Friday, September 4, 2020

Memories #2: la storica reunion dei The Difference!


Rieccoci finalmente su queste lercissime paginette con un nuovo episodio di "Memories", rubrica dal sapore un po' nostalgico inaugurata con grande entusiasmo in aprile, quindi in piena quarantena, ma poi abbandonata per 666 motivi diversi. E' ora giunto finalmente il momento di dare un seguito a quel primo episodio nel quale parlai dell'esordio nella scena HC romana del Till Death. E, siccome le serate organizzate da questo collettivo sono fra quelle che mi ricordo con più piacere vista la loro intensità e la loro reale capacità di unire la gente superando/abbattendo anche le barriere di genere, pure questa puntata si concentra su un concerto messo su dal Till Death, precisamente il 30 marzo 2019 al Communia. Quindi, si parla della serata intitolata "Break Down the Walls" (guardacaso...), come uno dei pezzi più amati degli Youth of Today, gruppo youth crew che in questi mesi mi sono letteralmente divorato. Tale concerto vide in scaletta cinque gruppi molto differenti fra di loro, fra cui i mitici The Difference, formazione romana che tornò per una storica reunion dopo ben 11 anni di assenza dalle scene, e questo era già un buon motivo per andarci. Motivo ancor più importante, il concerto fu un benefit per il Baobab Experience, cioè un'associazione di volontariato di assistenza ai migranti offrendo loro anche supporto medico e legale. Ah, e non scordiamoci che la splendida copertina dell'evento fu curata nientepopodimeno che da ZeroCalcare. Minkia, Till Death e ZeroCalcare che collaborano insieme? Daje!

Ora, quella è stata la prima (e finora unica) volta che sono andato al Communia. Come prima volta, mi feci "riconoscere" subito perché, puntuale come un orologio svizzero forgiato da Satana stesso, arrivai tardi (sto parlando di un'epoca ormai lontana in cui usavo in ogni caso i mezzi pubblici mentre adesso, in tempi da post-quarantena, preferisco di gran lunga prendere la macchina... anche se continuo comunque a fare tardi per i concerti ahah!). Appena entrato e dopo aver pagato i classici cinque € di sottoscrizione, mi accorsi subito che l'evento richiamò veramente un sacco di persone. C'erano praticamente tutti (o quasi), persino amici che non ved(ev)o mai in questi concerti e quindi, anche a causa dei frequentatori abituali del Communia, ci fu un pienone mica da ridere, roba alla "Potential Friends" degli Youth of Today. Fra l'altro, in una sala c'era anche, se non ricordo male, una mostra di impronta femminista ma non mi ricordo qual era il tema principale della mostra... anzi, ho proprio ricordi nebulosi di questa cosa!

Ciò che mi ricordo con più sicurezza è che, essendo arrivato tardi (anche a causa della tendenza dei centri sociali di far iniziare i concerti tipo dopo 2 ore dall'ora originariamente stabilita), mi persi completamente l'esibizione dei Blair, gruppo nuovissimo che proprio in quella serata suonò per la prima volta dal vivo, presentando al pubblico il loro pesantissimo beatdown (che amo definire come la versione lenta del brutal death metal - cioè il famigerato "slamming brutal death metal", non proprio amatissimo su queste pagine, come possono testimoniare gruppi come i polacchi Fetor - dell'hardcore punk). La cosa assurda è che i Blair, per una ragione o per un'altra, non sono mai riuscito a vederli dal vivo. Forti di membri provenienti dai No Look City, ora i Blair contano una formazione un po' diversa rispetto al passato che include anche come cantante Fabio aka Fabietto, che anni fa strillava allegramente per i death metalloni Mushder, e quindi ci si aspetta un gran bel ritorno da parte loro.

