Kaamos.
L’opera parte con “Epic Gods”, ossia una vera e propria intro lunga all’incirca un minuto e mezzo, che per la verità mi sembra più adatta per un gruppo dai toni sì romantici ma sognanti come gli Streben od i Summoning che per una formazione che atmosfericamente parlando mi riporta alla mente sempre qualcosa di morboso e vampiresco, indipendentemente dalle tematiche trattate, come, appunto, i Bloodshed. L’intro proposta, dominata da un flauto (o sbaglio?) ed accompagnato da due tipi di tastiere, tra cui anche un piano, si snoda attraverso melodie che definirei soavi, abili ad immergermi in un’atmosfera da sogno, quasi come la rappresentazione in musica dell’Eden, ma il bello è che riesce nell’impresa di farlo in così poco tempo, e qua mi complimento decisamente con il sestetto. Sto pensando comunque che questo pezzo, molto diverso dal punto di vista emozionale dagli altri, possa essere interpretato un po’ come la classica quiete prima della tempesta, dove il successivo “Alive in Destruction” funge da momento in cui l’illusione dell’Eden viene completamente e definitivamente distrutta, oppure come la falsa e crudele compassione del mondo degli inferi verso l’umanità. Ciò che mi sembra sicuro è che il brano da poco citato mi pare uno dei più cupi del lotto.
E’ finalmente arrivata l’ora dell’analisi strumento per strumento e, come ormai da tradizione, si parte dalla voce. Devo fare le congratulazioni a Seb, artefice di una voce, come dire, molto passionale, dato che l’avverto abbastanza versatile da cambiare tono anche improvvisamente e con una bella violenza, ed a tal proposito, soprattutto sia nelle parti urlate che nei grugniti, il paragone con molte voci del black sinfonico mi viene in pratica naturale, con relativi vocalizzi più bassi che a dir la verità non mi paiono poi così intensi, ormai caratteristica del metallo nero, seppur secondo me sono d’effetto, quasi la bestia che con voce catacombale vuole entrare nelle viscere più abissali, siano esse mentali e/o fisiche, della vittima. Il nostro può sembrare un posseduto diviso tra l’essere un umano ed il dover soffrire e combattere contro il diavolo che impietosamente cerca sempre di afferrarlo tra le sue maglie malvagie. Talvolta le urla vengono accompagnate da dei grugniti, ma ho ravvisato un problema proprio riguardo questi ultimi dato che non sempre li sento così a meraviglia, un pochino seppelliti dagli altri strumenti. In una canzone come “Immortal Dreams”, le urla, più basse del solito, divengono in un certo senso soffocate, in una maniera che mi rimanda alle ridondanti evoluzioni del nano più amato/odiato della storia del Metal, ossia Dani Filth (ti credo, ci voleva tanto per capirlo?). Altre volte, si gioca con la carta di un rischio ben maggiore, cioè l’uso della voce pulita sia in “Alive in Destruction” che “Immortal Dreams”, piuttosto melodica ed intonata ma se non erro è anche un pochino statica per quanto riguarda il tono proposto. Linee vocali a mio parere buone, specialmente quelle di “Alive in Destruction”, secondo me decisamente intense e dinamiche. Discorso chitarre: la prova vomitata dalle due asce mi piace prima di tutto dal punto di vista tecnico, e ciò è anche una conseguenza della lodevole varietà e fantasia del riffing, differenziando così a mio avviso bene ogni canzone, come già osservato. I Bloodshed, come molti gruppi di black sinfonico, alternano con una buona regolarità soluzioni indubbiamente black (a tal proposito, secondo me è “Alive in Destruction” l’esempio più valido) ad altre più di stampo gotico, e forse gli interventi di quest’ultimo tipo sono frequenti in misura maggiore. Riffs particolarmente violenti ne ho ravvisato piuttosto pochi, come quello, abbastanza tecnico e rabbioso, di “Alive in Destruction”, oppure quelli, concentrati sulle note alte, uno più death mentre l’altro probabilmente più black, di “Eternal Night”. In “Anonymous” ed, in misura maggiore, in “Immortal Dreams” ho rintracciato persino situazioni di impronta metalcore in senso melodico, e nel primo dei casi il riff è lunghissimo, similmente a quello portante di “Alive in Destruction”. A mio parere, ci sono pure tracce di epicismo, ma non troppo, heavy metal come negli iniziali secondi di “Eternal Night”, mentre parti grooveggianti mi sembra ce ne siano poche, ma io menzionerei in maniera speciale una che paradossalmente mi ha ricordato in un certo senso gli statunitensi Inhuman (un gruppo ormai sciolto che suonava un death/doom basato molto sul groove, appunto), presente in “Immortal Dreams”. Un aspetto che apprezzo molto dei Bloodshed è l’uso, decisamente moderato, della chitarra solista, che propone sovrapposizioni di riffs a mio avviso piuttosto buoni, e da tal punto di vista valgono brani come “Alive in Destruction” e l’ultimo “Infernal Melody”. Nel primo caso, nella parte finale ad un certo punto ci sono addirittura 3 chitarre, una delle quali segue in pratica le melodie della tastiera, come in fin dei conti succede, seppur in forma meno rigida e più libera, nel secondo brano considerato, e tra l’altro stavolta viene dimostrata una tecnica veramente degna di nota, dinamici come sono i motivi proposti che si susseguono uno dopo l’altro. In altre occasioni vengono dati in pasto agli ascoltatori veri e propri assoli, ma ciò che mi sorprende piacevolmente è che non soltanto al sottoscritto essi paiono qualitativamente validi ma anche il fatto che solismi di tal fatta non se ne sentono di così tanti in una formazione di metal estremo. Si pensi infatti all’assolo, breve ma non troppo, di “Darkness of the Soul”, che secondo me, melodico e romantico com’è, potrebbe andare benissimo per Steve Vai, ma messe in tal modo le cose pure l’assolo, un pochino più lungo, di “Eternal Night” non scherza affatto. Un virtuosismo, quest’ultimo, che strutturalmente parlando mi si presenta piuttosto particolare dato che nasce da un riff finendo successivamente tale, presentando così un discorso veramente più lungo del solito, mentre il primo poc’anzi citato viene generato da un assolo di chitarra acustica. Eh sì, anche questa è presente, sia nella parte centrale del brano sopraccitato (in cui si fa viva pure una chitarra ritmica) e come introduzione di “Anonymous”, ed in quest’ultimo caso vengono ricamati arpeggi melodici a mio avviso ancor più sorprendenti che nel caso precedentemente menzionato, molto snelli e romantici, un po’ malinconici. Da pelle d’oca! Urge adesso segnalare che gli assoli non si esprimono mai, chi più chi meno, su un accompagnamento di impronta metal, e questa cosa mi incuriosisce non poco. Insomma, se la voce mi impressiona molto, perché decisamente passionale, le chitarre invece se la cavano a mio parere bene con le melodie, seppur in tale circostanza ci sia secondo me qualcosa che non va come dovrebbe, ma questo sarà un futuro argomento di discussione, ergo pazientate un pochetto. Potere al basso. La sua prova mi è abbastanza piaciuta, e da questo punto di vista per me il miglior pezzo è “Alive in Destruction”, in cui tale strumento alcune volte segue in pratica i motivi della tastiera. Tra l’altro, esso ha un suono che lo ritengo particolare per il genere che in fin dei conti viene qui suonato, e non in poche occasioni si sente il movimento della mano sinistra (o destra, se Febe è mancino), facendomi sentire così molta umanità dietro tutto ciò, lontano dalla freddezza di certe opere (non che questa sia un male, anzi). L’unico problema, come già osservato, è che non sempre lo sento a meraviglia, ma stavolta con molta probabilità sono sordo io. Discorso batteria: a mio parere, è decisamente notevole il lavoro fatto da Alberto, in quanto spesso e volentieri è imprevedibile per quanto riguarda il variare almeno un minimo uno stesso pattern, contribuendo così a far divenire il tutto un calderone dinamico di soluzioni piacevolmente diverse l’una dall’altra. Però attenzione, non mi sembra di essere al cospetto di un batterista che possa rivaleggiare per inventiva con, per esempio, il funambolico Luca dei Mass Obliteration, dato che qui le situazioni sono ben più classiche, seppur la fantasia non penso manchi, anzi. Sentitevi a tal proposito certe evoluzioni di “Alive in Destruction”, od alcuni blast-beats a tratti spezzettati (almeno così pare a me…) di “Immortal Dreams. I ritmi sono spesso piuttosto lineari, ed i succitati blast-beats occupano uno spazio che oserei definire modesto, anche perché una canzone come “Darkness of the Soul” ne è completamente priva, ma quando ci sono a mio parere sono belli intensi. Per fortuna, quando si tratta di spaccare culi con i tempi veloci, Alberto ne sa sparare anche di diversi, come quello distruttivo con la cassa, per niente in doppia, che va in perfetta regolarità con i piatti, di “Eternal Night”, non a caso proprio durante i momenti di impostazione death metal, oppure quello di “Infernal Melody”, comunque ben più “tranquillo” e grooveggiante. Ed ora tocca alle tastiere, che per i Bloodshed credo che siano veramente molto importanti, dato che è ad esse che sono attribuite la maggior parte delle pause nel discorso musicale, se si pensa infatti a brani quali “Darkness of the Soul” (dove mi sembrano preannunciare l’attacco delle chitarre acustiche più l’assolo) ed “Anonymous” (in cui invece si esprimono insieme alle urla strozzate trattate in precedenza, e poi in coro con tutti gli strumenti). Sono le tastiere che introducono non solo all’album con “Epic Gods” ma anche a “Darkness of the Soul” (non a caso circa un minuto di spazio dominato) ed “Immortal Dreams” (intervento meno “pomposo” dato che si perpetua per qualcosa come 18 secondi). Sono le tastiere che vengono praticamente inseguite dagli altri strumenti, come succede in “Alive in Destruction” (basso poi anche una chitarra) ed in “Infernal Melody” insieme ad un’ascia solista…e sono proprio le tastiere che non poche volte sostituiscono le due asce nella costruzione di melodie, mentre le sue compagne fungono praticamente da “semplice” contorno ritmico. Ma a mio avviso sono importanti pure per un altro immenso motivo: sono proprio le tastiere che immergono l’ascoltatore, almeno personalmente certo, in un universo pieno di romanticismo e mistero da cui mi è difficile fuggire, anche perché non raramente penso si riempiano di un’aura dal sapore notturno, esprimendosi in qualche momento attraverso influenze che mi ricordano tremendamente la musica elettronica (“Darkness of the Soul” ed “Immortal Dreams” principalmente). A differenza di un altro gruppo di black sinfonico, seppur puro come i Demonia Mundi (recensiti entusiasticamente dal sottoscritto nel 3° numero di “Timpani Allo Spiedo”), se non sbaglio nei Bloodshed le tastiere possiedono un’importanza ben maggiore, anche se mi sento di dare un consiglio, ossia quello di provarci con esse pure in fase solista, magari intrecciandole con un assolo di chitarra. Ah, un’altra cosa: qui e là sento forse un’influenza data da certo power metal modernista oppure da certi tizi (da me odiati) chiamati Children of Bodom), come in “Immortal Dreams”, dove le tastiere offrono anche una variazione a mio avviso particolarmente interessante, donando così secondo me maggior intensità al tutto.
Ragazze e ragazzi, stavolta voglio un po’ cambiare, partendo subito da quelli che considero i difetti di “After Midnight”, e devo dire che non sono per niente pochi e spesso neanche così secondari, dato che nella maggioranza riguardano il finale dei vari pezzi. Infatti, a mio parere, i Bloodshed in fase conclusiva non ci sanno fare, vuoi per un motivo vuoi per un altro, e la cosa grave è che da questo punto di vista sono secondo me deficitarie addirittura 4 tracce su 7, il che mi fa un po’ innervosire. I problemi incominciano infatti con “Alive in Destruction”, brano che considero in pratica geniale fino all’ultima soluzione la quale dura per 2 minuti, e per fortuna, dico io, viene sottoposta a continue variazioni, pure ritmicamente anche se non si sfocia ma in tempi veloci, neanche accennandoli. Però, secondo i miei gusti, tale soluzione viene tirata un po’ troppo per le lunghe facendomi in questo modo annoiare non poco, ma scrivo tutto ciò anche perché il gruppo s’è lasciato completamente alle spalle un climax, giocato molto sulle chitarre, per me strabiliante, spezzando così la sua intensità ed il suo stesso discorso, secondo me non ancora concluso, ed infatti ogni volta che sento “Alive in Destruction” mi aspetto sempre, ma invano, un bell’assolo di proporzioni mitiche, magari in blast-beats. Le credenziali per un capolavoro c’erano tutte, a mio avviso. Passiamo ora a trattare “Darkness of the Soul”, canzone che mi è in misura meno fenomenale rispetto alla precedente ma altresì sempre degna di menzione soprattutto durante la parte centrale. Probabilmente, comunque, paradossalmente penso che sia da localizzare proprio qui un altro difetto, seppur un pochino secondario, e questo concerne l’assolo di chitarra elettrica, forse non auto-conclusosi. Chissà come veniva fuori se si aggiungeva anche basso e batteria, oppure, più semplicemente, se si faceva continuare insieme all’attacco della musica proposta. Per quanto riguarda invece la conclusione del brano, anche qui credo si pecchi di prolissità come nel pezzo precedente, riproponendo così delle variazioni, stavolta quantitativamente minori, all’ultima soluzione, senza che mi si presenti qualcosa che mi faccia sussultare definitivamente, e tra l’altro finendo il tutto in maniera altamente brusca. Poi c’è “Eternal Night”, che a mio avviso possiede uno dei finali più fallimentari di tutta l’opera, visto e considerato che si “conclude” con quella che definisco una vera e propria fuga strumentale che secondo me dovrebbe fungere in questo caso da ponte per un passaggio successivo, magari riprendendo uno già eseguito. Ed adesso tocca ahimè ad “Anonymous”, che per me ha dei picchi geniali, degnamente rappresentati da una pausa che interessa prima una chitarra (che stranamente intona un riff che mi sembra un plagio, ma il problema è che non mi ricordo da dove io l’abbia già sentito) e poi tastiere e voce, permettendo così al tutto di farsi sentire su un tempo lento che prima o poi sembra esplodere. Esplosione che poco successivamente si realizza concretamente, distruggendo tutto e tutti con blast-beats che mi paiono lame sottilissime, adagiarsi entro tempi medi. Questo è un climax a mio parere sudatissimo, dato che il gruppo ha aspettato tanto ma secondo me a sufficienza per sferrarlo, preoccupandosi più di far interiorizzare completamente pian piano la pausa + il tempo lento di cui prima. Paradossalmente però per me c’è un difetto…praticamente irrilevante che ho riscontrato durante la sola chitarra, il cui riff viene in pratica spezzato dalle tastiere per poi riprenderlo, un po’ modificato, poco dopo. Ciò è secondo il mio punto di vista un difetto altamente irrilevante perché in fin dei conti il gioco soprammenzionato secondo me funziona piuttosto bene, e quindi chissenefrega. Ma rimane il problema del finale, a mio avviso qua totalmente fallimentare e giostrato malissimo. Non a caso infatti, dopo quel grandioso assalto sembra che il pezzo finisca per quanto mi riguarda in maniera dignitosa. Ma no, dato che quella è soltanto una pausa, tra l’altro anche un po’ lunghetta, spezzando così secondo me fin troppo la potenza sprigionata poc’anzi. Poco dopo, si propongono altri tempi veloci molto black, con un gioco di tastiere che definirei devastante e meraviglioso, ma tutto ciò, ai fini del pezzo, mi sembra pressoché inutile. Ma se per il gruppo era un passaggio così indispensabile, si poteva forse mettere la batteria nella pausa con una rasoiata rapida ma potente sul rullante, con la “sola” e secondo me necessaria funzione di ponte con i momenti subito successivi in modo da intensificarli, ma ormai….
Tale cambiamento strutturale nella recensione mi è servito soprattutto per introdurre e spiegare fin da subito quale sia per me il pezzo migliore del lotto, che potenzialmente poteva essere “Alive in Destruction” oppure “Anonymous” (più la prima però in quanto per me più intensa), ma visto e considerato che concretamente possono salire sul podio…l’intro (il che non mi sembra rispettoso nei confronti del gruppo intero), “Immortal Dreams” ed “Infernal Melody”, ma è proprio qui che mi sorge un altro annoso problema: “Infernal Melody” è una strumentale e curiosamente fra tutte le canzoni la considero in atto la migliore dell’opera, considerando che è a mio avviso un climax quasi continuo e giocato molto sulle tastiere, secondo me registe di tale episodio, e la chitarra solista la quale segue spesso, con sprazzi indipendenti, le prime, facendomi così immergere in un’atmosfera movimentata e dinamica, e pure la batteria, dopo circa 2 minuti, contribuisce al tutto offrendo agli ascoltatori anche un tempo veloce ma non troppo, quasi medio, con un lavoro sulle cassa a mio avviso bellissimo. Ma essendo “Infernal Melody” una strumentale, e scegliendola come momento migliore dell’album, manderei praticamente a quel paese il cantante, ergo non mi resta che scegliere per “Immortal Dreams”, che sinceramente non mi ha entusiasmato come i pezzi che mi regalano più intensità, anche se sicuramente non lo butterei via, avendo alcune intuizioni che considererei persino geniali. Né violento né tanto melodico, esso, se non erro, è il brano più povero per quanto concerne le soluzioni proposte, e mi piace particolarmente nel finale, giocato praticamente sulle variazioni continue, ognuna sottoposta ad una sola battuta, del 2° passaggio, cronologicamente parlando. Variazioni che possono essere sia su blast-beats che su tempi lenti, e quindi tutto mi risulta piacevolmente imprevedibile. Personalmente, è degno di menzione (come al solito fra l’altro) il lavoro sulle tastiere, a cui è attribuita pure un’importante variazione, che rende secondo me più intenso e potente il tutto.
Per quanto riguarda il principale punto di forza del gruppo, pure qui la scelta mi è stata veramente difficile. Prima ho pensato infatti che esso fosse rappresentato dalla fantasia che i Bloodshed si portano appresso, seppur non mi pare poi così accentuata come in altri gruppi qui recensiti, come i Nimroth oppure i Deprogrammazione (altra realtà simile al sestetto sardo per resa qualitativa, pur non avendo così tanti problemi in fase conclusiva), però a mio avviso non viene giostrata così a dovere, ed i finali tirati fuori me lo dimostrano tanto che alle volte i nostri praticamente si paralizzano ripetendo in modo diverso una stessa soluzione (“Alive in Destruction” e “Eternal Night”). Come seconda cosa ho preso in considerazione la melodia, altresì non poi così “esagerata” come mi è capitato di sentire nell’ultimo demo dei grandi Confusion Gods, e comunque credo che, riallacciandomi con il discorso poc’anzi fatto, venga spesso calibrata in malo modo, oltre al fatto che sì mi trasmette qualcosa ma fino ad un limite ben preciso (vabbè, tranne soprattutto per “Infernal Melody”, a mio parere, una girandola di emozioni). Alla fine, ho scelto per le tastiere, strumento importantissimo per vari motivi, ed anche piuttosto versatile nelle situazioni, permettendo così all’ascoltatore più esigente di non immergersi in un mare di noia, e tra l’altro credo che sappiano essere molto più tecniche e fantasiose che nei già citati Demonia Mundi.
Tirando le somme, i Bloodshed li considero sì un gruppo interessante, ma con molte mele attaccate su di loro per la gioia più sadica degli arcieri, e la cosa più curiosa è che a mio avviso molti dei loro pregi sono contemporaneamente dei difetti, come spero si sia capito nella ricerca del principale punto di forza del gruppo. Il difetto per me più importante è ovviamente la conclusione dei vari pezzi, e quindi consiglio a questi ragazzi di porre una maggiore creazione di nuove soluzioni da mettere sul piatto, magari sfoggiando un poco più di tecnica da parte delle due asce con un’importanza maggiormente accentuata sugli assoli, qualche volta pure intrecciati così da aumentare il senso melodico, di potenza ed intensità…Vabbè, i provvedimenti da fare penso che siano moltissimi e di varia natura, e forse è meglio avvicinarsi a quanto fatto in “Infernal Melody”, ergo è meglio aspettare con pazienza la prossima opera di questi ragazzacci sardi, e per ora propongo un voto riempito anche da molta fiducia. Dolce attesa.

