EP (Hellthrasher Productions, Novembre 2012)
Formazione (2010): Serkan – voce/basso;
Mustafa – chitarre;
Aberrant – batteria.
Provenienza: Kadıköy , Istanbul (Turchia)
Canzone migliore del demo:
“Insemination with Demon Seed”. Il finale è da estasi demoniaca!
Punto di forza dell’opera:
l’Odio. Punto e basta.
Copertina: David Torturdød
Dopo il deludente album di debutto degli Abysme, la Hellthrasher e il death vecchia scuola in generale ritornano a farsi valere con il primissimo EP di questi 3 pazzi. I quali sfornano una cattiveria così palpabile e inumana da saper rivaleggiare già senza problemi con i nuovi capostipiti della tradizione death metal come i Ritual Necromancy, i Vasaeleth o gli Ignivomous, che, non mi stancherò mai di dirlo, sono riusciti nell’impresa di evolvere un suono che si credeva ormai senza sviluppi… morto, per l’appunto. E tale “antica modernità” la si sente anche nella produzione, fatta negli studio Mayday da Alper Ketinci, tipica, nella sua puzzolente eppur chiara sporcizia (che bell’ossimoro!), di molti recenti dischi del genere. Ma andando più nello specifico, che cos’hanno da dire questi Engulfed (da non confondere con gli omonimi deathsters scozzesi autori di due oscuri demo nella metà degli anni ’90)?
Prima di tutto e come già detto, l’immane cattiveria, che, impreziosita da un riffing dinamico, viene addirittura aumentata con delle agghiaccianti intuizioni black, presenti specialmente nella traccia d’apertura “Triumph of the Impious”, utili fra l’altro a dare un tocco maestoso al tutto. La canzone appena citata è curiosamente priva delle lunghe e dolorose incursioni nel (funeral) doom che caratterizzano invece tutti gli altri pezzi, con una menzione particolare per “Inseminated with Demon Seed”, nel quale i tempi veloci si alternano con continuità con quelli più lenti. Ma non dimentichiamo la voce, che è un grugnito “ovattato” e catacombale ma comunque non statico perché capace talvolta di semi – urla vomitate di sicuro effetto.
La seconda cosa notevole che gli Engulfed hanno da dire è sicuramente la profondità della loro musica. Per esempio, nonostante i nostri siano solo in 3, da queste parti si usa con buona frequenza la chitarra solista, che disegna ora delle deliranti trame nei momenti doom, adesso degli striduli assoli rumoristi (sentitevi in particolare “Summoned”) che provano anche a essere più atmosferici del solito (“Inseminated with Demon Seed”). Ma la profondità si riflette anche nelle prestazioni dei singoli strumentisti, sempre pronti a dare una mano ai compagni così da enfatizzare saggiamente l’assalto, che è sempre e comunque fresco.
E la terza cosa è la struttura dei pezzi, che così si dimostrano ancor di più coinvolgenti. L’assalto diabolico e infame viene sparato in maniera abbastanza libera ma comunque seguendo 2 – 3 soluzioni principali. L’unica canzone che si distingue è “Supreme Lord of Blasphemy”, che ha invece un andamento più o meno sequenziale, ma per niente rigido. Gli ottimi stacchi sono pochi e contati, mentre si fa veramente un uso pazzesco delle pause, dei silenzi, che sono di un’efficacia a dir poco devastante (come in “Summoned”, dove a un certo punto ce ne sono due molto vicine fra di loro).
Ma le capacità compositive degli Engulfed si fanno sentire soprattutto nei finali, sempre vari. A tal proposito, sono da citare quelli in dissolvenza degli ultimi due pezzi:
- “Supreme Lord of Blasphemy” si “conclude” con un disturbante doom pieno di chitarre e di urla torturate;
- Il finale di “Inseminated with Demon Seed”, molto più classico eppure perfettamente giostrato, utilizza invece uno stesso lungo riff su diversi ritmi, con la definitiva e ipnotica variazione blasteggiante introdotta da un passaggio ritualistico condito da tom – tom tonanti e da una voce che annuncia chissà quale apocalisse.
In pratica, in tutte queste nefandezze non ho trovato difetti sostanziali, se non un accumulo di chitarre in “Supreme Lord of Blasphemy” non troppo funzionale alla formazione a 3 degli Engulfed. E poi il fatto che i nostri abbiano debuttato con canzoni progressivamente sempre più lunghe (si va dai 5 ai 7 minuti del brano finale. Curiosamente bisogna dire che i primi due condividono un minutaggio identico), e quindi difficili da gestire, è un pregio di non poco conto. Insomma, un’ottima sorpresa che mostra un gruppo già pronto per un album spazza – Paradiso!
Voto: 83
Claustrofobia
Scaletta:
1 – Triumph of the Impious/ 2 – Summoned/ 3 – Supreme Lord of Blasphemy/ 4 – Inseminated with Demon Seed
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