2° Demo autoprodotto (Dicembre 2011)
Formazione (2008): Paolo Ferrante – voce;
Lisa Bilotti - alcune liriche;
Pierluigi “Aries” Ammirata – chitarre;
Giovanni de Luca – basso;
Francesco “Storm” Borrelli – batteria.
Località: Cosenza, Calabria.
Miglior canzone del disco:
“I’m Your Guide” senza nessun’ombra di dubbio.
Punto di forza del demo:
la sua “ignorante” raffinatezza.
Copertina: Fabrizio "Metaphobia" Pavia
Secretpath… ecco quando un nome non viene scelto a cazzo, riflettendo così perfettamente non solo le liriche trattate ma anche, cosa ancor più importante, la musica stessa. E questa musica mi ha così entusiasmato che “Wanderer” è diventato a poco a poco parte della mia top ten di quest’anno (sì, vabbè, il demo è del 2011 ma sinceramente ‘sti gran ciufoli), nonostante il primo approccio con il gruppo non sia stato dei più favorevoli, perché quando ho saputo su Metal – Archives il genere da loro suonato (cioè il black/death melodico) mi aspettavo tutto tranne che un capolavoro. Per non parlare dell’aspetto da bravi ragazzi che inganna totalmente. Perché i Secretpath hanno due caratteristiche a loro favore: 1) sono originali; 2) sono folli. Per questo fa piacere sapere che i Secretpath hanno da poco firmato per la Art Gates Records, giovane etichetta spagnola di cui ho recensito già parecchi dischi. Ma questi, cazzo, già sono da considerare come i migliori della label. Però basta con gli elogi gratuiti e andiamo ad analizzare in lungo e in largo questo strano parto di metallazzo estremo.
Prima di tutto, devo avvisarvi di una cosa: il disco dura quasi mezz’ora, quindi le canzoni sono spesso belle lunghe, raggiungendo volentieri i 6 minuti di durata. E questo è già un pregio, perché non è mai facile gestire dei pezzi con un minutaggio simile.
Adesso che vi sento più sicuri (anche se sicuramente qualcuno di voi se ne sarà scappato a mouse levato), posso dire che sì, effettivamente i nostri suonano black/death metal melodico ma il riffing non è poi così standard. Infatti, le melodie sono enigmatiche e contorte, spesso terribilmente imponenti. Raffinatezza è la parola giusta, tanto che la musica classica sembra aver influenzato pesantemente questi ragazzacci. Il bello è che non viene mai proposto un assolo, se non in modi poco convenzionali (quello della fuga di “I’m Your Guide” potrebbe essere considerato un assolo, seppur sia completamente malato e non appoggiato da una chitarra ritmica). Il lavoro di chitarra è in un certo senso essenziale, visto che quasi mai c’è una seconda chitarra che completa, magari rinforzandola, la melodia principale, cosa che comunque non servirebbe data la complessità di quest’ultima. Insomma, è un’eleganza che non è mai pesante o noiosa, anche perché spesso e volentieri sa essere di una cattiveria veramente notevole.
Fra l’altro, il gruppo dà una bella importanza ai momenti acustici, specialmente dopo “In Praecipiti Esse”, il brano centrale, che è da considerarsi a parte essendo appunto totalmente acustico. E trasmette pure un’inquietudine spaventosa, anche grazie all’uso accorto delle percussioni e soprattutto della voce pulita.
Sì, avete letto proprio bene. Già vi vedo inorridire ma niente paura, come in tutte le cose, i Secrepath sorprendono anche nell’uso della voce pulita, che va dall’imponente al parlato, oppure dall’ammaliante (beh, più o meno) al tenebroso (e qui la suddetta “In Praecipiti Esse” è un esempio come nessun altro). Ma ovviamente i vocalizzi di stampo estremo danno il loro fondamentale apporto. In questo caso, ci si alterna fra un grugnito incredibilmente cupo (che in “I’m Your Guide” diventerà addirittura gutturale come nemmanco in un gruppo brutal) e un urlo spesso bello sofferente che in “The Dark Forest of My Insanity” si fa, come dire?, strozzato. Quindi, è assodato che i nostri non si fossilizzano neanche riguardo l’impianto vocale, meglio così.
Si mostra molto interessante anche la struttura dei pezzi. Inizialmente, questi sono fondati di solito su uno schema sequenziale ripetuto pedissequamente per 2 volte, come in una classica struttura a strofa – ritornello. Poi, si prende il largo, magari proponendo delle pregevoli fughe strumentali, che costituiscono spesso e volentieri il climax del brano, o almeno la base del climax stesso. Inoltre, nella metodologia strutturale dei Secretpath è molto importante il batterista, che dona dinamicità alle canzoni grazie alle differenti variazioni ritmiche anche su un singolo passaggio.
Altra caratteristica decisiva proviene dalla varietà dei pezzi, ognuno dei quali ha una forte personalità. Per esempio, “The Dark Forest of My Insanity” ha una lunga incursione in un doom malato; “… and So I Return to the River” presenta una melodia disperata (e quindi più standard del solito), oltre che un’alternanza continua fra i momenti estremi e quelli puramente acustici, segnando una predominanza della voce pulita (completamente assente in “Essence of Chaos”); infine, in “I’m Your Guide” vi è praticamente di tutto, fra cui alcuni dei vocalizzi più disturbanti dell’ep, momenti groovy dal forte accento epico, una prestazione solista del batterista quasi alla fine del pezzo che risolve sostanzialmente tutto… e un finale dominato da un semplice arpeggio acustico da brividi come pochi. Insomma, l’ultimo è un brano immenso, porca puttana!
Ho detto così tante cose sui Secretpath che sto sudando alla grande (a parte che adesso ho pure un leggero mal di testa… ieri a forza di giocare a tennis inglese – il cosiddetto badminton - sotto un fottuto cielo nuvoloso con un’amica ho rischiato l’autodistruzione… fortuna che ho vinto io). Anzi no, mi sono scordato della buona prova del basso (sentite i suoi inventivi giri in “Essence of Chaos”), e della pulitissima produzione , l’unica cosa che non mi piace del tutto essendo un po’ troppo moderna, e per certi versi plasticosa, per i miei gusti. Ma questo, come avrete già intuito, è un’inezia, quindi oh, comprate ‘sto disco e basta! Anzi no, aspettate che esca l’album di debutto del gruppo, in lavorazione in questi giorni, e compratelo senza riserve. E adesso basta sul serio, e che tubo!
Voto: 85
Flavio “Claustrofobia” Adducci
Scaletta:
1 – Essence of Chaos/ 2 – The Dark Forest of My Insanity/ 3 – In Praecipiti Esse/ 4 - … and So I Return to the River/ 5 – I’m Your Guide
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