Voto: 67

Claustrofobia

P.S.: faccio notare che “Eternal Night” viene sì introdotta da una chitarra acustica ma prima di essa si sente un suono piuttosto chiaro e continuo, facendo sentire poco dopo, insieme al primo, dei passi e successivamente una porta che forse viene aperta.

Tracklist:

1 – Epic Gods/ 2 – Alive in Destruction/ 3 – Darkness of the Soul/ 4 – Eternal Night/ 5 – Anonymous/ 6 – Immortal Dreams/ 7 – Infernal Melody

MySpace:

http://www.myspace.com/ozieribloodshed

giovedì 7 gennaio 2010

Intervista Bunker 66


I Bunker 66 al gran completo. Da sinistra verso destra: Desekrator of the Altar, Bone Incinerator e Damien Thorne.
--------------


1) Weilà ragazzuoli, come la va? Tutto bene? Presentate i Bunker 66 ai lettori di “Timpani Allo Spiedo”.
Desekrator of the Altar, batteria: Ciao, tutto ok qui! Ci siamo formati nel 2007 per nessun preciso motivo, ascoltiamo la stessa roba e siamo dei nerd.

2) Di cosa trattate esattamente nei testi e chi li scrive? Da cosa traete ispirazione per farli e, dal punto di vista formale, da quale gruppo siete maggiormente influenzati?

I nostri testi sono abbastanza intelligenti, parliamo di metal… e poi odiamo il Vaticano. Li scriviamo io e Damien Thorne, due menti brillanti! Siamo influenzati molto dai Venom!

3) Ma i vostri testi in che modo dovrebbero venire interpretati? Nel senso se voi siate veramente satanisti, e perché, inoltre, parlate anche di argomenti anche piuttosto pesantini come il nucleare? A tal proposito, si può considerare soltanto semplice cazzeggio o c’è una specie di sottile denuncia? O tutto si riallaccia alla tradizione ironica e goliardica dei Venom?

Non credo che ci sia bisogno di interpretarli in quanto sono testi stupidi. Il satanismo pacchiano è decisamente divertente e per quanto concerne il nucleare, il nostro è tutto cazzeggio post-visione “Toxic Avenger” (questo è il titolo di un film “di culto” statunitense uscito nel 1985. Nda Claustrofobia). Insomma è ironia come dici tu eheh!

4) Come avviene la composizione dei vostri pezzi e quanto è durata la loro stesura? Chi li compone? Quale è stato il pezzo che vi ha dato più, come dire, “rogne”, e ci sono state per caso anche delle litigate durante questa fase?
Bone Incinerator fa i riff e poi ci vediamo insieme in sala per plasmare il tutto. I pezzi di “Out Of The Bunker” sono usciti tra il 2007 e i primi mesi del 2009. Niente rogne, niente litigate.

5) Dove avete registrato invece i pezzi ed in quanto tempo? Da questo punto di vista, c’è stato un pezzo più difficile rispetto agli altri?

Li abbiamo registrati in sala prove in un paio di settimane. Non c’è stato un pezzo più difficile.

6) A mio avviso, la vostra musica può essere considerata un black/thrash veramente marcio, puzzolente e tremendamente intenso, orientato per la maggiore verso i tempi veloci, pur proponendone con una buona frequenza di più medio-lenti, e che si presenta sufficientemente vario e fantasioso, magari tirando fuori incubi doom oppure addirittura un po’ di black/death a là Black Witchery (“A Can of Zyklon Please”). Mi piacciono poi veramente molto gli assoli, che mi sembrano più che altro heavy metal, e che di solito fanno sfoggio di sé con delle melodie allegre e birraiole cozzando così a mio parere piacevolmente con il riffing stesso, spesso “cattivo”. Strutturalmente ogni canzone rispetta lo schema strofa-ritornello, anche se ognuna da questo punto di vista presenta una buona individualità. Tra l’altro, mi garba tanto pure la produzione, con tutti gli strumenti messi bene in risalto, con il basso poi che con il suo suono che secondo me aumenta notevolmente la già ben presenta atmosfera marcia. Ora, mi sono dimenticato forse di qualcosa? Ma da chi siete influenzati principalmente? Io vedo spesso e volentieri l’influenza degli Hellhammer, anche nelle fasi doom, come degli Horned Almighty.

Hai centrato il bersaglio, siamo influenzati da tanti gruppi, tra i quali ovviamente ci sono anche gli Hellhammer e i Celtic Frost. Gli Horned Almighty sono simpatici, ma non rientrano tra le nostre influenze.

