Demo (Unholy Domain Records, 2010)
Formazione (2007): Rosy – voce;
Nadia – chitarra;
Giulia – basso;
Eleonora – batteria.
Provenienza: Roma/Livorno, Lazio/Toscana.
Canzone migliore del disco:
“Purulent Stigmata”.
Punto di forza dell’opera:
l’abilità di compensare sufficientemente una metodologia strutturale poco digeribile.
Questo curioso gruppo mio conterraneo è in un certo senso storico. Ciò perché era composto, fra le altre, da Rosy dei Profanal, e Giulia degli Human Dirge, ovvero due interessanti formazioni ospitate su Timpani allo Spiedo nei primi tempi, quando in pratica la ‘zine si diffondeva ancora attraverso l’email. Però la nostalgia è doppia perché le Putrefied Beauty, dopo questo promo che lasciava intendere forse l’uscita del primissimo album, si sono bellamente sciolte, nonostante il talento profuso con indemoniata intensità.
‘Ste folli ragazze proponevano un brutal abbastanza dinamico e incredibilmente soffocante. “Soffocante” perché, dal punto di vista strutturale, i pezzi non si fermano praticamente mai, nel senso che non esistono pause e/o stacchi se non un millimetrico respiro in "Ianua Diaboli", e questa è una rarità. Ma anche perché non esiste neanche un briciolo di chitarra solista, ragion per cui il lavoro è così collettivo da spaventare l’ascoltatore. Una tale caratteristica però è in fin dei conti un bene dato che, così facendo, è più difficile e gratificante rendere più potente il singolo pezzo, ma di conseguenza è anche un rischio grosso.
Eppure, il tutto funziona. Questo grazie sia alla capacità di non fossilizzarsi sui blast – beats, permettendosi così frequenti digressioni nei tempi medi, talvolta belli groovy, sia al comparto vocale, il quale è composto da grugniti (intelligibili a dispetto del genere) e urla assortite. Ma non mancano neanche puntuali sovraincisioni, in modo da sottolineare i momenti salienti dei brani.
Il merito va anche attribuito a una struttura che sa essere agile (per esempio, alcune soluzioni vengono variate pure in maniera quasi impercettibile), e alla durata dei vari episodi, tutti rigorosamente incollati sui 3 minuti. Il “problema” è che, a causa degli aspetti soffocanti di cui sopra, sembra che i brani durino qualcosa di più.
Inoltre, il disco ha un finale – bomba, con quel riffing un po’ folle e quella batteria sì complessa ma con misura.
Insomma, dispiace veramente che le nostre si siano sciolte, anche perché, pur rifiutando alla grande il concetto stesso della melodia, avevano sufficiente fantasia – morbosamente elegante in talune occasioni -, per non stancare l’ascoltatore. E fra l’altro, la produzione di “Promo 2010”, è perfetta e pulita. Vabbè certo, è difficile digerire canzoni così costruite perché a volte qualche respiro non sarebbe guastato, mentre "Mutilated Icon's Parade" risulta essere un filo ossessiva a forza di riprendere in poco tempo uno dei passaggi iniziali.
Ma in fin dei conti, va bene così, però, vi prego, RITORNATE!
Voto: 78
Claustrofobia
Scaletta:1 – Mutilated Icon’s Parade/ 2 – Ianua Diaboli/ 3 – Gorewar/ 4 – Purulent Stigmata
MySpace:
http://www.myspace.com/putrefiedbeauty
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