Thursday, February 14, 2019

A Fora de Arrastu/Affluente - "A Fora de Arrastu/Affluente" (co-produzione DIY, 2019)

Gruppi: A Fora de Arrastu/Affluente
Titolo: A Fora de Arrastu/Affluente
Genere: Hardcore Punk
Durata: 25.07 min
Data di pubblicazione: 27 gennaio 2019
Voto: 74/100














Il 4 gennaio mi è arrivato un pacco dall'etichetta abruzzese THC DIY Prod. Quel pacco conteneva non soltanto l'ultimo album dei romani Grand Theft Age, comprato a soli 5 €, ma anche la maglia dei Mud, che il loro cantante ha voluto regalarmi (come avrete letto su queste pagine, non è la prima volta che qualcuno mi regala una propria maglia, vedasi Greg della Godz ov War Productions). E vi è di più: Mauro non mi ha fatto pagare neanche le spese di spedizione. Insomma, Mauro è veramente un grande e la THC DIY Prod merita tutto il vostro/nostro supporto!

A proposito di supporto, la suddetta etichetta, insieme ad altre 17 label (troppe per elencarle tutte!), ha recentemente co-prodotto un invitante split diviso fra due storiche realtà dell'hardcore punk italiano. Stiamo parlando dei sardi A Fora de Arrastu e, addirittura, degli abruzzesi/marchigiani Affluente. Entrambi propongono dei modi molto interessanti e creativi di intendere l'hardcore punk, e lo dimostrano con 6 pezzi ciascuno.

Allora, si parte con gli A Fora de Arrastu, cioè un quintetto nato nell'agosto 2003 che ha preso il nome da un'espressione in sardo campidanese, la quale significa "fuori dal tracciato" o "fuori dal solco in cui vengono gettati i semi". In altre parole, si indica così colui "che deraglia da un comportamento accettato, da una regola imposta". E quest'attitudine selvaggia e senza regole viene espressa già dal fatto che gli A Fora de Arrastu cantino in una lingua molto diversa dalle solite. Infatti, quando tutti i gruppi nostrani cantano in italiano e/o in inglese, questi cinque pazzi hanno deciso fin da subito di cantare proprio in sardo campidanese, e mai scelta fu più giusta di questa!

Ma gli A Fora de Arrastu sono particolari anche sotto il profilo musicale. Sì, da un lato, vanno veloci, e sanno pestare anche molto bene (come nei momenti più sparati di "Liberus tzeracus intra istadus liberus"), mostrano qui e là qualche influenza metal, com'è ormai normale per un gruppo HC (come nel caso di "Mascu" e "Burrumballa"), e sono perfetti per il pogo più selvaggio. Ma, dall'altro, propongono cambi di tempo imprevedibili, inusuali intrecci melodici di chitarra, altri tipi di influenze (come nel finale rocambolesco un po' rock e un po' noise di "Aresti"), begli assoli metal ("Mascu"), e vi è persino una specie di assoletto di basso ("Aresti"). Completa il tutto un cantato piuttosto vario ed espressivo il cui timbro principale è abbastanza pulito ma aggressivo, quindi non aspettatevi robe estreme come le urla straziate dei Milizia HC o i grugniti bestiali degli Antidigos, ma aspettatevi sicuramente qualche bel coro, come quello che chiude "Domusbombas".

Dal punto di vista lirico, siamo di fronte a un gruppo senza peli sulla lingua perché si scaglia contro obiettivi precisi dando loro un nome. Per esempio, "Burrumballa" attacca l'associazione anti-aborto Movimento per la Vita mentre "Domusbombas" dichiara il proprio odio contro "chi sceglie consapevolmente di campare di guerra e morte", in questo caso lavorando per la RWM, una fabbrica di bombe che si trova nel comune sardo di Domusnovas. Altre feroci critiche le si trovano, per esempio, in "Liberus tzeracus...", che offre una visione agghiacciante (ma che condivido pienamente) del lavoro quale morte dell'essere umano in quanto essere libero. Invece, "Aresti", il cui testo è una rielaborazione di una poesia di Salvatore Poddighe (antifascista morto suicida nel 1938 in pieno regime fascista), è dedicata a Davide Delogu, anarchico sardo detenuto attualmente nel carcere di Augusta (Siracusa). Ma se ora vi state chiedendo se io so parlare e capire il sardo, beh, sappiate che ho con me la traduzione dei testi e qualche spiegazione sul loro significato, altrimenti sul serio non avrei capito una sega dall'inizio alla fine!

E ora tocca agli Affluente! Pensate, gli Affluente sono nati nel lontanissimo 1992 grazie al cantante Carlo Cannella (che è anche uno scrittore) appena dopo la morte del suo seminale gruppo HC punk Stige, ma reclutando la formazione perfino da un gruppo death metal marchigiano chiamato Furious Barkings! Da lì, hanno cominciato a inanellare una serie di dischi passati alla storia dell'hardcore punk italiano come "Logica dominante" (1993) o, soprattutto, quella sorta di omaggio all'HC anglo-americano intitolato "TSOL - Veri Suoni della Libertà". Ma la discografia degli Affluente risulta nutrita specialmente di split, condivisi con gruppi importanti dello Stivale come i Contrasto, i Feccia Tricolore e, appunto, gli A Fora de Arrastu.

