Formazione (2011): Marlon Friday - voce/chitarre/basso;
Lyle Cooper - voce/batteria.
Provenienza: San Antonio, Texas (Stati Uniti)
Canzone migliore del disco:
la scelta è molto difficile data l'alta qualità di tutti i pezzi. Forse "Amongst Humans"... appunto, forse... dai, stavolta voglio essere indeciso, e che diamine!
Punto di forza dell'opera:
la capacità di dire tutto e di più anche in 40 secondi.
Absvrdist... mai nome è stato più azzeccato di questo, anche perchè questi due mattacchioni si collocano nella legione sempre crescente del black/grind. E fra l'altro gli Absvrdist sono forse il gruppo più estremo del genere da me ascoltato finora, e forse anche il più completo, in misura "peggiore" degli italici Male Misandria, che pure non scherzano affatto a forza di attaccare l'ascoltatore con assalti spaventosi dell'ordine del minuto.
Ecco, nonostante il nome, il gruppo USA sa proporre canzoni più lunghe del solito, come esemplificano perfettamente i 4 minuti di "Abstract Absurdities", che però risulta abbastanza meditata e "riflessiva" se messa a confronto con le altre, quelle più brevi. Ed è proprio con queste ultime che i nostri riescono a distruggere ogni resistenza attraverso un modo di intendere il genere per certi versi particolare.
Prima di tutto, ciò che salta subito all'orecchio è la struttura dei brani. Se avete presente il powerviolence più sfrenato non dovrei dare chiarimenti, ma agli altri dico che i cambi di tempo e di atmosfera sono così tanti da non avere quasi nessun punto di riferimento. Si passa così da blast - beats impossibili a tempi lenti magari stranamente raffinati, e da momenti crust ad alcuni più rumoristi se non minacciosamente arpeggiati come il black più agghiacciante comanda. E non manca neanche qualche puntatina di chitarra solista e qualche (ovviamente rarissimo) passaggio acustico.
Parlando del comparto vocale, anche questo non si risparmia affatto in quanto a inventiva. Ci sono per esempio i grugniti in cagnesco tipici del grind, urla più gracchianti e quelle più stridule... e pure momenti in parlato, che magari concludono solitari un pezzo.
E la produzione com'è? Il disco parte sporco e cupo con una sola chitarra che si prepara ad attaccare, e subito dopo il suono diventa più limpido, potente, e fra l'altro gli strumenti sono ben bilanciati fra di loro. Ma in fin dei conti, vista la gran mole di tecnica e di dettagli, mi sembra più che scontata una produzione di questo tipo.
Insomma, abbiamo a che fare con l'ennesimo capolavoro di black/grind, e praticamente non ho trovato difetti sostanziali, se non forse un abuso di stacchi repentini che rendono il discorso più semplicistico. Ma alla fine è un abuso comprensibile considerata la particolare musicalità. Inoltre, gli Absvrdist sono arrivati al capolavoro senza nemmeno pubblicare (almeno apparentemente) un demo o qualcosa di simile. Allora chissà che mostro riusciranno a far uscire dopo...
Voto: 93
Claustrofobia
Scaletta:
1 - Repulsive/ 2 - Exposure/ 3 - Funny Games/ 4 - Mindless/ 5 - Logical Confusion/ 6 - First World Problems/ 7 - Amongst Humans/ 8 - Illusory/ 9 - Delusion/ 10 - Needful Things/ 11 - Vacant/ 12 - Weakness/ 13 - Shidiot/ 14 - Brood/ 15 - Abstract Absurdities
FaceBook:
http://www.facebook.com/absvrdist
BandCamp:
http://absvrdist.bandcamp.com
grazie mille, super recensione!
ReplyDeleteGrazie tantissime Edo'!
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