Una settimana dopo il
concerto-benefit al Fricci, ci sono tornato per un'altra serata più "normale", nel senso non di beneficenza, a tema completamente oi!. Anche se tanto "normale" non è stato comunque nemmeno questo concerto, più che altro perché stavolta al Fricci c'è stato un gran bel movimento sotto e sopra il palco, e tutti sanno che raramente si poga sul serio al Pianodesotto, ovvero la sala concerti del locale. E il bello è che si è pogato fin dall'inizio, fin dal primo gruppo, gli Ostile, dopo i quali è stato tutto un crescendo sia con gli Stiglitz che, soprattutto, con i Sempre Peggio.
Fra tutti, ero curioso di rivedere in azione specialmente proprio gli Ostile, di cui mi sono praticamente innamorato da quella volta a
Milano. Merito, in primis, della loro musica, un oi! intensissimo e parecchio hardcorizzato con punte addirittura fastcore che adoro da impazzire, e infatti, come loro solito, hanno cominciato il concerto con la velocissima "Sete", inno alcolico che è diventato fin dal primo momento uno dei mie pezzi preferiti del loro repertorio. E, in secundis, della loro attitudine, rappresentata al meglio da Dalila, cantante ultra-carismatica che sa tenere benissimo il palco, sia perché interagisce un botto non solo con il pubblico ma anche con i propri compagni, spesso prendendo tutti in giro, sia perché alla voce è una bestia, e ogni tanto growla manco fosse Angela Gossow. Alla fine, ha fatto anche un sondaggio per il bis, proponendoci di scegliere fra "Celerino", "Cresciuti in fretta" e un altro pezzo che non ricordo. Io ho scelto "Cresciuti in fretta", forse il loro inno per antonomasia, ma ha prevalso "Celerino", il che va bene lo stesso. Unico appunto in tutto ciò, la loro scarnissima discografia: hanno all'attivo soltanto un album, ormai pure relativamente vecchio perché del 2019, appunto "Cresciuti in fretta", ma sarebbe proprio ora di tirare fuori qualcosa di nuovo, che dopo un po' sai che palle! Pare però che stiano lavorando a un secondo album. Ansioso di ascoltarlo.

Tuttavia, dopo gli Ostile, di cui non ho perso neanche una nota, gli altri 2 gruppi non è che li abbia seguiti più di tanto. Uno di loro, i genovesi Stiglitz, non li avevo mai visti prima di questo concerto e, presentando uno stile un po' più melodico chiamato da loro stessi "Turbo Oi!", mi sono piaciuti, specie per la loro "Ragnatele", che a un certo punto mi sono messo a cantare imparando sul momento il testo.
Ma headliner della serata sono stati i Sempre Peggio, che ultimamente hanno fatto un video di supporto alla Global Sumud Flotilla e che sono vicini al loro decennale, da festeggiare il 15 novembre a Milano, o meglio, a Segrate presso il Baraonda. Questa è stata la terza volta che quest'anno li ho visti dal vivo, e stavolta si sono presentati come un quintetto con un cantante in più. La sostanza non cambia, e la loro "Giorni" è sempre da pelle d'oca.
Quindi, sì, è stato un bel concerto, un bell'incontro posato e sobrio fra skin e punk. E, anche se non fregherà a nessuno, sappiate che ci ho ribeccato dopo un po' di tempo un mio carissimo amico basco, Mikel, in quel weekend a Roma per trovare me e qualche altro amico in comune, tipo il mio cantante. Ergo, il concerto è stato bello, anzi, bellissimo, anche per questo.
Live report and photos by Flavio Er Coppola.
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