Wednesday, January 8, 2020

INTERVIEW TO VIBRATACORE! (WITH FANGO)

Hey brutalbangers,
riospitare dopo tanto tempo su queste lerce pagine qualsiasi gruppo è sempre un piacere e, nel caso dei Vibratacore, lo è di più, non solo perché il loro "Resurgita" mi ha entusiasmato parecchio ma anche perché il nuovo EP è uscito dopo ben 8 anni dal precedente, presentandoci, quasi inevitabilmente, un gruppo diversissimo pure a livello di formazione.
Tutto ciò mi ha spinto non solo a includere il gruppo nella terza playlist della 'zine ma anche a chiedere al loro bassista Lorenzo di intervistarli. Ed eccovi quindi l'intervista, a cui ha risposto il loro storico chitarrista Fango, ora anche cantante. Vi aspetta da leggere un'intervista molto interessante che svela anche dei retroscena particolari riguardo la travagliata storia dei Vibratacore.
BUONA LETTURA!!!

Ciao Fango! Come va? Cominciamo con una domanda biografica: voi siete nati nell’ormai lontano 2001 ma la vostra discografia comprende solo 3 EP e un album. Ecco, come mai siete così poco prolifici?

Ciao! Innanzitutto ti ringraziamo dell’invito, ci fa enormemente piacere tornare su queste pagine per un’intervista. Per quanto riguarda la produzione cosi “snella” dei Vibrata, essa è probabilmente dipendente dai continui cambi di formazione che si sono succeduti negli anni. Anzi a dire la verità, non c’è un solo nostro lavoro registrato con la stessa line-up! Sicuramente il dover ricominciare da capo ogni volta ha rallentato sia la fase compositiva che quella live. Tuttavia credo che l’ingresso nel gruppo di nuovi musicisti abbia sempre portato nuovi stimoli, orizzonti musicali diversi e tutto sommato una ventata di freschezza. Oltretutto c’è da dire che tra l’uscita di “Good Morning Pain” e “Resurgita” fu registrato un full lenght (con la vecchia formazione) che, per una concatenazione di sfighe bibliche, non ha mai visto la luce.

Negli ultimi anni c’è stata una vera rivoluzione all’interno della vostra formazione. Quindi, perché il vostro precedente cantante ha lasciato il gruppo? E cosa ti ha portato a ricoprire anche il ruolo di cantante?

Non è stata sicuramente una decisione semplice quella di sostituire Andrea alla voce. E’ stato uno dei membri più storici (è entrato nel gruppo al tempo di “Behind this Rapture”) e siamo ancora molto legati. Purtroppo, però, ha passato un momento davvero molto difficile qualche anno fa e alcune opportunità lo hanno portato lontano. Questa distanza ha reso difficile la sua permanenza nel gruppo. Abbiamo quindi pensato che il suo naturale sostituto potessi essere io visto che già cantavo nelle parti corali e di sostegno. All’inizio è stato complicato adattare le linee vocali di Andrea alla mia voce soprattutto per la necessità di dover contemporaneamente suonare e cantare. Ma è una cosa molto divertente e che sta dando anche dei risultati.

Come vi trovate adesso a essere un terzetto? E che differenze ci sono fra l’essere un quartetto e l’essere un terzetto?

Come si dice: quando sono troppi i galli a cantare non si fa mai giorno ahahahaah!
Aver asciugato la line-up ha sicuramente snellito sia l’aspetto compositivo sia quello logistico (trasporti, accomodation etc). Certamente il carico di lavoro è maggiore per ogni singolo (io ad esempio che ora canto e suono durante tutto il live) ma è una croce che portiamo volentieri.

Anche in termini musicali siete cambiati veramente un casino! Cosa vi ha portato a rivoluzionare così tanto il vostro suono? Che so, i vostri ultimi ascolti, certi gruppi con cui avete suonato, o semplicemente la voglia di sfogare il vostro lato più cupo e bestiale?

Se ci fai caso, ogni singolo lavoro dei Vibratacore è diverso sia dal precedente che dal successivo in termini stilistici. Anche questa cosa è stata influenzata dai continui cambi di formazione, ma se c’è un filo conduttore questo è la costante spinta a trovare soluzioni compositive sempre più aggressive e dirette. “Resurgita” è probabilmente il nostro lavoro più estremo e sicuramente risente del mio ingresso alla voce: ho sempre ascoltato generi “pesanti” quali grind, crust e soprattutto death metal svedese e credo sia normale che i miei ascolti abbiano influenzato la stesura dei brani che compongono l’EP.

