Album (Art Gates Records, 7 Giugno 2013)
Formazione (2008): Paolo Ferrante – voce;
Pierluigi “Aries” Ammirata – chitarre;
Domenico De Cicco – basso;
Francesco “Storm” Borrelli – batteria.
Località: Cosenza, Calabria.
Canzone migliore del disco:
“I’m Your Guide”.
Punto di forza del gruppo:
la sua capacità di combinare alla perfezione quintali di cattiveria con quintali di tecnica.
Dopo aver pubblicato circa un anno fa quella recensione ciclopica circa il magnifico secondo demo dei Secretpath intitolato “Wanderer”, seppi dalla spagnola Art Gates Records dell’ingresso nella sua scuderia di questi 4 folli calabresi, che intanto stavano lavorando sul proprio album di debutto. Devo ammettere di aver aspettato con una certa trepidazione questo lavoro, anche per verificare se quel demo non sia stato solo che una fugace illuminazione. E poi recensire dischi di stampo più moderno, anzi, contemporaneo (come l’etichetta ama definire la musica dei Secretpath), porta un po’ di ventata d’aria fresca su queste pagine, che ultimamente sono state quasi monopolizzate dalla cosiddetta “vecchia nuova scuola” del metal estremo. Quindi, riaddentriamoci nei deliri dei Secretpath, e vediamo se sono stati capaci di mantenere le promesse fatte nel recente passato.
Appena si sentono i primi secondi dell’album, si capisce subito che lo stile del gruppo è rimasto invariato praticamente in tutto e per tutto, fino alla loro abilità nel creare sempre e comunque pezzi ultra – complessi e tecnici dalla durata media non indifferente di 5 – 6 minuti, compresi quelli acustici (“Nunc Sunt Flores” e “In Praecipiti Esse”). Ergo, la musica risulta essere ancora come una via di mezzo, virtuosa e capace di sorprendere l’ascoltatore in ogni momento, fra il death e il black metal. Ma la musica è rimasta la stessa anche perché gli ultimi 5 pezzi dell’album sono gli stessi del demo “Wanderer”, quindi si può dire che il disco sia stato diviso in 2 parti, che non differiscono molto fra di loro, a parte per qualche piccolo particolare inerente anche la qualità della musica.
A dir la verità, la prima metà dell’opera è formata dai pezzi provenienti dal primissimo demo (che guardacaso si intitola “The Choice”) , e risulta essere quella in un certo senso meno sperimentale (ma non per questo meno complessa, beninteso), nella quale il gruppo spara il suo classico death/black melodico caratterizzato da frequenti fughe strumentali (che praticamente sostituiscono i più convenzionali assoli di chitarra, sì presenti ma in modi un po’ subdoli) e dalla prevalenza dei tempi medi, alle volte incredibilmente pieni di groove, rispetto a quelli veloci (compresi i blast – beats). Solo che alcuni dei pezzi di questa prima metà non sempre convincono appieno, come “The Path”, che viene dilungata forse un filino troppo poco prima della mega – accelerazione in blast; e come “Still Darkness of the Abyss”, che è pazzescamente geniale fino alla rocambolesca fuga strumentale (nella quale alla fine c’è un’interazione perfetta fra le chitarre), però dopo di essa i ritmi rallentano facendo perdere stranamente d’intensità a tutto il brano. Inoltre, in “From the Woods of Lilith” vi è un piccolo deja – vù che rimanda a una melodia principale di “The Path”. Insomma, si sente che questi pezzi appartengono al primo demo.
I restanti 5 pezzi invece rimangono splendidi e immensi come li avevamo lasciati, anche perché risultano essere, oltre che decisamente più cattivi di quelli precedenti, anche quelli più riconoscibili di tutto il lotto. Così, si va dal delirio assurdista e malato di “Dark Forest of My Insanity”, che contiene pure una consistente parte doom, agli alti e bassi drammatici di “…and So i Return to the River”, che vive dell’alternanza fra i momenti metal e quelli acustici (alcuni dei quali molto delicati), per finire con “I’m Your Guide”, che è il brano, diciamo, più complesso anche dal punto di vista atmosferico avendo fra l’altro dei passaggi sognanti come nemmanco Enya riuscirebbe a fare, e un finale acustico da pelle d’oca per quanto è tenebroso. E’ curioso notare che ogni metà del disco abbia, come proprio terzo episodio, un intermezzo acustico, cantato sempre più o meno in modo pulito e in latino.
Uno degli aspetti più interessanti dei Secretpath è sicuramente il versatilissimo comparto vocale, il quale alterna, principalmente, delle urla spasmodiche a dei grugniti bassissimi che (raramente) diventano dei veri e propri “maialismi”, aumentando così ancor di più il contrasto già forte con un metal elegante che si ciba di vorticose derivazioni neo – classiche nel riffing. Non è tutto: abbastanza frequente è l’uso di una voce bella impostata e operistica (non presente in tutti i pezzi), in grado di aggiungere più drammaticità a tutta la musica, lasciando talvolta lo spazio a una voce più pulita e “naturale” se non a qualche parte più parlata.
Alla luce di tutto questo, “Wanderer and the Choice” (che ha segnato l’ingresso in formazione dell’ottimo bassista Domenico De Cicco, che ha sostituito Giovanni De Luca), pur avendo una prima parte non sempre efficace, è un album veramente con i controcosiddetti. Il gruppo ha un’inventiva pazzesca e vomita anche una cattiveria praticamente disarmante (tanto che mia madre, giusto ieri, è entrata in camera mia per dirmi “oh, questi so’ matti, questo è puro satanismo!”, e se i Marduk non le fanno un effetto simile, significherà qualcosa, no?), anche grazie a un comparto vocale sempre fuori parametro. Certo, avrei desiderato dei pezzi inediti, in modo da non andare sul sicuro con quelli vecchi, ma vi voglio vedere a scrivere brani sistematicamente lunghi e complessi come fanno questi ragazzi, che fra l’altro continuano la tradizione della Art Gates, che evidentemente deve amare molto i dischi da un’ora, chissà perché…
Voto: 88
Flavio “Claustrofobia” Adducci
Scaletta:
1 – The Path/ 2 – From the Woods of Lilith/ 3 – Nunc Sunt Flores/ 4 – Still Darkness of the Abyss/ 5 – I’ve Chosen/ 6 – Essence of Chaos/ 7 – The Dark Forest of My Insanity/ 8 – In Praecipiti Esse/ 9 - … and So I Return to the River/ 10 – I’m Your Guide
FaceBook:
YouTube:
Sito ufficiale:
http://www.secretpathofficial.com/
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