7) La canzone che più apprezzo è decisamente “Radioactive Bath”, in quanto la considero come quella più intensa di tutte (non a caso strutturalmente parlando è la più elementare del lotto), ma anche perché c’è un rallentamento doom che secondo me è il migliore dell’opera, un rallentamento veramente catacombale che lentamente diventa più violento. Tale brano mi pare abbia un pregio in più: si regge benissimo anche senza l’assolo, invero presente nelle restanti canzoni. Tra l’altro, pure le linee vocali, specialmente il ritornello, non scherzano per niente. Ora, siete d’accordo? Perché “Radioactive Bath”, in effetti, non ha l’assolo? Come è nato questo brano comunque? Se no, secondo voi, quale ritenete sia il miglior pezzo di tutto il lotto e perché?

Non saprei dirti, il pezzo non è male: è semplice, divertente e senza fronzoli. Non sappiamo perché non ci sia l’assolo, è uscita così. Non ricordo come sia nato. Il pezzo migliore secondo noi è “Metal Redentor”, è uscito in pochi minuti e ci è piaciuto subito.

8) Vorrei trattare ora quello che personalmente reputo quale il brano più particolare di “Out of the Bunker”, in quanto è l’unico che è fondato maggiormente su tempi medi piuttosto catacombali e più “cattivi” del solito. A tal proposito, perché è così diverso dagli altri, e quale è stata la sua genesi? Però ci sono delle cose che poco mi convincono, sperando che le critiche che adesso vi farò vi sembreranno sensate. La prima riguarda l’ultima ripresa del 1° riff, che viene ripetuto per 2 volte, precedendo per l’ultima occasione il ritornello. Personalmente, credo che il primo poteva essere ripetuto ancora per altrettante volte, in modo da essere meno brusco e per immergere ulteriormente l’ascoltatore nell’atmosfera catacombale di cui sopra. Inoltre, non mi piace il finale, in quanto mi sa un pochetto di inconcludente, ed infatti penso che si poteva fare meglio proponendo magari poco dopo dei blast-beats con tanto di voce e poi di un bell’assolo schizofrenico. Insomma, come rispondete a queste critiche (sempre se una risposta sia possibile)?

Non ci ricordiamo della sua genesi e non saprei darti una risposta concreta, il pezzo è uscito così, forse con le modifiche da te elencate sarebbe uscito meglio, chi lo sa…

9) Invece, per quanto riguarda il vostro principale punto di forza, penso che esso sia rappresentato dalla immane intensità di cui è totalmente pregna la musica che proponente, anche perché si presenta con una bella dose di groove, e questo a livello veramente globale (persino nella voce a mio avviso). Condividete ciò che affermo? Se no, a vostro avviso, quale è il principale punto di forza vostro?

Condividiamo e ci fa piacere che tu l’abbia notato!

10) Mi interessa anche in modo particolare anche la voce, decisamente varia e fantasiosa, anche perché mi piace specialmente l’effetto-lontananza, con annesso riverbero, innestato sul cantante, che gli regala una notevole aura di malignità, quasi per rappresentare idealmente l’imprendibilità del Male, che in questo caso è come aria. Siete d’accordo con quanto affermo? Qua invece mi rivolgo direttamente a Damien Thorne: ma da quali cantanti sei influenzato e quali ne sono i tuoi preferiti? Apprezzo anche molto quella voce a là Volker Frerich dei Warhammer che precede ogni volta l’assolo, magari pronunciando persino il nome di Bone Incinerator come accade in “Walpurgisnacht”, ed il fatto curioso è che essa è stata messa nei brani più opposti dell’ep. Per quale motivo? Forse a questa voce gli avete dato un messaggio d’apertura e di addio? In "Metal Redentor", se non sbaglio, ci sono dei cori oi! Per quale motivo?
Siamo d’accordo. Damien mi ha detto che è influenzato da Cronos e Jeff Becerra, quella voce alla quale ti riferisci sono io. Non c’è nessun motivo, sono tutte idee sorte sul momento. I cori oi! sono su “Blasphemous Ignorance”, ci stanno bene!

11) Parliamo adesso del titolo della vostra opera. Perché proprio “Out of the Bunker” e che significato possiede? Ci sono state altre proposte prima e casomai perché sono state scartate?

“Fuori dal bunker”, è stata la nostra prima “uscita” dalla sala prove. Non ci sono state altre proposte.

12) La copertina mi sembra veramente molto ironica, e specialmente riguardo Desekrator of the Altar. Dove avete scattato la foto e perché avete scelto proprio questa? In questo caso, altre proposte ci sono state e perché non le avete accettate?

Abbiamo scattato la foto sui colli qui a Messina. Abbiamo scelto questa perché ci piace. La copertina per Reinig Records sarà diversa, se ne sta occupando Sean degli Impaled, che ringraziamo!

13) Questa è una domanda un po’ provocatoria (ma mica tanto ormai), però perché utilizzate l’inglese, lingua forse un po’ troppo stra-abusata ed anche innaturale per gruppi non-anglofoni? E se provate a fare un esperimento in italiano, come 2/3 di voi fanno negli AlterAzione?

Non saprei dirti, non abbiamo pensato neanche a questo, facciamo schifo eheh!

14) C’è una ragione per il quale “Out of the Bunker” non è un demo ma un ep?

No. (Cazz…Nda Claustrofobia)
15) Siete soddisfatti del risultato raggiunto o volete cambiare qualcosa? Come stanno andando la critica ed il pubblico?

Siamo soddisfattissimi, il cd sembra piacere molto e non ci aspettavamo davvero tutti questi responsi positivi, ci fa davvero molto piacere!

16) Chi ha scelto il nome del gruppo e quale è il suo significato? Ci sono state altre proposte prima di decidere per quello attuale e potete dire per quale motivo sono state rifiutate? I due 66 hanno una valenza ironica per caso?


Non ricordo chi lo scelse, io o Bone se non ricordo male. Il nome ha un significato molto evil che non sveleremo!

17) Chi ha fatto il logo e cosa volete che esso trasmetta? Ci sono…vabbè, le stesse successive 2 domande della 16 (ho una fantasia a volte ihih).

Il logo lo ha fatto Damien Thorne, si diverte a disegnare!

18) Volete raccontarmi di un vostro concerto-tipo?

Quattro gatti, locali di merda e i proprietari di questi che meritano total death!

19) Questa è una domanda per Bone Incinerator. Prima di militare nei Bunker 66 hai suonato con qualche altro gruppo, registrando e/o pubblicando qualcosina?
Bone Incinerator, chitarra: Ho suonato death metal con gli Exhuman e registrato con loro un demo, un EP e un full lenght. Dopo ho avuto un progetto solista chiamato Oblihate, sempre death metal. Ho fatto un demo.

20) Da quanto tempo suonate i vostri rispettivi strumenti e quanto vi esercitate al giorno?
Damien Thorne suona il basso da una vita, almeno 20 anni credo. Bone non me l’ha voluto dire, io da 8 anni circa, ci esercitiamo poco, siamo pigri!

21) Una domanda cojona: quale è stato l’evento più esilarante che avete vissuto come gruppo?

Guardare ‘The Big Bang Theory’, una serie TV che consiglio vivamente!

22) Dato che la vostra musica ha radici antichissime, che pensate delle forme metalliche più moderne, specialmente quelle estreme? Hanno aggiunto e/o perso qualcosa rispetto alle sonorità più datate?
Discorso lungo questo, posso solo dire che in linea massima ascoltiamo roba fino al ’96 circa, raramente qualcosa di nuovo ha stuzzicato il nostro interesse. Tanto metal moderno puzza troppo di plastica ormai, manca feeling, manca atmosfera.

23) Quale è il vostro senso dell’evoluzione? Secondo voi un gruppo deve cambiare almeno un pochetto la propria musica per rendersi ancora interessante negli anni?

Non necessariamente. L’importante è che tutto sia naturale e sincero.

24) Come deve essere il metallaro-tipo di oggi, a vostro parere?

Non ho idea, alla fine ognuno fa quel che vuole.

25) Cos’è cambiato per voi a livello sociale nella scena metallica rispetto ad anni or sono? C’è più rispetto e passione per la musica, o quasi tutto si riduce a “mi scarico questo cd e poi bon…”?

A livello di comunicazione molto è cambiato, Internet in primis. I contatti sono facili da reperire come anche la musica digitale. I metallari che non hanno dischi originali mi terrorizzano, non si può rinunciare ad una cosa simile. Il troppo stroppia e, ironia della sorte, tutto questo facile accesso alla musica ha fatto perdere la passione genuina e la voglia nei confronti di essa stessa. Ormai tutto ti viene schiaffato in faccia e la ricezione diventa terribilmente superficiale.

26) Come siete riusciti ad accasarvi presso la giovanissima etichetta statunitense Reinig Records? Come sta andando il rapporto con lei?

Ci ha contattato lei ed ha subito dimostrato tanta voglia di fare, speriamo che vada avanti così! Il rapporto sta andando molto bene, a breve uscirà una nuova versione rimasterizzata di “Out Of The Bunker”, sia su vinile che su cd.

27) Qualche gruppo della vostra etichetta da consigliare?

L’etichetta è nuova e non so cosa sta bollendo in pentola, potete sempre tenere sott’occhio questo link: www.myspace.com/reinigrecords

28) Come vi rapportate con il fenomeno sempre più diffuso del peer 2 peer e quindi con il formato MP3? Esso può essere considerato pericoloso anche per l’Underground e perché?

Anche questa è una lama a doppio taglio, io scarico ma se ciò che scarico mi piace lo compro. Tanti invece non fanno così.

29) Che ne pensate della vostra scena Metal estrema, ossia quella siciliana( anche dal punto di vista extra-musicale – nel senso dei locali, del pubblico e così via)? Sbaglio o ha una buona scena specialmente di impronta black metal?

La scena qui in Sicilia è abbastanza buona, i gruppi validi non mancano. Mi piacciono un botto gli Haemophagus e i Throne Of Molok, poi beh ricordiamo che la Sicilia ha dato i natali a Schizo, Incinerator e Nuclear Simphony! Anche la scena black non è niente male!
Uno zoccolo duro di persone che frequentano i concerti c’è sempre, i locali invece sono il problema principale qui al sud: beccare un live metal è davvero difficile, specie qui a Messina wasteland! Voglio ricordare solamente il grandioso “Cinque Quarti” che purtroppo ha chiuso i battenti da un bel po’ di tempo ormai.

30) Che ne pensate invece della scena Metal estrema italiana più in generale( idem)?

In ogni ambito metal l’Italia ha avuto sempre ottimi gruppi: Necrodeath, Bulldozer, Schizo, Death SS ecc. e attualmente in campi ancora più estremi ci sono gruppi che stanno andando forte, gli Hour Of Penance per esempio.

31) Ascoltate altri tipi di musica oltre al Metal? Se sì, quale maggiormente preferite? Nuove leve da consigliare? Ritornando al Metal, quali gruppi preferite? C'è qualche sorpresa che volete segnalare, magari con quelle con cui avete diviso il palco?

Personalmente ascolto anche hc/punk, qualcosa di ambient, certo hard rock anni 70…anche Damien e Bone ascoltano tanta altra roba. Ma il metal resta pur sempre la nostra grande passione. Attualmente non mi vengono in mente gruppi in particolare. So solo che Bone vi consiglierebbe l’ultimo Raven e l’ultimo Anvil, non posso che confermare.

32) Cosa bolle attualmente in pentola per voi? Come va invece con gli altri gruppi di cui 2/3 di voi fanno parte? Altri progetti in cantiere forse?

Stiamo preparando 2 pezzi nuovi cha andranno a finire su un 7’’ per Reinig Records. Con i Traumagain stiamo registrando il primo full lenght e coi Grim Monolith a breve inizieremo a completare la stesura del terzo cd.

33) Ragazzuoli, l’intervista è finita, sperando che io non vi abbia rotto i cosiddetti. Volete mandare un messaggio finale agli avidi lettori di “Timpani Allo Spiedo”?
Grazie mille per l’intervista e per il tempo dedicatoci!

lunedì 4 gennaio 2010

Seconda intervista ai Mass Obliteration


1) Ehi carissimi, come la va? Spero non vi dispiaccia di fare un’altra intervista. Lo faccio per approfondire meglio separatamente i vostri due demo.

(Andrea) Ciao! Rispondiamo con piacere..

2) Di cosa trattate stavolta esattamente nei testi? Sbaglio a considerarli più di impronta death metal, anche perché vedo maggiore rabbia ed odio in essi quasi fino alla voglia di un’olocausto (come ipotizzo in “Supremacy”, che mi pare un attacco verso il conformismo di massa, ed in “Balls Torture for Preachers”, che invece è esplicitamente contro i fedeli)? Potete descriverli uno ad uno ed in questo caso chi li ha composti?

