Formazione (2009): WLKN – voce;
Herr 413 – cori/basso (in 5 e 6);
S.A. – chitarre/basso/batteria.
Località: Cagliari, Sardegna.
Canzone migliore del disco:
“Isolation”.
Punto di forza dell’opera:
la sua grande intensità, nonostante il genere di appartenenza.
Copertina: Herr 413
Undicesima produzione per la giovane etichetta bresciana Novecento Produzioni, e nuovo disco per gli Infamous, gruppo con all’attivo già un album, cioè “Of Solitude and Silence”, rilasciato nel 2011. A dire il vero, “Abisso” non è proprio nuovo di zecca, visto che è stato registrato in varie sessioni addirittura dal Dicembre 2011 al Maggio 2012, e questa cosa si sente durante l’ascolto dell’EP, sia a livello di produzione che di scrittura dei pezzi. Fra l’altro, non so se ci avete fatto caso, ma al disco hanno collaborato WLKN ed Herr 413 (o Herr CDXIII), che ormai sembrano aver monopolizzato veramente la scena estrema sarda, come già scritto nel loro demo “Worth Only Buried” a nome Goatfuck, seppur Infamous sia ritornato recentemente a essere il solo – progetto di S.A..
“Abisso” si compone di 6 canzoni per 34 minuti e mezzo circa di un black metal melodico/depressivo bello semplice e “antico” ma dalle caratteristiche veramente interessanti, se non persino spiazzanti per il genere. Per esempio, c’è da dire che il gruppo pesta e non poco attraverso dei blast – beats spietati (specialmente in “Life’s Erosion”), nonostante l’uso esclusivo di melodie abbastanza curate e belle evocative, e che sono spesso sviluppate da una chitarra solista ben presente ma che mai e poi mai spara un assolo che sia uno. D’altro canto, gli Infamous hanno anche un bel senso del groove, che viene rafforzato da un riffing tutto particolare ma di cui vi parlerò più approfonditamente fra poco. Quindi, da queste parti vi è un perfetto equilibrio fra i tempi veloci e quelli medio – lenti, i quali invece si sfogano completamente nell’ottima “Antarctica”, che ha una buona parte centrale con tanto di batteria concentrata sui tom – tom.
Un altro fattore notevole proviene, naturalmente, dal comparto vocale. Esso risulta abbastanza composito, pur essendo caratterizzato principalmente dalle più classiche urla black metal che però a tratti diventano più disperate e depressive, intensificando di conseguenza tutta la musica. Le urla però possono essere doppiate da (rarissimi) grugniti, che però forse rovinano un po’ l’atmosfera evocativa creata dal gruppo. Ma poi ci sono addirittura delle voci pulite ben impostate, opera di Herr 413, che, seppur non siano presenti in tutte le canzoni, ricordano molto da vicino quelle del suo progetto di black melodico chiamato Solitvdo, mentre in “Isolation” c’è una voce pulita parlata, e, per completare il quadro, qui e là ci sono dei sussurrii (“Life’s Erosion”, che talvolta può rimandare addirittura ai grandissimi Obscure Devotion di “Son of a Dayless Night”, album immenso che recensii parecchi mesi addietro). Insomma, c’è di che scegliere.
“Ma aspetta: non ci hai detto ancora niente riguardo quel “riffing tutto particolare” accennato poco fa!”. Giusto, ma allora tenetevi forte, perché quella, ecco, quella sì che è una vera sorpresa, visto che (TREMATEEE!) le chitarre talvolta sciorinano dei riffs incredibilmente “estivi” e che ricordano più il pop/punk che il black metal. In tal senso, sentitevi soprattutto “III”, nel quale gli Infamous sono riusciti a concretizzare in musica quel mare che si vede in copertina. Ne avevo sentito parlare di questa bizzarra caratteristica, e finalmente la posso confermare anch’io.
Eppure, non è tutto sole (nero) ciò che luccica. Infatti, c’è da aggiustare la struttura dei pezzi, che solitamente si basano su una prima parte sì sequenziale ma ben curata, su uno stacco acustico (o, più semplicemente, una pausa), e su una seconda parte più ossessiva, lenta ed essenziale della prima. Peccato però che la seconda metà dei pezzi non sia sempre sviluppata bene e che, per di più, non venga rafforzata neanche dalla voce che, purtroppo, si può assentare facendo così perdere drammaticità all’intera musica (come succede in “Acid Disease”). Poi, gli stacchi acustici aggiungono poco o niente, anche perché, dopo di esso e sempre in “Acid Disease”, c’è un lunghissimo passaggio di sola chitarra elettrica veramente poco incisivo. Ma negli ultimi due pezzi la musica si fa più fluida e senza pause, quindi consiglio a S.A. di continuare sulla strada tracciata da “Life’s Erosion” e “Isolation”. Quest’ultima è poi veramente un piccolo capolavoro, anche perché presenta un approccio un po’ più aggressivo e “svedese” nel riffing.
Ma queste due canzoni si caratterizzano inoltre per una produzione più sporca e viva di quella presente nel resto del disco, e che viene impreziosita fra l’altro da un riverbero sulla voce così atmosferico da essere praticamente perfetto.
Insomma, “Abisso” (non aspettatevi liriche in italiano che non ci sono per niente) è un buon disco di black per metà melodico e per metà depressivo, che però, senza le ultime due canzoni, non sarebbe mai decollato sul serio, per via di una struttura dei pezzi non sempre convincente e di una traccia d’apertura deboluccia come “Acid Disease”. Ma, nonostante questi ultimi appunti, bisogna dare atto agli Infamous di avere una certa originalità e intensità che li eleva al di sopra della media dei gruppi di black depressivo, che spesso, a furia di proclamare suicidi che intanto non avverranno (quasi) mai, sono deludenti dal punto di vista musicale. Fra l’altro, è originale anche il fatto che nel booklet dell’EP siano stati pubblicati soltanto i testi di “Acid Disease” e “Abisso”. Curioso…
Voto: 73
Flavio “Claustrofobia” Adducci
Scaletta:
1 – Acid Disease/ 2 – Antarctica/ 3 – III/ 4 –Abisso/ 5 – Life’s Erosion/ 6 – Isolation
MySpace:
http://www.myspace.com/infamouschrist
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