Thursday, January 17, 2019

Crisis Benoit - "Icon of Violence" (Slaughterhouse Records, 2018)

Band: Crisis Benoit
Titolo: Icon of Violence
Genere: Grindcore/Power Violence con influenze Black Metal
Durata: 13.22 min
Data di pubblicazione: 1° novembre 2018
Voto: 78/100












Ritornano finalmente su queste belle paginette i bolognesi Crisis Benoit, cioè due folli fratellini che ho visto all'opera all'ultimo Go! Fest. Dopo aver pubblicato il live report del festival più violento di Roma, il loro cantante/batterista, che tempo fa mi ha fatto i complimenti per la mia storia del proto-speed/thrash metal pubblicata sulla 'zine, mi chiese l'amicizia su FB. Dopo un po', abbiamo chattato e sono venuto a sapere che era appena uscito il loro nuovo album "Icon of Violence", e io non potevo di certo esimermi dallo scriverne una recensione, anche perché l'etichetta che l'ha rilasciato, la milanese Slaughterhouse Records, è già passata di qui facendosi conoscere per dei bei dischi.

Un titolo come "Icon of Violence", e una copertina che vede un Necro Butcher, cioè uno dei wrestler più hardcore di sempre, a quattro braccia reggere la testa di Hulk Hogan, cioè uno dei wrestler più amati e seguiti di sempre...insomma, quest'ultima fatica dei Crisis Benoit fa di tutto per sembrare un tributo alla violenza senza compromessi del wrestling più hardcore. E infatti, questi sospetti vengono confermati del tutto appena fai partire "Icon of Violence", cioè 13 pezzi per 13 minuti di pura violenza nei quali i Crisis Benoit si rivelano essere una bestia rara. Ciò perché questi due ragazzi mascherati da luchadores suonano sostanzialmente un grezzissimo grindcore/power violence con qualche parte black metal ma di quello della first wave alla Sarcofago/Bathory, cioè una commistione particolare che si può sentire specialmente in "The Dungeon (Hart Sadistic Inferno)" e in "Deadman". Ma ci sono anche altre influenze, come un po' di thrash metal iper-veloce alla primissimi Sadus, mentre certe canzoni come "Last Blood" e altre vedono un continuo alternarsi fra dolorose sfuriate grind e improvvisi rallentamenti. Il tutto viene condito da tematiche incentrate sul wrestling, magari dedicate a determinati lottatori, a eventi che hanno cambiato per sempre il wrestling americano ("Montreal 11/9") e perfino a forme da noi poco conosciute di wrestling come il puroresu, cioè la variante giapponese a questo particolare sport.

La varietà non è il punto di forte dei Crisis Benoit, quindi non aspettatevi qualcosa come il caleidoscopico "Ulcer Island" degli statunitensi Buckshot Facelift, ma, certamente, in questi 13 pezzi vi è un'intensità mostruosa. In ogni caso, i nostri sono capaci di interessanti variazioni, come in "Deadman", dove viene suonata la famosa e cupa melodia della Marcia Funebre di Chopin, e qui il pezzo può sembrare addirittura un velato omaggio ai Sarcofago e ai Bathory che, rispettivamente in "I.N.R.I." e in "Under the Sign of the Black Mark" (tutti e due del 1987), inclusero entrambi una canzone con, appunto, parti della Marcia sopraccitata. O come in "I Wanna ECW All Nite (and Grindcore Everyday)", cioè uno spassoso inno alcolico sotto forma di un mid-tempo punkettone che non è altro che la cover di "I Wanna Rock and Roll All Night" degli immarcescibili Kiss.
Per farvela breve, "Icon of Violence" è un'altra bella dimostrazione di brutalità da parte di un giovane gruppo che ultimamente sta facendo parlare molto di sé visto che non soltanto suona spesso dal vivo ma ha recentemente composto addirittura la musica di ingresso sia per il lottatore maltese Gianni Valletta che per il brutale tag team hardcore italiano Urban Guerrilla! A parte queste note di colore, io consiglierei ai Crisis Benoit, nemici del wrestling business e sostenitori del wrestling hardcore, di suonare più parti black metal (dato che sono ancora poche), e di cantare in due ai loro concerti, considerando che nell'album c'è spesso e volentieri la doppia voce, ergo penso che non sarebbe male sfruttarla dal vivo. E adesso vi raccomando: al prossimo concerto dei Crisis Benoit, pogate a suon di chokeslam! Più hardcore di così!

Scaletta:

1 - Intro
2 - The Walking Riot (Wild Bull Curry)
3 - Last Blood
4 - Necro Butcher
5 - The Dungeon (Hart Sadistic Inferno)
6 - Montreal 11/9
7 - Icon Of Violence
8 - The Giant Head-Hunter Cannibal From The Jungle
9 - Here Comes The Pain
10 - Puroresu
11 - Sister Abigail
12 - Deadman
13 - I Wanna ECW All Nite (And Grindcore Everyday)

Line-up:

El Terrible - voce/batteria
El Cannibal - chitarre

FaceBook: https://www.facebook.com/crisisbenoit/
Slaughterhouse Records: https://www.facebook.com/slaughterhouserec

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