1) Ehilà carissimi, va tutto bene? Pronti a rispondere alla mia
infinita sfilza di domande?
Izzy, voce e chitarre: Minchia mi fai paura, vai!
Emanuele, basso: Tutto bene, procedi pure!
2) Voi, per essere dei thrashettoni amanti della vecchia guardia,
proponete un thrash metal indubbiamente coraggioso soprattutto per via
di un riffing schizoide e che rimanda talvolta da vicino al mathcore.
Si offrono così delle strutture particolarmente difficili da digerire
e che trovano il picco in “Layer”. E, nonostante a primo acchito
sembriate molto interessati a distruggere i timpani con velocità belle
sostenute dopo un po’ riuscite a creare un buon equilibrio fra i tempi
più lenti e quelli più veloci. Concordate con le mie affermazioni?
Nelle vostre influenze figura anche Giovanni Sollima, sarei curioso di
sapere come l’avete esplicato nelle vostre sonorità…
Izzy: Concordiamo appieno, abbiamo sempre cercato di fare “qualcosa in
più” del solito Thrash e offrire qualcosa di nuovo alla scena. Per
quanto riguarda la figura del Sg. Sollima figurava come influenza in
quanto è il padre del nostro primo batterista: Matteo
Emanuele: Il contrasto tra parti veloci e parti lente e melodiche è
sicuramente una caratteristica dei nostri pezzi da evidenziare. Sono
le parti dove l’ascoltatore si ferma un attimo per riflettere su
quello che è accaduto poco prima alle sue orecchie.
3) E guardacaso per me la canzone migliore del lotto è “Layer”, perché
in pratica estremizza molti vostri aspetti, in primis una struttura
più nervosa del solito che fra l’altro ha una parte finale molto
rifinita ed un po’ particolare se rapportata a quella degli altri
brani. Tale episodio ha avuto una genesi tutta speciale ed è stata
quella più difficile da riproporre? Sbaglio o è stata l’ultima ad
essere composta? Suppongo che il vostro concerto-tipo lo concludiate
proprio con “Layer” (a parte l’inevitabile cover finale)…
Izzy: Si esatto, le canzoni sono nello stesso ordine in cui sono state
composte, ed appunto “Layer” oltre rappresentare la summa della nostra
idea di thrash, è stata l'ultima. In quanto alla genesi non è stato
niente di diverso dalle altre, ovvero è stata composta interamente in
midi e poi leggermente modificata alle prove.
Emanuele: Beh se la scaletta comprende solo i pezzi della demo, Layer
è messa per ultima. Come le altre canzoni è nata dalla mente di Izzy,
e quando lo ascoltai la prima volta sapevo che sarebbe diventato il
mio preferito. E’ stata l’ultima ad essere composta, probabilmente per
questo riassume in maniera lampante il concetto Lamiera.
4) Il riffing è invece per me il principale punto di forza del demo.
Potenza e tecnica asservite ad una schizofrenia che regala al tutto un
che di inquietante e che per giunta è immessa in una cornice in fin
dei conti tradizionalista (merito ancora maggiore). Da non dimenticare
anche quegli assoli impazziti che stranamente sono brevi a dispetto
dei vostri tecnicismi. Siete d’accordo? Effettivamente c’è una ragione
particolare per cui i solismi non occupano uno spazio così importante
nei Lamiera o lo farete in un futuro non lontano?
Izzy: Semplicemente non ci piace dilungarci in assoli troppo
esagerati, ogni assolo ha la sua precisa funzione nella struttura
della canzone e non è stato messo lì a caso, magari in futuro daremo
più spazio ai solismi qualora essi siano richiesti. Aggiungici che mi
secca profondamente scrivere gli assoli :D
Emanuele: Io vedo i nostri pezzi come una dose di verità sputata in
faccia nella maniera più aggressiva possibile. C’è anche del “dolce”,
le parti lente, che servono ad assimilare il pezzo nella sua
completezza. Gli assoli sono in sintonia con i pezzi, brevi, veloci,
aggressivi e, come dici tu, impazziti.
5) Perché avete voluto mettere come cover “Piranha” degli Exodus? Ve
lo chiedo soprattutto per via di una cupezza e di melodie dal gusto
epico che voi non sparate per niente? E’ giusto ritenere che gli
ultimi pezzi inediti introducano all’assalto più posato di “Piranha”
dimostrandosi così funzionali a quest’ultima? Dal vivo quali altre
cover proponete e curiosamente qual è in generale quelle che
“attizzano” maggiormente il pubblico? Non era meglio però suonare una
cover con liriche simili agli altri episodi?
