sabato 16 agosto 2025

Rumore 100 - I 100 dischi essenziali hardcore italiani 1983-1989 (2025)

Quando ho saputo tramite il profilo FB di Andrea Valentini, storica penna di Rumore, dell'uscita di un supplemento di ben 100 pagine al numero estivo della rivista completamente dedicato all'hardcore punk italiano degli anni '80, mi sono subito fiondato verso la mia edicola di fiducia per acquistarlo. Ma niente da fare perché ci ho trovato invece proprio il numero estivo col supplementino sulle cover più belle di sempre. Così commento il post di Andrea e lui mi risponde dicendomi che molto probabilmente lo speciale esce di lunedì, cioè 2 giorni dopo, cioè il 28 luglio. Detto fatto, al secondo tentativo l'ho trovato e l'ho comprato senza pensarci nemmeno mezza volta proprio quel giorno. E appena ho cominciato a sfogliarlo, anzi, a divorarlo, mi sono reso subito conto della bellezza di questo lavoro, della mega-passione impiegata per farlo, e così alla fine l'ho divorato in quattro e quattrotto, leggendomelo anche a lavoro durante le pause. Ma com'è strutturato questo nuovo Rumore 100, ideale seguito di quello sul punk italiano 1977-1982 uscito l'anno scorso e curato da Luca Frazzi?

Allora, si inizia naturalmente con un'introduzione, in cui Andrea spiega da dove è partita la sua passione per l'hardcore. Tutta "colpa" di un "sabato sera primaverile" del 1986 quando, in seconda superiore, decise di andare per la prima volta al centro sociale occupato della sua Alessandria, ovvero il Kollettivo, poi diventato Subbuglio. A un certo punto sul palco si materializzarono gli Indigesti, e così si scatenò il finimondo. E da lì Andrea si è innamorato dell'hardcore italiano, un fenomeno non solo musicale che il nostro definisce come "tutto e il contrario di tutto", come qualcosa di non facilmente etichettabile in quanto "nebulizzato in una moltitudine di esperienze soggettive cangianti". Comprese quelle dei tantissimi gruppi presenti su questo speciale, molti dei quali contattati da Andrea per ottenere informazioni di prima mano utili a rendere più profondo l'intero discorso. Però qui la cosa non è stata facile perché, se c'è stato qualcuno disponibilissimo, altri non si sono filati Andrea nemmeno per sbaglio anche per i più biechi motivi, e non mancano nomi illustri, tipo i Wretched. In fin dei conti, se t'imbarchi in questo tipo di avventura, tutto ciò è ordinaria amministrazione per ogni ricercatore, e pure io posso dare esempi di gente non propriamente disponibile. O che scompare dopo un primo contatto apparentemente positivo. Eppure molti protagonisti della scena, straconosciuti e non, hanno aiutato moltissimo Andrea a finire, dopo un anno e mezzo di lavoro "matto e disperatissimo", questo progetto. Per il quale sono stati scelti solo gruppi più che altro strettamente hardcore, senza quindi sconfinare nell'oi! puro, nella new wave e così via.

Finita l'introduzione, ecco il pezzo forte dello speciale: "i 100 dischi essenziali hardcore italiani 1983-1989". E lasciatemi dire che in questa classifica (che classifica non è!) non manca veramente nessuno. Perché non ci sono soltanto i soliti Indigesti, i soliti Raw Power, i soliti Wretched, i soliti Kina o i soliti Negazione ma si va ben oltre raccontando anche di gruppi molto meno conosciuti come i romani Stigma (che non conoscevo prima e a cui sono state dedicate perfino 2 pagine intere), i sassaresi PSA o i leggendari veronesi Agonia, dando così a tutti la loro importanza nel grande ordine delle cose. E così, fra dischi, cassette, compilation, split, ristampe uscite anche molti anni dopo, la scena italiana viene analizzata in lungo e in largo, parlando anche di eventi epocali che l'hanno segnata per sempre come il Last White Christmas, il festival che mise sotto i riflettori internazionali l'operoso hardcore toscano, ovvero il Granducato Hardcore, pure grazie alla californiana Bad Compilation Tapes, per tutti BCT, che stampò su cassetta per il territorio americano le registrazioni di questa rassegna.

