Hey brutalbangers,
dopo tanto tempo, eccovi su questa grezzissima 'zine un articolo interamente scritto in italiano, a dispetto del titolo in inglese. Questo articolo non sarà un'eccezione visto che, in certi casi, riprenderò l'uso della lingua italiana. E quest'intervista è una perfetta occasione per riprendere l'italiano, anche perché, diciamoci la verità, tradurre un'intervista relativamente lunga in inglese è una vera palla al piede!
A parte queste comunicazioni di servizio, vi presento oggi l'intervista ai grandi MuD, un quartetto abruzzese hardcore punk che l'anno scorso ha tirato fuori il terzo album "The Sound of the Province". Dopo averlo recensito in maniera entusiastica, ho pensato bene di contattare Mauro Garbati aka AldoHC, cantante dei MuD, che conosco attraverso FB ormai da molti anni. Quello che ne è uscito fuori è stata un'intervista molto interessante e profonda, dalla quale si nota sicuramente l'anima combattiva di quattro ragazzi che si fanno veramente un mazzo così nonostante tutto e tutti. E come leggerete fra poco, oltre ad argomenti musicali che riguardano persino la scena HC di Roma (cioè la mia città), si parlerà anche di temi più spinosi come la condizione dei terremotati abruzzesi. Ma bando a 'ste stronzate, lasciamo parlare Mauro e...
BUONA LETTURA!!!
Ciao ragazzi! Tutto a posto? Che sensazione vi fa essere ritornati, dopo tanti anni, sulle pagine di questa ‘zine?
Ciao, tutto ok. La sensazione è ottima, è sempre bello tornare sulle vostre pagine ragazzi!
“The Sound of the Province” credo che sia il vostro album sinora più sentito e rabbioso a causa di liriche molto personali. Come è nata l’idea di fare un disco così “vostro” anche emotivamente parlando?
E' venuto fuori da sé. Mentre lavoravamo nella scrittura di questi pezzi attorno a noi nel nostro "4° mondo" sono successe molte cose negative che ci hanno ispirato nelle liriche, quindi forse abbiamo semplicemente raccontato proprio quello che stava succedendo, né più né meno.
Quest’album è stata la primissima uscita della vostra THC DIY Productions. Cosa mi dite su quest’etichetta? Quand’è nata e quali sono gli obiettivi che vi siete posti con essa? E dopo il fantastico nuovo EP dei Backjumper [di cui potete leggere qui la recensione], quali sono le prossime uscite in programma?
THC DIY Prod è nata da circa un anno e mezzo con l'obiettivo di portare avanti parte delle cose che facevamo come "La Raje Crew", il nostro precedente collettivo. Co-produciamo e produciamo band spingendole con i nostri mezzi, organizziamo concerti, abbiamo una distro e uno shop online e tanto altro. Per noi attualmente il DIY e l'autoproduzione è la strada più onesta e coerente da percorrere, e tutto quello che facciamo ruota interamente attorno a questa cultura. Tendiamo comunque a dare maggiore visibilità alle band italiane.
Siamo in pochi, pochissimi...
Le prossime uscite come co-produzione sono: Affluente/A Fora De Arrastu (Split ), Obscene Revenge, 217, e ci sono altre band in cantiere. [a questo punto, faccio sapere che Mauro mi ha mandato qualche giorno fa il summenzionato split e il nuovo album degli Obscene Revenge, quindi aspettatevi delle belle rece su di loro nelle prossime settimane. - ed]
Colgo l'occasione per ringraziare e salutare Michele Cerminara, un nostro fratello calabrese che da Lamezia Terme ci dà una grossa mano con le attività di THC DIY e dei MuD. È un po' il nostro Bob Rock, un jolly, una persona veramente "fregna", come diciamo qui.
Fa impressione che un gruppo HC italiano sia riuscito a far masterizzare un proprio album presso uno studio americano molto importante quale è l’Audiosiege! Come siete arrivati a questa collaborazione? La masterizzazione l’ha curata direttamente Brad Boatright in persona?
Sì certo, l'ha curata direttamente lui e ne siamo molto soddisfatti, ha fatto un gran lavoro e si sente. Siamo arrivati a lui perché era uno degli studi di mastering consigliati direttamente da Kurt Ballou dei Converge. E come non fidarsi di lui?
