A iniziare le ostilità proprio i Frustrated, già visti (oddio, più o meno) qualche settimana prima. Nulla da segnalare di nuovo. Ripeto e ribadisco che sono diventati più cattivi e hardcore, alle volte con un approccio grezzo super-anni '80 alla Minor Threat che mi piace un sacco (senza però le tematiche straight edge, eh!), pur intervallandolo con un altro più punk77 che ancora non si sono scrollati totalmente di dosso. Bravo comunque il chitarrista, che fa degli assoli niente male.
Dopo di loro, genere completamente diverso con i Plague Bomb, e quindi daje col grindcore più spaccaossa possibile! In effetti, le ossa abbiamo cominciato a rompercele (abbastanza) per bene proprio con loro, cioè l'unico gruppo della serata in cui il pogo è durato effettivamente più di un minuto, visto che le nostre ossa erano anche stanche per via del caldo torrido. Nonostante ciò, ho fatto le mie solite surfate, inclusa una in cui a un certo punto ho fatto la mattata di girarmi, lasciandoci quasi la pelle ma quelli sotto sono stati lesti a riprendermi. Un'altra curiosità da segnalare è quando un mio amico, poco prima che i Plague Bomb iniziassero a suonare, ha urlato qualcosa tipo "FATE GLI ELECTRIC WIZAAARD!", al che io ho risposto "NO, PIU' VELOCE, PORCODIO!", e così ho fatto pure una bieca pubblicità subliminale al mio libro ahah! Ma, a parte queste boiate, i Plague Bomb si sono scatenati alla grande suonando anche qualche pezzo estratto dal loro recente split condiviso con gli inglesi Avoid, un duo nel quale milita Matteo dei Geväl, da me intervistato su Timpani allo Spiedo #1. Ma il bello è che, dopo questo concerto, dal 25 luglio al 3 agosto i Plague Bomb hanno fatto un breve tour europeo toccando Paesi come la Repubblica Ceca (o Cechia come va di moda chiamarla adesso), Slovacchia, Croazia e Austria. Insomma, sono diventati in poco tempo uno dei gruppi più internazionali della scena romana. Ma se hai in formazione uno come Pompeo la cosa diventa ovvia!
Pure i yButteroy sono usciti fuori con un nuovo disco dopo letteralmente mille anni. 'Sto disco si intitola "Progetto - Y" e consiste di soli 6 pezzi spesso neanche lunghi 60 secondi. Ma ovviamente i yButteroy ne hanno suonati moooolti di più e, oggi come 8 anni fa, ci hanno martoriato le orecchie con un power violence a dir poco frenetico e schizofrenico perfetto per chi adora gli Spazz, con in più dei testi surreali. Insomma, dall'ultima volta che li ho visti dal vivo (ma quando è stata? Nel 2019 al Forte Prenestino addirittura? E chi cazzo si ricorda!) niente è cambiato in casa yButteroy, tanto che hanno indossato pure le loro usuali maschere di Sloth, praticamente il loro feticcio da sempre. In breve, è stato bello rivederli dopo così tanto tempo. Anche perché i yButteroy sono un gruppo in un certo senso importante per la storia di questa zine. Sappiate infatti che sul primo live report totalmente hardcore, pubblicato su queste pagine nel lontano 2018, ho parlato anche di loro, quando presenziarono a un matinée, come al solito bello intenso, del fu Go! Fest. Ma basta parlare del Go! Fest che se no mi parte la nostalgia!
E quindi parliamo di questi Crab Theory, che hanno chiuso la serata. O meglio, non-parliamo dato che li avrò visti sì e no per 3 minuti. Fanno sludge metal, genere che mi piace un pochino di più del doom classico viste le sue ascendenze hardcore ma sempre di un genere lento si tratta, e quindi non è che mi faccia impazzire. E quindi, non me ne vogliano, ma diciamo che durante il loro concerto mi sono fatto semplicemente i cazzi miei, e poi, dopo aver salutato un po' di persone fra amici e conoscenti vari, sono andato via per prendere il bus in modo da tornare a casa. E così fine della serata. (Flavio Er Coppola)
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