E quindi, al Communia arrivai mentre stavano suonando i Cayman the Animal, gruppo punk rock romano/perugino che vidi per cinque minuti ma poi, non proprio interessato alla loro proposta (della roba tipo "bravi eh ma sono troppo... leggeri", anche se tempo dopo ho imparato ad apprezzare di più il punk di questa risma grazie a gruppi come i The Ammonoids... ma non aspettatevi che io diventi così ad minkiam un fan dei Green Day, eh!), mi unii a un po' di amici miei per dirci le classiche cazzate e bere un po' di birra, gironzolando poi per il centro sociale per visitarlo. E poi, scusate, ma personalmente stavo aspettando di vedere gli eroi locali Short Fuse.

I Short Fuse erano infatti il terzo gruppo in scaletta e, come al solito, Andrea (che ringrazio ancora e ancora per avermi fatto un tatuaggio meraviglioso!) e soci si sfogarono con una prestazione indiavolata, provocando un pogo come si deve. Ovviamente, anch'io, che quel giorno, barbuto com'ero, sembravo la versione metalpunk di Gesù Cristo con tanto di maglia dei MuD, entrai nella mischia dopo pochissimo. Se non erro, proprio durante gli Short Fuse ci fu un ragazzo basso e mingherlino che, coperta la faccia con una specie di copricollo (forse per non farsi riconoscere?), cominciò, così, tanto per ridere, a dare cazzotti a destra e a manca dentro il pit. Inutile dire che questa grande esibizione di "boxe alla cazzo di cane" gli durò poco! Io mi ricordo che lo spinsi un po' malamente apposta e anche spingendolo per la testa perché, a un certo punto, si mise in modalità toro. Santa pazienza!

Finito il delirio dei Short Fuse, fu poco dopo il momento dei Plakkaggio, storico gruppo da Colleferro che vidi finalmente per la prima volta dal vivo. E pensare che li conobbi anni prima grazie a Punk4Free, dal quale mi scaricai con tanta curiosità un loro album (forse "Liar" del 2004? I don't remember well). Di loro non mi ricordo tanto, solo un po' di skin che cantavano a squarciagola i loro pezzi, tante botte, qualche salto dal palco, qualche salutare bestemmia fra un pezzo e l'altro... e, come già detto in occasione del Fuck Covid-19 Edition, quella commistione più unica che rara fra hardcore punk, oi!, black metal ed heavy metal che praticamente sanno suonare solo i Plakkaggio!

Infine, ecco i The Difference, con il loro hardcore straight-edge e con i loro testi positivi. I nostri contano dei membri che sono dei volontari presso la LAV, associazione animalista (ulteriore conferma che l'HC non è e NON dev'essere solo musica) alla quale, tipo un mesetto fa, ho fatto una donazione per l'iniziativa riguardante l'isola di Gorgona non solo perché mi sembrava giusto ma anche in virtù del mio stile di vita vegetariano che seguo ormai miracolosamente da un anno. Devo ammettere che i The Difference non li conoscevo proprio prima che fosse organizzato questo concerto ma poco male perché mi diedero subito un'ottima impressione, anche di un gruppo particolarmente amato che ha lasciato un segno indelebile all'interno della scena HC romana, un tempo un po' più ricettiva nei confronti dello straight-edge. Fra l'altro, il concerto fu filmato per il loro documentario "The Difference - Frammenti di una storia hardcore", di cui fu pubblicato qualche trailer poco dopo il concerto... ma poi il documentario è uscito veramente oppure no?

Ed eccoci alla fine di questa seconda puntata di "Memories". Sinceramente non credevo che l'avrei mai più ripresa questa rubrica visto che era stata concepita essenzialmente per essere una cosa da fare durante la quarantena. D'altro canto, col senno di poi, mi è dispiaciuto abbandonarla dopo un solo episodio e così in questi giorni, pensando e ripensando su quale evento parlare, ho scelto di ricordare questa serata in particolare, che fu veramente divertente e piena di messaggi positivi di cui si ha bisogno anche in questi tempi di post-quarantena. Insomma, spero che questo articolo vi sia piaciuto e che magari vi abbia fatto ricordare dei momenti belli della vostra vita, e quindi non mi rimane che salutarvi. Daje forte e XxX!

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