Volete parlarci un po’ dei testi? Vorrei soffermarmi soprattutto sul significato di “The Situation” e di “Beyond the Shore”.
I testi in genere li scrivo io. Di solito mi nutro di tutto quello che mi accade intorno. Nei nostri testi puoi trovare tematiche a sfondo sociale, di denuncia mentre altri parlano di situazioni personali (in cui l'ascoltatore può immedesimarsi). Invece, in "The Sound of the Province" abbiamo trattato i problemi che hanno riguardato da vicino la nostra terra.
"The Situation" e "Beyond The Shore" si distaccano un po’ dalle "questioni abruzzesi".
Infatti, "The Situation" parla di una crisi dovuta ad una situazione personale che sta sfuggendo di mano e sembra ormai irrecuperabile. Ovviamente, è ispirata ad una mia personale situazione.
Invece, "Beyond The Shore" tratta il tema dell'immigrazione sulle nostre coste italiane, dell'abbandono dello Stato italiano e la superficialità con cui è stata affrontata la cosa, contribuendo alla perdita di molte vite umane tra i migranti che fuggono dalle loro guerre. Il titolo significa, appunto, "al di là della riva".
È un nome ironico che gli ho attribuito io per le poche possibilità che ci sono a livello sociale, lavorativo, musicale e per l'abbandono che attanaglia da sempre il territorio. Un abbandono che inevitabilmente è peggiorato con le varie tragedie naturali degli ultimi anni. Quindi ironicamente...siamo più in basso del terzo mondo, non il terzo ma il quarto.
Nonostante tutto, non si molla un cazzo e si va sempre avanti!
La dinamicissima “Your Energy” è stata dedicata a Scilla Ricci. Volete raccontarci qualcosa di lei? Che persona era? Era la vostra roadie, giusto? Da quanto tempo lo era?
Scilla era una persona fantastica, piena di vita e di energia. Energia che trasmetteva e contagiava chi le stava attorno. Era una nostra grande amica e ci ha seguiti e fatto da "badante" in uno dei tour nei Balcani e in date e trasferte in Italia, ci dava una mano in distro e guidava anche, un carroarmato in pratica.
Non saprei dirti per quanto tempo, ma sembrava di conoscerla da sempre. Un vuoto incolmabile direi e dedicarle un pezzo del disco ci è sembrato il minimo che potessimo fare, a dimostrazione che l'energia che lei emana non si esaurirà mai.
Chi ha fatto la foto che poi avete usato per la copertina? E perché avete scelto un soggetto simile? Cosa vi ricordate della giornata in cui fu fatta la foto?
Era Pasquetta 2017, quella foto l'ho scattata io con il cellulare.
Essa rappresenta una parte della strada di una zona vicino casa mia, il posto si chiama Ponzano di Civitella del Tronto, provincia di Teramo. La frazione è stata ovviamente vittima dei vari terremoti che ci sono stati (da noi le varie scosse le abbiamo subite tutte) e della violenta nevicata di inizio 2017 ma quello che ha causato tutto ciò è stata una conseguente e gigantesca frana che ha trascinato via letteralmente mezzo paese.
Io personalmente in quel posto ho passato buona parte della mia vita e ci sono anche cresciuto come persona. Quindi, posso affermare che, per forza di cose, ce l'ho nel cuore.
E' diventato perciò il simbolo e l'emblema di tutto il disagio passato qui, rientrando perfettamente in linea con il messaggio principale che volevamo dare con il disco.
Volevamo dare anche un messaggio forte nella copertina e ho azzardato questa scelta...non c'era niente di più alienante di quell'immagine.
La speranza e la rinascita sono poi rappresentate dalla piantina di Genziana (che ci abbiamo montato su) che sbuca dal terreno. La Genziana è ovviamente uno dei simboli dell'Abruzzo e noi siamo grandi consumatori del distillato che se ne ricava.
I Raw Power li ho visti dal vivo qualche mese fa a Roma [eccovi il live report di quella serata] e mi hanno impressionato per una furia incredibile dopo quasi 40 anni che sono sulle scene! Quindi, mi ha fatto molto piacere sentire il leggendario Mauro Codeluppi in “Full Speed Ahead”! Raccontateci qualcosa di questa collaborazione. Il testo della canzone è stato scritto anche da Mauro?
