▼
Friday, May 8, 2015
Kult of Taurus - "Divination Labyrinths" (2013)
Con l’uscita del nuovo album dei Kult of Taurus, ho pensato bene di “rispolverare” la copia digitale, resa disponibile dalla statunitense Forever Plagued Records, del loro primissimo album “Divination Labyrinths”. Va bene, avrei dovuto recensirlo prima dato che esso è uscito addirittura a fine 2013 ma, chissà perché, tempo fa non l’ho trovato così valido come adesso. E poi è sempre un’occasione per rivedere le mie posizioni sulla Forever Plagued che, pur non brillando sempre per i suoi dischi come al contrario la sua connazionale W.T.C. Productions, sfodera ogni tanto del materiale interessante (come dimostrerà ampiamente la rece del primo album degli italianissimi Mourning Mist).
Allora, i Kult of Taurus sono un quintetto nato nel 2007 proveniente dalla fertile scena black della Grecia, che ultimamente sta facendo vedere i sorci verdi a tutto il mondo con il suo metallo (quasi) sempre di straordinaria qualità. Quello che loro suonano nei 6 pezzi + intro e outro per soli 32 minuti che compongono “Divination Labyrinths” è un black metal per certi versi strambo e incredibilmente dinamico e inventivo. Pensate prima di tutto che i pezzi seguono una struttura totalmente libera e anti-convenzionale nella quale le più diverse soluzioni si susseguono istericamente in una baraonda tale che nessuna di esse, nel corso di una stessa canzone, viene ripresa, se non nella seconda parte del disco (cioè in “Where No Moon Rises” e “ΠΤΩΣΗ”, ma sono solo attimi fuggenti).
Poi, le chitarre sciorinano LETTERALMENTE di tutto dato che, accompagnate da una batteria più o meno ben equilibrata fra tempi sparati (compresi i blast-beats) e più medio-lenti (anche abbastanza groovy) e da un comparto vocale fondato in prevalenza su delle classiche urla riverberate alternate a qualche grugnito qui e là, si va da riff rapidissimi e virtuosi (come in “The Light That Divides the Earth”) ad altri più melodici oppure da ipnotiche intuizioni di tipo doom (“ΠΤΩΣΗ”) ad altre così “noisy” (e cattivissime, specie durante i blast-beats) che definire folli è un eufemismo, anche perché si fa un frequente uso di tecniche per niente comuni nel black metal (per dire, in “Hidden in All Ages” ci sono addirittura gli armonici artificiali!). Ma, al contrario di gruppi come i tedeschi Ascension o gli statunitensi Volahn, i Kult of Taurus non suonano neanche un misero assolo di chitarra, anzi, i due chitarristi in formazione suonano praticamente gli stessi identici riff per (quasi) tutto il tempo.
Ma la musica di questi ragazzacci greci ha un’altra interessante caratteristica: parecchi pezzi possiedono infatti dei piccoli (o lunghi) stacchi di matrice oserei dire industrial, e sotto questo aspetto è molto esemplificativo “Tree of Gifts Pt. 1 – Void”, l’episodio più lungo di tutto il lotto dati i suoi 6 minuti circa dei quali gli ultimi due sono pura atmosfera inizialmente condita anche da una chitarra pulita.
Peccato però che l’album soffra di qualche pecca, tipo la batteria, che suona in un modo veramente poco incisivo perché non è stata messa in evidenza in fase di missaggio, ragion per cui risulta bella ch’è affossata dal resto degli strumenti. Oppure che certi cambi di tempo e/o di atmosfera sono così repentini da essere praticamente senza senso (e qui “ΠΤΩΣΗ” batte tutti!), e non dimentichiamo inoltre che gli ultimi due pezzi (esclusa quindi l’outro) si concludono forse troppo bruscamente. O tipo che alcuni brani hanno dei curiosi sbalzi di volume… o almeno così ho notato.
Per farla breve, “Divination Labyrinths” (che è stato missato e masterizzato nientepopodimeno che da Vicotnik dei folli Dødheimsgard, uno dei gruppi black storici della scena norvegese) è un lavoro di indubbio interesse da parte di un gruppo che sta cercando di battere strade nuove pur mostrando qualche ingenuità che si poteva anche facilmente evitare. Sta di fatto che i Kult of Taurus hanno delle enormi potenzialità ancora non del tutto espresse, e per questo sono curioso di ascoltare il nuovo album. In ogni caso, meritano tantissimo e quindi date ASSOLUTAMENTE un ascolto a questo promettente debutto.
Tracklist:
1 – Introduction
2 – Channeling End
3 – The Light That Divides the Earth
4 – Tree of Gifts Pt. 1 – Void
5 – Where No Moon Rises
6 – Hidden in All Ages
7 – ΠΤΩΣΗ
8 – Tree of Gifts Pt. 2 – Death
Line-up:
Sarpedon – voce
Sythanagon – chitarra
Bile – chitarra
Platon – basso
Hellscum – batteria
FaceBook: http://el-gr.facebook.com/pages/Kult-Of-Taurus-Official/231330920222703
Forever Plagued Records: http://www.foreverplaguedrecords.com/
No comments:
Post a Comment