Demo (Infernal Kommando Records, 18 Maggio 2011)
Formazione (2008): Zeyros, voce/chitarra/basso;
Azhrarn, batteria elettronica/sintetizzatori/samples.
Provenienza: Aquino (Frosinone), Lazio.
Canzone migliore del disco:
“Lost Earthly Attitude” che, nonostante il minimalismo a volte estremo del riffing, riesce a essere bella dinamica anche in senso groovy, esplodendo in un finale a dir poco inquietante.
Punto di forza dell’opera:
la buona caratterizzazione dei pezzi, anche se da sfruttare meglio come spiegherò nel corpo della recensione.
Curiosità:
la canzone “Jesus Brandes” è ispirata a un fatto vero, cioè alla cannibalizzazione, da parte di Armin Meiwes (passato alla storia come il cannibale di Rotenburg), di Bernd Jurgen Brandes, un omosessuale coprofago che nel 2001 scrisse un annuncio su Internet con il quale cercava qualcuno che letteralmente lo mangiasse (!). Armin Meiwes è stato condannato all’ergastolo in quanto accusato di omicidio volontario.
I RohesFleisch (“carne cruda” in tedesco) sono così disponibili da avermi mandato per pacco postale non soltanto il cd ma addirittura la cassetta (che recensirò) con tutti i brani (remixati) del demo + 2 intro inedite, per non parlare dell’adesivo presente nello stesso cd. Insomma, roba da collezionisti come me! Fra l’altro, il gruppo si è da poco fatto una bella toppa formato scudetto.
Questa cura estrema riguarda anche il lato concettuale, visto che i nostri hanno scelto di trattare cammin facendo il cannibalismo e le sue varie forme. “Cammin facendo” perché loro hanno come progetto quello di indagare, attraverso le prossime 4 uscite, altrettanti tipo di cannibalismo, e quindi “First Journey to Flesh of Human Nature” non rappresenta altro che un assaggio generale degli incubi che ci aspetteranno.
Incubi che in questo primo demo si palesano in un interessante black metal industriale dal riffing minimalista e dall’andamento ossessivo, e corredato da quella sana dose di follia che ha indotto i nostri a scegliere prima di tutto per una produzione dalle frequenze basse e sostanzialmente cavernose (cosa che rende relativamente difficile l’ascolto se non si utilizzano le cuffie), e fortuna che io sono fin troppo abituato a questo tipo di sonorità oscure!
La voce, poi, un urlo vomitato e bello isterico, è stato stuprato di ogni parvenza di umanità, similmente ai toscani noise/blackettoni Progetto:ChaosGoat.666, che se vogliamo hanno un cantato ancor più bestiale anche grazie a linee vocali certamente più veloci.
A trasmettere ancora più inquietudine e malattia sono i vari rumori e samples (pure in italiano) che riescono a rendere ancora più caotico e distruttivo il tutto. Da questo punto di vista, è esemplare soprattutto “The Endearing Meal” che, oltre a presentare lamenti e voci celestiali femminili e sintetizzatori tristi e fatalisti da un lato, e visionari e inafferrabili dall’altro, rappresenta la canzone più completa del duo laziale.
Infatti, in un arco di 7 minuti, i nostri si sfogano totalmente disegnando un dipinto pregno di drammaticità e sensazioni contrastanti, nel quale addirittura il basso trova un po’ di libertà nel finale, seppur accentando semplicemente (ma in maniera saggia così da concludere degnamente il brano) il lavoro di chitarra. Il riffing fra l’altro è molto variegato: si passa da melodie arpeggiate e disperate a deliri crepuscolari e molto atmosferici se non sassate severe e spietate in direzione del black svedese (a tal proposito, si senta soprattutto “Jesus Brandes”). Inoltre, la struttura di “The Endearing Meal”, rispetto a quella di altri episodi, risulta decisamente particolare avendo un andamento spezzettato e che non disdegna stacchi di chitarra accentati dalla batteria, seppur non si evitino certe prolissità lungo la parte centrale del discorso, la quale conosce fra l’altro un lungo silenzio vocale non supportato adeguatamente dagli altri strumenti, ma anche forzature per quanto concerne i cambi di tempo, talvolta non giustificati da un “ponte” che colleghi efficacemente due passaggi fra di loro.
A questo punto, si rivela importante descrivere l’episodio precedente, cioè “Kill Still Stands”, che però si mostra abbastanza deboluccio. Non convince infatti quasi tutta la parte che precede l’assolo essendo fondamentalmente fin troppo statica e dal lavoro di drum machine stranamente ripetitivo tra una soluzione e l’altra. La seconda parte risulta fra l’altro un po’ troppo controllata, nonostante il tentativo di immedesimarsi nella mente di un assassino seriale nell’atto bestiale dell’omicidio.
“Stranamente” perché in generale la batteria elettronica è stata programmata in maniera convincente e sufficientemente dinamica (“Lost Earthly Attitude” è esemplificativa a tal proposito). Si noti inoltre il suo suono abbastanza realistico, soprattutto nelle parti più lente.
La prima parte di “Kill Still Stands” appare invece più contestualizzata, visto che, in 2 minuti e mezzo circa, si procede sempre più verso un vortice di pazzia che scopre suggestioni isteriche di stampo brutal per finire con un assolo impazzito ma chirurgico. Quindi, era forse meglio che la canzone finisse con lo stacco campionato che si fa vivo subito dopo, oppure completando il discorso attraverso qualche rumore.
Ma nonostante queste mancanze, che mi fanno preferire i primi due pezzi dai restanti, sicuramente più complicati e dinamici, bisogna dire che c’è una forte caratterizzazione di essi così da consentire all’ascoltatore di essere preda della curiosità ogni volta che inizia un brano, compreso “Jesus Brandes”, il più ossessivo e ferale di tutto il lotto; e “Lost Earthly Attitude”, ipnotico e dai momenti di terrore abissale nonché dal riffing a tratti paragonabile a quello dei già citati Progetto:ChaosGoat.666. Di conseguenza, mi aspetto buone cose da questi ragazzacci, che intanto hanno da poco annunciato il loro prossimo perverso parto, cioè “Defecate Human Kind”, un viaggio allucinante e affascinante al tempo stesso sull’eso – cannibalismo tribale, cioè l’atto di mangiare i propri nemici appartenenti ad altre tribù.
Voto: 68
Claustrofobia
Scaletta:
1 - Intro/ 2 – Lost Earthly Attitude/ 3 – Jesus Brandes/ 4 – Kill Still Stands/ 5 – The Endearing Meal
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