Izzy: nella demo tra le altre cose volevamo dimostrare di saper
suonare un po' di tutto, anche pezzi thrash più “old school” rispetto
a quello che facciamo di solito. Per questo la scelta è ricaduta su
Piranha. Dal vivo abbiamo proposto una valanga di cover: Ausgebombt,
Surf Nicaragua, Whiplash, Killing Peace, ultimamente suoniamo spesso
“Refuse Resist” con Mattia in veste di bassista/cantante.
Emanuele: Piranha è un pezzo che aggredisce. Direi che è in sintonia
con gli altri per aggressività. Magari non come struttura, partendo
dall’assolo decisamente lungo. Va preso come un pezzo tributo alla
vecchia scuola. Non ci siamo dimenticati di quella per chi non
l’avesse notato!
6) Vabbè, questa è una domanda d’obbligo: perché avete fatto la
versione kraut di “To the Truth”, e per giunta perché avete scelto
proprio tale canzone? Suppongo che qualcuno di voi studi il tedesco.
Lo trovo come un esperimento interessante ma per la foga e la
spontaneità preferisco decisamente l’originale. E’ stata difficile
cantarla così?
Izzy: Si, cantarla in tedesco è stata decisamente un impresa!
Nonostante io studi e parli la lingua, le metriche tedesche sono molto
più lunghe e l'adattamento è stato un bel problema, ho scelto questa
lingua perché la ritengo perfetta per il thrash, forse più
dell'inglese, e “to the truth” si adattava bene ad essere cantata in
questo modo. Ti anticipo che nel futuro album ci sarà un pezzo cantato
esclusivamente in tedesco.
Emanuele: A me l’idea è piaciuta da subito. Qui da noi vengono spesso
turisti tedeschi, sono i primi ad interessarsi della nostra storia. Un
tributo turistico direi che ci voleva, infondo lo stesso Goethe è
stato un ammiratore della nostra città.
7) Raccontatemi della copertina. E’ una vera e propria foto?
Izzy: La vecchia copertina era una foto vera e propria, messa lì senza
modifiche in quanto rappresentava bene l'idea e il concept che sta
dietro i Lamiera, l'abbiamo dovuta togliere per motivi di copiright, e
sostituirla con un disegno realizzato a mano.
Emanuele: la vecchia copertina era una foto della nonna del vecchio
batterista, se l’è portata con se.
8) Perché avete scelto di chiamarvi in italiano ma poi di cantare
(quasi) totalmente in inglese? Magari in futuro canterete anche in
madrelingua, non si sa mai…
Izzy: Ancora dobbiamo decidere, il nome Italiano è stato scelto più
che altro perché genera curiosità e non è il solito nome thrash, in
quanto alla madrelingua attualmente non abbiamo progetti, ma se
proprio dobbiamo farlo, aspettatevi più un pezzo in dialetto
palermitano che in italiano!
Emanuele: Non è da escludere qualche pezzo in italiano. L’inglese
arriva sicuramente a più persone. Il fenomeno della Mafia è conosciuto
in tutto il mondo ormai e i nostri pezzi possono interessare anche a
persone non italiane.
9) Nel retro del disco mettete subito in chiaro di essere siciliani e
di conseguenza di voler parlare di guerre concrete. Perché assumere un
tale atteggiamento? Il vostro è un “manifesto” inteso a “schernire”
chi preferisce trattare fantasie più che la crudeltà di situazioni
reali in modo da evadere in un certo senso dalla monotonia
dell’esistenza (parole grosse ragazzi!)?
Izzy: No, il nostro atteggiamento segue una logica precisa: Il Thrash
come ci insegnano i grandi nomi affronta spesso la tematica della
guerra: noi abbiamo la NOSTRA guerra da raccontare, ovvero di quella
contro la mafia, non ha senso parlare di qualcosa che non ci
appartiene come il Vietnam o la guerra del golfo. Preferiamo
raccontare la nostra (purtroppo) quotidianità e la nostra cronaca.
Emanuele: Puntiamo al concreto. I tempi cambiano, la funzione
educatrice della musica resta. Proporre pezzi aggressivi, immediati,
con testi vaghi o per lo più “classici” non avrebbe lo stesso effetto.
Gli ascoltatori devono sentirsi partecipi, devono poter dire: “cazzo,
questa canzone è mia, mi riguarda!” Il messaggio dei testi è
ovviamente reinterpretabile anche in altri contesti rispetto a quello
mafioso.
