Sunday, January 8, 2012

Nocturnal Blood - "Devastated Graves - The Morbid Celebration" (2010)

Album (Hells Headbanger Records, 15 Ottobre 2010)
Formazione (2008): Ghastly Apparition, voce/chitarre/basso/batteria

Provenienza: Fontana, California (Stati Uniti)

Canzone migliore del disco:
senz’ombra di dubbio “Ghouls Wrath”, autentico gioiello nero nel quale la fa da padrone un groove sfrenato che fa ballare il culo peggio che nella dance.

Punto di forza dell’opera:
sicuramente l’atmosfera spaventosa ricreata costantemente per tutto l’album, un’atmosfera aiutata paradossalmente anche dalla pochezza di soluzioni che quasi soffocano l’ascoltatore in un abisso infernale.

-------------------------------------------------------------------------------------------------26 minuti! Al nostro sono bastati soltanto 26 minuti per creare un delirio sonoro così semplice ed essenziale eppure intensissimo che fa paura già dalla produzione, che sicuramente qualcuno troverà un po’ discutibile facendo quindi il grave errore di decontestualizzarla in modo da renderla quasi come qualcosa di non voluto dal diretto interessato. Ma chi si intende di black/death a là Blasphemy è abituato a simili scempi, e quindi perchè pretendere per forza qualcos’altro?

Già, la produzione. Chissenefrega se la chitarra a volte è così incomprensibile da non gustarne bene bene ogni nota su stereo (ragion per cui consiglio a tutti di ascoltare l’album con le cuffie). E chissenefrega se la voce (di base un grugnito cupo e bestiale) è così effettato da rendere praticamente quasi confusionarie le varie linee vocali grazie ad un effetto d’eco abbastanza spinto. E va invece più che bene il suono “ignorante” e ultra – naturale della batteria, ma alcuni lo troverebbero troppo poco professionale. Come siano incontentabili, vero?

E’ più che altro vero osservare che Ghastly Apparition ha poca fantasia, magari per quanto riguarda gli accenti, a volte assolutamente perfetti, della batteria, protagonista di una scia quasi ininterrotta di deja – vù. Eppure, per quanto minimalista, il tutto funziona in maniera quasi inaspettata. E’ pur vero che la seconda parte dell’album risulta curiosamente più varia e coraggiosa, aspetto da prendere in buona considerazione nelle future produzioni. Infatti, nell’ordine:

- in "Chaos Mass" il nostro sperimenta a livello vocale, inventandosi fra l’altro delle linee vocali belle ritmate e superlative. Viene quindi sparata anche una voce particolarissima, una specie di “urlo sussurrato” che sembra uscito fuori sul serio da un fantasma;

- "Ritual Lust" si allontana un po’ dal massacro indiscriminato fatto specialmente di blast – beats (e talvolta a dire il vero di consistenti tempi al limite del funeral doom) concedendo incredibilmente più spazio ai tempi medi. Il fatto però che qua si ripeta in maniera identica alla canzone precedente quella bizzarra voce è un altro conto;

- In "Triumph of Impurity" invece, per esempio nell’introduzione, si prova con un tribalismo percussivo a mo’ di tom – tom molto in linea con l’atmosfera maledetta che si respira continuamente nel disco.

Oltre a questa canzone si distinguono un po’ "Impure Devotion", canzone che conosce dei cambi di tempo incredibili proprio perché fanno a cazzotti con l’immediatezza indicibile di Nocturnal Blood (tipo tupa – tupa/blast – beats/tempo medio – lento); e poi “Ghouls Wrath”, che è diventato da mesi uno dei miei pezzi preferiti in fatto di black/death, 4 minuti di delirio in cui si fa vivo il groove spezza ossa, anche su tempi veloci, di cui è capace Ghastly Apparition.

Inoltre, dato l’approccio piuttosto semplice e immediato della proposta, la chitarra solista è limitata soltanto agli assoli, i quali talvolta possono anche non esserci minimamente (e “Ghouls Wrath” è in tal senso un esempio lampante). Assoli che in linea con il genere sono di natura rumorista pur avendo al tempo stesso un’atmosfera che molti gruppi del genere neanche possiedono, visto che non poche volte una stessa nota viene dilatata. La cosa strana è che possono essere anche più lunghi del solito, ma soprattutto non si limitano ad esprimersi solo nei tempi più veloci.
Insomma, alla fine certe volontà di arricchire tutto l’insieme è presente, e soprattutto c’è, da parte del nostro, un’ottima capacità di diversificare abbastanza le proprie esperienze che più o meno gravitano intorno ad una forma bestiale di black/death (ricordo per esempio la sua vecchia militanza negli ormai sciolti Nuclear Desecration, ben più fantasiosi ma molto meno d’effetto). Peccato però che non sia un maestro nella costruzione dei momenti puramente ambientali (infatti l’album parte e finisce con questi), troppo silenziosi e poco inquietanti.

Voto: 78

Claustrofobia
Scaletta:

1 – Devastated Graves/ 2 – Death Calls/ 3 – Impure Devotion/ 4 – Ghouls Wrath/ 5 – Chaos Mass/ 6 - Ritual Lust/ 7 - Triumph of Impurity

No comments:

Post a Comment