Ultimamente mi sto così fermando con Timpani allo Spiedo che quasi me ne dimentico. Fortuna poi che arrivano gruppi come il trio foggiano Real Chaos a svegliarmi da questo (apparente) torpore tanto è ultra-violento il loro death metal. Che è spesso così brutale e semplice da andare a braccetto spesso e volentieri con il grind, anche perché le canzoni sono incredibilmente brevi e d’impatto, e infatti molte di esse non raggiungono neanche i 2 minuti di durata.
Ma attenzione, ‘sti ragazzi sanno anche sputare dei cambi di tempo notevoli (fra cui qualche parte piena di groove), ma al contempo rifiutano il concetto stesso dell’assolo di chitarra, praticamente presente in una sola canzone (ed è pure figo!).
Fra l’altro, amo all’impazzire il timbro di voce del cantante, di base un grugnito ignorantissimo molto simile a quello usato dai tedeschi Beyond che triplica il livello di violenza vomitato dai Real Chaos. E’ da notare che i nostri cantano in italiano, un pregio da tenere in massima considerazione.
Certo, la loro è una musica non molto varia, alle volte c’è bisogno effettivamente di un assolo o di un qualche rallentamento doom così da poter intensificare ancor di più tutto l’assalto (e mi piacerebbe che si rendesse più cattivo e distorto il suono del basso), ma queste sono solo quisquilie. Perché i Real Chaos, nati nel 2010, promettono molto bene con quest'album autoprodotto, e solo questo è l’importante, cazzarola! Ah, i pezzi sono 12 per 23 minuti di caos sonoro.
Voto: 76
Flavio "Claustrofobia" Adducci
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