I testi di “Abrahamithic Curse” li ho scritti tutti io.
“Supremacy” ha qualcosa di un po’ misantropico, risale ai primi tempi che vivevo a Roma. “From beyond” è un personale adattamento dell’omonimo racconto di H.P. Lovecraft (e non ha niente a che fare con la versione dei Massacre, che all’epoca neanche conoscevo). “Balls Torture” è diretta in generale ai predicatori, non solo religiosi. Rimane ancora il nostro inno, perché racchiude bene la natura iconoclasta di questo gruppo.
“Eudaimonion” è una riflessione sulla spiritualità più profonda dell’uomo, sulla forza dell’individualità e il disprezzo per il conformismo di massa. Il riferimento precisamente è al demone “buono” di socratica memoria, una specie di voce interiore per sintetizzare..

3) Come è avvenuta la composizione del primo demo e quanto è durata la sua stesura? Chi li ha composti principalmente e quale è stato il pezzo che vi ha dato più, come dire, “rogne”?

Quando cominciammo a provare assieme, a metà del 2006, iniziammo direttamente a lavorare sulle mie idee, senza il classico periodo iniziale che ogni gruppo passa a fare cover per conoscersi meglio. In meno di un anno abbiamo registrato, e diciamo che se fosse dipeso da me, l’avremmo fatto anche prima. Come ti dicevo nell’altra intervista c’era un riff di “Balls Torture” che io stesso non sapevo contare e non sapevamo bene come arrangiare definitivamente con Luca. In generale il fatto è che abbiamo iniziato fin da subito a non porci limiti e a fare cose difficili, mischiando riff alla Suffocation con altri tipo Celtic Frost, e soprattutto lasciando carta bianca a mio cugino sulla parte ritmica.

4) Dove avete registrato i pezzi ed in quanto tempo? In tale fase invece, c’è stato un pezzo più difficile da registrare rispetto agli altri e come è stata l’esperienza?

Registrammo ad Anzio in uno studio improvvisato all’interno di una villa semi-abbandonata . Facemmo tutto con calma e le riprese portarono via meno di una settimana, e in generale è stata una bella esperienza con tanti aneddoti da raccontare (alcuni dei quali contenuti nel video presente nelle prime 50 copie del cd). Dal punto di vista professionale non fu proprio il massimo invece, ma pur sempre un’esperienza, che ci ha permesso di fare le cose molto più seriamente con “Fratricide”.

5) Secondo me, la vostra musica in “Abrahamitic Curse” era decisamente molto diversa, sì sempre death metal ma vi appoggiavate molto di più sulla melodia con meno stacchi black ma usando di più il doom, e soprattutto vi concentravate in misura maggiore nei tempi medi. Altre cose a mio avviso da segnalare sono l’uso molto meno preponderante della chitarra solista e degli assoli, ogni pezzo presentava una struttura ancor più personale da un altro, e cosa piuttosto importante c’era una voglia di sperimentare, di essere bizzarri secondo il mio parere incredibilmente migliore rispetto invece all’ultima vostra opera. Un’altra notevole diversità è il fatto che Andrea al tempo cantava da solo, ma comunque qui e là ci sono molte sovra-incisioni, seppur non usate propriamente come oggigiorno con Giordano come seconda voce. La produzione, inoltre, era molto diversa e decisamente sporca, e mi sembra con certi sbalzi di volume da un pezzo all’altro, ma comunque con gli strumenti spesso ben equilibrati. Mi sono dimenticato forse qualcosa? Siete d’accordo con le mie affermazioni soprattutto? Come ritenete si possa definire la vostra musica in quel periodo e quali erano le vostre influenze?

Si, ci fu qualcuno che disse pure che il death metal non era la strada per noi da seguire..
Le differenze che tu hai evidenziato riguardano soprattutto il reparto chitarre, che all’epoca reggeva solo su Mariano. In realtà col tempo anche il mio modo di comporre si è evoluto. Diciamo che miglioriamo molto velocemente e continueremo a farlo..chi non lo fa, come Mariano, rimane fuori. Tra le mie influenze principali c’erano Autopsy, Cancer i Dark Tranquillity di “The Gallery”, i My Dying Bride dei demo e il primo album, Suffocation, Morbid Angel, Incantation, Celtic Frost, Pestilence, gli At the Gates fino a “The red in the sky is ours”, ma anche i Red Hot Chili Peppers funky degli anni 80 e i Faith No More e altre cose che non ricordo.

6) La canzone che più apprezzo è decisamente “Balls Torture for Preachers”, in quanto mi fa assaporare un alone epico e battagliero, quasi delle persone che fanno vedere i cosiddetti “sorci verdi” ai potenti di turno, facendomi ricordare in tal caso un po’ pezzi come “State of Control” o “Decontrol” dei Discharge. Tra l’altro, questo brano ha secondo me il climax migliore del demo, magari variando un minimo una data soluzione. Voi siete d’accordo con quanto affermo? Se no, quale considerate sia l’episodio più riuscito dell’opera? Come è nata comunque questa canzone?

E’stata la prima canzone arrangiata dai Mass Obliteration, e anche la prima cosa death metal che ho mai composto. Il video rozzissimo che puoi trovare su Internet dice tutto..

7) Invece, per quanto riguarda il principale punto di forza vostro in “Abrahamitic Curse”, ne ho trovati addirittura 2, ossia la batteria, sempre molto anti-convenzionale ma forse più “normale” e meno coraggiosa che in futuro, e la ricchezza emotiva del demo, visto e considerato che ogni pezzo mi trasmette incredibilmente sempre delle differenti emozioni, magari diversissime fra loro. Tale cosa mi fa ricordare piacevolmente il glorioso movimento dell’NWOBHM, i cui gruppi sapevano magari cambiare stile canzone a canzone. Ora, siete d’accordo? Se no, quale credete siano i vostri principali punti di forza e per quale motivo?

Fin dall’inizio abbiamo cercato una via personale al death metal, lasciando come secondo obiettivo quello di affinare il lato puramente violento della nostra musica. All’epoca tra l’altro rifiutavo quasi qualunque cosa “moderna” nel death metal, cosa un po’ particolare per un diciannovenne, quindi in realtà, dal mio punto di vista, le parti lente sul disco sono pure poche.

8) Parliamo adesso del titolo del vostro primo demo. Perché lo avete scelto e che significato possiede? Ci sono state altre proposte prima di decidere per quello attuale e casomai perché sono state scartate?

Anche quella è stata una mia idea. Quello della religione era il primo step lirico da affrontare per me, soprattutto a causa dei suoi risvolti politici, perciò il riferimento era al cancro delle religioni organizzate di derivazione abramitica, per l’appunto Giudaismo, Cristianesimo e Islam.

9) La copertina mi pare classica del death metal, e tra l’altro è concentrata sui grigi trasmettendo così, almeno personalmente, più malvagità. Chi l’ha fatta e quale è il suo significato? Ci sono altre…(vabbè, le ultime due domande del punto 8)?

Figurati che è stata disegnata da un nostro carissimo amico (grafico “ufficiale” del gruppo, a suo tempo impegnato anche nel nostro progetto parallelo Gemente) (secondo me era meglio ricordarlo anche per nome, per rendergli così completamente omaggio. Nda Claustrofobia) il quale ha sempre avuto poco a che fare con il death metal, cosa che secondo me si nota, perché usa un tratto poco particolareggiato e più simile a certe cose del gran disegnatore/fumettista italiano Breccia (non è che ti confondi con Alberto Breccia, che è argentino? Nda Claustrofobia). Gli ho suggerito un tema e i colori sono stati scelti alla fine, e agli altri è piaciuta subito.

10) C’è una ragione per il quale il testo di “Daimonion (Demon of Goddess)” è in greco? Ma perché allora su Metal-Archives figura solo in inglese?

Forse perché chi ha trascritto quei testi non ha trovato i caratteri greci oppure semplicemente perché la stragrande maggioranza della gente non li capisce e ha scritto anche il titolo del pezzo in maniera sbagliata..poco importa comunque. Sapevo che poteva risultare ostico per qualcuno, ma ‘sti cazzi.
Il riferimento poetico che uso alla fine della canzone è agli “Inni ad Afrodite” di Omero, e per vari motivi calzava bene con il testo e con la musica.

11) A mio avviso, la particolarità più interessante del demo è proprio la già citata ricchezza emotiva del demo, dato che in ogni pezzo io vengo assalito da diverse e contrastanti emozioni indipendentemente dalle tematiche trattate. Infatti, uno ad uno, “Shrine of the I pt.1” mi trasmette la minaccia incombente di un Male che si sta scoprendo lentamente per distruggere tutto, mentre “Supremacy” è il momento in cui sta compiendo il massacro con beffarda crudeltà, permettendo così a “From Beyond” di disegnare un mondo apocalittico, la consapevolezza del dolore e di un futuro prossimo a non esistere più. “Shrine of the I pt.2” è invece secondo me l’urlo sofferente dei dannati, del popolo, che con “Balls Torture for Preachers” si risvegliano dimostrando una notevole voglia senza compromessi di lottare, la quale dà la luce a “Daimonion” che per il mio parere rappresenta la speranza, anche se alle volte, grazie a dei passaggi cervellotici, sembra risorgere da quest’”illusione” il Male, che infine genera “Shrine of the I pt.3” che io concepisco come la fine definitiva dell’umanità tanto è ipnotizzata dal Malvagio. Ora, siete d’accordo con quanto affermo? Inoltre, avete fatto questi 7 pezzi pensando ad una specie di demo a concetto, seppur seguendo soltanto una logica musicale e non propriamente tematica (come può essere, per esempio, la saga di “Keeper of the Seven Keys” degli Helloween)?

La struttura a concept non c’è perché non ho costruito una storia e i testi non sono consequenziali, ma c’è un filo che lega le 4 canzoni con i 3 strumentali, e questi ultimi in particolare, ho insistito molto ad inserirli per creare un’atmosfera globale, come se fosse un vero viaggio dantesco. Perciò non si può classificare come un semplice demo, Quello che molti evidenziarono è che ad un primo ascolto completo del disco una sensazione di angoscia e oscurità li avvolgeva, ed è la cosa di cui sono più soddisfatto, perché preso nell’insieme il cd rappresenta bene il tipo di malessere che provavo all’epoca e tutte le sue sfumature.

12) Non vi sembra un po’ rischioso mettere addirittura 3 brani strumentali in un’opera in fin dei conti death metal, seppur non convenzionale, dato che la voce risulta, a mio avviso, parte integrante di esso nonché capace di aumentare spesso e volentieri la cupezza et similia che trasmette già la musica? Perché, inoltre, si chiamano tutti e 3 “Shrine of the I” e che significato possiede un titolo del genere?

Il tempio dell’Io rappresenta il mio viaggio interiore, il mio luogo di salvezza, e la musica è il motivo per cui ancora non ho ammazzato nessuno o non mi sono suicidato.

13) Ora, mi sembra giusto farvi sapere i difetti che personalmente ho rintracciato, e l’uno fra i quali riguarda proprio “Shrine of the I pt.1”, dato che questo, per me, finisce un pochino inconcludente, non dandomi il colpo di grazia. Secondo il mio parere infatti, la minaccia incombente di cui sopra, per allacciarsi completamente con “Supremacy”, doveva finire, dopo la musica con delle urla belle disperate spezzate e soppresse subito dopo da un tom-tom rapido. Come rispondete a questa critica (se mai si possa rispondere certo)?

La prima traccia è stata l’ultima composta, poco prima di registrare ed ha avuto, anche nei nostri concerti, la semplice funzione di intro.

14) Un'altra cosa che non ho particolarmente gradito riguarda “From Beyond” in quanto ha dei passaggi che mi annoiano non poco. In questo caso, sto parlando più nello specifico della ripresa di un riff che mi ricorda veramente molto i tedeschi Warhammer, ripresa che viene sottoposta a 5 battute in luogo delle 4 precedenti. E per me è proprio quell’aggiunta che è inutile ai fini del prosieguo del pezzo. Invece, a tutto ciò come controribattete?

Non conosco i Warhammer. Per noi “From Beyond” è un pezzo doom-death quasi perfetto, forse doveva essere suonato ancora più lentamente.

15) L’ultimo personale difetto è rappresentato da “Shrine of the I pt.3”, seppur il tutto mi sembra comunque d’effetto, anche se alla fine un po’ noioso. Penso che forse con la voce migliorava notevolmente, ma è curioso il fatto che il suo andamento mi ricordi molto perfino “Complete Utter Darkness” tanto è ipnotizzante e disturbante. Ritenete giuste le mie osservazioni?

Anche questo pezzo forse doveva durare ancora di più ed essere suonato ancora più lentamente.
E’ stato concepito come strumentale, un’outro “semplice” e angosciante, talmente tanto che dal vivo l’abbiamo suonato una volta sola, nel nostro primo concerto.