Il testo di "Full Speed Ahead" l'ho scritto io e Mauro ha cantato nella parte finale.
Niente, scrissi a Mauro Codeluppi se gli andava di cantare una parte in questo pezzo ed è nata così la collaborazione, easy.
E’ il pezzo piu thrash metal del disco, anzi è proprio thrash direi.
Il messaggio del testo è un invito ad andare avanti sempre per la propria strada fottendosene e mettendo alle spalle le difficoltà e a non mollare mai.
Fra l’altro, con i Raw Power ci avete suonato il 24 novembre nella “vostra” Teramo. Non è la prima volta che avete suonate con loro, vero? Cosa vi aspettatavate da questo concerto?
I Raw Power sono dei fottuti carriarmarti bastardi ahahah! Il concerto qui è andato bene e loro hanno spaccato il culo come sempre. Non so quante volte abbiamo suonato assieme, forse una decina o poco meno. Sono persone fantastiche!
Mauro, ho letto il tuo post riguardo il concerto sopraccitato e, dalle parole tue, pare che Teramo non sia così ricca di eventi HC punk. Come mai? Quant’è grande la scena HC di Teramo e dintorni? Ci sono dei gruppi interessanti di quest’area da consigliarci?
La scena? Non c'è una scena! Siamo sempre meno persone a suonare e noi stessi con i MuD facciamo fatica anche a trovare gente che suoni con noi quando serve, intendo dentro ai MuD proprio.
Per quanto riguarda i concerti, nella nostra provincia non ce ne sono molti, noi quando possiamo ne tiriamo su ma non è sempre possibile. E questo un po’ per i posti che non ci sono e quando escono fuori per un motivo o per l'altro chiudono o non possono far più suonare roba pesante a causa delle lamentele di vicini o altre cagate, e un po’ per nostri impegni, sia con la band che lavorativi. Ci sono periodi in cui riusciamo ad organizzare (come adesso), altri in cui è tutto fermo. In linea di massima se penso a dove siamo collocati riusciamo spesso a fare dei veri e propri miracoli. Noi stessi con i MuD se suoniamo una volta l'anno in provincia è tanto.
Siamo il "quarto mondo" anche per la cultura musicale, ma noi andiamo avanti per la nostra strada e cerchiamo di non mollare.
Della nostra zona ti potrei citare 3 nomi di band storiche, ossia Affluente, Vibratacore [di cui recensii ben 6 anni fa il loro ottimo "Good Morning Pain" - ed] e Digos Goat. Per quanto riguarda l'hardcore e simili non ce ne sono altri attualmente, poi ci sono anche altri gruppi ma che non sono prettamente del circuito hardcore diciamo.
Quest’anno, per promuovere il vostro ultimo album, avete fatto un tour che ha toccato vari Paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani. Se non erro, non è la prima volta che andate a suonare da quelle parti, vero?
Sì, abbiamo suonato tanto nell'Est Europa. Nell'ultimo "Europe Tour 2018" abbiamo toccato 8 Paesi (compresa l'Italia). Ma comunque eravamo stati anche negli anni passati nei Balcani, in Bosnia soprattutto andiamo molto forte eheheh!
W il cevapi! [leggendo da Wikipedia, il cevapi è un piatto a base di carne trita tipico della cucina dei Paesi balcanici. A giudicare dall'aspetto, sembra molto invitante. - ed]
Lì abbiamo suonato anche ad un grande festival estivo che si chiama Kaleidoslop, a Tuzla, davanti a 6000 persone.
Avete suonato anche in altre nazioni straniere? Che so, in Germania?
Sì, in Germania abbiamo suonato nel 2014 e 2015, 8 concerti in varie città. Abbiamo suonato anche in Austria e in Repubblica Ceca. Poi, come ti dicevo, anche in tutti i Balcani e in tutto l'est praticamente. Il prossimo tour fuori stiamo contando di organizzarlo nella parte opposta ovviamente.
So che l’anno scorso avete suonato al festival HC capitolino “Questa è Roma” insieme a pezzi grossi come Neid, Inferno, Doomraiser, e c’erano perfino gli inglesi Abrasive Wheels! Come andò quest’esperienza? Vi piacerebbe tornare a suonare a Roma?