Voi ormai suonate una specie di crust punk bello cupo e violento con influenze death metal e, specialmente, black metal, con in più qualche soluzione più vicina al mathcore. Sei d’accordo con le mie parole? Quali sono, secondo te, i gruppi che più si avvicinano alla vostra idea musicale?

Dici bene. Come ti raccontavo prima, l’evoluzione stilistica dei Vibrata è stata fortemente influenzata da una ricerca dell’estremo sia in termini compositivi che sonori. Ma a mio avviso permane, anche nell’ultimo lavoro, una sorta di matrice che ha contraddistinto quelli precedenti e che si avvicina a gruppi quali i Converge. Certamente ora questi input, vicini al mathcore, si sono mescolati a sonorità più afferenti gruppi come Entombed, Nails e Martyrdod (per citarne alcuni). Il risultato che ha portato a “Resurgita” ci sembra più che riuscito.

Come mai avete scelto come cover “ufficiale” nient’altro che “Wolverine Blues” degli Entombed? Non credi che sia troppo abusata?

Probabilmente si, ma anche questa scelta ha a che fare col mio retaggio musicale. Questa canzone per me è un manifesto del death‘n’roll ed è stata scritta da un gruppo che adoro e, tra l’altro, coverizzata anche dai Converge, che in passato ho seguito molto. Inoltre, essendo un brano famosissimo, ci ha dato spesso l’opportunità, durante i live, di coinvolgere il pubblico invitandolo a salire sul palco per suonarla con noi. Molto divertente!

Che mi dici invece della cover “ufficiosa”? E dove l’avete registrata e quando?

Vale lo stesso discorso fatto per “Wolverine Blues”. E’ stata registrata durante un live all’Orange di Pescara nell’ottobre del 2017. Ci è piaciuto come suonava e abbiamo deciso di inserirla come ghost track.

Perché per “Breathless” avete scelto un sample tratto da “La montagna sacra” di Jodorowski? Cosa rappresenta per voi quel film?

In realtà l’idea è venuta al batterista degli Aikira (già membro fondatore insieme a me dei Vibratacore) nei quali suoniamo anche sia io che Lorenzo (bassista dei Vibrata). Stavamo ascoltando il mix di “Breathless” in saletta mentre raccontavo le tematiche affrontate nella canzone. E’ stato lui ad avere l’illuminazione di inserire questo sample sul pezzo. E l’idea è piaciuta a tutti soprattutto perché appunto aderente all’argomento trattato nel testo del brano.

Di cosa parlano esattamente le canzoni di “Resurgita”? In particolare, qual è il significato che si cela dietro “Died to Seem Alive”, che è curioso già a partire dal titolo?

In generale le tematiche affrontate in “Resurgita” hanno, per lo più, carattere introspettivo e/o sociale.“Died to Seem Alive” parla ad esempio della condizione, antropologicamente collettiva e sempre più diffusa, a dare maggior senso all’apparire piuttosto che conquistare presupposti di individualità critica e consapevole.

Non mi piacciono tantissimo i booklet minimalisti visto che, fra le altre cose, preferisco sempre avere i testi a portata di mano. Quindi, perché avete scelto per “Resurgita” un booklet così semplice ed essenziale che riporta solo le informazioni basilari?

Mi piacerebbe dirti che avevamo intenzione di tirare fuori un lavoro diretto, minimale e forse un po’ criptico anche nella grafica di presentazione. Ed è vero. Ma è pure vero che siamo poveri come la merda ahahahahahahaha!

Cosa puoi dirmi invece sulla copertina del disco? Mi sembra che in essa abbiate infilato sia il simbolo del caoismo, sia quello dell’uroboro in forma di scheletro, vero?

Esattamente. Il lavoro di copertina (realizzato da Paolo Petrucci – 4219 -) è un concept che ha a che fare proprio col titolo dell’EP. “Resurgita” è un gioco di parole tra “risorgi” e “rigurgita”, e in qualche modo indica la condizione in cui ci siamo trovati nell’affrontare questo nuovo lavoro. D’altra parte l’uroboro rappresenta anch’esso questa condizione: apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia l’eterno ritorno. Mentre l’immagine del chaos (con la V di Vibratacore sovrapposto) in realtà è il simbolo che utilizziamo già da qualche anno.