16) Potete raccontarci dei video che avete fatto per “Balls Torture for Preachers” e “From Beyond” (dal vivo) e perché avete scelto proprio questi due brani? Invece per quanto riguarda il dietro le quinte che avete fatto? Che cosa vi ha mosso a metterlo nel demo?

La sezione video è stata inserita per offrire qualcosa in più e fare una cosa che non faceva nessuno.
Quello di “Balls Torture” è stato fatto nello studio dove provavamo all’inizio, sulla Togliatti, e le immagini di repertorio sono prese da quelle di Genova 2001. Quello di “From Beyond” risale proprio al nostro primo concerto, tenutosi a Fiumicino il giorno prima di andare a registrare. Il dietro le quinte è una selezione di 15 minuti tra le quasi 2 ore di riprese di quei giorni.

17) A distanza di ormai 2 anni, siete soddisfatti del risultato raggiunto o forse rimpiangete qualcosa? Pensate tra l’altro che “Abrahamitic Curse” sia qualitativamente migliore di “Fratricide”? Per me, se si escludono i 3 difetti di cui sopra, sì, considerando che eravate probabilmente addirittura più completi ed in certi punti molto più coraggiosi, almeno per quanto mi riguarda certo.

Penso, così come gli altri, che i miglioramenti raggiunti in un solo anno rispetto ad “A.C.” sono immensi. “Fratricide” è qualitativamente superiore sia nella produzione che negli arrangiamenti. Abbiamo investito il doppio dei soldi nella registrazione e nella promozione.
In ogni caso nessuno dei due rappresenta completamente quello di cui siamo capaci, e ognuno è legato al periodo in cui è stato registrato e alla formazione che lo ha assemblato. Durante il 2009 ci sono stati altri cambiamenti e tanti altri concerti, e le canzoni nuove che saranno nel full-lenght saranno ad un livello ancora superiore.

18) Come siete riusciti a reclutare dopo un po’ Giordano e quale è stato il motivo di quest’avvicendamento in formazione? Probabilmente il voler aumentare il muro di chitarre?

Si, ci serviva un’altra chitarra, come deciso quando fondammo il gruppo. Per fare più velocemente rimandammo l’aggiunta a dopo “A.C.”
Giordano era già un nostro caro amico da quando militava nei Compulsion, e abbiamo scelto lui perché aveva una dose di esperienza che ci mancava e un’altra voce spaventosa da aggiungere alla mia. Su “Fratricide” tra l’altro ha composto anche tutti gli assoli.

19) “Abrahamitic Curse” ormai è tutto esaurito o no? Se sì, ci sono possibilità di una ristampa?

In futuro forse ci sarà una stampa in vinile, forse anche su cd. Contiamo di farlo quando qualcuno ci proporrà la cosa, oppure quando dopo il nuovo disco avremo i soldi per farlo da soli.
Da un paio di anni è disponibile in download gratuito, e devo dire che a quanto pare si è diffuso a macchia in tutto il mondo, con circa 900 downloads da vari blog in questo periodo.

20) Ed anche quest’intervista volge al termine. Volete mandare un ultimo messaggio agli avidi lettori di “Timpani Allo Spiedo”?

Il link per “A.C.” lo trovate attualmente sulla nostra pagina facebook (http://www.facebook.com/home.php?ref=logo#/pages/Mass-Obliteration/52697005822?ref=ts)
mentre il nostro ultimo lavoro “FRATRICIDE” è disponibile in cd slipcase su ordine e con offerte insieme alle maglie dell’omonima serie limitata.
20 copie del cd sono inoltre in palio tramite un concorso sul nostro sito http://www.massobliteration.it/
Estratti dei due cd in streaming insieme a tutti gli aggiornamenti su http://www.myspace.com/massobliterationdeathmetal
Un saluto da tutta la band e supporto totale a “Timpani allo Spiedo” e all’underground più marcio

lunedì 28 dicembre 2009

Nimroth - "Instinct" (2009)


Qualcuno di voi si ricorda per caso di una notizia di qualche tempo fa in cui annunciavo l’uscita dello split fra gli H.o.S. ed i Violence Spread? Bene, 4/5 dei secondi sono nati dai Nimroth, gruppo trentino (esattamente da Cavalese), fondato praticamente 3 anni fa, di belle speranze il quale mi fa sorprendere ancora una volta della diversità spesso abissale di un (sotto)-genere quale è il death/thrash, visto e considerato che di tutte le formazioni di tal fatta che mi sono capitate su queste pagine, non me n’è capitata nessuna che assomigliasse almeno un minimo con un’altra. Si pensi infatti alla furia di stampo moderno dei pisani Subhuman od all’eleganza dei comaschi Final Thrash, per non parlare dell’impatto meccanico e meshugghiano dei leccesi Clinicamente Morti, all’apocalisse perpetrata dai catanzaresi Land of Hate come pure la complessa violenza a tratti progressiva dei milanesi Irreverence. Ed in tutto questo calderone di collettività sempre diverse tra loro, eccovi pescati, grazie a quel santone di Metal-Archives da dove mi diverto a beccare realtà tra le più sconosciute al mondo, i Nimroth appunto, nonostante abbiano un nome che secondo me è più adatto ad un gruppo black metal. E devo dire che anche loro a mio avviso fanno una figura notevole.
“Instinct” è la primissima testimonianza discografica e primo demo del gruppo, il quale all’epoca della sua pubblicazione era un quintetto formato da Matt, voce, Ric aka Tormentor e Deriu chitarre, Ale basso e Corra batteria, solo che il secondo chitarrista, a quanto pare, se n’è andato recentemente. L’opera risulta formata da 4 pezzi, fra i quali il più lungo, di circa 4 minuti e 12 secondi, è “Break the Cage”, mentre il più breve è “Instinct”, che raggiunge quasi quota 3 (curioso segnalare che i brani si allungano sempre di più fino al terzo), propinando il tutto per qualcosa tipo 15 minuti. Il suono quivi proposto è principalmente un death/thrash metal (a dire il vero, mi pare un pochino più preponderante il secondo) e piuttosto equilibrato fra parti veloci ed un po’ più lente (almeno non per “Break the Cage” che invece è basato particolarmente su tempi medi belli grooveggianti), preparatissimo dal punto di vista tecnico, ma quello che più mi fa piacere è il fatto che il gruppo tira fuori una notevole varietà e fantasia, così da non stancare l’ascoltatore più esigente, e talvolta erutta pure delle soluzioni che in un genere come questo mi sembra veramente difficile aspettarsi. Per quanto riguarda invece il lato prettamente strutturale, devo segnalare altresì che i vari pezzi sono contrassegnati da un senso di libertà piuttosto marcato in quanto l’andamento risulta imprevedibile e decisamente poco avvezzo ad affidare il discorso musicale ad una più o meno sequenza rigida di soluzioni, cosa che avviene in pratica nella sola “Break the Cage”, tra l’altro a mio avviso in maniera non fallimentare, mostrando le lame con uno schema di questo tipo, con l’avviso che l’iniziale passaggio, nella prima botta (su 3) è completamente assente: 2 ancora mod. – 2 – 2 mod. – 3. Tale canzone è a mio parere la più lineare e “classica” del lotto con tanto di ritornello, seppur dopo la prima apparizione della sequenza (monca) di cui sopra si faccia vivo un 4 che funge a mio avviso efficacemente da ponte con il 2 anc. mod.. “Delirium” mi sembra invece il pezzo più libero del demo, visto e considerato che di tutte le soluzioni solo la 2 viene ripresa, tra l’altro modificata, ma è da segnalare che la 3 è sottoposta a qualcosa come 3 modificazioni. Per quanto riguarda queste ultime invece, bisogna dire che il brano che risulta in misura maggiore sottoposto a simili tecniche è “Intellectual Anarchy”, e ciò specialmente al passaggio n°2, più volte variato. Da notare inoltre certe fugaci variazioni fulminee che hanno un ruolo oserei dire fondamentale per alcuni pezzi (“Instinct” e “Break the Cage”), ma di questo ne parlerò in sede di analisi degli strumenti. Le varie soluzioni si esprimono di solito nell’arco di 2 e 4 battute, seppur ci sia qualcuna che ne duri addirittura 8 (ma anche una decina come durante il secondo assolo di “Delirium”) o solo una (vabbè, in tal caso si tratta di modificazioni), ma da tal punto di vista c’è una cosa a mio avviso molto interessante che tratterò prossimamente. Insomma, ogni canzone ha una propria struttura ben definita, accorgendomi comunque che essa assomiglia ben volentieri a quella proposta dagli Irreverence, solo meno dinamica e meno interessata da cambi di tempo anche durante un singolo passaggio, nonostante non ne manchino (come quello lunghissimo di “Intellectual Anarchy”), ergo è presente un minore risalto verso la tecnica di impianto strutturale, ma sempre poco incline a rispettare, come già segnalato, un qualunque schema strofa-ritornello, ma comunque aspettatevi sicuramente che negli ultimi momenti dei primi 3 pezzi viene ripresa almeno una soluzione iniziale. Parliamo adesso della produzione, che sinceramente apprezzo meglio in cuffie, dato che senza non riesco a sentire interamente il lavoro di batteria sulla cassa, anche se purtroppo mi pare che il basso non sia stato messo bene in evidenza, dato che lo sento molto debole (faccio notare, curiosamente, che se il demo lo provo con un lettore cd portatile il volume è più alto della media, cosa che invece non mi succede con altri supporti). La produzione, piuttosto sporchetta ma non troppo, mi sembra orientata decisamente sulle frequenze medio-alte, un po’ come in certi pezzi di “Promo 1998” dei brutallari spagnoli Apocalyptic (di cui mi sono fatto recentemente la toppa, ma siccome non credo gliene freghi a qualcuno continuo il mio monologo).
Potere ora ai differenti strumenti che colorano l’universo (formale) dei Nimroth. La voce è a mio avviso praticamente un grugnito concentrato di solito su toni medi che però mi ricorda quasi una versione potenziata e più grezza dell’aggressione di Dado degli H.o.S. (non a caso…), ma personalmente c’è un problema: il lavoro fatto sulla voce non è che mi piaccia particolarmente dato che mi trasmette poco, al sottoscritto pare quindi non proprio intensa e furiosa, nonostante abbia per certi versi la prepotenza del thrash metal. Un’altra cosa che in questo caso è per me grave è che Matt, se non sbaglio, è quasi sempre statico, non ha sbalzi d’umore che mi facciano sobbalzare, quasi incapace di donare maggiore tensione al tutto, ma d’altro canto bisogna che io gli dia merito riguardo la costruzione delle linee vocali, a mio parere veramente buone e coinvolgenti (bel paradosso ragazze e ragazzi!), e da questo punto di vista credo che valga come esempio lampante specialmente “Break the Cage” che fra l’altro secondo me possiede un ritornello veramente al bacio. Le chitarre invece le considero un aspetto decisamente curato dei Nimroth, non solo perché qualitativamente validissime ma anche in quanto mettono sul piatto una varietà e fantasia degne di menzione che mostrano talvolta un’urgenza di risultare anche piuttosto particolari per un genere quale è il death/thrash metal, magari passando attraverso le più diverse atmosfere, che per la maggiore, secondo il mio punto di vista ovviamente, tirano fuori le unghie presentando uno stile abbastanza modernista. Così, eccovi serviti il thrash travestito da death presente tra l’altro nell’inizio di “Instinct”, il mirabolante groove thrasheggiante e pieno di fierezza di “Break the Cage”, le sghembe e progressive melodie quasi nel finale di “Delirium”, l’iniziale ed un po’ “birraiolo” thrash a là Bestial Mockery (esemplificativa a tal proposito la canzone “Morbid Invertation” contenuta nel loro album “Christcrushing Hammerchainsaw” (ops, un bestemmione! Chi lo dice alla censura?) sempre del brano poc’anzi citato, certe lunghe e complesse evoluzioni a tratti death di “Intellectual Anarchy”, la cattiveria più di stampo death dei primi secondi sempre dell’ultima canzone sopraddetta, dove è presente inoltre una melodia dal sapore quasi romantico esprimente attraverso decise pennellate, oppure si pensi agli arabeschi (beh, più o meno) di “Instinct”. Ma questa è soltanto una lista esigua delle diverse soluzioni chitarristiche date in pasto dalle due prorompenti asce. Inoltre, bisogna segnalare un’altra cosa a mio avviso interessante e che mi sembra venga tenuto di buon conto dal gruppo, ossia la chitarra solista, che molto probabilmente è una delizia per gli ascoltatori più esigenti, visto e considerato che qui gli assoli ricoprono un ruolo primario nella musica di questi ragazzacci. Infatti, prima di tutto, essi, decisamente imprevedibili per quanto riguarda la loro posizione in ogni brano, se si eccettua un pochino “Break the Cage”, percorrono sempre un arco di tempo lungo circa 30 secondi, e proprio durante gli assoli si affaccia quella che considero un’anomalia piuttosto notevole: il numero di battute in cui essi si esprimono. Infatti, ad un attento ascolto mi sono reso conto che loro occupano (quasi) sempre uno spazio dispari (3 – “Intellectual Anarchy” – e 5 – il primo di “Instinct” e “Break the Cage”) oppure sì pari ma non poi così frequenti da sentire, come, se non sbaglio, le 14 volte di “Delirium”, e quelli che si possono definire, come dire, più normali sono il secondo solismo di “Instinct” e quello della stessa “Delirium”, dato che in questi ultimi due casi le battute sono 2. Il “problema” è che il discorso musicale durante gli assoli viene spesso e volentieri un po’ modificato, soprattutto a livello ritmico (come nel primo di “Instinct” od in “Intellectual Anarchy”), così che il tutto si evolva in maniera a mio avviso imprevedibile e fantasiosa. Un ulteriore fatto secondo me degno di nota è la natura né esattamente thrash e death della fase solista, almeno per ciò che penso io certo, visto e considerato che gli assoli, sempre piuttosto melodici e preparatissimi dal punto di vista prettamente tecnico, mi sembrano non possedere il nervosismo tipico del thrash e neanche la cattiveria caratteristica del death, se si eccettua in un certo senso quello di “Delirium”, che a mio parere è un solismo un po’ a sé e tutto particolare, non solo perché è lunghissimo (quasi un minuto preciso!) ma anche per via della struttura e delle atmosfere che mi regala, a tratti romantico. E non a caso mi pare che le nostre due asce siano state influenzate anche un pochetto dal metal di impronta progressiva (o almeno da un tipo di metal esterno al death/thrash) per come suonano le melodie (un altro esempio lampante da questo punto di vista sono le note dell’assolo di “Break the Cage”, che secondo il mio punto di vista è come speranzoso), ma altresì bisogna dire che pure qui il gruppo dimostra una buonissima inventiva. Si prenda infatti in considerazione anche “Intellectual Anarchy”, dove è presente un assolo che è forse il più “tranquillo” di tutto il lotto, dato che si muove attraverso melodie posate, un po’ più dilatate del solito. Insomma, a mio avviso, i solismi, ma questo credo che si sia capito da un pezzo, mi piacciono molto. Inoltre, nell’inizio di “Intellectual Anarchy” c’è quella che definisco una sovrapposizione al riffing principale, una sovrapposizione piuttosto semplice e minimalista dato che si esprime solo attraverso due note, che, come da tradizione, sono alte. La chitarra solista di questo tipo c’è anche in “Delirium”, qui decisamente più tecnica ed un po’ più lunga, e che personalmente dà una sensazione addirittura di spazialità, quasi a là “2001: Odissea nello Spazio”. Mi è piaciuto abbastanza anche il lavoro del basso, a cui sono attribuiti con una buona frequenza delle variazioni devastanti che secondo il mio parere donano maggiore intensità al tutto, come avviene nel duo iniziale “Instinct”/”Intellectual Anarchy” (nel primo le note del basso precedono fra l’altro un gioco chitarre/batteria per me fenomenale, mentre nel secondo Ale suona in modo più semplice insieme alla batteria – cassa e charleston se non sbaglio), ma a mio avviso sono interessantissime ed ottime anche le posate linee, tra il beffardo ed il minaccioso, create durante l’assolo di “Delirium”. Che posso dire invece della batteria? Prima di tutto, mi piace tremendamente il suo suono, così grezzo (vabbè, di certo non è quello dei Tools of Torture ma siamo quasi vicini) e genuino, ma ciò che mi fa veramente sbalordire è il lavoro nel complesso, dato che il nostro batterista ha una notevole varietà e fantasia, pure quando si tratta di rendere ancora più dinamico uno stesso pattern. Non poche volte modifica un ritmo, soprattutto durante gli assoli, anche piuttosto radicalmente come succede in “Intellectual Anarchy”, dove Corra fra l’altro rischia con un qualcosa di tecnico ed a-lineare. A mio avviso, degna di menzione è anche la capacità di infondere maggior groove all’intero discorso musicale, sia su tempi medi (e da questo punto di vista l’esempio principe mi pare dato da “Break the Cage”) che su veloci classicamente thrash (come nell’inizio di “Delirium”). Curioso segnalare che qui ci sono poche picconate sulle gengive in fatto di velocità smodata, se si pensa infatti che praticamente una furia simile è presente soltanto in “Instinct” ed “Intellectual Anarchy”, dove altresì vengono raggiunti dei blast-beats a dire il vero un po’ statici (attenzione, non è una critica). In “Delirium”, durante l’assolo, scorgo invece l’influenza del jazz, pur seguendo un ritmo piuttosto preciso. Vabbè, inutile dilungarsi oltre, per me la batteria è un altro indubbio capolavoro sputato prepotentemente dai Nimroth.
Ragazze e ragazzi, è finalmente arrivato il momento di quello che considero il pezzo migliore del lotto, e curiosamente il primo posto va a “Break the Cage”, che fino a poco tempo fa consideravo un brano in pratica inconcludente, ma poi ho incominciato ad apprezzarlo completamente. I motivi della mia scelta vanno implicati all’intramontabile dose di groove che tale canzone mi trasmette, oltre al fatto che essa mi regala una sensazione, unica nell’opera, di fierezza sposandosi così in modo coerente forse con il suo titolo. Ma un’altra cosa strana da dire è che ho scelto come episodio migliore quello più lineare e diretto, e personalmente è anche questa particolarità che piace nella maniera più decisa.
Per quanto concerne invece il principale punto di forza dei Nimroth, io l’ho ravvisato assolutamente nella loro incrollabile fantasia (vabbè, a parte i toni usati dalla voce…) che permette di non stancare l’ascoltatore più esigente attraverso differenti soluzioni musicali, talvolta dimostrando a mio parere una capacità d’osare decisamente valida e di cui terrò in buon conto nel voto che leggerete tra qualche momento.
Ma purtroppo per me non è tutto rose e fiori per il quintetto trentino, infatti le due “Instinct” e “Delirium”, ossia gli opposti del demo, mi paiono brani un po’ inconcludenti, soprattutto il primo, visto e considerato che finisce riprendendo l’iniziale soluzione proposta senza colpirmi in faccia nel modo che ritengo giusto. Secondo me, il pezzo si poteva finire probabilmente sì con la ripresa della variazione basso + gioco batteria/chitarre ma alla fine di essa compariva il cantante urlante (beh, più o meno) il titolo della canzone, così da concludere il tutto come una lama che si conficca rapidamente nelle carni. “Delirium” invece ha a mio avviso un finale a doppio taglio: da una parte credo che il suo finale abbia un senso, dato che quella ripetizione ossessiva dello stesso riff sembra rappresentare in effetti il concetto stesso del delirio, della follia, ma dall’altra parte è un finale che non mi tocca poi così tanto, dato che secondo il mio modestissimo parere tale brano aveva ancora ampi margini discorsivi, ed infatti forse dopo l’assolo ed il siparietto della batteria si poteva tornare, un po’ coerentemente con le linee di basso, a vomitare all’ascoltatore il riff bestial mockeriano citato in precedenza, per poi continuare per un po’ il discorso, anche perché dopo il solismo mi aspettavo un climax da pelle d’oca. Ma ormai, pazienza.
Tirando le somme, “Instinct” è a mio avviso un demo di un gruppo che vuole risultare decisamente interessante e non scontato, ovviamente esprimendosi con una buona dose di rischio, che secondo me non fa mai male, anzi. Peccato però che proprio nell’ultima canzone io abbia trovato una cosiddetta magagna piuttosto importante, nel finale tra l’altro, e di ciò, ahimè, ne terrò in considerazione in sede di voto, tra poco vicinissimo ad esser scoperto. Ma niente paura, penso fra l’altro che questi 3 anni di gestazione siano serviti veramente molto per partorire un suono almeno un minimo personale e ragionato, ergo ho una buona fiducia nei confronti dei Nimroth, Continuate così ragazzacci!