Il "Questa è Roma Fest" è un festival pazzesco e pieno di gente e posso solo ringraziare il Teschio (ex-Grand Theft Age, ora nei Movement, che recentemente se ne sono usciti con l'EP di debutto "We Start a Fight". - ed] ed il Marinaio [ex-Payback, ora nei No More Lies - ed] che ci hanno permesso di suonarci in 2 edizioni. E' sempre pieno di grupponi italiani, romani e non, e di solito c'è l'ospitone internazionale.
Quell'edizione fu molto particolare per me e per noi perché era il primo concerto dopo la morte di Scilla, c'era un clima strano secondo me e lei forse era lì, davanti al palco a scapocciare come sempre. Appendemmo pure il suo poster sulla cassa di chitarra. Fu un concerto intenso e vero, la gente era carichissima sotto al palco e anche noi sopra!
C'è sempre un delirio in quel festival, sicuramente tra i migliori festival hardcore underground in Italia. [Vi avviso che la nuova edizione del "Questa è Roma" ci sarà il 12 gennaio 2019 allo Strike SPA, e vedrà sul palco la bellezza di 19 gruppi, fra cui gli inglesi Sick on the Bus, come potete notare dal flyer di questo attesissimo fest. - ed)
Mauro, una curiosità: perché ti fai chiamare AldoHC?
È un soprannome che mi affibbiò un mio vecchio amico "pazzo".
Una mattina venne sotto casa mia e mi tirò dei sassi sulla finestra per svegliarmi. Mentre faceva questo mi gridava "Aldo svegliati!", come mio padre visto che lui si chiama proprio Aldo. Non chiedermi perché gli andò di chiamarmi col nome di mio padre quel giorno...
Non so perché ma da quella volta iniziò a chiamarmi così e la cosa poi si è allargata fino a che non mi chiamavano tutti "Aldo". Poi, in un secondo tempo, ci ho aggiunto l'acronimo "HC", per motivi che puoi immaginare.
Perché amate definire la vostra musica come “Ignorant Hardcore”?
Perché non è ignorante la nostra musica? Direi per la pesantezza musicale, per il senso di appartenenza alla nostra terra, per i testi crudi...tutto questo credo che racchiuda il concetto di "ignorant".
Per voi, quali sono i 5 migliori dischi di HC punk italiano usciti quest’anno?
Raw Power, Backjumper, Obscene Revenge, First Brawl. Altri non me ne vengono in mente ora... [io come ultimo aggiungerei "Politico Personale" dei mitici Contrasto, che ho visto un mese fa al fantastico Marci su Roma. - ed]
Com’è oggi la situazione dei terremotati in Abruzzo? Sta migliorando, spero?
Dipende dalle zone e dai posti. Nei centri più popolati la ricostruzione bene o male e molto lentamente c'è, tipo a L'Aquila...dopo 10 anni! In altri paesi più piccoli, nelle zone di provincia, è rimasto praticamente come dopo le scosse. In certi posti non hanno tolto nemmeno le macerie. I danni sono tanti, troppi. Molte case inagibili nel teramano ad esempio, dove siamo noi, e gente che ancora sta negli hotel o in altre strutture.
E' mooolto lenta ancora la "ricostruzione", purtroppo.
Futuri progetti?
Fra i futuri progetti sicuramente il continuare a suonare per portare il nostro messaggio in più posti possibili, come sempre. Continuerà ancora quindi la promozione dal vivo del disco, con date in Italia e vorremmo fare un altro tour all'estero in primavera, anche 2, magari un altro in estate o autunno 2019, vediamo.
Nel frattempo stiamo scrivendo anche materiale nuovo in sala prove, che andrà poi a comporre qualcosa di nuovo in studio, poi vedremo cosa, andiamo avanti step by step insomma.
Sul fronte THC DIY invece, come già detto, abbiamo delle co-produzioni da portare avanti e concerti da tirare su qui.
Vi ringrazio tantissimo per la vostra disponibilità a rispondere a tutte queste domande, quindi vi lascio con un ultimo compito: cercate di convincere i lettori che ancora non vi conoscono del perché devono ascoltare “The Sound of the Province”.
Perché è un album sincero e vero.
Grazie a voi di Timpani Allo Spiedo per quest'intervista ed il supporto, continuate così. DIY.
FaceBook: https://www.facebook.com/MuDHC/
THC DIY Prod: https://www.facebook.com/THCDIYPROD/
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