La storia dei Cretin (cioè “cretino”… per favore non ridete!) è alquanto strana: nati nell’ormai lontanissimo 1992, si sciolsero 4 anni dopo perché il bassista Matt Widener ebbe la bella idea di arruolarsi nei marines, e così il cantante/chitarrista Dan Martinez preferì dedicarsi a scrivere le colonne sonore dei videogiochi (e sarei pure curioso di sapere in quali di essi avrebbe lavorato). Ma il nome del gruppo venne per fortuna riesumato nel 2001, e dopo altri 5 anni i nostri diedero alle stampe l’album di debutto “Freakery” (Relapse Records), salutato da molti come un genuino ritorno al grindcore più selvaggio della vecchia scuola. Bene, passa ancora qualche anno e al succitato parte completamente la testa perché decide di cambiare letteralmente sesso diventando così la signora Marissa Martinez! Nel frattempo, i Cretin, una volta un trio, si trasformano in quartetto con l’aggiunta della tatuata chitarrista Elizabeth Schall, ragion per cui il nuovo album “Stranger”, pubblicato a Dicembre 2014 sempre dalla Relapse, è stato registrato da una formazione per metà al femminile… anche se, pur ben sapendo che non è politicamente corretto dirlo (soprattutto di questi tempi), mi riesce difficile considerare Marissa come una vera donna.
Vabbè, a parte queste considerazioni cretine (appunto…), “Stranger” massacra a dovere i timpani dell’ascoltatore attraverso 14 pezzi per 32 minuti circa che piaceranno sicuramente a chi ogni giorno si nutre di pane e grindcore. Lo stile è molto vicino ai Repulsion, quindi più che di grind puro è forse meglio parlare di death/grind, visto che, per esempio, il riffing risente molto del più puzzolente death metal vecchia scuola mentre non manca neanche qualche derivazione punk/HC, come si sente del resto già nei primi secondi di “It”, che apre l’album senza un’inutile intro. Ovviamente, i blast-beats e dei tupa –tupa anche parecchio thrashy regnano indisturbati, ergo i tempi medio-lenti sono qui rari, seppur talvolta il gruppo tiri fuori qualche passaggio con un bel groove rissoso in grado di far muovere istericamente il culo (come in “Knights of the Rail”). Paradossalmente, c’è pure un po’ di melodia… oddio, a dir la verità essa è in pratica presente solo in “Ghost of Teeth and Hair” (che poi sarebbe la canzone più lunga dati i suoi 4 minuti di durata… mica male per un gruppo del genere), anche grazie a degli assoli che, brevi e spesso caotici, occupano un ruolo non marginale nella musica dei Cretin dato che in alcune canzoni ce ne possono essere anche due. Infine, un plauso a Marissa, che con il suo vocione rauco e le sue urla spastiche con tanto di sovraincisioni utili a creare ancor più caos, fa credere all’ascoltatore di turno di essere ancora un uomo fatto e finito.
Dal punto di vista lirico, i testi contenuti in “Stranger” sono veramente interessanti. Molto ironici e grotteschi, raccontano vere e proprie storie in pochissimo tempo. Per fare un esempio, la conclusiva “How to Wreck Your Life in Three Days” racconta di un ragazzo il cui padre, prima di morirgli davanti per un cancro, gli consiglia di risolvere con il fuoco i vari problemi che gli si presenteranno nella vita. Ma così il giovane impazzisce letteralmente perché comincia a incendiare tutto, anche una macchina della Polizia che intanto lo bracca. Ironia della sorte, durante il terzo giorno dalla morte del padre si chiede il vero significato delle sue parole arrivando così alla conclusione di essere LUI STESSO il problema. Che risolverà ovviamente... dandosi fuoco! Da menzionare pure il testo di “Knights of the Rail”, che si addentra nell’universo degli hobo (cioè quei vagabondi che, in nome della libertà più estrema, viaggiano per gli Stati Uniti camminando sui binari dei treni) utilizzando perfino il loro slang, ragion per cui molte parole sono praticamente incomprensibili se non si conosce il loro linguaggio.
Peccato però che l’album non è che mi abbia così entusiasmato. Non sto facendo il bastian contrario, in fondo i californiani Cretin sono un gruppo ben apprezzato fra gli appassionati del grindcore (lo dimostrano molte recensioni che parlano di “Stranger” con termini belli entusiastici), solo che nel disco ho trovato pochissimi pezzi memorabili, fra l’altro tutti ravvisabili nella sua prima parte, cioè “Ghost of Teeth and Hair” con le sue strane melodie, “The Beast and the Drowning Bucket” con il suo sporchissimo riffing death e “Knights of the Rail” con il suo groove irresistibile e da rissa. Della seconda parte trovo veramente valida la sola “Husband?”, un pezzo di 36 secondi di una follia tale che lo rende stilisticamente un po’ diverso dal resto dei brani. Ma, oltre a questi 4 che ho appena citato, gli altri non riescono a distinguersi sufficientemente bene fra di loro, non colpendo così l’ascoltatore neanche attraverso dei momenti da ricordare di cui, soprattutto in casi simili, si ha sempre bisogno manco si stesse parlando di acqua. Ma con tutto questo non sto dicendo che “Stranger” (voto: 6,5) sia un album brutto, anzi, solo che mi aspettavo qualcosa di decisamente meglio. C’entrerà pure il fatto che i Cretin abbiano leggermente allungato i pezzi rispetto a “Freakery”? Boh! Dai, fate così: mettetevi ad ascoltare “Stranger”, e se poi vi piace un casino, riempite questa mia recensione di commenti brutti sporchi e cattivi rivolti verso il sottoscritto! Va bene?
Tracklist:
1 – It
2 – Ghost of Teeth and Hair
3 – The Beast and the Drowning Bucket
4 – Knights of the Rail
5 – We Live in a Cave
6 – Sandwich for the Attic Angel
7 – Stranger
8 – Mister Frye, Janitor Guy
9 – Mary is Coming
10 – Honey and Venom
11 – Freakery
12 – They Buried the Lunchbox
13 – Husband?
14 – How to Wreck Your Life in Three Days
Line-up:
Marissa Martinez – voce/chitarra
Elizabeth Schall – chitarra
Matt Widener – basso
Col Jones – batteria
FaceBook: http://www.facebook.com/Cretanic
Relapse Records: http://www.relapse.com/label/
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