Voto: 72

Claustrofobia

Tracklist:

1 – Instinct/ 2 – Intellectual Anarchy/ 3 – Break the Cage/ 4 – Delirium

MySpace:

http://www.myspace.com/nimrothband

Intervista ai Violent Assault


The Grinder, ossia colui che sta dietro ad alcune parti di batteria.

Cris The Beast, professione batterista.



I Violent Assault al completo (foto presa dalla galleria del gruppo nel suo MySpace), in un concerto tenutosi al Pieffe Factory. Da sinistra verso destra: Nuclear Aggressor, The Crippler, Metalucifer, Cris The Beast (che non si vede) e The Reaper.

--------------

1) Ciao ragazzi tutto bene? Presentate i Violent Assault ai lettori di “Timpani Allo Spiedo”.
Nuclear Aggressor, chitarra: Beh che dire? Siamo una band che suona Infernal Thrash Metal nata nel 2006 e composta da 4 metallari legati alla vecchia scuola Heavy Metal e al suo spirito. Ci sono io (Six strings of Atomic fire), Metalucifer (The vomits of Hell) , The Reaper (Five strings of Hellish moonlight) e Cris the Beast (Atomic Percussions).

Metalucifer, voce: Dio Porco…spacchiamo il culo a tutti quanti….

2) Domanda banale ma di cosa parlate nei testi e chi li scrive? Cosa vi ispira a trattare di simili argomenti e quali sono, a tal proposito, le vostre principali influenze?

Metalucifer: Di solito li scrivo io o qualche volta sono scritti da Nuclear Aggressor o da The Reaper… Io sono ispirato da testi Black Metal e quindi noi prendiamo dai Venom, Possessed…etc.
Inoltre le mie ispirazioni derivano dalla mia contrarietà nei confronti delle religioni, dai libri Horror (Edgar Alan Poe su tutti), dai film di Zombie, Splatter/Gore (Romero, Amato, Fulci etc la vecchia scuola….), dalle guerre Nucleari, dai mostri…, dal Nord, da catastrofi e devastazioni, dalla Morte, dal Male.. e dal Heavy Metal (insomma, quasi tutte cose allegre….Nda Claustrofobia)!!!!!!!!!!!

3) Vorrei parlare adesso in maniera più diffusa proprio dei testi, partendo da “In Honour to Satan”. Voi potete essere considerati dei satanisti, e comunque, secondo il vostro parere, chi è satana? Un’entità spiritualistica od essenzialmente materialistica? Buona e/o cattiva? Inoltre, in che senso voi suonate tutti quegli generi (e curiosamente avete preso praticamente tutti quelli che hanno un rapporto più o meno stabile con il signore degli inferi)? Non credete che in tal modo sia un po’ dispersivo?

Metalucifer: Per me Satana è un simbolo di ribellione ed è legato indissolubilmente all’Heavy Metal, non puoi avere testi “Cristiani” non è Metal… “In Honour to Satan” inneggia molti stili del Heavy Metal…cmq a parte il genere sono legati al Signori degli Inferi…
Non è per niente dispersivo,… noi avremo sempre testi inneggianti al demonio…
Satan Supremacy (per dispersivo mi riferivo alla musica che voi stessi suonate, e spero che si sia capito. Nda Claustrofobia)!!!

4) “Devastator” mi sembra avere il tipico testo metallico di distruzione e sterminio. Ma in che senso questi devono essere interpretati, a vostro avviso? C’è una sottile denuncia od il tutto si riduce ad una pura questione di cazzeggio?

N.A. : Ah!Ah! L'ispirazione mi è venuta dai cartoni animati dei Transformers e dai film recenti e volevo omaggiare il mio robot preferito di sempre, il mitico e leggendario DEVASTATOR!!! E farlo con una classica canzone Thrash Metal mi sembrava l'ideale! Non c'è nessun atto di sottile denuncia, solo un testo divertente con i soliti clichè dell'Heavy Metal tutto qui.

5) E’ ora il turno di “Antimosh”. Esso praticamente ripropone la classica battaglia tra i metallari e gli HC, con proclami che si pongono tipo contro lo stile americano ed in favore di quello europeo, come anche contro tutto ciò che sa di contaminazione, appunto, con l’HC. Ma forse qui negate che il thrash metal, genere che a mio avviso in fin dei conti suonate, non abbia radici con la musica più volte sopraccitata, visto e considerato fra l’altro che molti musicisti thrash ne sono proprio influenzati? E perché apprezzate più l’europa metallica, e quale è secondo voi IL Metal, sia come genere musicale che stile di vita, e così via?

