Formazione (2006): Ken Pannarella - voce;
Mike Mayborne - chitarra;
Joel Sandoval - basso;
Matt Getto - batteria.
Provenienza: Chicago, Illinois (Stati Uniti).
Canzone migliore del disco:
"Improper Disposal".
Punto di forza dell'opera:
la struttura dei brani.
Dopo tanto patire, ecco finalmente un disco brutal, genere mai andato veramente di moda su queste pagine, anche se forse lo sarà in futuro visto che l'italianissima Abyssal Warfare Promotion mi ha dato da fare pure il primissimo assalto dei perugini Bloodtruth, altro gruppo che promette tuoni e fulmini. Ma i Kataplexy non sono semplicemente un gruppo brutal, e ciò perchè qui e là si avverte il desiderio di andare oltre, seppur per ora il tutto sia espresso in forma embrionale. Però fermiamoci qui, se no parto già con le conclusioni, e così vediamo che cos'hanno da proporci questi statunitesi imbufaliti.
La prima cosa interessante viene senza dubbio dalla struttura dei pezzi, i quali si muovono senza rispettare veramente un preciso schema. In sostanza, il discorso esce fuori in modo molto istintivo e libero più o meno da qualsiasi vincolo, seppur non manchino dei classici botta e risposta fra due passaggi. Ma il tutto, quasi per renderlo più accessibile, risulta continuamente diviso fra i tempi veloci e quelli più lenti, che solitamente sono pieni di un bel groove contagioso.
Il secondo aspetto degno di notevole attenzione, anche in prospettiva futura, e in parte legato al primo punto sopraddetto, è un certo sperimentalismo che dà alle canzoni una particolare follia che si esprime specialmente durante gli stacchi, solitari o collettivi che siano. Per esempio, in un certo momento "Consumed for a Companionship" puzza addirittura di funk, con un'ottima prova del bassista, mentre in un altro il batterista dà di matto con un ritmo semi - reggae (o in qualsiasi modo lo si voglia chiamare)! Fra l'altro, i nostri riescono a gestire benissimo gli stacchi sperimentali, sia perchè questi danno voce a dei veri e propri climax distruttivi, sia perchè vengono poi saggiamente reinterpretati in un'ottica da puro brutal, mostrando così e ancora una volta un'inventiva mica da ridere.
Per il resto, i Kataplexy hanno un approccio tanto collettivo da rifiutare bellamente il concetto stesso di assolo, assente in tutto il disco, mentre dal punto di vista vocale fanno uso di cupi grugniti, non così bassi o schifosi come il genere raccomanda, alternati con una buona frequenza a urla gracchianti, intenti a costruire delle linee anche particolarmente ingegnose e isteriche.
Praticamente l'unica nota stonata, seppur a dir la verità sia un'inezia, è la produzione, o meglio, il volume del rullante a tratti mal bilanciato, più forte per esempio in "A Facial Detachment" ma curiosamente abbastanza debole nella seguente "Consumed for a Companionship". Ma nel complesso la produzione è giusta, sporca e puzzolente come si conviene, e fra l'altro mi ricorda terribilmente quella di "Cognitive Lust of Mutilation", primissimo demo dei Disgorge, quelli statunitensi.
Voto: 76
Claustrofobia
Scaletta:
1 - A Facial Detachment/ 2 - Consumed for a Companionship/ 3 - Improper Disposal
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