Per “Good Morning Pain” giraste il video [che potete guardare un po' più sotto] per la titletrack, ergo è previsto un video per promuovere anche il nuovo EP?

Per essere previsto è previsto, ma anche in questo caso vale ciò che ho detto nella domanda sul booklet minimale ahahahahaahah!

Dei nuovi pezzi, quali sono quelli che piacciono di più in sede live?

Sicuramente “Breathless”, “Border” e “Died to Seem Alive” sono le canzoni che mi sembra abbiano coinvolto maggiormente il pubblico durante i live di presentazione a “Resurgita” che abbiamo fatto fino ad oggi. 

A proposito di live, il 28 settembre 2019 c’è stato il 15esimo anniversario dei MuD, a cui voi avete preso parte. Com’è andato questo concerto così speciale? Quanta gente c’era?

I Mud non sono solo un gruppo con cui abbiamo condiviso il palco una miriade di volte ma, in un passato neanche troppo lontano, insieme a loro eravamo una crew (LaRaje Crew) con cui abbiamo organizzato festival (LaRaje HardCore Fest, LaRaje Chaos Fest etc), serate, tour europei etc. Per almeno 5 anni siamo stati praticamente un’unica famiglia. Partecipare alla serata di celebrazione dei loro 15 anni è stato un onore e un grandissimo piacere.
Per quanto riguarda l’affluenza del pubblico è stata notevole nonostante mi sembra di assistere, ultimamente e dalle nostre parti, ad un sempre minore coinvolgimento delle nuove generazioni a questi avvenimenti.

Qual è la vostra TOP 5 del 2019? Potete infilarci sia dischi hardcore punk che di metal estremo… ma NON “Resurgita”, che se no diventa troppo facile, eheh!

Allora… parlo a nome personale e più che citare album che sono usciti nel 2019 preferirei nominare i 5 gruppi che ho ascoltato maggiormente nell’anno passato: Fukpig, Martyrdod, Young and In the Way, Darkthrone e…. Bohren & Der Club of Gore (“Sunset Mission” è spettacolare!).

Quando arriverà il fatidico secondo album? Ormai è da millenni che lo stiamo aspettando!

Eh… non lo so. Registrare un EP è una cosa più agevole che un full-lenght. Proprio per questo credo che un EP sia un veicolo più efficace per catturare la freschezza di nuove composizioni. Addirittura avevamo pensato di iniziare a produrre solo singoli! In qualsiasi caso non è un problema che ci poniamo. Il giorno in cui avremo abbastanza materiale per tirare fuori un secondo disco completo lo faremo.
Vi è piaciuto tornare dopo così tanto tempo sulle pagine di Timpani allo Spiedo?

Assolutamente sì! Sia per la stima che abbiamo per chi svolge questo lavoro di diffusione della musica estrema, sia perché T.A.S. è una webzine fichissima ma anche perché tornare a scrivere qui sopra è un po' come “rileggersi” attraverso il tempo e osservare come in tutti questi anni sono cambiate le cose.

Cosa bolle in pentola in casa Vibratacore?

Ci sono alcuni progetti che per ora non vogliamo svelare ma, in qualsiasi caso, per il momento pensiamo di goderci la promozione di “Resurgita” per un altro po' di tempo. Andare in giro in Italia e in Europa, visitare nuovi posti e condividere le esperienze di contesti e situazioni diverse è una cosa che ci esalta fortissimo!
Ho sempre pensato che avere un gruppo sia un’efficace opportunità di “essere” nella collettività e contribuire alla diffusione di realtà e valori sociali alternativi.

Ok Fango, l’intervista sta volgendo al termine. Ora sei libero di dire quello che vuoi per concluderla in bellezza. Ciao e grazie per le risposte… e non fateci aspettare altri 8 anni per ascoltare un vostro nuovo disco!

Un enorme grazie a te e tutta la redazione di Timpani Allo Spiedo per la piacevole chiacchierata.

VIBRATACORE: IN CHAOS WE TRUST!

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