Metalucifer: “AntiMosh” è una mia filosofia di vita!!! E’ da più di 20 anni che sento Heavy Metal…questa canzone l’abbiamo dedicata a Euronymous…Lui ha fondato l’ etichetta, il suo modo di vedere l’Heavy Metal”, si è scagliato contro Scott Burns…….Ed il modo giusto di vedere il Metal…”Antimosh” racconta che noi siamo per il diavolo, per l’old school, per le band che suonano ancora questo genere, siamo contro il Pogo perché è una cosa che deriva dal Punk e non dal Heavy Metal, tu guarda i filmati dei Black Sabbath o Led Zeppelin…loro erano per il banging…
Lo stile Americano, tipo DRI o SOD con i capellini, o come adesso i Municipal Waste od i Toxic Holocaust non suonano Heavy Metal ma fanno crossover quindi sono differenti dai gruppi Metal con borchie e cinture tipo vecchi Celtic Frost o i vecchi Destruction rispetto invece al giorno d’ oggi, come ad esempio, dal gruppo Americano Crucified Mortals..
Siamo contro chi mette il punk od il funk ed altri stili nel Metal…il crossover non è Metal…
siamo contro la drum-machine che molti gruppi nel Metal usano come ad esempio alcuni dischi dei Sarcofago, Running Wild, Bathory, King Diamond …questo non è Metal, o chi usa la tastiere, o il cantato lirico, noi ci ispiriamo a Morbid, Pentagram o gli Hellhammer … alla morte Only Death is Real, Fuck Mosh.. Bang your Head!!!

6) “Teutonic Furor” penso che potrebbe far incavolare i nazionalisti della penisola, ma forse in tale testo vi riferite alla Battaglia della foresta di Teutoburgo del 9 d.c. in cui i popoli germanici, comandati da Arminio capo dei Cherusci, sconfissero ben 3 legioni romane guidate da Publio Quintilio Vario? E perché tale brano, inoltre, è dedicato a Euronymous? Lo apprezzate anche come persona quindi?

Metalucifer: E’ stato un errore di stampa dato che in realtà “Antimosh” è dedicata a Euronymous…Si, esattamente! Come hai ricordato tu “Teutonic Furor” parla dei Teutoni che si scagliarono contro i Romani…Roma rappresentava la civiltà , i Teutoni rappresentavano il modo di vivere la vita, “erano selvaggi” ed erano guerrieri come lo è l Heavy Metal come è raffigurato nella canzone “Born to be Wild” (quella degli Steppenwolf per caso? Nda Claustrofobia) poi musicalmente prendiamo molto dal Heavy Metal tedesco…Heavy Metal Breakdown!!!

7) Come avviene la composizione dei vostri pezzi e quanto è durata la loro stesura? Chi li compone principalmente? C’è stato un brano più difficile rispetto agli altri o no?

Metalucifer: La composizione viene fatta di solito da Nuclear Aggressor e qualche volta da The Reaper, ma quando dobbiamo comporre qualcosa di nuovo in sala prove ognuno mette del suo, comunque non c’è un brano più difficile di un altro, il punto è che ognuno di noi può avere delle piccole difficoltà nell’esecuzione di qualche pezzo…

8) Dove li avete registrati ed in quanto tempo? Come è stata l’esperienza, e quale è stato il pezzo che da questo punto di vista vi ha dato più “rogne”?

Metalucifer: Abbiamo registrato i brani del demo in due studi diversi: il nostro ex batterista The Grinder ha suonato la batteria a Fiumicello, tutti gli altri strumenti a Udine ad eccezione Andreas dei Minotaur che ha registrato la sua voce in Germania.. L’esperienza per me è stata bella ed era la prima volta...

N.A. :L'esperienza è stata veramente bella, per alcuni di noi era la prima volta in uno studio di registrazione ed eravamo molto nervosi ed infatti si sbagliava tanto per l'emozione ma alla fine abbiamo fatto un discreto lavoro secondo me.

9) A mio parere, la vostra musica è una combinazione tra l’epicismo battagliero e l’eleganza caratteristici dello speed e la furia ed il nervosismo altresì tipici del thrash metal, e vocalmente parlando invece sento molto lo spettro di gruppi quali Mosh Angel, quindi un tipo di voce solitamente piuttosto basso anche se in tal caso non proprio “ignorante” come nell’esempio sopraccitato. Una musica spesso veloce, non proprio varia e fantasiosa ma comunque tecnicamente preparata. Strutturalmente le vostre canzoni si snodano semplici ma secondo me sono ben ragionate ed anche un pochino imprevedibili, dato che praticamente non sempre seguono il classico schema strofa-ritornello proponendo così come minimo 3 soluzioni principali per pezzo. Siete d’accordo con ciò che dico? Ma quali sono più da vicino le vostre influenze principali e quanto vi hanno pesato in sede di composizione?

Metalucifer: I Mosh Angel non li ho mai sentiti...ma già con quel nome….Sul cantato non sono influenzato da nessuno… per la musica siamo influenzati da molti gruppi… dal Classic fino al Black.…At War With Satan!!!

N.A. : Per quanto mi riguarda ho tantissime influenze nella composizione ma le principali fonti sono sicuramente SLAYER, MINOTAUR, vecchi KREATOR, vecchi DESTRUCTION, vecchi SODOM ed i VIOLENT FORCE!

10) Secondo me, il vostro migliore pezzo è rappresentato da “Devastator” (che fra l’altro è quello più lungo di tutto il demo), in quanto ha due dei momenti, rappresentati dalla parte centrale, che a mio avviso sono stupefacenti, benché piuttosto prevedibili. Prima ecco un tempo medio e grooveggiante su cui attacca una chitarra epica e melodica, per poi sentire il basso proporre una linea devastante, preannunciando un assolo che sembra la voce disperata di quei poveracci a cui è stato distrutto tutto. Ora, siete d’accordo con quanto affermo? Se no, quale è, secondo voi, la migliore canzone del demo e perché?

Metalucifer: I gusti sono relativi…ad ogni persona può piacere più una canzone rispetto ad un'altra…comunque io considero “Devastator” una killer song…

N.A. : Sono d'accordo con te, l'assolo di The Crippler è meraviglioso e anche le linee di basso sono azzeccate. Eh,Eh....
Sono molto bravi! Comunque anche per me "Devastator" è la canzone migliore del demo e anche qualcuno dei fan ce l'ha detto!

11) Per quanto riguarda invece il vostro principale punto di forza, credo che esso sia rappresentato dalle chitarre, dato che hanno maggiore varietà e fantasia rispetto agli altri strumenti ma anche perché propongono a mio parere un riffing e degli assoli che apprezzo veramente molto. Condividete tutto ciò? Se no, quale ritenete sia il vostro punto di forza principe e per quale/i motivo/i? Personalmente considero interessante la combinazione speed/thrash delle chitarre, in quanto con il secondo sembrate fare il verso ad una distruzione bestiale e senza compromessi, mentre lo speed serve come a "santificare", a "mitizzare" il guerriero che porta a compimento il massacro succitato. Bella questa considerazione eh?



Metalucifer: Nell’Heavy Metal di solito è la chitarra il punto di forza, penso che anche nei Violent Assault sia così…più che altro il guerriero o guerrieri stermineranno la razza umana (ALLEGRIA!!! Nda Claustrofobia)...Pure Fucking Armageddon!!!

12) Riguardo alla produzione, devo dire che mi è piaciuta molto, così vecchia scuola e genuina com’è, ricordandomi in tal caso quella di “Vengeance of Hell” dei Living Death oppure “Show No Mercy” degli Slayer, anche se forse si poteva fare qualcosa di meglio per la cassa dato che non sempre la sento a meraviglia. Però mi sono reso conto che ci sono dei disturbi sulle chitarre, in quanto è come se in certi momenti venissero stoppate, sentendole così ogni volta da un’uscita diversa, cosa che si sente particolarmente nelle introduzioni ad “Antimosh” oppure a “Teutonic Furor”. Ma è solo una mia sensazione oppure tali disturbi ci sono per davvero, e, se sì, ve li sapete spiegare? O sono semplicemente una cosa da voi voluta?

Metalucifer: Per la batteria The Grinder ha registrato in un altro studio dove il produttore non era per niente professionale e abbiamo dovuto cambiare studio. Per me i disturbi di chitarra non ci sono…


N.A. : Guarda,la produzione nell'insieme ci è piaciuta e quando eravamo in studio un giorno The Crippler ascoltando un pezzo del mixaggio finale ha esclamato:" Cazzo! Ma questa è Germania 1987!!!" Veramente molto tedesca e grezza come piace a noi! Solo la batteria è stata registrata veramente male!!!

13) Parliamo adesso dell’intro, che personalmente non considero fenomenale, dato che non mi prende spesso molto, seppur non tutto è da buttare. Purtroppo, comunque, ritengo l’urlo finale, opera dell’ospite King of Death, quasi forzato e strascicato, e praticamente anche senza voce. Come rispondete a questa critica (se mai sia possibile certo)?
Metalucifer: L‘ intro è stata fatta dal nostro bassista The Reaper con la chitarra e l’urlo “Warriors”, che per per me è una figata, è del nostro amico King of Death, un metallaro di scuola anni 80 che sente il metal da oltre 20 anni e anche suo padre era metallaro …l’urlo “Warriors” quando andiamo a vedere i concerti, visto che per me e per noi rappresenta il Metal!!! I Metallari sono o non sono dei guerrieri di Satana per distruggere il mondo!!!

14) L’outro invece mi piace decisamente di meno, in quanto mi sembra noiosa considerando che quella chitarra elettrica secondo me non esprime una melodia forte e bella potente in grado di scaldare l’animo, oltre a non presentare un sussulto, un apice definitivo che completi il pezzo. Forse se aggiungevate anche una chitarra solista melodica il risultato veniva meglio (almeno per me ovviamente). Invece a tutto ciò come rispondete (è valida anche una bella pernacchia con annesso e sonoro vaffanculo)? Ho ravvisato però un’estrema somiglianza che ha l’outro con l’introduzione ad “Alliance to the Powerthrone” dei Desaster, ed infatti non a caso l’avete dedicata proprio a loro. E’ giusta la mia osservazione o avete preso un esempio diverso rispetto a quello da me citato?

N.A.: Vaffanculo (Già per questo merita un monumento!!! Nda Claustrofobia)!!!!!!!..........No scherzo!!!!!!!!! Sono d'accordo con te! Ho scritto questo pezzo per omaggiare i DESASTER e perchè mi piacciono da matti quei loro outro cosi malinconici, tristi, epici....meravigliosi! L'ho messo su troppo in fretta e studiandolo meglio con una chitarra in più o anche solo con l'accompagnamento della batteria veniva sicuramente meglio! Ma ho voluto provare a farlo così veramente marcio e minimale alla HELLHAMMER...ma con il tempo ho capito che non mi era venuto un granchè....E' meglio lasciare queste cose a Infernal dei DESASTER che è veramente un genio con questi outro!!!!

15) Perché avete voluto mettere sia un’intro che un’outro? Forse per variare un po’ i toni?
N.A. : Mah guarda io volevo mettere assolutamente l'outro e inoltre stavamo pensando a un possibile intro, anche così per avere tre pezzi da un lato e dall'altro della cassetta...poi the Reaper se ne è uscito con bel arpeggio alla SLAYER e abbiamo deciso di metterlo come intro.

16) Inoltre, vedo che il vostro demo è suddiviso in “Side Infernal” e “Side Thrash”. Che senso ha una simile suddivisione? Credete che la seconda parte sia decisamente più thrash della prima?
Metalucifer: No , dato che il nostro genere è “Infernal Thrash” abbiamo pensato di mettere “Side Infernal” e “Side Thrash”…

17) Questa è una domanda per Metalucifer: la tua voce, rozza, sgraziata e molto bassa, mi ricorda specialmente quella dei Mosh Angel. Quindi, a tal proposito, quali sono più da vicino le tue influenze principali e quali sono i cantanti che meglio preferisci? Perché, fra l’altro, preferisci “cantare” così (domanda forse scema ma tant’è…)?

Metalucifer: Non sono influenzato da nulla e da nessuno (e la madonna! Nda Claustrofobia)….Urlo e basta…

18) Trattiamo adesso il titolo del demo. Sbaglio o è un omaggio ad una canzone dei Necrodeath contenuta nel loro primo album “Into the Macabre”? Per quale motivo avete fatto una scelta simile? Ci sono state comunque altre proposte prima di quello definitivo e si può sapere perché esse siano state scartate?

