Wednesday, July 17, 2019

LaFuria!+Napoli Violenta+Scheletro+yButteroy (Rome, 12th July 2019)

Gruppi: LaFuria!+Napoli Violenta+Scheletro+yButteroy
Data: 12 luglio 2019
Locale: CSOA Forte Prenestino
Ingresso: 5 €















Comunicazione di servizio:

non c'è fine all'Operazione Spam Selvaggio che riguarda il mio libro. Quindi, se non lo avete ancora fatto, comprate "Nel Segno del Marchio Nero", un libro che racconta vita, morte e miracoli della cosiddetta first wave of black metal. Ci troverete brevi recensioni, aneddoti, morti ammazzati, foto, interviste (tipo ai brasiliani Holocausto) e chi più ne ha più ne metta! Disponibile nei migliori stores digitali come Feltrinelli, IBS, Amazon e Google Books. Ah, una cosa: il libro è uscito come ebook...ma spero che questo non sia un problema per voi divoratori di libri cartacei!

------------------------------------

Minkia, quasi 2 mesi sono passati dall'ultimo live report che ho fatto! Tranquilli, niente paura, non ho smesso di andare ai concerti, anzi! Per dirne qualcuna, il 14 giugno al Traffic ce le siamo date di santa ragione ai Possessed, e il 28 giugno ho assistito a qualcosa di magico vedendo gli storici Kina divertirsi sul palco del Forte Prenestino con una grinta inarrestabile. E adesso arriviamo al concerto oggetto di questo live report. Infatti, il 12 luglio ho fatto ritorno al Forte Prenestino per una serata mezza grindcore che ha visto alternarsi sul palco, in ordine cronologico, i yButteroy (che non vedevo da poco più di un anno), gli Scheletro (più sul versante HC punk), i Napoli Violenta (nomen omen), e LaFuria!, un gruppo totalmente sui generis come vedrete presto. Ma adesso vediamo più o meno nel dettaglio cosa è successo durante la serata.

Prima di tutto, alle 21 è cominciata la proiezione di "Slave to the Grind", un bel documentario sul grindcore (anche se il titolo richiama palesemente una canzone degli Skid Row ma vabbè...), uscito l'anno scorso. Il film, che approfondisce molto bene la scena grind internazionale con interviste a membri di gruppi come Nasum, Rotten Sound, Cretin, Brutal Truth e così via, non è stato ancora sottotitolato in italiano, quindi ce lo siamo gustato con i sottotitoli in inglese. Non so per quale losco motivo ma mi è rimasta soprattutto impressa nella mente la frase "he was a piece of shit!", detta da parecchi degli intervistati in riferimento a quel pazzo di Seth Putnam degli Anal Cunt! Checchè se ne dica, gli Anal Cunt sono stati comunque fondamentali per lo sviluppo e la diffusione del genere, anche se hanno mandato affanculo tutto e tutti (compresi gli afroamericani e gli ebrei...), e anche se lo stesso Seth è stato coinvolto in controversi progetti collaterali come quei nazisti dei Vaginal Jesus...

Dopo il documentario, alle 23 circa è iniziato finalmente il concerto. I primi a suonare sono stati i yButteroy, che si sono tutti presentati con la stessa maschera, cioè quella di Sloth del film "I Goonies" (1985), ma con una "y" in fronte. Se nel presentarsi sono cambiati (che poi il chitarrista si è tagliato i suoi una volta lunghi capelli o sbaglio?), non è cambiato di una virgola il loro power violence, che è così schizofrenico che mi chiedo come questi tre pazzi (senza bassista, come avviene spesso per questo particolare genere) riescano a ricordarsi TUTTI i 10000 cambi di tempo presenti nei loro brevissimi pezzi! Eppure, questa estrema mutevolezza della loro musica non ha impedito ai fan più accaniti di darsi subito al pogo e anche a un sano surf diving.