10) A parte il carattere anti-mafioso dell’opera del grande Giovanni
Falcone, l’avete citato anche in rapporto alla sua stessa sicilianità,
oltre che l’essere un palermitano doc come voi? Ma il coraggio può
essere anche il silenzio inteso come la perdita della propria dignità
ai limiti della sopportazione umana? Un coraggio più filosofico
insomma se così si può definire. Comunque da dove l’avete presa la
citazione e in che sede la disse Falcone?
Izzy: La citazione è stata presa da uno dei suoi ultimi discorsi, e
questa frase rappresenta la summa del suo pensiero: L'invito a non
aver paura, o almeno a saperla accettare come parte integrante della
vita, ha dato e continua a dare un messaggio bellissimo a tutti i
giovani siciliani, ed il fatto che le sue parole siano nell'intro non
è un caso: volevamo fare in modo che sia lui a dare l'inizio al tutto.
Emanuele: Il coraggio per Falcone era qualcosa di concreto,
dimentichiamoci della filosofia per un attimo. Lui parlava chiaramente
di omertà e voleva combatterla, voleva vedere gente senza paura, gente
che accusava e denunciava i torti che gli venivano fatti. Ovviamente
in uno stato dove la mafia ha un ruolo anche politico la giustizia va
a farsi fottere. Il coraggio inteso come silenzio, visto come perdita
della propria dignità ai limiti della sopportazione umana, è quello
che Falcone denunciava.
11) Avete citato anche lo studioso palermitano (aridanghete!) Giuseppe
Pitrè. Ma in che senso “la forza individuale è il solo arbitro di ogni
conflitto”?
Izzy: Questa frase si sposa bene con il testo della canzone Layer, che
appunto parla di come sia stratificata l'organizzazione criminale,
Pitré vuole fare intendere come tutte le decisioni riguardo alle lotte
vengano assunte in base ad una esagerata percezione della forza
singola.
Emanuele: Ognuno sa per cosa combatte, se credi veramente in quello
che fai, allora puoi portare avanti una guerra da solo. E’ la forza
del singolo che decide le sorti di un conflitto.
12) La mafia è combattuta sia dalla destra che dalla sinistra, ma nei
vostri testi “nascondete” una precisa collocazione politica o
preferite non avere niente a che fare con la politica?
Izzy: Preferiamo non averci niente a che fare con la politica. Siamo
già abbastanza schifiati!
Emanuele: La mafia viene sfruttata a chi è utile, all’infuori dello
schieramento politico. Collocarsi in uno schieramento o nell’altro
renderebbe il nostro messaggio vago.
13) Sarei curioso di sapere cosa ne pensate di grandissimi film come “C’era una
Volta l’America” o la saga de “Il Padrino”? Credete che la mafia venga
un po’ troppo mitizzata entrando così nell’immaginario collettivo?
Emanuele: Quei film fanno riferimento ad una Mafia ormai mutata. E’
giusto che la gente li apprezzi, quelli della Mafia sono senza dubbio
meccanismi affascinanti. Oggi però il lavoro della mafia ha raggiunto
il suo obiettivo, la mentalità delle persone. Le persone ragionano con
mentalità mafiosa: “io sono il più forte”, “io ho tutto”, “non sai chi
sono io”. La mafia ormai è diversa rispetto a quei film. Quella è
storia.
14) Cosa bolle ultimamente in pentola in casa Lamiera?
Izzy: Ci stiamo muovendo parecchio, abbiamo 3 pezzi nuovi pronti al
100% e a breve finiremo di comporre l'album che penso registreremo per
fine 2011. Dopodiché ci muoveremo per trovare un etichetta che ci
supporti e stampi il disco.
Emanuele: Inediti, tra i quali ne spicca uno “allegro”, parodia di uno
dei fenomeni predominanti a Palermo ma anche nel sud Italia in
generale.
15) Va bien, l’intervista è finita. Volete mandare un ultimo messaggio
agli avidi lettori di Timpani Allo Spiedo?
Grazie a voi Timpani allo Spiedo per la bella ed interessante
intervista e grazie a voi lettori e ascoltatori. Ricordiamo che la
demo è interamente ascoltabile dal nostro
Facebook: http://www.facebook.com/?ref=hp#!/pages/Lamiera/120100058012274
o dal nostro canale Youtube: http://www.youtube.com/user/LamieraOfficial
e a breve verrà messa in download gratuito, approfittiamo per
annunciare un piccolo cambio di formazione, in quanto il nostro
batterista: Giulio Scavuzzo, ha lasciato la band per problemi
personali, ringraziandolo per il contributo e il grande impegno dato
alla band, accolgiamo con grande piacere il nuovo drummer Antonino
Venezia.
Continuateci a seguire e a supportare!
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