oggi lancio una rubrica un po' particolare perché, prima di tutto, "Memories" esisterà probabilmente solo fino alla fine di questa quarantena, per ricordare, con un pizzico di nostalgia ma anche con tanta fiducia per il futuro, quanto fossero belli i nostri momenti di aggregazione prima che questo fottuto virus minacciasse la nostra quotidianità. Ma, in secundis, anche perché, per una volta tanto, non parlerò strettamente di musica ma di persone, della fauna che con entusiasmo disinteressato colora, anima, muove o semplicemente frequenta iniziative, situazioni, concerti sia metal sia HC punk. Quindi, lascerò scorrere (bei) ricordi, con la speranza che tutto questo nostalgismo per un passato che, sono fiducioso, ritornerà più forte di prima, porti a un positivo vento di cambiamento per tutti noi.
Allora, la prima puntata di "Memories" è interamente dedicata alla prima volta del Till Death, un collettivo fantastico la cui irruzione nella scena HC punk, datata 20 luglio 2018, fu praticamente un fulmine a ciel sereno tale è l'energia, la positività e il senso di unità che ha infuso negli ultimi 2 anni all'interno della RMHC. E' una realtà che è ormai cresciuta parecchio organizzando varie iniziative, anche il primo Till Death fest l'anno scorso (mi ricordo ancora quando alcuni di noi - me compreso - saltammo l'uno sopra l'altro sul palco appena i Nido di Vespe finirono il loro set... e tutto questo grazie a una mattata di Iacopo!), e supportando pure altre realtà, locali e non, magari perfino collaborandoci attivamente (come con i tipi del Go! Fest), dimostrando così uno spirito di collaborazione e di coesione che dev'essere da esempio. Ultimamente, dopo qualche mese di relativa inattività, ha ripreso a organizzare concerti visto che ne ha previsti 2 per maggio, incluso il Till Death fest 2 con i Chokehold come headliner... sempre però che 'sto cazzo di virus se ne vada via dalle palle il prima possibile! Ma la prima volta non si scorda mai!
Sì, e per la prima volta il Till Death organizzò qualcosa di veramente memorabile che si lascia ancora ricordare con molto piacere. In pratica, mise su una serata per certi versi particolare, facendo suonare, prima di quello principale, ben 6 gruppi, i quali ebbero tutti un set fulmineo da 15 minuti, scatenando il putiferio fin dall'inizio. Dico "putiferio" non a caso perché la grandezza del Till Death si percepì già allora dato che alla serata ci fu veramente un sacco di pubblico e, mettendo in conto anche il fatto che fra gli spettatori ci fossero tanti straight-edge (già presenti all'interno del collettivo), ci fu un pogo assassino da fracassarsi con allegria di botte, come poi da tradizione tipica del Till Death. Fra i pogatori più accaniti mi sembra giusto citare almeno due miei amici: Edoardo, un 20enne fra i pochi punk capelloni che io conosca, che quella sera saltò dal palco un fracco di volte (ora ha messo su un gruppo crust punk, i Tumulum Hostilis e... SI', SPACCATE RAGAZZI!); e Beppe (membro dello stesso Till Death, dei Blair e dei No Look City, recensiti poco tempo fa da Marta), uno straight-edge mio coetaneo che mosha come un dannato e che, se lo facesse pure ai concerti metal, credo che farebbe il vuoto!
Ma, dopo gli Skip Another Breath (saltati perché non arrivai in tempo), i giovanissimi Not Sober at All, i veterani RDD, i divertenti Closed Speech (che poco dopo uscirono con il loro tanto atteso primo album "Rookies"), i durissimi Defending Truth e gli intensissimi Short Fuse (sempre una garanzia!), il meglio ci fu con i Tempest, cioè il gruppo principale, che suonò per poco più di un'ora. Ecco, con i Tempest, che debuttarono dal vivo proprio quella sera, ci fu il macello vero (a cui io ovviamente partecipai eheh!), cioè un macello degno dei folli concerti di hardcore americano filmati da hate5six... e il bello è che da quel pogo ne uscimmo tutti integri, nonostante le tante botte ricevute e prese!
Ma chi sono i Tempest? Trattasi di un gruppo con membri che, provenienti da altre realtà come Undying e To Kill, sono degli animalisti e degli ambientalisti militanti tanto da servire come volontari per la Sea Shepherd, e questo anche per ribadire, semmai ce ne fosse ancora bisogno (cioè SEMPRE!), che l'hardcore punk non è solo musica ma anche (e forse soprattutto) qualcosa di più. Solo che i Tempest l'anno scorso hanno cambiato nome in Galeforce dopo la prematura scomparsa del loro batterista, Brian, di cui pubblico qui una foto. Rest In Power, Brian!
Tornando alla serata, questa fu tenuta al Trecentosessantagradi, un locale di cui ho parlato molte volte qui in occasione di molti live report, il quale si trova in Via degli Equi 57, in piena San Lorenzo e, fra l'altro, vicinissimo al Malatempora, uno storico pub punk purtroppo ormai da poco defunto che, per anni, è stato in pratica il punto di aggregazione principale dei punk (e anche di alcuni metallari) romani. Questo anche perché Giorgione, il proprietario, ogni tanto ci organizzava delle belle pomeriggiate facendoci suonare dei gruppi in quelli che erano dei veri e propri mini-concerti. Inoltre, il Trecentosessantagradi e il Malatempora si può dire che fossero collegati perché, ogni volta che c'era una serata al 360 che interessava ai frequentatori del Mala, potevi vedere questi ultimi che si spostavano magari in massa da quest'ultimo all'altro, e l'effetto generale era figo! Insomma, Giorgione, spero che riaprirai prima o poi il Mala o che aprirai qualcosa di simile in futuro perché posti come quello ci mancano parecchio!
E così, eccoci alla fine di questa prima puntata di "Memories"! Come vedete, ho parlato del concerto ma anche un po' dell'ambiente (HC) punk che gli sta intorno, cercando quindi di abbracciare in toto quel mondo (il NOSTRO mondo) non solo dal punto di vista musicale ma anche e soprattutto da quello sociale e aggregativo. Per ora, "Memories" dev'essere visto solo come un esperimento, quindi magari ditemi se vi è piaciuto, così, nel caso, io e Marta lo continueremo dato che avrei già in mente qualche puntata che potrebbe essere interessante. Però, a proposito del concerto, non scattai nessuna foto perché, in cuor mio, preferii veramente godermi il momento (che fu irripetibile!), quindi vi linko qua le foto scattate dal fotografo Flaview Flavio Gasperini (è sua anche quella qua sotto) nel caso vi siate persi il concerto... o semplicemente nel caso vogliate ricordare quella bellissima serata!
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