Finito lo show a suo modo straniante dei yButteroy (le "y" non servono sostanzialmente a un cazzo ma ok lo stesso!), è stato il momento degli Scheletro. Non è la prima che li vedo dal vivo ma è di sicuro la prima volta che ne parlo diffusamente su questa 'zine, anche se ho accennato a loro in occasione del live report dell'ultimo Go! Fest. Ebbene, il loro è un hardcore punk violento e nichilista molto vecchia scuola ma capace di tirare fuori qualche pezzo dai mid-tempo parecchio contagiosi. La violenza degli Scheletro è dovuta anche al rabbiosissimo cantato di Demian (che per un po' ha militato nei Verano's Dogs ai loro inizi...e perfino nei Novembre!), che fra l'altro vomita delle linee vocali cantabilissime, come dimostrato da alcuni del pubblico, i quali hanno cantato a memoria molti loro pezzi. Inoltre, il pogo è diventato incredibilmente violento proprio con gli Scheletro, con perfino qualche ballo straight-edge che di solito qui a Roma si vede alle serate organizzate dal Till Death. E io, ovviamente, ero lì in mezzo al pogo.

Dopodiché, il delirio è diventato ancor più assurdo con quei terroni dei Napoli Violenta, i quali hanno un nome che, preso di petto dall'omonimo film poliziottesco di Umberto Lenzi uscito nel 1976, fa capire subito che abbiamo a che fare con qualcosa di veramente poco pacifico. E poi ti rendi conto che il logo dei Napoli Violenta è fatto sulla falsariga di quello dei Napalm Death, e allora capisci tutto! Grindcore zozzo con tematiche ispirate ai poliziotteschi degli anni '70 e talmente menefreghista che, a un certo punto, il gruppo (cioè quattro figuri col passamontagna che si rifiutano di svelare le proprie identità) ha proposto una serie di mini-brani grind manco fossero tutti "You Suffer" dei Napalm Death! Belle le cover di "Violent Pacification" dei D.R.I. e, soprattutto, dell'immortale "Iron Fist" dei Motörhead, proposta come bis e durante la quale mi sono buttato (per la seconda volta nella serata) dal palco. Ma ideologicamente "brutta" è quella follia di canzone intitolata "Squadra Antiblackster", durante la quale, da mega-appassionato di black metal quale sono io (insomma, sul black metal ci ho scritto pure un cazzo di libro!), ho fatto ripetutamente un "nono" pure ai Napoli Violenta stessi, rifiutandomi di pogare! Però il bello è che, alla canzone successiva (mi sembra "Sangrja"), già dimentico di tutto, sono salito sul palco perché volevo volare per un po'! Per farla breve, divertentissimi questi Napoli Violenta, che prima non conoscevo e che con questo concerto hanno fatto il release party del loro omonimo album, pubblicato su vinile dalla Deevolution Records e su cassetta dalla Hanged Man Records (la stessa che ha pubblicato anche l'ultimo dei grandi Contrasto!) dopo essere stati fondati nel 2018 da "quattro vecchie conoscenze delle forze dell'ordine". E comunque quanto cazzo è figo il napoletano ANCHE in salsa grindcore!

E ora è il turno dei LaFuria!, che sono praticamente dei pesci fuor d'acqua (ma non tanto, almeno dal punto di vista attitudinale) visto che suonano un hardcore rap su una base stoner metal, pur essendo formati perlopiù da veterani della scena HC punk capitolina e laziale con esperienze in gruppazzi come Tear Me Down, Oss!, Gli Ultimi o Plakkaggio HC (il legame fra il rap e l'HC punk è più stretto di quanto si pensi!). A differenza degli altri gruppi, non ho seguito moltissimo il concerto dei LaFuria! (infatti, non me ne vogliano, ma di loro non ho fatto nemmeno una foto) ma ho apprezzato parecchio una loro canzone che riprende in parte nient'altro che "Raining Blood" degli Slayer...che prima è stata ripresa parzialmente anche dai Napoli Violenta, se non ricordo male.

Insomma, è stata veramente una bella serata, piena di bella gente e con una line-up piuttosto varia nelle sonorità proposte seppur il punto di riferimento principale fosse il grindcore. E poi il Forte Prenestino è veramente una gran bella realtà, attiva persino da 33 anni, che offre uno spazio enorme, concerti praticamente all'aperto e una ricchezza di eventi fra i più diversi. E fortuna non risulta nella lista dei centri sociali da sgomberare. Ma, purtroppo, in quella cazzo di lista infame, ci sono posti come l'Acrobax, lo Strike (qui e qui due live report di concerti tenuti in questo centro sociale) e il Nuovo Cinema Palazzo. Massima solidarietà a tutte queste realtà in pericolo!

No comments:

Post a Comment