Nei 6 pezzi a loro disposizione, i nostri, che si definiscono "fondamentalisti hardcore", dimostrano ancora di saperci fare alla grande grazie a un hardcore punk con due cantanti sì fondamentalmente vecchia scuola ma fantasioso e alle volte anche un po' ricercato. Quindi, si va dal thrash metal della canzone d'apertura "Un piccolo gesto"  al post-punk malinconico tutto in mid-tempo di "I giudici vostri", che sorprende anche perché, a un certo punto, entra in azione perfino un theremin suonato dall'ospite Davide!

A proposito di sorprese (e collaborazioni varie), "Francesca" prima sorprende per un hardcore punk veloce ma dal riffing un po' particolare, e poi spiazza del tutto per dei mid-tempo dalle melodie ariose dove si trovano anche delle parti parlate da un'altra ospite, cioè la poetessa Mariagiorgia Ulbar, che ha scritto fra l'altro lo stesso testo della canzone. E ancora, "Un piccolo gesto", che delle 6 è sicuramente la canzone più metallica degli Affluente, è curiosa perché ha un finale schizzato che dire imprevedibile è un eufemismo dato che prima spara una breve parte veloce con un riff à la Hellhammer (minkia!) e poi saluta tutti con un mid-tempo rockeggiante bello groovy. Cazzo, come si fa a restare impassibili di fronte a cotanto ben di Italian HC!

Parlando ora dei testi, citerei prima di tutto quella sorta di manifesto femminista pro-aborto, scritto da Alessandra, di "Dottore". Poi, vi è "Genuflettersi", titolo inusuale per una canzone che, invece di scatenare la propria ira contro la solita religione cristiana e la Chiesa, si scaglia contro TUTTE le religioni, definite indiscriminatamente come delle "barriere". Bisogna dire inoltre che alcuni testi includono intensi cori pieni di rivalsa sociale, come quelli che chiudono sia la poetica "Francesca" (che racconta di una donna che, per via di suoi comportamenti "anomali", viene considerata come una strega dagli abitanti della sua città), che la finale "I giudici vostri", le cui parole sono tratte in parte dall'"Inno anarchico" di Giovanni Pascoli. Forse però alcuni sono un po' ripetitivi (come quello di "Dottore") ma sicuramente questo dettaglio non rovina il lato degli Affluente.

Bene, siamo arrivati alla fine di questa recensione-fiume! Devo dire che, sia con gli A Fora de Arrastu (voto: 73) che con gli Affluente (voto: 75), la qualità è sempre bella alta, anche se forse preferisco i secondi. E questo sia perché propongono delle trovate spiazzanti, e sia perché riescono, almeno per me, a coinvolgere di più grazie a dei cori veramente belli intensi e anche a canzoni dal taglio quasi intimista come "I giudici vostri". Forse condiziona anche il fatto che gli Affluente cantino in italiano, riuscendo così a essere un pochino più coinvolgenti rispetto a un gruppo come gli A Fora de Arrastu, che invece cantano in una lingua capita solo da una piccola parte della popolazione italiana, risultando così meno orecchiabili per chi non mastica il sardo campidanese. Ma non sto dicendo che cantare in sardo sia un male, eh!

P.S.: il 9 febbraio gli A Fora de Arrastu, supportati dai Social Trauma, hanno suonato a Roma allo Strike. Dovevo esserci ma purtroppo non sono più venuto perché il giorno prima mi sono sfasciato per bene le orecchie a una bella serata death metal (a proposito, aspettatevi un bel live report su 'sta serata!). Dovevano esserci anche gli Affluente ma, sfortunatamente, per problemi personali hanno dovuto disdire la propria presenza. Stessa sorte è capitata alla loro serata organizzata a Teramo per il 16 febbraio dalla THC DIY dove dovevano suonare supportati dai goriziani Definite. Gli Affluente però sono stati prontamente sostituiti dagli Obscene Revenge.

P.S. 2: invece, gli A Fora de Arrastu, fra l'8 e il 9 febbraio, hanno fatto una due giorni durante la quale hanno suonato anche a Napoli e i cui ricavati saranno probabilmente devoluti agli anarchici arrestati dopo lo sgombero dell'Asilo Occupato di Torino (e questo per ribadire ancora una volta su queste pagine che l'hardcore punk non è solo musica ma qualcosa di mooolto più serio). Il 16 febbraio i nostri presenteranno a San Sperate (Cagliari) il proprio split, e avranno come spalle i Thee Kares e i Malignis Cauponibus.

Scaletta:

1 - Lua de monti
2 - Liberus tzeracus intra istadu liberu
3 - Mascu
4 - Domusbombas
5 - Burrumballa
6 - Aresti
7 - Un piccolo gesto
8 - Dottore
9 - Cosa è successo?
10 - Genuflettersi
11 - Francesca
12 - I giudici vostri

Formazione A Fora de Arrastu:

Leo - voce
Federico - chitarra
Bebbo - chitarra
Claudio - basso
Daddi - batteria

Formazione Affluente:

Piero - voce
Juri - voce
Frankie - chitarre
Frensis - basso
Gabriele - batteria

FaceBook A Fora de Arrastu: https://www.facebook.com/A.FORA.DE.ARRASTU/
FaceBook Affluente: https://www.facebook.com/Affluente-49336388394/
Sito ufficiale Affluente: http://affluente.altervista.org

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