Tuesday, May 5, 2020

Eduardo Vitolo - "Children of Doom" (Tsunami Edizioni, 2018)

Titolo: Children of Doom
Autore: Eduardo Vitolo
Genre: Libro
Data di uscita: settembre 2018
Pagine: 418
Voto: 83/100













Sì, è vero: io quasi "aborro" il doom metal e, in genere, qualsiasi tipo di metal lento, compresi il depressive black metal e lo slamming brutal death metal. Però 2 anni fa, in preda a un'impellente curiosità, mi incuriosì di un libro, che uscì per l'attivissima Tsunami Edizioni, interamente dedicato al doom metal e alle sue varianti: "Children of Doom" di Eduardo Vitolo, giornalista freelance al suo 5° libro. Devo dire fin da subito che, come ogni saggista che si rispetti, l'autore ha fatto un gran bel lavoro coprendo un arco temporale piuttosto lungo... ma non saltiamo immediatamente alle conclusioni e vediamo cosa ha da offrirci questo "Children of Doom", che prende il proprio titolo dal 6° album dei Saint Vitus, "C.O.D.".

Questo libro, che mi è stato regalato due Natali fa, è suddiviso in 10 capitoli, il primo dei quali, per spiegare il doom metal nella sua spiritualità , parte da mooolto lontano, cioè dal Medioevo. Infatti, è da questo buio periodo storico della storia umana che vanno fatti risalire i cosiddetti "The Dooms", dipinti piuttosto angosciosi che venivano usati dalle chiese soprattutto inglesi per incutere timore ai fedeli, facendo loro immaginare le peggiori pene dell'Inferno se non avessero seguito la Retta Via. Ecco, l'autore fa risalire a questi dipinti il doom metal e tutti i suoi temi, che celebrano la morte, la miseria umana, l'Apocalisse e così via, spesso prendendo ispirazione dalla Bibbia. Ciò non sorprendentemente visto che, caso praticamente unico in tutto il vasto universo metal, molti gruppi doom metal, come i già citati Saint Vitus e i Trouble, sono di fede cristiana.

Con i successivi capitoli si passa alla musica vera e propria, e qui c'è di che scegliere! Per esempio, il secondo capitolo affronta, fra gli altri, alcuni dei gruppi che hanno anticipato gli umori del doom metal prima dell'avvento dei Black Sabbath, come i folli Cromagnon o gli Arzachel (uno dei primi gruppi a citare Lovecraft nelle proprie canzoni). Invece, il terzo capitolo parla proprio dei Black Sabbath, cioè coloro che hanno "inventato" il genere, e di tutti i suoi prosecutori andando così dagli Stati Uniti (Dust, Bolder Damn, Salem Mass...) a paesi esotici come l'Islanda (Icecross), in un viaggio molto interessante che ripercorre gli anni '70, con tutti i suoi gruppi spesso validissimi ma altrettanto spesso dimenticati dai più... però, ecco, segnalo la mancanza di gruppi secondo me fondamentali come i tedeschi Nightsun, eh!

Ma dal quarto capitolo in poi si comincia finalmente a parlare di doom così come lo conosciamo oggi, analizzando a poco a poco intere scene nazionali, alcune delle quali hanno creato dei modi piuttosto peculiari di intendere il doom e, in genere, il verbo sabbathiano. Ecco così che si passa dal doom metal tradizionale dei vari Pentagram, Saint Vitus e Trouble (Stati Uniti) a quello più epico à la Candlemass (Svezia), o a quello più gotico di My Dying Bride, Anathema e Paradise Lost (Inghilterra). Procedendo nella lettura, le sonorità si fanno via via sempre più estreme trattando così generi correlati al doom come lo stoner dei Kyuss e dei Monster Magnet ma anche veri e propri abomini in musica come lo sludge metal di Eyehategod e Down, il claustrofobico funeral doom metal della Triade tutta finlandese formata da Thergothon, Unholy e Skepticism e, soprattutto, il drone dei SunnO))), il quale, per il momento, è l'evoluzione/involuzione più estrema e cacofonica mai concepita in ambito doom anche a causa delle sue implicazioni con altri generi metal come il black metal. Last but not least, c'è anche un capitolo intero dedicato alla sfortunata ma pittoresca e teatrale scena italiana, che vede come protagonisti dei veri cani sciolti come i Death SS, gli Abysmal Grief e il Paul Chain Violet Theatre, tutti alfieri di una via tutta italiana al doom... e da qualche parte ci sono pure i leggendari Jacula/Antonius Rex!

In tutto ciò, non si parla soltanto di fondamentali etichette discografiche che hanno allevato e coltivato il genere come la tedesca Hellhound Records o l'inglese Rise Above Records di Lee Dorrian dei Cathedral, non si parla soltanto di eventi storici come il disastroso Altamont Free Festival che, patrocinato dai Rolling Stones nel 1969 in risposta al festival di Woodstock, finì praticamente con una sparatoria, ma si parla anche di personaggi doom, alcuni dei quali molto tormentati e problematici, e quindi affascinanti e sicuramente adatti per cantare in musica la sofferenza umana come il doom richiede. Ecco così fare capolino personaggi del calibro dell'eterno Bobby Liebling degli altrettanto eterni ma travagliatissimi Pentagram, del mastodontico e incontentabile Scott "Wino" Weinrich dei The Obsessed (una totale mosca bianca nel doom anche visto il suo background musicale mezzo punk) oppure di quei pazzi dei finlandesi Reverend Bizarre, forse uno dei gruppi più "sbagliati" della Storia essendo formati da tre musicisti uno più tremendamente diverso dall'altro, di cui uno, il cantante/bassista Albert Witchfinder, soffre anche di problemi mentali!

A chiudere questo volume interessantissimo ci pensa una lunga appendice che raccoglie al suo interno principalmente una serie di interviste ai vari protagonisti passati e presenti del proto-doom e del doom propriamente detto, ma anche a critici musicali come Martin Popoff o a studiosi, che offrono prospettive diverse e inedite da cui guardare il doom, come Brett Stevens. Peccato però che molte domande si ripetano praticamente uguali intervista dopo intervista ma, perlomeno, alcune di esse sono mooolto interessanti, come quella a Mario "The Black" Di Donato, storico protagonista di fede persino cattolica della scena doom italiana.

Alla fine di questa recensione, che altro bisogna dire? Che questo libro, che comunque poteva essere curato un pochino meglio per via di certi refusi/errori ortografici presenti qui e là (per fortuna però, niente di rilevante), è da leggere non solo per i patiti più sfegatati del doom ma anche di tutto il metal e, inoltre, gente come me lo può trovare utile per esplorare meandri musicali metal ancora non sufficientemente scandagliati. E quindi forse sarebbe ora che mi ascolti il doom metal un po' di più, non trovate?

FaceBook: http://www.tsunamiedizioni.com/

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