Locale: Trecentosessantagradi, Roma
Data: 23 febbraio 2019
Ingresso: 5 €+5 € di tessera ARCI
Comunicazione di servizio:
semmai ci fosse fra voi hardcore kids (a parte quei matti scatenati che già conosco!) qualcuno appassionato di black metal, sappiate che il 24 marzo esce "Nel Segno del Marchio Nero", il mio primo libro interamente incentrato a raccontare la storia della "first wave of black metal", dai Venom ai Mayhem. Cliccando sul seguente link, potete leggere la sinossi e anche una lunga anteprima del libro:
https://books.google.it/books?id=r0GIDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false
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"Me so menato de più in 'sto concerto che in un incontro de kickboxing!". Parole di un mio amico dopo che ci siamo massacrati in totale allegria durante la serata HC punk mezza straight-edge del 23 febbraio, tenutasi al 360 per festeggiare l'uscita di "Sink or Swim" (Indelirium Records), il nuovo album degli headliner Short Fuse. Ma non poteva che essere un massacro visto che a organizzare la serata ci ha pensato il collettivo Till Death, i cui concerti attirano sempre tanta gente e sono sempre puramente hardcore punk, ragion per cui aspettatevi SEMPRE (e 3!) un moshing a dir poco delirante! Quindi, abbiamo pogato, slammato (avete mai visto un metallaro che slamma? ECCOMI!), fatto stage diving (io 3 volte), aiutato alcuni pazzi a saltare dal palco e a surfare, aiutato altri a rialzarsi mentre altri ancora ci hanno raccolto (io sono caduto 2 volte e puntualmente in maniera fantozziana!) e, dopo tutto ciò, siamo usciti sì con le ossa rotte e con tanti lividi ma felicissimi. Cacchio, non pogavo in modo così serio dal concerto degli Slander tenutosi il 21 dicembre sempre al 360! Ma, a parte gli Short Fuse, chi c'era in scaletta? Adesso ci arriviamo!
Ad aprire le ostilità ci sono stati i giovanissimi Not Sober at All, già visti due mesi al Questa è Roma. Non posso dire molto sul loro concerto essendo arrivato giusto per la feature di Andrea degli Short Fuse. Come già scritto al report del Questa è Roma, il loro hardcore melodicissimo in beatdown perenne non mi fa impazzire, ma a vedere questo sestetto, che l'anno scorso ha debuttato con un omonimo EP di 5 pezzi stampato in maniera molto professionale, c'era già un pubblico abbastanza numeroso, e questo è un segno che i Not Sober at All meritano tanto.
L'atmosfera però ha cominciato a riscaldarsi seriamente con i Fuoco, che non vedevo da quando il 22 aprile 2018 suonarono allo Spartaco in un'anteprima del Go! Fest 8. Dalla Tuscia HC, i Fuoco, che per la canzone "Agitazione" (dal loro primo EP, rilasciato nel 2018) hanno collaborato perfino con il chitarrista dei Raw Power, ci hanno allietato con un hardcore furiosissimo molto anni '80, perciò il moshing è stato bello cattivo. Però io non ne ho preso parte perché, in pratica, sono stato per tutto il tempo davanti al chitarrista a bere la mia birra. Ma tranquilli che presto sarei entrato nella mischia...
Dopo la carica rigenerante dei Fuoco, a continuare il bombardamento dei nostri poveri timpani ci hanno pensato i Pressa. Anche loro hanno suonato al Questa è Roma e hanno fatto pure questa volta un concerto mica da ridere, suonando vari pezzi provenienti dal loro primo disco, "Irresponsabilmente" (2018), fra l'altro scaricabile gratuitamente dal loro BandCamp. Purtroppo, a questo giro c'è stata meno gente, con la conseguenza che non si è pogato granchè, se non qualcuno di noi ma proprio sporadicamente.
Per fortuna, con gli Show of Force abbiamo moshato come si deve! Provenienti dalla Firenze HC e nati nel 2009, gli Show of Force propongono un rissoso hardcore contaminato un po' col metal (per esempio, non mancano scorribande più vicine al thrash metal) e con qualche breakdown versione bulldozer qui e là, in uno stile non poi così lontano da quello di gruppi romani come i Choke Wire. Memorabile è stato un discorso del cantante rivolto contro tutti gli ambigui e i fascisti presenti nella scena HC, e anche contro coloro che vogliono che questo genere rivoluzionario debba essere una innocente musica apolitica. Dopo di ciò, altre salutari legnate, mosse da kung-fu e così via.
Ovviamente, le legnate non erano finite qui perché sarebbe stato finalmente il turno degli Short Fuse. Da non confondere assolutamente con il gruppo HC newyorkese con lo stesso nome, i romani Short Fuse hanno fatto una campagna pubblicitaria così capillare per promuovere l'album (e pure 'sta serata) da girare anche un intenso video per la stessa "Sink or Swim". Intensità pura, purissima, è proprio il modo con cui definirei gli Short Fuse che, come sempre del resto, hanno dato vita fin dall'inizio a un live infuocato, anche grazie al tatuatissimo (e commosso!) cantante Andrea, che sa come coinvolgere il pubblico rendendolo parte integrante dello spettacolo. Per esempio, lui invita sempre al mosh più selvaggio e non si trattiene neanche dal fare stage diving (proprio surfando, mi ricordo qualcosa di delirante: infatti, quasi alla fine, Andrea ha perso il microfono, che poi io ho ripreso dandoglielo immediatamente!). Ma i livelli di coinvolgimento sono stati talmente alti che molti del pubblico, salendo anche sul palco, hanno cantato a squarciagola perfino le nuovissime canzoni, ricordandosi perfettamente i testi! Naturalmente, anche gli altri degli Short Fuse non sono stati da meno, suonando in un grandioso stato di grazia un hardcore punk completissimo, capace sia di pestare rabbiosamente, sia di aprirsi a melodie ariose, e sia di tirare fuori influenze più marcatamente metalliche. Insomma, finita con un bis, l'esibizione degli Short Fuse è stata pura intensità, pura emozione HC!
Che altro dire? Altre parole sarebbero superflue per una serata che, all'insegna dell'amicizia, della musica, e di seri messaggi socio-politici, è stata fantastica dall'inizio alla fine, e tutti i gruppi hanno dato il massimo. A questo punto, vi invito semplicemente alla prossima serata del Till Death, che si terrà il 30 marzo al Communia di San Lorenzo e che vedrà in azione gente come i romani The Difference (dopo 11 anni di assenza dalle scene!) e i Plakkaggio (a sinistra, la locandina, disegnata nientepopodimeno che da ZeroCalcare!). La serata sarà un benefit per la Baobab Experience, un gruppo di volontari e attivisti che accolgono gli immigrati, supportandoli anche sia dal punto di vista medico che legale. Così, avrete (anzi, abbiamo) un altro motivo (extra-musicale e ben più profondo) per essere tutti lì presenti.
Bella de dio, Roma sempre capitale di concerti epici che ricordo ancora (ed altrettante botte da concerto hahaha). Peccato solo per la distanza, sti gruppi meriterebbero di girare un po più qui al nord...magari si riesce a recuperare/organizzare qualcosa, si sa mai che le teste ancora dormienti qui su si sveglino!
ReplyDeleteAle (E.G.O.C.I.D.E.)