Titolo: Years of Fury
Genere: Hardcore Punk
Durata: 23.55 min
Data di pubblicazione: 22 ottobre 2016
Voto: 86/100
Comunicazione di servizio:
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Sì, lo so che questo disco è del 2016 e che i Grand Theft Age sono ormai morti e sepolti ma sinceramente 'sti gran cazzi! Questo perché "Years of Fury" spacca veramente di brutto e, per giunta, l'ho comprato mesi fa dall'eccellente label abruzzese THC DIY Prod, quindi quest'album merita una bella recensione su Timpani allo Spiedo 'zine! Ma prima di passare alla rece vera e propria, c'è bisogno di qualche notizia biografica sui Grand Theft Age (da ora GTA) per chi non li conoscesse: nati nel 2004 e morti subito dopo l'uscita di "Years of Fury", i GTA sono stati una colonna portante dell'HC punk capitolino. Negli anni hanno suonato con molti gruppi fondamentali, sia italiani come i soliti Raw Power (c'è forse qualche gruppo HC là fuori che non ha mai suonato con loro?), i Crash Box e i Payback, che stranieri come gli Agnostic Front, gli Slapshot e gli U.K. Subs (nell'ormai lontanissimo 2005!). Il loro primo album, "Sarà una risata che vi seppellirà", lo pubblicarono nel 2007 mentre il qui recensito "Years of Fury", rilasciato, appunto, nel 2016 in una co-produzione fra Italian Shark Attack, Rotten Inc. e Professional Punkers (sul retro copertina si trovano anche i loghi di Jimmy Jazz e Good Night White Pride), è il terzo. Ma adesso basta con 'ste stronzate e vediamo in che modo i GTA hanno salutato (per sempre?) questo mondo crudele.
Come da titolo, "furia" è sicuramente la parola giusta per descrivere questo disco. Infatti, con "Years of Fury" ci troviamo alle prese con un hardcore punk bello rabbioso e veloce, come esemplificato perfettamente dalla prestazione vocale letteralmente bestiale di Teschio, capace perfino di tirare fuori dei grugniti belli cattivi ("Take Your Chance"), segno di influenze provenienti dal metal estremo. Difatti, le influenze sono molteplici, e provengono per la maggior parte dal thrash metal (anche in mid-tempo) e dall'Oi! (seppur questo sia presente più che altro nei cori, come nei primi secondi della stessa "Take Your Chance"), ma qui e là se ne possono trovare anche di inaspettate, come vedrete. Ciò fa sì che la scaletta sia piuttosto varia, presentando pezzi che, pur diretti e perfetti per moshare come dannati, sono comunque ben strutturati e talvolta anche ricchi di cambi di tempo, e senza dimenticare che alcuni contengono perfino degli assoli ben fatti (tipo in "Loyalty"). Adesso vediamo più nello specifico alcuni dei pezzi dell'album, anche per meglio approfondire la sua varietà.
La prima canzone che citerei è senz'altro "Born to Bleed", che mostra i GTA in versione mid-tempo in quello che è il pezzo più lungo (3 minuti e 10 circa) del lotto e nel quale figurano due ospiti del Vienna Style Hardcore, cioè Mike Olbrich degli Spider Crew, ed Harry Grӧller dei Live Life. Poi c'è "Loyalty", un brano intenso ma più melodico del solito dove Teschio ogni tanto tira fuori, appunto, delle linee vocali incredibilmente melodiche un po' inusuali per il suo cantato solitamente iper-aggressivo. Di contro, la seguente "The Meaning" è una scheggia schizofrenica di soli 50 secondi che finisce praticamente con una mitragliata grindcore. Ed ecco le ultime due canzoni: "Liars", veloce e molto thrash metal; e "Take Your Chance", forse il pezzo più bello di tutti grazie ai suoi passaggi rissosi e cupi quasi crust punk e a un Teschio più indiavolato del solito.
Belli e sentiti sono anche i testi che, tutti scritti in inglese (e pensare che qualche anno prima i nostri cantavano prevalentemente in italiano!), si rifanno a concetti tipicamente HC come unità, lealtà, rispetto e amicizia, con qualche testo basato più sui drammi interiori e sulla vita di strada. Per esempio, "Face Yourself" si scaglia contro le mode nella scena HC, le quali non tengono conto che "it's about unity and brotherhood". Invece, in "Born to Bleed" la vita viene concepita come una guerra nella quale devi combattere continuamente e fare affidamento solo sulle tue forze, fortificandoti dopo ogni caduta e ferita. E, ovviamente, c'è anche l'immancabile invettiva contro l'amata "feccia fascista", cioè l'intensissima "Smash It".
Dopo tutta questa pappardella, c'è da concludere che "Years of Fury" è veramente un album spaccaculi, specialmente nella sua seconda parte dove si trovano gli episodi migliori. L'unico (venialissimo) peccato, in tutto questo ben di Dio HC, è che non c'è neanche una misera foto dei componenti del gruppo in un booklet comunque ben curato. In ogni caso, i GTA finirono col botto la propria esistenza il giorno stesso in cui "Years of Fury" fu pubblicato, cioè il 22 ottobre 2016. Infatti, quel giorno, al CSOA La Strada di Roma, fecero sia il release party dell'album (regalandolo ai primi 20 paganti) che il loro concerto d'addio, suonando insieme ad altri 5 gruppi come i Disgusto, dei giovanissimi ma già rodatissimi Short Fuse, i No More Lies, e gli austriaci Live Life e Spider Crew. Dopo la fine dei Grand Theft Age, i componenti hanno preso strade diverse, tipo Teschio che ora fa altri danni con i Movement, o Srefano, il chitarrista, ora nei Rake-Off, i quali a giugno usciranno con il terzo album "Goin' Mental", co-prodotto, fra gli altri, proprio con la THC DIY Prod.
Scaletta:
1 - Intro
2 - The Undefeated
3 - What I Think
4 - Born to Bleed
5 - Face Yourself
6 - Loyalty
7 - The Meaning
8 - Smash It
9 - You Cannot Stand Yourself
10 - Liars
11 - Take Your Chance
Formazione:
Sandro aka Teschio - voce
Stefano - chitarre
Gionata- basso
Mirko - batteria
FaceBook: https://www.facebook.com/GrandTheftAge/
Italian Thrash Attack: http://www.italianthrashattack.com/
Professional Punkers: https://www.professionalpunkers.com/
Rotten Inc.: https://www.facebook.com/RottenIncRoma/
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