Saturday, May 23, 2015

Atomic Aggressor - "Sights of Suffering" (2014)

Atomic Aggressor - Sights of Suffering


Mmmh, vediamo un po’… quando sono nati gli Atomic Aggressor? Oddio, addirittura nel 1985! Da lì sono durati solo 7 anni nei quali non hanno praticamente combinato nulla, a parte qualche classico demo di rito passato pressoché inosservato a causa della forte competizione che allora vigeva nel campo del death metal. E quindi fine della storia? AH, vi piacerebbe! Passano infatti 15 anni di buio totale alla fine dei quali la vecchia scuola comincia a ritornare prepotentemente come non mai, e così nel 2007 ritornano pure i cileni Atomic Aggressor. Nel 2008, per festeggiare l’evento, la Hells Headbangers e la cilena Rawforce Productions si alleano per dare alle stampe “Rise of the Ancient Ones”, che riunisce tutti i lavori degli Atomic Aggressor, i quali ritornano a essere discograficamente attivi dal 2013 mettendosi così a pubblicare split, live album e, finalmente, anche il disco di debutto uscito sempre per la Hells Headbangers il 9 Dicembre 2014 (ma dapprima per la Rawforce il 29 Settembre), cioè il qui presente “Sights of Suffering”, completo di 11 pezzi (comprese intro e canzone bonus posta proprio alla fine) per 54 minuti e 40 circa di un massacro sonico che gli adoratori incalliti del death metal che fu (incluso me stesso, ovvio) sicuramente ameranno da impazzire.


Passata la bella intro musicata di “Circle of Evocation”, “Sights of Suffering” si rivela a poco a poco come un album incredibile e sorprendente. Dico questo anche perché mi aspettavo qualcosa di più fiacco, fatto da dei 50enni che hanno avuto la bella pensata di sfruttare la moda (sempre che di moda si possa parlare, eh!) del momento. E invece, ragazzi, sentite cosa vi spiattellano nei timpani questi 4 veterani ancora pieni di passione come se fossero rimasti degli adolescenti! Qui si parla infatti il linguaggio di un death metal incazzato e malvagio come pochi eppure dinamico e complesso tanto che, in primis, nessuna canzone scende sotto i 4 minuti e 20 e che, in secundis, il livello tecnico è bello alto, cosa che permette, ad esempio, la costruzione di tempestose fughe strumentali nelle quali i due chitarristi si sfogano con degli assoli funambolici facendo trasparire talvolta un po’ di melodia.

Ma gli Atomic Aggressor, oltre che tecnici (ma senza farlo pesare minimamente), sono anche parecchio grezzi. Per dire, il cantante ha una delle voci più fighe che io abbia ultimamente sentito nel death metal, un grugnito marcissimo e malefico che ricorda quello di gruppi anni ’80 come i brasiliani Panic. Il bello è che il nostro si diverte pure sadicamente perché alla fine di “Lords of the Abyss” (un pezzo di 5 minuti che parte doom con riffing infernale ma “melodico”), tira fuori una risata da leggenda! E poi, sempre per dire, i blast-beats, pur non essendo preponderanti, menano che è un piacere. E, sempre per dire eh!, il gruppo riesce a dare ancor più movimento e intensità a tutto il discorso infilandoci delle buone dosi di thrash metal individuabili specialmente nella seconda parte dell’album (soprattutto in pezzi come “Unbodied Rites” e “The Ancient Burial” – quest’ultima a un certo punto diventa addirittura quasi epica), ragion per cui la musica del gruppo potrebbe essere considerata per certi versi come death/thrash. E, tanto per dire qualcos’altro, non manca neanche un po’ di sano groove così da far scapocciare ben bene la testa dell’ascoltatore, come in “Greed Supremacy” (che poi è una delle canzoni più fighe del lotto).

Ma, fatemelo dire (intanto lo dico lo stesso…), qui e là ci sono pure dei momenti fuori parametro, di quelli insomma capaci di rendere memorabile un pezzo. Ecco, valga come esempio la lunga e sempre più veloce e distruttiva progressione finale della titletrack; progressione che comincia con un abissale tempo lento con tanto di campana a morto di una cattiveria non indifferente.

Dai, poche pippe, “Sights of Suffering” (voto: 9,5) è un disco death metal veramente vicino alla perfezione. Le prestazioni dei vari strumentisti sono eccellenti, c’è una ferocia insostenibile unita a una complessità non da tutti accentuata fra l’altro da un batterista tentacolare, la produzione è grezza e ottantiana ma ascoltabilissima mentre la conclusiva e lunghissima (6 minuti e mezzo) “I Beheld” ha un lento finale ossessivo e caotico da paura e il pezzo bonus “Twilight Spectres” (l’unico proveniente dal periodo dei vecchi demo) è tremendamente dinamico e thrashy. Ergo, comprate a scatola chiusa questo disco e mandate al diavolo chi pretende per forza l’originalità che 1) se la cercassero altrove e 2) cazzo, chi altri ha il diritto di suonare del puro death metal se non dei veterani ancora fieramente ancorati alla fine degli anni ’80 come gli Atomic Aggressor?

Tracklist:

1 – Circle of Evocation (intro)
2 – Faceless Torment
3 – Spawn of Doom
4 – Sights of Suffering
5 – Curse of Creation
6 – Greed Supremacy
7 – Unbodied Rites
8 – The Ancient Burial
9 – Lords of the Abyss
10 – I Beheld
11 – Twilight Spectres (canzone bonus)

Line-up:

Alejandro Díaz – voce/basso
Enrique Zúñiga – chitarra
Julio Bórquez – chitarra
A. Arkmar - batteria

Hells Headbangers Records: http://www.hellsheadbangers.com/

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