EP Album (SBRT Records, 2013)
Formazione (2011): Edo – voce/basso;
Dario – chitarra/voce;
Davide – batteria.
Provenienza: Ravenna, Emilia - Romagna
Aaaah, finalmente si ritorna a recensire in italiano e, aaaah, che goduria, la SBRT Records ritorna a far sentire la sua puzza infernale dopo che mesi or sono vennero recensiti sempre su queste pagine i grezzissimi Abyssal Flames. Ora è il turno dei Mudgrave, bestia nera che ha esordito con quest’EP intitolato “Swamped”, comprendente 9 pezzi per “soli” 20 minuti circa di massacro sonoro.
Il gruppo mi è stato presentato come death metal, ed effettivamente il nome lo lascia supporre. Ma, a dir la verità, il death viene praticamente accennato soltanto in alcuni pezzi, perché i nostri suonano una specie di speed/thrash primitivo contaminato fra l’altro dal crust e, in misura minore, dal black metal. Tutte queste influenze si possono sentire subito nella canzone d’apertura “Mud Golem”. Ritmicamente parlando, non aspettatevi qualcosa di ultra – brutale perché è il tupa – tupa, e non il blast – beat (pur presente ma a piccole dosi), a regnare incontrastato con qualche incursione in parti piene di groove, sia in stile thrash che crust, e non manca neanche qualche pattern un pochino più complicato e fantasioso del solito (ma non allarghiamoci, va’!).
Il gruppo sa differenziare sufficientemente bene i pezzi fra di loro, alternando quelli più semplici e d’impatto con quelli, diciamo, più imprevedibili e complessi. Alcune volte, invece, i Mudgrave preferiscono essere belli ossessivi, come nel poco fantasioso “Ghoul Party”, che a un certo punto s’inchioda su uno stesso passaggio (e peccato, anche perché il suo groove di partenza mi ricorda molto “Victims of Madness” degli svedesi Dischange), e “He Was Born Headless (So I Called Him Christian)”, pezzo praticamente dominato da un botta e risposta alla fine poco efficace fra due soli passaggi, pur avendo certi ottimi momenti death metal che però potevano essere sviluppati meglio. Parimenti, ogni canzone dura massimo 2 minuti e mezzo circa, con l’unica eccezione costituita da “Plague Rats”, il solo episodio a non raggiungere neanche i 2 minuti durando solo qualcosa come 100 secondi. E in tutti i pezzi vi attende un approccio sonoro che più che collettivo non si può perché, un po’ come negli Abyssal Flames, non c’è un accenno di chitarra solista che sia… mezzo.
Parlando del comparto vocale, questo è composto principalmente da un grugnito rozzissimo ma non particolarmente profondo. Qui e là c’è qualche urlo come dei semplici coretti (vabbè, chiamiamoli così). Ma c’è un “piccolo” problema: solitamente in questo genere di gruppi la voce ha un ruolo preponderante per rendere ancora più intensa e “viva” la musica in modo da compensare la sua povertà, invece qui ha un ruolo a tratti addirittura secondario perché è capace di assentarsi pure per parecchio tempo rendendo così poco potente l’intero insieme, già piuttosto minimalista per conto suo. Così, si può dire che certi pezzi finiscano all’improvviso, cioè senza aver dato tutto quello che dovevano dare (e qui “Ghoul Party” è più che esemplificativa). E non scordiamo che la batteria sembra essere una drum – machine che, pur essendo stata programmata piuttosto bene (sempre sperando che sia veramente tale), non aiuta poi così tanto a rendere più devastante e profonda la musica.
La canzone finale “The Farewell Song” è però una chicca da veri intenditori perché è goliardica ma soprattutto… piena di rutti fino a scoppiare! Sentire per credere!
Alla luce di tutte queste stronzate che ho scritto, bisogna dire che i Mudgrave se la cavano, sanno sputare anche qualche accenno melodico (orrore!) che non guasta mai, ma hanno il problema di essere un po’ scostanti. Vanno cioè da pezzi fighi come “Mud Golem”, “Straight to Your Forehead” e “Remains for Bacteria” (guardacaso alcuni fra i pezzi più crust del lotto, con il primo e l’ultimo che hanno anche buone inflessioni death metal) ad altri con parti inutilmente strumentali e per nulla intensificate neanche dalla batteria. Quindi, i miei consigli sono di dare più importanza alla voce, magari aggiungendo più cori, e di creare un muro sonoro sì primitivo ma possibilmente con maggiori incursioni nel crust e nel death metal… e con una batteria vera. Ma non dovremmo aspettare molto per vedere un nuovo olocausto dei Mudgrave, perché già stanno lavorando al nuovo disco. E adesso, scusatemi ma devo andare a cagare!
Voto: 68
Flavio “Claustrofobia” Adducci
Scaletta:
1 – Mud Golem/ 2 – Plague Rats/ 3 – Knuckles – Teeth Contact/ 4 – Straight to Your Forehead/ 5 – Ghoul Party/ 6 – He Was Born Headless (So I Called Him Christian)/ 7 – Family Trip/ 8 – Remains for Bacteria/ 9 – The Farewell Song
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