Tutto ciò viene reso ancor più interessante non solo grazie alle numerose testimonianze dei diretti interessati raccolte da Andrea ma anche da alcuni suoi gustosi aneddoti personali. E il nostro, molto saggiamente, ha avuto spesso la bella idea di riportare integralmente le recensioni, brevi ma efficaci, di Maximum RocknRoll, a mani basse la fanza più importante di sempre a livello mondiale, alcune delle quali scritte da personaggi ormai mitologici come Tim Yohannan, che del giornale ne era il direttore, o Brian "Pushead" Schroeder, boss della Pusmort e cantante dei super-velocisti Septic Death. Perché sì, Maximum RocknRoll non deve MAI mancare su qualsiasi trattazione incentrata sull'hardcore ottantiano, italiano o finlandese o sudafricano che sia.

Non mancano però nemmeno alcune (invero poche) inesattezze, ma queste fanno parte del gioco e sono inevitabili. Per dirne una, la più "grossa" è per me quella relativa agli Agonia, definiti da Andrea come una "one-man band" mentre in realtà, all'epoca del loro unico disco, erano una non-band composta effettivamente da Zambo, poi batterista dei Wretched, e da Luca, il loro cantante originale. Sappiate comunque che la loro storia l'ho raccontata per filo e per segno anche grazie a Zambo sul mio "Più Veloce!", oltretutto recensito positivamente dallo stesso Andrea su Rumore #400, uscito a maggio. Ma pure sul mio libro ce ne sono di inesattezze, eh!

Eppure non è finita qui! Già, perché dopo questi 100 dischi, ce ne sono altri 100 che scavano ancora di più a fondo nell'underground hardcore italico e che Andrea chiama "di approfondimento", tutti raccontati con delle mini-recensioni alla Maximum RocknRoll. E fra queste altre 100 produzioni si nascondono certe chicche che è roba da chiodi. Una su tutte? Il "Concerto contro le elezioni", testimonianza di un live tenutosi il 24 giugno 1983 in Piazza Cavana a Trieste con 6 gruppi, fra cui dei giovanissimi Upset Noise, Warfare? e i temibili Pravda, quartetto udinese che ho scoperto da poco e che faceva un hardcore strano, malato, tetrissimo ma anche capace di sparare velocità a dir poco folli, e quindi degno di essere inserito nel mio libro.

Chiude lo speciale l'ultimo capitolo, incentrato sui "50 libri e documentari per capire l'hardcore italiano 1983-1989". E pure in questo caso c'è di che scegliere, fra biografie, monografie, romanzi (cruciale "Costretti a sanguinare" di Marco Philopat) e quant'altro. E posso dire di aver parlato di alcuni di questi libri sul mio speciale di qualche mese fa dedicato alla letteratura punk che, se vi siete persi, vi invito a leggere.

Inutile dilungarsi oltre. Questo supplemento di Rumore, per quanto mi riguarda, costituisce un documento preziosissimo per tutti quelli che amano alla follia l'hardcore nostrano dei cosiddetti "anni d'oro". Le pagine sono fra l'altro corredate da una vagonata di foto soprattutto d'epoca anche a tutta pagina, in qualche caso pure a colori, alcune delle quali prese dalle rozze pagine dell'onnipresente Maximum RocknRoll, che teneva già allora costantemente in aggiornamento i suoi lettori sull'accacì internazionale. Quindi anche l'impaginazione, fatta molto in stile fanzine con tanto di fogli strappati, è splendida. E sinceramente non credo si potesse chiedere di più a un lavoro del genere. Tant'è vero che in questi giorni me lo sto leggendo una seconda volta dall'inizio alla fine. E questo per me significa veramente tanto!

P.S.: segnalo che per questo speciale sono state fissate addirittura 2 presentazioni, entrambe con concerti dal vivo. La prima già si è svolta l'8 agosto all'Hana-Bi in quel di Marina di Ravenna con gli Stormo, e la seconda è prevista per il 19 settembre al Locomotiv di Bologna coi Raw Power. Che dite? Ci vediamo a Bologna?

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