Album autoprodotto (1 Gennaio 2012)
Formazione (2002): Alessio “Pacio” Pacifici, voce/basso;
Marco Acorte, chitarra/voce aggiuntiva;
Luigi Longo, chitarra;
Massimo “Mastino” Romano, batteria.
Provenienza: Roma, Lazio.
Canzone migliore dell’opera:sicuramente “Night of the Living Dead”, che offre spunti interessantissimi per il futuro del gruppo.
Punto di forza del disco:
senz’ombra di dubbio l’abilità sopraffina di variare l’assalto rimanendo però (quasi) sempre negli angusti confini del brutal/grind.
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Nota:
i Dr. Gore stanno cercando disperatamente un'etichetta discografica. Quindi, chi è interessato contatti il gruppo attraverso la mail:
band@drgore.net
Era veramente da tempo che aspettavo il secondo album di questo branco di pazzi, che 3 anni fa diedero alla luce il proprio esordio “Rigore Mortis” (recensito in queste stesse pagine), compendio anfetaminico di 6 pezzi assolutamente promettente ma che aveva l’unico difetto di essere troppo breve per essere uscito da un gruppo nato addirittura nel 2002 (durava poco più di un quarto d'ora nonostante fosse fra l'altro classificato come un album...). Anche se, in fin dei conti, è da preferire tale poca prolificità, visto che così facendo l’ispirazione non si trova soffocata dall’operare in tempi ristretti, i quali spesso e volentieri si rivelano controproducenti.
Effettivamente l’ispirazione è qui veramente alle stelle, e la cosa incredibile è che i nostri sono riusciti nel difficile compito di brutalizzare ancor di più una proposta già pesantissima di suo. Infatti, tra blast – beats angoscianti e tupa – tupa battaglieri a là Slaughter vi è pochissimo spazio per i tempi più lenti, che guardacaso quando si fanno vivi sono sempre benvoluti, soprattutto perché qualitativamente fanno a dir poco paura.
Una qualità che si sposa con una semplicità ed immediatezza che colpiscono come un vero e proprio treno in corsa (ascoltatevi “Slaughterhouse” per crederci). Ciò anche perché nei Dr. Gore, nonostante ci siano due asce, non c’è nemmeno la traccia più misera della chitarra solista. Ma anche perché molti pezzi presentano una struttura ossessiva e paranoica da incubo. Il bello è che quando i nostri cercano di dinamicizzare il proprio discorso, ci riescono perfettamente (“Night of the Living Dead”, ultra – isterica e contenente addirittura interessanti parti thrasheggianti), sapendosi quindi re – interpretare senza problemi.
Quest’ultima è in effetti la caratteristica più importante che il gruppo si ritrova, dato che gli permette di arricchire il proprio brutal/grind spietatissimo di una ricchezza di soluzioni esorbitante, praticamente a livello totale. Per esempio:
1) le linee vocali da tal punto di vista sono incredibili, la cui riuscita è aiutata anche dall’uso delle due voci (per quanto le urla spaventose di Marco siano diventate più essenziali e meno protagoniste…), con Alessio abile a variare ottimamente fra grugniti (specialmente) ultra – cavernosi e “lamenti” maialeschi;
2) la batteria, di cui non ho comunque molto apprezzato il suono del rullante, un po’ finto e troppo in linea con le tipiche produzioni brutal di oggigiorno, riesce a potenziare tutto l’insieme tramite degli accenti superlativi, anche sparando blast – beats a singhiozzo (“Butchered”).
In generale vi è però una cooperazione tra i singoli assolutamente fantastica (anche se la pecora nera rimane il basso), non dimenticando nemmeno di sperimentare, ma con misura, a livello di produzione, così da sfoggiare magari qualche eco che dal punto di vista strategico – tattico risulta strabiliante per un gruppo bestiale come i Dr. Gore.
A tutto ciò si aggiunga la tendenza (per i nostri quasi una novità) di introdurre i vari brani attraverso degli spezzoni solitamente (e naturalmente) horror; idealmente la divisione dell’album in 2 parti. “Idealmente” perché la prima non ha nome, e perciò rappresenta la parte “normale” del disco, mentre la seconda si chiama “Corpse Trilogy” ed interessa gli ultimi 3 pezzi (c'è da osservare che questi, rispetto agli altri episodi, sono curiosamente più vari per quanto concerne i tempi presi). Bisogna notare che, sebbene le due parti siano state registrate in studi differenti, la produzione non è che cambi poi così tanto, anzi, a dir la verità in quasi quasi niente; infine, il suono ultra – puzzolente e letteralmente affilato che si ritrovano le chitarre.
Voto: 93
Claustrofobia
Scaletta:
1 – Maggots Under Skin/ 2 – Tools of Torture/ 3 – Gore Surgery/ 4 – G.O.M.B. (Gore Obsession of Mutilated Bodies)/ 5 – Spermatozombie/ 6 – Goreland/ 7 – Slaughterhouse/ 8 – Night of the Living Dead/ 9 – Butchered/ 10 – Autopsy/ 11 Reborn
MySpace:
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Sito ufficiale (non proprio utilissimo ma pazienza):
http://www.drgore.net/