Metalucifer: No, non c’è nessuna relazione con i Necrodeath….C’era qualche titolo…alla fine abbiamo scelto quello…

19) Riguardo la copertina, classicamente metallica, che cosa volete trasmettere esattamente con essa e di chi è il lavoro? Altre copertine prima di questa ce ne sono state e per quale motivo non le avete prese più in considerazione?

Metalucifer:: Noi volevamo che era questa, l’ha fatta un nostro amico di nome Gianluca…
Rappresenta il testo “Violent Assault” dopo una guerra nucleare i demoni conquistano le città issando sul terreno conquistato appunto “The Flag of Inverted Cross Waves in the City”.

20) C'è una ragione, magari simbolica, secondo la quale avete stampato il vostro demo in 222 copie?

Metalucifer: Sì un terzo di 666 copie…

21) Voglio essere provocatorio (ma alla resa dei conti mica tanto ormai), ma c’è una ragione per il quale utilizzate l’inglese, lingua probabilmente un po’ troppo stra-abusata e tra l’altro anche “innaturale” per gruppi non-anglosassoni? Siete d’accordo con un esperimento magari usando il vostro dialetto (bello così ahahah!?)?

Metalucifer:: No, utilizzeremo (perché in futuro scusa? Nda Claustrofobia) la lingua Inglese, non dico che altri gruppi non possano cantare in portoghese, spagnolo, tedesco o russo.. ognuno fa quello che vuole…

22) Siete soddisfatti del risultato raggiunto o volete cambiare qualcosa? Come stanno andando la critica ed il pubblico?
Metalucifer: Sicuramente non siamo soddisfatti, mai bisogna esserlo….della critica non ci interessa e niente del pubblico….noi facciamo musica per passione e non per soldi…. se poi molta gente ci apprezza siamo felici, se c’ è poca gente che ci segue a noi non frega e quindi andiamo per la nostra strada…Show No Mercy!!!

23) Chi ha scelto il nome del gruppo e quale è il suo significato? Ci sono state altre proposte prima di decidere per quello attuale e potete dire per quale motivo sono state rifiutate?

Metalucifer: L’ha proposto il nostro chitarrista Nuclear Aggressor, penso che sia stato il primo nome proposto, come ti dicevo prima dal testo Violent Assault…

N.A. : Si è vero il nome l'ho scelto io...però mi ricordo che Metalucifer aveva proposto all'inizio il nome Chernoblaster (secondo meglio era meglio questo, molto più aggressivo di quello attuale. Nda Claustrofobia) però sono riuscito a convincerlo che Violent Assault fosse molto valido, d'impatto e dannatamente Thrash Metal!! Il nome del gruppo non ha un significato particolare, volevo semplicemente trovare un nome di sicuro impatto e che anche rappresentasse il nostro genere....mi sembra proprio azzeccato!!!!!!!!!!!!

24) Chi ha fatto il logo e cosa volete che esso trasmetta? Ci sono…vabbè, le stesse successive 2 domande della 21 (ho una fantasia a volte ihih).
N.A. : Il logo è sempre una mia creazione, però per sistemarlo bene (sai proporzioni, rifiniture ecc...) mi ha aiutato un nostro amico disegnatore Fabio Babich che infatti è accreditato assieme a me all'interno del demo per la creazione del logo. L'unico significato che può trasmettere è nelle due T rovesciate che naturalmente sono sinonimo di croci invertite appunto per indicare la nostra vena Black Metal e Anti-religiosa! Ed inoltre è mooolto anni '80!!!!!!!!!!

25) Volete raccontarmi di un vostro concerto-tipo?

Metalucifer: Ogni concerto è diverso, diciamo che suoniamo di solito 40 minuti…

26) Prima di militare nei Violent Assault, avete suonato in qualche altro gruppo, magari registrando e/o pubblicando qualcosina? E come è andata l’esperienza?

Metalucifer;: Il nostro bassista suona anche in un altro gruppo chiamato Black Raven e il nostro attuale batterista Cris the Beast ha suonato nei Rigor Mortis (gruppo Thrash di Gorizia degli anni 80 che ha fatto un demo nel 87 chiamato “Vocifera”) e poi ha suonato in tanti altri gruppi…

27) Da quanto tempo suonate i vostri rispettivi strumenti e quanto vi esercitate al giorno?

Metalucifer; Io sono da pochi anni che urlo (E Nuclear Aggressor? Nda Claustrofobia)…..

28) Una domanda cojona: quale è stato l’evento più esilarante che avete vissuto come gruppo?

Metalucifer; Diciamo che con il nostro primo batterista c’ erano dei momenti esilaranti… era un personaggio…

29) Sinceramente, non riesco a capire perché nel vostro profilo su Metal-Archives c’è scritto che voi suoniate black/thrash metal. Anche voi condividete questa definizione? Ma non vi pare un po’ dispersiva, intendendo forse con black semplicemente il vostro amore anche per tematiche in un certo senso sataniche?
Metalucifer: Penso che posso essere d’ accordo , possiamo definirci Black perché un genere
viene visto dal testo vedi Venom , Death SS, Mercyful Fate, Sodom… alla fine comunque si può dire che facciamo Heavy Metal…e poi in ultimo questi sono delle definizioni giornalistiche (non sempre comunque, se si pensa a “black metal” od al death se è questo che intendi. Nda Claustrofobia)

30) Dato che la vostra musica ha radici antichissime, che pensate delle forme metalliche più moderne, specialmente quelle estreme? Hanno aggiunto e/o perso qualcosa rispetto alle sonorità più datate?

Metalucifer: Non facciamo musica classica….magari qualche radice c’è…sì, molti gruppi estremi hanno perso lo spirito e fanno cose che non c’entrano con l’ Heavy Metal…comunque sono gruppi come i Nifelheim, Desaster, Urn, Denial of God che restano nella tradizione…

31) Quale è il vostro senso dell’evoluzione? Secondo voi un gruppo deve cambiare almeno un pochetto la propria musica per rendersi ancora interessante negli anni?

Metalucifer: No, un gruppo non deve evolversi ….ma deve fare musica che piace al gruppo (e se gli piace cambiare anche qualcosina della sua musica?. Nda Claustrofobia).

32) Cos’è cambiato per voi a livello sociale nella scena metallica rispetto ad anni or sono? C’è più rispetto e passione per la musica, o quasi tutto si riduce a “mi scarico questo cd e poi bon…”?
Metalucifer: Mah …ti dirò che l’Heavy Metal ‘ esiste da 40 anni e nonostante questo la società è cambiata…mi spiego meglio: l’era dell oro sono stati gli anni 80…è ovvio che un ventenne del 2010 è diverso da un ventenne degli anni 70 e quindi c’è una notevole differenza tra le due generazioni e coloro che hanno vissuto in pieno la scena metal anni 80 sono stati a parer mio molto fortunati perché quell’ essenza di vero metal gli è entrata dentro e là è rimasta! Purtroppo oggi molti giovani hanno poco rispetto dei più vecchi, ad esempio io da sempre ho avuto molta considerazione dei metallari più vecchi di me, e poi indossavo il giubbotto con le toppe già alla fine degli anni 80, negli anni 90 pochissimi giravano con il giubbotto di toppe, lo indossavo sempre, adesso è venuta la moda di possederne uno pieno di toppe comprate da Internet su Ebay, anche nel tempo di un giorno, quando io e altri come me abbiamo impiegato anni a collezionarle solo per la pura passione di farlo! Un'altra cosa discutibile è che molti giovani di oggi arrivano fino al punto di scaricarsi addirittura 1000 album in un mese senza capire quell‘essenza del Metal già descritta, ovvero non capiscono il significato dell’esaltazione di ordinare un vinile e aspettare anche molti giorni di riceverlo o scaricano album di gruppi la cui storia nemmeno conoscono. Io ritengo che a prescindere dagli anni che passano o dalla tecnologia che si perfeziona se sei metallaro e hai la vera passione che come un segno indelebile ti è cresciuta dentro sei un metallaro in ogni tempo!!!

33) Come deve essere il metallaro-tipo di oggi, a vostro parere?

Metalucifer: Non c’è una definizione o uno standard per designare la figura del metallaro-tipo, in realtà io penso che parta da dentro il sentirsi un metallaro e lo sei con la passione.

34) Cos’è, a vostro parere, il Metal (anche sotto il profilo filosofico dai eheheh)?



Metalucifer: Questa è una domanda difficile, poi ognuno può avere una sua risposta,
nel mio punto di vista è uno stile di vita Anti-sociale rispetto alla società…la misantropia, la morte, la natura (la montagna, le terre estreme, i boschi) fuori dalla razza umana….

35) Perché vi ponete così tanto contro il formato cd? Forse la vostra è una battaglia contro le multinazionali del settore?
Metalucifer No, non è un discorso contro le multinazionali, ma ritengo che il cd è digitale mentre il vinile è meglio sotto tutti i punti di vista. Quest’ultimo è qualitativamente superiore dato che che va dal suono più caldo alla copertina, comunque il cd è destinato a morire visto che adesso ci sono altri formati digitali…se la gente comprasse il vinile o la cassetta anziché il cd…sentirebbe un suono molto diverso…indescrivibile!!!
BURN CD!!! ONLY ANALOG IS REAL!!!

36) Mi sono accorto che soltanto pochi di voi portano il face-painting, ricordandomi così non poco, ma anche per quanto riguarda l'abbigliamento, i Desaster. Perchè, comunque, tale scelta e quale è, secondo voi, il significato che si cela dietro questa usanza? Inoltre, a vostro avviso, da chi è partita?
Metalucifer: Ci vestiamo come vogliamo….a me piace truccare e rappresenta il male….
Burning The Church!!!

37) I nomi di battaglia che voi utilizzate da dove provengono e, secondo il vostro parere, perchè vengono così tanto usati fin dai tempi dei Venom (almeno così mi pare)?


Metalucifer: Perché sono figoni, per me il mio nome reale è Metalucifer…ed è stato ripreso da me dal gruppo giapponese METALUCIFER appunto!

38) Come vi rapportate con il fenomeno sempre più diffuso del peer 2 peer e quindi con il formato MP3? Esso può essere considerato pericoloso anche per l’Underground e perché?

Metalucifer:il cd è già pericoloso perchè molte case discografiche lo preferiscono ai vinili e poi adesso che useranno altri formati o la gente che continuerà a scaricare da Internet…ma le case che continueranno a produrre vinili saranno ancora più forti..

39) Che ne pensate della vostra scena Metal estrema, ossia quella friulana( anche dal punto di vista extra-musicale – nel senso dei locali, del pubblico e così via)? Sbaglio o ha una buona scena specialmente di impronta black metal?
Metalucifer: Dove viviamo noi, a Gorizia,c’è il nulla ….mentre in Slovenia o a Pordenone e provincia c’è più scena e come pubblico è presente in quantità maggiore ossia è un'altra cosa, negli ultimi anni si stanno facendo più concerti..

40) Che ne pensate invece della scena Metal estrema italiana più in generale( idem)?
Metalucifer: Sento metal da oltre 20 anni, in questi ultimi tempi sento di più la scena sudamericana, là è la terra della musica estrema….. Se mi parli dell’Italia seguo poco la scena, cmq ci sono buoni gruppi come Baphomet’s Blood, Hatred, Hellstorm, Warmonger (R.i.p.), Lethal Death, Infernal Force, Death Mechanism, Blasphemophager, Mephisto (una vecchia conoscenza di “Timpani Allo Spiedo” fra l’altro. Nda Claustrofobia), Armed Conflict, Oath, Chronic Hate….

41) Ascoltate altri tipi di musica oltre al Metal? Se sì, quale maggiormente preferite? Nuove leve da consigliare? Ritornando al Metal, quali gruppi preferite? C'è qualche sorpresa che volete segnalare, magari con quelle con cui avete diviso il palco?

Metalucifer: Qualcosa di musica classica…Beethoven, Wagner, Strauss, Mozart & Ennio Morricone, Movie soundtrack….
Te ne devo dire 1000….Te ne dico 5 : Minotaur, Merciless, Pentagram (Chi), Possessed,
Hellhammer…Con i Keller (Slovenia) ci abbiamo suonato: veramente bravi…

42) Cosa bolle attualmente in pentola per voi? C’è qualche altro progetto in preparazione?

Metalucifer: Adesso andremo a registrare 10 pezzi in studio…in teoria dobbiamo fare qualche release su 7” e poi vedremo…

43) Ragazzuoli, l’intervista è finita, ed io mi sorprendo ancora del come io riesca a fare queste interviste suicide, e quindi spero che la vostra vi sia piaciuta. Volete mandare un messaggio finale agli avidi lettori di “Timpani Allo Spiedo”?

Metalucifer: Comprate i Vinili, andate ai concerti and Spreading The Evil & Fuck your God!!!